Le vacanze dei Siciliani. Racconti e notizie

aldoct

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Apro questo topic per scambiarci notizie ed impressioni sui nostri viaggi.
Comincio io col resoconto di due settimane passate in MTB ad uso di chi volesse trarne spunti per le proprie vacanze. Una settimana per un giro dei Sibillini ed una settimana dedicata alla Via Vandelli che collegava l'Emilia alla Toscana superando le Alpi Apuane.
Qui trovate le foto
http://picasaweb.google.it/sciaccaaldo
Prima di tutto qualche premessa:
- Non lasciate nulla al caso o, peggio, alla fortuna
- Controllate le condizioni meteo prima della tappa
- Bicicletta a posto e qualche ricambio meccanico al seguito
- Buona preparazione fisica
Totale circa Km 150. Dislivello: importante, ma se l’ho fatto io……
La prima settimana dal 21 al 26 di giugno è dedicata ad un giro ad anello in 4 giorni sui monti Sibillini con partenza da Visso. Prima tappa: Visso-Rifugio Perugia. Seconda tappa: Rifugio Perugia-Rubbiano. Terza tappa: Rubbiano-Rifugio del Fargno. Quarta tappa: Rifugio del Fargno-Visso.
Le previsioni meteo per il 21 sono pessime; così si decide di “scalare” di un giorno: in pratica partiamo il 22 da quello che era l’arrivo della prima tappa, cioè il Rifugio Perugia, dove lasciamo la macchina che riprenderemo alla fine del giro; ovverosia il venerdì 25 giugno.
Partiamo di buon mattino con un meteo incerto nelle previsioni. Zaino di 8 Kg. Il Piano di Castelluccio è prevalentemente giallo per la fioritura delle lenticchie. Il cielo è pesante e la pioggia non si fa attendere. Cominciamo a salire; arrivati alla Capanna Ghezzi (mt. 1600) discutiamo se sia il caso di proseguire ben sapendo di dover arrivare alla quota di mt. 2.100 sotto il monte Porche.
Decidiamo di andare e, tutto sommato, devo dire che è stato un azzardo: ci è andata bene perché le condizioni meteo non sono peggiorate oltre il limite di guardia; ovverosia: immersi in una fitta nebbia la pioggerellina ha cominciato a trasformarsi in nevischio; ma senza che ciò si tramutasse in bufera. Immersi come eravamo in questo bicchiere di acqua ed anice (per dirla alla Paolo Conte), non abbiamo potuto godere dei panorami che si godono nel tratto dal Passo di Sasso Borghese al Passo Cattivo, che non vedevo l’ora di raggiungere per toglierci dai problemi: in effetti lì sono finiti gli 8 Km più duri che abbia fatto in vita mia: tutti a spinta su un terreno ostile e sconosciuto che per quanto studiato per MESI sulle carte e con DUE gps costantemente sotto gli occhi, si è rivelato meritevole di maggiore rispetto di quanto non gliene abbiamo riservato noi!
Mentre le condizioni meteo rapidamente migliorano, da Passo Cattivo, seguendo il corso del fiume Tenna, si scende rapidamente nella Gola dell’Infernaccio. Quando il Tenna diventa un impetuoso torrente di montagna (pioveva da due giorni e si era ingrossato parecchio) arriviamo all’imbocco di una galleria che evitiamo facendo il tragitto esterno.
Alle Pisciarelle (cascatelle dalla parete di roccia) foto di rito con autoscatto e salitella per arrivare a Rubbiano al B&B “Cà de la Rossa” (Tel. 3338412523).
Padroni di casa molto accoglienti, sistemazione ottima: ci accompagnano al ristorante e accendono il camino per asciugare tutto l’abbigliamento fradicio d’acqua.
L’indomani tappa Rubbiano-Fargno.
Non imbocchiamo il GAS (Grande Anello dei Sibillini) che passa proprio davanti al B&B e che per un tratto si sarebbe sovrapposto al nostro percorso; ma siamo costretti ad una deviazione fino ad Amandola per sostituire i gommini dei freni della bici di Enzo che, nonostante fossero nuovi, si erano consumati totalmente nella discesa da Passo Cattivo. Io ne approfitto per farmi fare un panino (nonostante le assicurazioni che avremmo trovato aperti due ristoranti a Pintura di Bolognola, che invece erano regolarmente chiusi!!). Dopo qualche Km di asfalto riprendiamo il percorso originario a Garulla; e, finalmente, non avremo più sorprese fino alla fine del giro. A Pintura di Bolognola (dove addento il mio panino, alla faccia dei ristoranti chiusi!), comincia una salita che ti porta in Km.6 dai mt. 1330 di Pintura ai mt. 1800 del rifugio del Fargno. La strada è ottima e sale costantemente, senza strappi, scavata nella parete.
Il Rifugio del Fargno, dove passeremo la seconda notte (Tel.0733 492872 o 330 280690) è di per sé molto spartano; per di più è in ristrutturazione per cui la sistemazione è molto precaria (cesso alla turca con secchio dell’acqua); ma i lavori dovrebbero già essere finiti. L’accoglienza da parte dei due anziani gestori è molto amichevole, i panorami questa volta si possono godere appieno, ed il mangiare sembra divino (sarà la fame!). Anche qui asciughiamo al camino l’abbigliamento bagnato questa volta non dalla pioggia ma dal sudore.
Terza tappa Fargno-Visso
Tappa comoda, bei panorami, bei percorsi. Visita al Santuario di Macereto. Unico problema: le pecore….. o meglio: i Pastori Maremmani (scrivo maiuscolo per rispetto) che le controllano.
Sapevo di questo problema ma avevo cosiderato male due fattori: il primo pensavo che essendo dei cani “professionisti” avrebbero dovuto capire subito la differenza fra un lupo che vuole sgozzare le loro pecore e due bikers che vanno a spasso con una bicicletta; avranno invece avuto casi di bikers che hanno sgozzato loro le pecore per poi caricarle sulle proprie bici, tanto erano aggressivi nei nostri confronti.
Secondo, non avevo considerato che spesso i Maremmani sono lasciati soli con le loro pecore, per cui si sentono responsabilizzati ulteriormente. Fatto sta che la pratica fatta in anni di incontri con cani di masseria mi è servita senz’altro, ma non so se sarebbe bastata per tenere a bada i 5 (Cinque) soggetti che volevano spartirsi le mie ossa, senza l’arrivo provvidenziale del pastore che gli ha detto due parole e loro sono andati via. Alla mia domanda su cosa gli avesse detto, il pastore mi ha risposto di aver urlato “!!alle pecore!!”. Non assicuro che funzioni; ma in caso di necessità gridate “alle pecore”, sicuramente non fa male!
Scherzi a parte il problema va affrontato con serietà: accertatevi se c’è il pastore, nel qual caso state più tranquilli, ma, in ogni caso, girate più al largo possibile dal gregge e non abbiate atteggiamenti ambigui (manifestazioni di paura). Pernottamento a Visso presso Hotel Elena (Tel. 0737 9277 o 320 6313655) dove si può anche cenare. Visso è il paesino più importante del giro: c’è la farmacia, la lavanderia, il negozio di informatica ecc.
Quarta tappa Visso-Rifugio Perugia
Tappa bellissima per i panorami. Si vede anche in lontananza il sentiero di Palazzo Borghese del primo giorno di cattivo tempo. Soliti problemi con i Maremmani. Arrivo e pernottamento al Rifugio Perugia (Tel 0743/823019). Sistemazione spartana ma comoda. Buon ristorante.
Giro bellissimo e “comodo” perché può essere ridotto di una giornata.
Così è finita la prima settimana. L’indomani ci siamo spostati ai piedi delle Apuane per dedicare la seconda settimana alla percorrenza della Via Vandelli che è un strada del 1700 che collegava Modena a Massa scavalcando le alpi Apuane al Passo Tambura. Una strada ed una vacanza affascinanti. Se siete interessati, fatemelo sapere: pubblicherò a breve il resoconto
 
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aldoct

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mitico Aldo!
topic interessantissimo, fra qualche settimana daro' anch'io un mio contributo.

Gli itinerari che hai fatto sono tutti su sterrate o anche su singletracks?

Quasi sempre su sterrati, qualche singletracks ed alcuni tratti a spinta (per me). Ho fatto a spinta la discesa della Vandelli per potermi guardare intorno: alla minima distrazione rischi di trovarti a valle.
Ciao Davide!
 

aldoct

Biker serius
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Seconda settimana dedicata alla Via Vandelli, nel tratto tra Pavullo e Resceto.
Qui le foto http://picasaweb.google.it/sciaccaaldo
Vi invito tutti a documentarvi sulla storia di questa strada del 1700. In breve l’abate Domenico Vandelli ricevette l’incarico di collegare Modena a Massa rispettando dei vincoli molto rigidi, come si può leggere su Wikipedia: “Oltre ai costi contenuti, unitamente ai tempi brevi per la costruzione, la strada doveva richiedere una manutenzione minimale e poter permettere il passaggio di carriaggi pesanti, che trasportavano i materiali marmorei di estrazione locale, e concepita per durare nel tempo. Le pendenze dovevano essere tali da permetterne il loro superamento. Un ulteriore vincolo era rappresentato dalla necessità che il tracciato non attraversasse mai lo Stato Pontificio, né il Ducato di Lucca, né il Granducato di Toscana. Si doveva inoltre rispettare il criterio, già noto e fortemente sentito in passato, che le strade di grande traffico dovessero sempre evitare l'attraversamento dei centri abitati. Tutti questi fattori determinarono un costo rilevante per la sua realizzazione.”
Fatto sta che da quando lessi di questa strada, circa tre anni fa, ho avuto l’idea fissa di andarla a fare; e vi posso assicurare che il tratto Apuano vi lascia a bocca aperta. Ma andiamo per ordine.
Questo, a differenza dei giro dei Sibillini che era ad anello, è un viaggio in linea di 4 giorni. Il sabato ci siamo trasferiti dai Sibillini a Casania con piccola deviazione per pranzare da Sciabolino (chiuso il giovedì 0571 924333) a Casenuove di Pozzale vicino Empoli dove vado sempre quando passo da quelle parti; per dirla come la Giuda Michelin, merita tre stelle. Allora, pernottiamo al B&B “Mille Stelle” (0585/819190-338/1501926) di Casania dove arriva la Vandelli. Mara e Giancarlo i due simpatici padroni di casa, rimasti sessantottini nello spirito, ci mettono subito a nostro agio. Andiamo a fare subito un sopralluogo a Resceto dove praticamente la Vandelli finisce e prenotiamo una gallina per la sera del giovedì. La domenica, lasciata l’auto a Casania, raggiungiamo in treno Pavullo nel Frignano in Emilia: la partenza di questa seconda avventura. Scendiamo in bici a Massa dove ci affidiamo alle FFSS! Qui mi corre obbligo di dare alcuni consigli:
-Controllate che i treni da prendere imbarchino le bici.
-Aspettate il treno dove presumibilmente si fermarà e fate un gesto al volo al capotreno per capire se la carrozza adibita alle bici sia in testa od in coda. Appena capito ciò, nel caso fosse in coda, sbrigatevi a raggiungerla (mi ha raccontato un ciclista bolognese che mentre si spostava in coda il treno è ripartito!!)
-Obliterate anche il biglietto per le bici.
-Anche se il treno imbarca le bici non è detto che abbia il vagone apposito! In questo caso, dato che ci si deve arrangiare nella piazzuola, se ci fossero altre bici imbarcate prima quelle che scendono dopo.
Allora: Primo treno Massa-Vezzano Ligure. Carrozza in coda, rastrelliera per le bici: tutto OK.
Secondo treno Vezzano-Parma. Ci mandano in coda ma non esiste il vagone attrezzato: ci arrangiamo.
Terzo treno: Parma-Modena. Ci mandano in coda dove anche qui non esiste nulla, ci arrangiamo con altri bikers (uno dei quali mi ha raccontato di quando lo hanno lasciato a piedi). Arriviamo circa alle 19.00 a Modena e ci si sposta alla stazione dei Bus per l’ultimo tratto fino a Pavullo. Qui ci dicono che alcuni bus non hanno il bagagliaio e che dunque non è sicuro che si possano caricare le bici. Per ingraziarci l’autista smontiamo le ruote e ci facciamo trovare pronti in modo da non fargli perdere tempo. Il bus che arriva ha però un capiente bagagliaio e dunque nessun problema. L’autista è un gentilissimo signore napoletano che, udite, udite, guida rispettando i limiti di velocità, non fumando e non parlando al telefono!
A Pavullo pernottiamo all’Hotel Vandelli (Tel. 0536.20288), il gestore è cordiale (fatelo parlare della sua acetaia, ne va orgoglioso) e ci fa la gentilezza di farci fare la colazione alle 7.30.
Comincia la Vandelli.
Prima tappa, Pavullo-Passo delle Radici. Alcuni tratti sono stati inglobati nella viabilità ordinaria, così fino a Montecuccolo si procede su asfalto poco trafficato.
Se seguite il fotoalbum, che è in ordine strettamente cronologico, vi renderete conto di quello che si vede, compreso il fiabesco “Ponte del Diavolo”. Questa prima tappa è contigua a centri abitati, quindi le possibilità di mangiare e di trovare quanto serve non mancano (a Lama Mocogno ed alla Santona dove c’è il Ristorante Miramonti tel: 0536/45013, per esempio). Fra tratti ancora basolati e antichi luoghi di posta si arriva al Passo delle Radici, percorrendo Km 3 di SS 324 al posto del Sentiero CAI 579 (questa tappa ti consente di fare asfalto quando sei stanco).
Al Passo delle Radici dormiamo e ceniamo (Albergo Lunardi tel. 0583 649071): gestori un po’ scorbutici che pur borbottando ci consentono di lavare e ricoverare le bici ed accendere il camino per asciugare le divise.
L’indomani abbandoniamo la Via Vandelli che scende a S. Pelegrino in Alpe ed ha molti tratti asfaltati per fare una digressione sull’Appennino Tosco-Emiliano, per poi riprendere la Vandelli a Vagli.
Variante della quale siamo rimasti veramente soddisfatti per la bellezza dei paesaggi incontrati.
Dunque Seconda tappa Passo delle Radici-Corfino. A passo delle Forbici andiamo verso il Rifugio della Segheria dell’Abetina Reale (possibilità di alloggio e pranzo), passiamo dal Rifugio della Bargetana (che troviamo chiuso per lutto) da dove imbocchiamo un ST verso il crinale Tosco-Emiliano alla Focerella dove incrociamo la 00 (il sentiero CAI di crinale), cominciamo dunque a scendere in territorio toscano e passiamo dal Rifugio La Foce. Come si vede la tappa presenta molti punti di appoggio, considerando che con una piccola deviazione si può arrivare anche al Rifugio Battisti (in territorio emiliano) dove si può anche pernottare.
L’avvicinarsi di un temporale ci consiglia di cercarci un riparo che troviamo, comodissimo, sotto il patio di un ristorante chiuso per turno. Ripartiamo che ancora gocciola un pò e dunque saltiamo la visita al Parco dell’Orecchiella per andare diritti a Corfino. Paese molto lindo sotto la sua “Pania” (altura dalle pareti verticali); dal quale possiamo finalmente ammirare le Apuane in lontananza.
Pernottiamo all’Hotel Panorama (nome azzeccato,appunto, tel: 0583 660161). Gestori gentili, ci asciugano i vestiti con l’asciugatrice, buona cena sulla terrazza con vista Apuane gratis.
La terza tappa Corfino-Vagli comincia presto, così come tutte le altre, prima di S. Romano in Garfagnana perdo per la prima ed ultima volta la traccia; ma non ne faccio un dramma: la sterrata che stavamo percorrendo ci avrebbe ugualmente portati a S. Romano; dove compro il Gatorade e mi faccio fare un panino col lardo di Colonnata (dopo si pedala meglio).
Si supera il Serchio e si risale su asfalto per qualche Km. A Roggio ci si ferma al Bar-Ristorante-Pensione “La Guardia” (tel: 0583/649121) da dove la S.ra Emma mi fa vedere Sua Maestà il Tambura dove saliremo l’indomani: mi chiedo come sarà possibile!
Facciamo una piccola deviazione per visitare Campocatino che è un delizioso paese con case in pietra con panorami bellissimi e scendiamo a Vagli. Qui si riprende la Vandelli il cui tracciato è stato sommerso dal Lago, insieme al paesino di Fabbriche di Carregine. Dopo aver visitato Vagli di Sotto, andiamo all’Hotel le Alpi del quale non fornisco i numeri in quanto i gestori mi sono risultati antipatici e la cena era pessima. Cercatevene un altro!
Quarta tappa: Vagli-Passo Tambura-Resceto. Questa è la Vandelli che ho sempre immaginato: il monte Tambura è imponente e ripidissimo: ma come avranno fatto a passarci con i carri?
Il rumore proveniente dalla cava di marmo di monte Pallerina ci accompagna per tutta la salita e lo scempio della montagna privata del suo marmo mi rovina un po’ la giornata: se potete, fatela in una giornata festiva, così da avere il cantiere chiuso. Mastercard può pagare tutto ma non l’emozione per il raggiungimento del Passo e lo spettacolo della discesa! Ci aspettano mt. 1.100 di differenza altimetrica negativa in Km 6. Nei tratti “umani” non ho provato neanche a salire in sella, sapendo che non avrei resistito alla tentazione di guardarmi intorno con conseguenti pericolosissime distrazioni; ma a chi riuscisse a concentrarsi solo su dove mettere le ruote assicuro che è la discesa più fantastica che possa immaginare.
Lungo l’ultimo tratto si possono ammirare i “Piri” che sono dei ceppi attorno ai quali si avvolgevano le corde per la “lizzatura” dei blocchi di marmo.
Questo aspetto storico che riguarda la fatica fatta dai cavatori di marmo delle Apuane ed i residui di archeologia industriale arricchiscono di significati un viaggio davvero indimenticabile.
Arrivo a Resceto con un pò di anticipo su Enzo e vado al Bar-Ristorante dove vengo complimentato da tutti i presenti; e, fra una birra ed un panino al lardo mi sento fra gente di casa: tutti i presenti abbiamo fatto la Vandelli!
Arrivo a Casania, doccia, e ritorno al Bar-Ristorante di Resceto per la gallinella a brodo prenotata il sabato e veramente meritata!
Alla prossima!
 

aldoct

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Grazie a tutti per i complimenti. Chi fosse interessato a perticolari che ho omesso per mantenere il racconto in limiti accettabili, può contattarmi in MP.
Saluti
 

aldoct

Biker serius
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Bravi e fortunati (mi riferisco al meteo). Tanti anni fa ho fatto qualcosa del genere nella Rivered Forest in Nuova Zelanda: bello e, per me, irripetibile (con gli anni sono diventato più prudente!).
Puoi aggiungere qualche informazione di servizio nello spirito del Topic?
Ad esempio: notizie e consigli per il trasporto delle mtb.
Saluti.
 

IL GLANDIATORE

Biker immensus
1/1/05
8.512
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Balarm
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Bravi e fortunati (mi riferisco al meteo). Tanti anni fa ho fatto qualcosa del genere nella Rivered Forest in Nuova Zelanda: bello e, per me, irripetibile (con gli anni sono diventato più prudente!).
Puoi aggiungere qualche informazione di servizio nello spirito del Topic?
Ad esempio: notizie e consigli per il trasporto delle mtb.
Saluti.

Nuova zelanda? In mtb? Racconta!

Sorry, ecco:

-Il Sito di riferimento e' http://www.forestry.gov.uk/forestry/achs-5RJEKY
All'interno trovate le mappe,le altimetrie e tutte le info utili di ogni Trail center.
Noi Abbiamo scartato la localita' di Glentroll perche i percorsi sono tutti su stradelle forestali ed e' piuttosto lontano.

-Abbiamo fatto base a Dumfries che geograficamente e' posta al centro dei 7stanes. Ogni giorno ci spostavamo in auto.
Per farvi un'idea il trail center piu' vicino è a 10 km , quello piu lontano a 90km.

-B&B: il bed and breakfast nel quale abbiamo soggiornato e' http://www.dumfriesvilla.co.uk/
Si trova a due passi dal centro di Dumfries.Possibilita' di custodire le bike in un garage.Connessione wifi disponibile gratis.

-Trasporto bici in aereo: l'aeroporto piu' vicino è quello di Edimburgo, o in alternativa londra ma poi dovete utlizzare un volo interno per glasgow.
Con Ryanair il supplemento da pagare per il trasporto bici e' di 40 eur per ogni tratta.
La scatola non deve pesare piu' di 32 kg.
Vi consiglio di infilare tutto la roba da bike(vestiti,scarpe,attrezzi,etcetc) nella scatola in maniera da risparmiare peso sul bagaglio da stiva o a mano.
Prestate attenzione all'imballo della bici se non volete sgradite sorprese.( Es. smontate il forcellino con tutto il cambio,smontate il manubrio e il reggisella, togliete le ruote,togliete i pedali,togliete i quick release delle ruote,sgonfiate i copertoni).

- Se per spostarvi Noleggiate un'auto, dotatevi di un Gps. E' un consiglio spassionato!

-N.B. i parcheggi dei trail center sono a pagamento ( 2 Sterline solitamente per tutto il giorno).

-Abbigliamento: Il clima ad agosto e' abbastanza fresco,simile al nostro autunno.
Di giorno la temperatura era compresa tra i 15 e i 20 gradi. l'Abbigliamento estivo va bene, le maglie termiche a manica lunga sono utilissime.
Come e' d'obbligo una buon giubbino impermeabile;considerate che almeno una volta al giorno piove.(noi siamo stati fortunati)
Io per sicurezza mi ero portato anche un paio di pantaloni impermeabili .
La sera fa freschetto, con camicia e giacchetta primaverile si sta bene.

-Assicurazione: aspetto da non trascurare. Non vi affidate esclusivamente all'assicurazione della compagnia aerea perche copre solo un piffero rispetto al valore della bike( massimo 500 eur).
Ho stipulato a tal proposito un'assicurazione particolare con http://www.insurancebookers.it/prodotto ... ingolo.htm.
Con l'opzione "Platinum" ( costo 23 eur) sei assicurato durante tutta la durata del viaggio ( nel mio caso 7 giorni) e copre fino a 3000 eur di danni sui bagagli, quindi bici compresa.
 

grillo parlante

Biker infernalis
19/1/06
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palermo
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-Il Sito di riferimento e' http://www.forestry.gov.uk/forestry/achs-5RJEKY
All'interno trovate le mappe,le altimetrie e tutte le info utili di ogni Trail center.
Noi Abbiamo scartato la localita' di Glentroll perche i percorsi sono tutti su stradelle forestali ed e' piuttosto lontano.

-Abbiamo fatto base a Dumfries che geograficamente e' posta al centro dei 7stanes. Ogni giorno ci spostavamo in auto.
Per farvi un'idea il trail center piu' vicino è a 10 km , quello piu lontano a 90km.

-B&B: il bed and breakfast nel quale abbiamo soggiornato e' http://www.dumfriesvilla.co.uk/
Si trova a due passi dal centro di Dumfries.Possibilita' di custodire le bike in un garage.Connessione wifi disponibile gratis.

-Trasporto bici in aereo: l'aeroporto piu' vicino è quello di Edimburgo, o in alternativa londra ma poi dovete utlizzare un volo interno per glasgow.
Con Ryanair il supplemento da pagare per il trasporto bici e' di 40 eur per ogni tratta.
La scatola non deve pesare piu' di 32 kg.
Vi consiglio di infilare tutto la roba da bike(vestiti,scarpe,attrezzi,etcetc) nella scatola in maniera da risparmiare peso sul bagaglio da stiva o a mano.
Prestate attenzione all'imballo della bici se non volete sgradite sorprese.( Es. smontate il forcellino con tutto il cambio,smontate il manubrio e il reggisella, togliete le ruote,togliete i pedali,togliete i quick release delle ruote,sgonfiate i copertoni).

- Se per spostarvi Noleggiate un'auto, dotatevi di un Gps. E' un consiglio spassionato!

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-Abbigliamento: Il clima ad agosto e' abbastanza fresco,simile al nostro autunno.
Di giorno la temperatura era compresa tra i 15 e i 20 gradi. l'Abbigliamento estivo va bene, le maglie termiche a manica lunga sono utilissime.
Come e' d'obbligo una buon giubbino impermeabile;considerate che almeno una volta al giorno piove.(noi siamo stati fortunati)
Io per sicurezza mi ero portato anche un paio di pantaloni impermeabili .
La sera fa freschetto, con camicia e giacchetta primaverile si sta bene.

-Assicurazione: aspetto da non trascurare. Non vi affidate esclusivamente all'assicurazione della compagnia aerea perche copre solo un piffero rispetto al valore della bike( massimo 500 eur).
Ho stipulato a tal proposito un'assicurazione particolare con http://www.insurancebookers.it/prodotto ... ingolo.htm.
Con l'opzione "Platinum" ( costo 23 eur) sei assicurato durante tutta la durata del viaggio ( nel mio caso 7 giorni) e copre fino a 3000 eur di danni sui bagagli, quindi bici compresa.

:duello::duello::duello::duello::duello::duello::duello::duello::duello:

manca solo che ci dici dove hai comprato i profilattici che hai usato con "the ANIMAL" :omertà::omertà::omertà::omertà::omertà:

:celopiùg::celopiùg::celopiùg::celopiùg::celopiùg::celopiùg:
 

aldoct

Biker serius
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Nuova zelanda? In mtb? Racconta!

Ero in NZ per andare a trovare la mia futura consorte....
Mi hanno prestato una buona mtb e così mi sono aggregato ad un gruppo che si davano appuntamento appunto nella Rivered Forest (a circa 1 ora da Auckland). Un pò per la lingua, un pò per inesperienza (ero alle prime armi) non mi sono reso conto che trattavasi di uno scatenato gruppo di trialisti. Cominciammo con una bellissima e comodissima stradina in salita: "ecco il gruppo che fa per me" pensai! Mi insospettirono solo le selle bassissime ed il fatto che mentre pedalavano in salita si tiravano l'un l'altro le pigne che stavano sul viottolo colpendole con le ruote alle quali trasmettevano precisissimi colpi di manubrio, più o meno come si fa con l'hockey (confesso di provarci da anni inutilmente..).
Finita la salita uno mi invitò ad abbassare la sella; ed allora capii ma era troppo tardi! Passaggi su assi, salti, radici....insomma tutto il repertorio.
Alla fine del giro che durò un'ora, mi chiesero se volevo farne un'altro, risposi di no, grazie!
Ritorno spesso in quella splendida Nazione e la prossima volta (forse questo inverno che è la loro estate) penso di fare il Tongariro, vi farò sapere (sempre che il Topic non scompaia di nuovo); intanto ecco il link http://www.nationalpark.co.nz/mountain-biking/mountain-biking
Una precisazione alle tue utilissime notizie: sgonfiare i copertoni è obbligatorio in aereo in quanto scoppierebbero visto che le stive non sono pressurizzate.
 
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