Bravo, ottima analisi.Ci sono delle premesse sbagliate e delle analisi viziate.
Nelle produzioni industriali, ci sono dei costi fissi di impianti e attrezzatura che non dipendono dal volume di produzione.
Penso ad esempio agli stampi per la produzione dei telai in carbonio o quelli per i componenti forgiati delle trasmissioni.
Uno scenario in cui il margine operativo % è basso, ma il volume di vendita è alto, portando ad un utile assoluto consistente, è compatibile con queste produzioni. Uno scenario con % alta, ma bassi volumi, NO.
La "decrescita felice" delle dimensioni aziendali in certi ambiti non è fattibile.
Capisco il motivo di questo articolo.
Le aziende in difficoltà la prima cosa che tagliano sono le sponsorizzazioni, gli eventi, i press-camp...
Ma queste sono attività che un piccolo produttore non può nemmeno PENSARE di affrontare.
C'è da dire che, in un mondo in cui le industrie sono di proprietà dei fondi di investimento, per "difficoltà" si intende una crescita costante del "solo" +10%.
Se penso a realtà produttive in cui invece le azioni non sono state date in pasto al mercato, un +10% costante permette di vivere alla grande, altro che crisi.
L'analisi "viziata" riguarda i prezzi.
Cercate on-line i prezzi al cliente di una Orbea Occam, ad esempio.
La trovate mediamente a -30% rispetto al prezzo di listino, listino che è rimasto bloccato al 2022.
Direi che è un ottimo momento per comprare.
Detto più volte, la mia azienda (mia nel senso in cui lavoro) è stata comprata 6 anni fa da un fondo di investimento...prima quando eravamo proprietà di un grosso gruppo industriale olandese un +6-7% anno era un buon/ottimo risultato, ora la doppia cifra che tu citi (10) è considerato il minimo indispensabile!
E' vero come dice @marco che le aziende non sono onlus ma nemmeno sperare che ogni anno si possa fare tombola!
Forse un po' meno avidità da parte di tutti porterebbe ad un mondo migliore (i miei investimenti mi rendono il 3,6%, superiore all'inflazione, quindi sono contento).