Apro questo topic per scambiarci notizie ed impressioni sui nostri viaggi.
Comincio io col resoconto di due settimane passate in MTB ad uso di chi volesse trarne spunti per le proprie vacanze. Una settimana per un giro dei Sibillini ed una settimana dedicata alla Via Vandelli che collegava l'Emilia alla Toscana superando le Alpi Apuane.
Qui trovate le foto
http://picasaweb.google.it/sciaccaaldo
Prima di tutto qualche premessa:
- Non lasciate nulla al caso o, peggio, alla fortuna
- Controllate le condizioni meteo prima della tappa
- Bicicletta a posto e qualche ricambio meccanico al seguito
- Buona preparazione fisica
Totale circa Km 150. Dislivello: importante, ma se lho fatto io
La prima settimana dal 21 al 26 di giugno è dedicata ad un giro ad anello in 4 giorni sui monti Sibillini con partenza da Visso. Prima tappa: Visso-Rifugio Perugia. Seconda tappa: Rifugio Perugia-Rubbiano. Terza tappa: Rubbiano-Rifugio del Fargno. Quarta tappa: Rifugio del Fargno-Visso.
Le previsioni meteo per il 21 sono pessime; così si decide di scalare di un giorno: in pratica partiamo il 22 da quello che era larrivo della prima tappa, cioè il Rifugio Perugia, dove lasciamo la macchina che riprenderemo alla fine del giro; ovverosia il venerdì 25 giugno.
Partiamo di buon mattino con un meteo incerto nelle previsioni. Zaino di 8 Kg. Il Piano di Castelluccio è prevalentemente giallo per la fioritura delle lenticchie. Il cielo è pesante e la pioggia non si fa attendere. Cominciamo a salire; arrivati alla Capanna Ghezzi (mt. 1600) discutiamo se sia il caso di proseguire ben sapendo di dover arrivare alla quota di mt. 2.100 sotto il monte Porche.
Decidiamo di andare e, tutto sommato, devo dire che è stato un azzardo: ci è andata bene perché le condizioni meteo non sono peggiorate oltre il limite di guardia; ovverosia: immersi in una fitta nebbia la pioggerellina ha cominciato a trasformarsi in nevischio; ma senza che ciò si tramutasse in bufera. Immersi come eravamo in questo bicchiere di acqua ed anice (per dirla alla Paolo Conte), non abbiamo potuto godere dei panorami che si godono nel tratto dal Passo di Sasso Borghese al Passo Cattivo, che non vedevo lora di raggiungere per toglierci dai problemi: in effetti lì sono finiti gli 8 Km più duri che abbia fatto in vita mia: tutti a spinta su un terreno ostile e sconosciuto che per quanto studiato per MESI sulle carte e con DUE gps costantemente sotto gli occhi, si è rivelato meritevole di maggiore rispetto di quanto non gliene abbiamo riservato noi!
Mentre le condizioni meteo rapidamente migliorano, da Passo Cattivo, seguendo il corso del fiume Tenna, si scende rapidamente nella Gola dellInfernaccio. Quando il Tenna diventa un impetuoso torrente di montagna (pioveva da due giorni e si era ingrossato parecchio) arriviamo allimbocco di una galleria che evitiamo facendo il tragitto esterno.
Alle Pisciarelle (cascatelle dalla parete di roccia) foto di rito con autoscatto e salitella per arrivare a Rubbiano al B&B Cà de la Rossa (Tel. 3338412523).
Padroni di casa molto accoglienti, sistemazione ottima: ci accompagnano al ristorante e accendono il camino per asciugare tutto labbigliamento fradicio dacqua.
Lindomani tappa Rubbiano-Fargno.
Non imbocchiamo il GAS (Grande Anello dei Sibillini) che passa proprio davanti al B&B e che per un tratto si sarebbe sovrapposto al nostro percorso; ma siamo costretti ad una deviazione fino ad Amandola per sostituire i gommini dei freni della bici di Enzo che, nonostante fossero nuovi, si erano consumati totalmente nella discesa da Passo Cattivo. Io ne approfitto per farmi fare un panino (nonostante le assicurazioni che avremmo trovato aperti due ristoranti a Pintura di Bolognola, che invece erano regolarmente chiusi!!). Dopo qualche Km di asfalto riprendiamo il percorso originario a Garulla; e, finalmente, non avremo più sorprese fino alla fine del giro. A Pintura di Bolognola (dove addento il mio panino, alla faccia dei ristoranti chiusi!), comincia una salita che ti porta in Km.6 dai mt. 1330 di Pintura ai mt. 1800 del rifugio del Fargno. La strada è ottima e sale costantemente, senza strappi, scavata nella parete.
Il Rifugio del Fargno, dove passeremo la seconda notte (Tel.0733 492872 o 330 280690) è di per sé molto spartano; per di più è in ristrutturazione per cui la sistemazione è molto precaria (cesso alla turca con secchio dellacqua); ma i lavori dovrebbero già essere finiti. Laccoglienza da parte dei due anziani gestori è molto amichevole, i panorami questa volta si possono godere appieno, ed il mangiare sembra divino (sarà la fame!). Anche qui asciughiamo al camino labbigliamento bagnato questa volta non dalla pioggia ma dal sudore.
Terza tappa Fargno-Visso
Tappa comoda, bei panorami, bei percorsi. Visita al Santuario di Macereto. Unico problema: le pecore .. o meglio: i Pastori Maremmani (scrivo maiuscolo per rispetto) che le controllano.
Sapevo di questo problema ma avevo cosiderato male due fattori: il primo pensavo che essendo dei cani professionisti avrebbero dovuto capire subito la differenza fra un lupo che vuole sgozzare le loro pecore e due bikers che vanno a spasso con una bicicletta; avranno invece avuto casi di bikers che hanno sgozzato loro le pecore per poi caricarle sulle proprie bici, tanto erano aggressivi nei nostri confronti.
Secondo, non avevo considerato che spesso i Maremmani sono lasciati soli con le loro pecore, per cui si sentono responsabilizzati ulteriormente. Fatto sta che la pratica fatta in anni di incontri con cani di masseria mi è servita senzaltro, ma non so se sarebbe bastata per tenere a bada i 5 (Cinque) soggetti che volevano spartirsi le mie ossa, senza larrivo provvidenziale del pastore che gli ha detto due parole e loro sono andati via. Alla mia domanda su cosa gli avesse detto, il pastore mi ha risposto di aver urlato !!alle pecore!!. Non assicuro che funzioni; ma in caso di necessità gridate alle pecore, sicuramente non fa male!
Scherzi a parte il problema va affrontato con serietà: accertatevi se cè il pastore, nel qual caso state più tranquilli, ma, in ogni caso, girate più al largo possibile dal gregge e non abbiate atteggiamenti ambigui (manifestazioni di paura). Pernottamento a Visso presso Hotel Elena (Tel. 0737 9277 o 320 6313655) dove si può anche cenare. Visso è il paesino più importante del giro: cè la farmacia, la lavanderia, il negozio di informatica ecc.
Quarta tappa Visso-Rifugio Perugia
Tappa bellissima per i panorami. Si vede anche in lontananza il sentiero di Palazzo Borghese del primo giorno di cattivo tempo. Soliti problemi con i Maremmani. Arrivo e pernottamento al Rifugio Perugia (Tel 0743/823019). Sistemazione spartana ma comoda. Buon ristorante.
Giro bellissimo e comodo perché può essere ridotto di una giornata.
Così è finita la prima settimana. Lindomani ci siamo spostati ai piedi delle Apuane per dedicare la seconda settimana alla percorrenza della Via Vandelli che è un strada del 1700 che collegava Modena a Massa scavalcando le alpi Apuane al Passo Tambura. Una strada ed una vacanza affascinanti. Se siete interessati, fatemelo sapere: pubblicherò a breve il resoconto
Comincio io col resoconto di due settimane passate in MTB ad uso di chi volesse trarne spunti per le proprie vacanze. Una settimana per un giro dei Sibillini ed una settimana dedicata alla Via Vandelli che collegava l'Emilia alla Toscana superando le Alpi Apuane.
Qui trovate le foto
http://picasaweb.google.it/sciaccaaldo
Prima di tutto qualche premessa:
- Non lasciate nulla al caso o, peggio, alla fortuna
- Controllate le condizioni meteo prima della tappa
- Bicicletta a posto e qualche ricambio meccanico al seguito
- Buona preparazione fisica
Totale circa Km 150. Dislivello: importante, ma se lho fatto io
La prima settimana dal 21 al 26 di giugno è dedicata ad un giro ad anello in 4 giorni sui monti Sibillini con partenza da Visso. Prima tappa: Visso-Rifugio Perugia. Seconda tappa: Rifugio Perugia-Rubbiano. Terza tappa: Rubbiano-Rifugio del Fargno. Quarta tappa: Rifugio del Fargno-Visso.
Le previsioni meteo per il 21 sono pessime; così si decide di scalare di un giorno: in pratica partiamo il 22 da quello che era larrivo della prima tappa, cioè il Rifugio Perugia, dove lasciamo la macchina che riprenderemo alla fine del giro; ovverosia il venerdì 25 giugno.
Partiamo di buon mattino con un meteo incerto nelle previsioni. Zaino di 8 Kg. Il Piano di Castelluccio è prevalentemente giallo per la fioritura delle lenticchie. Il cielo è pesante e la pioggia non si fa attendere. Cominciamo a salire; arrivati alla Capanna Ghezzi (mt. 1600) discutiamo se sia il caso di proseguire ben sapendo di dover arrivare alla quota di mt. 2.100 sotto il monte Porche.
Decidiamo di andare e, tutto sommato, devo dire che è stato un azzardo: ci è andata bene perché le condizioni meteo non sono peggiorate oltre il limite di guardia; ovverosia: immersi in una fitta nebbia la pioggerellina ha cominciato a trasformarsi in nevischio; ma senza che ciò si tramutasse in bufera. Immersi come eravamo in questo bicchiere di acqua ed anice (per dirla alla Paolo Conte), non abbiamo potuto godere dei panorami che si godono nel tratto dal Passo di Sasso Borghese al Passo Cattivo, che non vedevo lora di raggiungere per toglierci dai problemi: in effetti lì sono finiti gli 8 Km più duri che abbia fatto in vita mia: tutti a spinta su un terreno ostile e sconosciuto che per quanto studiato per MESI sulle carte e con DUE gps costantemente sotto gli occhi, si è rivelato meritevole di maggiore rispetto di quanto non gliene abbiamo riservato noi!
Mentre le condizioni meteo rapidamente migliorano, da Passo Cattivo, seguendo il corso del fiume Tenna, si scende rapidamente nella Gola dellInfernaccio. Quando il Tenna diventa un impetuoso torrente di montagna (pioveva da due giorni e si era ingrossato parecchio) arriviamo allimbocco di una galleria che evitiamo facendo il tragitto esterno.
Alle Pisciarelle (cascatelle dalla parete di roccia) foto di rito con autoscatto e salitella per arrivare a Rubbiano al B&B Cà de la Rossa (Tel. 3338412523).
Padroni di casa molto accoglienti, sistemazione ottima: ci accompagnano al ristorante e accendono il camino per asciugare tutto labbigliamento fradicio dacqua.
Lindomani tappa Rubbiano-Fargno.
Non imbocchiamo il GAS (Grande Anello dei Sibillini) che passa proprio davanti al B&B e che per un tratto si sarebbe sovrapposto al nostro percorso; ma siamo costretti ad una deviazione fino ad Amandola per sostituire i gommini dei freni della bici di Enzo che, nonostante fossero nuovi, si erano consumati totalmente nella discesa da Passo Cattivo. Io ne approfitto per farmi fare un panino (nonostante le assicurazioni che avremmo trovato aperti due ristoranti a Pintura di Bolognola, che invece erano regolarmente chiusi!!). Dopo qualche Km di asfalto riprendiamo il percorso originario a Garulla; e, finalmente, non avremo più sorprese fino alla fine del giro. A Pintura di Bolognola (dove addento il mio panino, alla faccia dei ristoranti chiusi!), comincia una salita che ti porta in Km.6 dai mt. 1330 di Pintura ai mt. 1800 del rifugio del Fargno. La strada è ottima e sale costantemente, senza strappi, scavata nella parete.
Il Rifugio del Fargno, dove passeremo la seconda notte (Tel.0733 492872 o 330 280690) è di per sé molto spartano; per di più è in ristrutturazione per cui la sistemazione è molto precaria (cesso alla turca con secchio dellacqua); ma i lavori dovrebbero già essere finiti. Laccoglienza da parte dei due anziani gestori è molto amichevole, i panorami questa volta si possono godere appieno, ed il mangiare sembra divino (sarà la fame!). Anche qui asciughiamo al camino labbigliamento bagnato questa volta non dalla pioggia ma dal sudore.
Terza tappa Fargno-Visso
Tappa comoda, bei panorami, bei percorsi. Visita al Santuario di Macereto. Unico problema: le pecore .. o meglio: i Pastori Maremmani (scrivo maiuscolo per rispetto) che le controllano.
Sapevo di questo problema ma avevo cosiderato male due fattori: il primo pensavo che essendo dei cani professionisti avrebbero dovuto capire subito la differenza fra un lupo che vuole sgozzare le loro pecore e due bikers che vanno a spasso con una bicicletta; avranno invece avuto casi di bikers che hanno sgozzato loro le pecore per poi caricarle sulle proprie bici, tanto erano aggressivi nei nostri confronti.
Secondo, non avevo considerato che spesso i Maremmani sono lasciati soli con le loro pecore, per cui si sentono responsabilizzati ulteriormente. Fatto sta che la pratica fatta in anni di incontri con cani di masseria mi è servita senzaltro, ma non so se sarebbe bastata per tenere a bada i 5 (Cinque) soggetti che volevano spartirsi le mie ossa, senza larrivo provvidenziale del pastore che gli ha detto due parole e loro sono andati via. Alla mia domanda su cosa gli avesse detto, il pastore mi ha risposto di aver urlato !!alle pecore!!. Non assicuro che funzioni; ma in caso di necessità gridate alle pecore, sicuramente non fa male!
Scherzi a parte il problema va affrontato con serietà: accertatevi se cè il pastore, nel qual caso state più tranquilli, ma, in ogni caso, girate più al largo possibile dal gregge e non abbiate atteggiamenti ambigui (manifestazioni di paura). Pernottamento a Visso presso Hotel Elena (Tel. 0737 9277 o 320 6313655) dove si può anche cenare. Visso è il paesino più importante del giro: cè la farmacia, la lavanderia, il negozio di informatica ecc.
Quarta tappa Visso-Rifugio Perugia
Tappa bellissima per i panorami. Si vede anche in lontananza il sentiero di Palazzo Borghese del primo giorno di cattivo tempo. Soliti problemi con i Maremmani. Arrivo e pernottamento al Rifugio Perugia (Tel 0743/823019). Sistemazione spartana ma comoda. Buon ristorante.
Giro bellissimo e comodo perché può essere ridotto di una giornata.
Così è finita la prima settimana. Lindomani ci siamo spostati ai piedi delle Apuane per dedicare la seconda settimana alla percorrenza della Via Vandelli che è un strada del 1700 che collegava Modena a Massa scavalcando le alpi Apuane al Passo Tambura. Una strada ed una vacanza affascinanti. Se siete interessati, fatemelo sapere: pubblicherò a breve il resoconto