Accusare il CAI di non essere contro "gli scempi grossi", cioè di fare la voce grossa coi piccoli e di non opporsi ai grandi è semplicemente ridicolo. Ogni qual volta sono stati proposti (e purtroppo, talvolta ottenuti) ampliamenti degli impianti di risalita il CAI si è sempre opposto, e non con un ambientalismo di maniera ma con argomentazioni anche economiche. Tanto perchè si sappia, nessuna società di impianti è in attivo e senza i contributi pubblici nessuna stazione sciistica sarebbe in grado di rimanere aperta. Poi, se nella valle di cui si parla gli appetiti individuali hanno accecato anche un certo numero di soci CAI, non lo posso sapere, ma a livello di scopi sociali il CAI (di cui mi onoro di essere socio, pur con tutte le contraddizioni che hanno le associazioni di queste dimensioni) si è sempre opposto a tutti gli scempi della Montagna, piccoli e grandi.
La discussione però sta debordando in una polemica sinceramente inutile. Non possiamo continuare a discutere pensando che tutte le attività umane siano accettabili ed incoraggiabili sempre: facciamoci una ragione che nessuna attività umana ha un impatto zero. Alcuni impatti sono accettabili, altri no: la questione ruota tutta intorno a cosa sia accettabile, e l'unico metro razionale è la sostenibilità. In poche parole, quello che facciamo oggi non deve danneggiare in maniera irreparabile l'ambiente, ma non solo per una "etica" delle azioni umane, quanto anche per una meno prosaica valutazione economica: se oggi distruggo un sentiero, domani non ci posso più andare: se deturpo una vallata con un impianto che tra dieci anni dovrà chiudere perchè troppo in basso e/o non più finanziati, rischio di perdere anche i turisti che avevo ora senza guadagnarne di nuovi.
Detto questo, è evidente che la montagna è un ambiente particolarmente delicato da tutti i punti di vista: orogeografico, per le pendenze accentuate del terreno; florofaunistico, per la brevità delle stagioni vegetative e riproduttive; economico, perchè ogni intervento di ripristino ha costi molto più elevati che in altri luoghi. Ed è per questo che la valutazione dell' "accettabilità" in ambiente montano deve essere più stretta, non per cristallizzare la montagna sotto una campana di vetro, ma più semplicemente perchè può tollerare un uso minore, quantitativamente e qualitativamente rispetto ad altre zone. Se non capiamo questo ogni altro ragionamento è perfettamente inutile.
E veniamo nel dettaglio: da parte di molti si è ipotizzato una regolamentazione dell' accesso delle moto in fuoristrada in varie maniere. Personalmente ritengo che non sia una strada percorribile, per due ordini di motivi, uno finanziario ed uno sociale. Individuare dei percorsi o delle aree ammessi ai veicoli a motore ed opportunamente regolamentati potrebbe infatti sembrare l' uovo di Colombo, in quanto si potrebbe "contenere" il danno potenziale a livello territoriale e farlo pagare, sotto forma di ripristino , a chi lo provoca. Il guaio è che una cosa del genere richiederebbe dei soldi, che non potrebbero che venire dai motard stessi: in altre parole si renderebbe l'andare per boschi in moto un'attività a pagamento, dai costi non dissimili (fatte le debite proporzioni) col girare in pista e che potrebbe suggerire l'equazione pago=faccio come voglio. L'altro argomento è che una situazione del genere potrebbe esistere solo in presenza di un controllo capillare e deciso, sia nei riguardi del diritto di accesso che del comportamento, esattamente quello che non si riesce a fare OGGI nei luoghi dove già non si può girare in moto, come nei Colli Euganei tanto per fare un esempio.
@Ed il polso: premesso che sto cercando di agire insieme ad altre associazioni verso le amministrazioni locali su questi temi, su mulattiere e sentieri così come definiti dal Codice della Strada i veicoli a motore NON SONO AMMESSI ai sensi di una Legge Regionale. Boscaioli e cacciatori hanno ampie deroghe di legge che altri non hanno e si prendono con la forza. Quello che posso sopportare dai boscaioli, che operano su terreno privato su cui io, agli stretti sensi di legge, non potrei entrare, o che devo sopportare dai cacciatori che operano in virtù di quanto a loro è consentito dalla legge, sinceramente non sono disposto ad accettarlo in altre situazioni "ludiche" non supportate dalla legge ed anzi vietate.
Chiaramente sei libero di mantenere le tue opinioni, io anche se non sono d'accordo con te, la prima volta che ci vediamo la merenda te la offro lo stesso!
Con questo chiudo e cercherò di non entrare mai più in una discussione dove centrano le moto e i sentieri perchè al cuor non si comanda e non ho voglia di perdere degli amici per una cosa per cui non reputo che ne valga la pena.