Abitavo a Milano in zona Certosa.
Ma lavoravo in provincia. Per raggiungere il paese dove lavoravamo passavo a prendere un collega a Novate e due a Bollate, per condividere le spese di viaggio. Si faceva a rotazione, quindi raggiungevo una delle due località indicate e andavo con gli altri. Oppure usavo la via vettura: la mitica R4.
Quella settimana era il mio turno.
Già da lunedì avevo montato le catene, quindi il primo giorno era stato anche abbastanza facile.
La neve continuava a cadere e si accumulava nel corso della giornata. Per quasi tutto il giorno avevamo spalato neve per garantire che l'impianto chimico dove lavoravamo potesse operare nelle migliori condizioni possibili
Alla fine dell'orario di lavoro per liberare l'auto avevamo dovuto usare un badile e qualcuno aveva deciso di caricarlo in macchina. Eravamo convinti di trovare le strade principali già libere, ma gli spazzaneve non erano usciti.
Il rientro era stato difficile, ma ancora possibile. Convinti che nella notte le strade sarebbero state ripulite, ci siamo dati appuntamento alla mattina dopo.
Ma il peggio doveva ancora venire...
La mattina successiva la coltre di neve aveva coperto definitivamente la città e le automobili parcheggiate in strada.
Per liberare l'auto oltre a ripurirla dalla neve avevo dovuto usare il badile per uscire dal parcheggio.
Ero nel controviale di Viale Certosa, vicino alla mia abitazione, uscendo di mattina presto passavo sulla neve fresca attento a non sbandare e non cozzare sulle auto ai lati, ma poi sulle strade più battute si circolava, sebbene lentamente.
Anche martedì ero riuscito con i miei colleghi ad arrivare sul lavoro, ma ogni viaggio era un'avventura. Per fortuna riuscivamo a fare una doccia calda prima di cominciare a lavorare sull'impianto. Dopo un'altra giornata di lavoro complicata dalla neve si doveva rientrare a casa.
Stavolta i badili in auto erano due e appena entrati in superstrada (SP ex SS35) scopriamo che gli spazzaneve erano passati, ma pulendo soltanto le corsie di scorrimento e lasciando le uscite coperte di neve. Alla nostra uscita ci buttiamo nella neve fresca restando bloccati e dovendo liberare l'auto con le pale... un lavoraccio. Ma subito si forma una coda di veicoli che ci segue, approfittando di questi quattro ragazzotii volenterosi. Ancora una volta pensavamo che il peggio fosse passato e che nel corso della notte sarebbe stata fatta pulizia, almeno in città.
Giunto a casa il controviale Certosa era inagibile, con automobili completamente coperte e strada impraticabile. Lasciai la mia R4 sul viale centrale, come tutti.
Mercoledì mattina la situazione era ancora, se possibile, più drammatica. Mi alzavo prestissimo perchè ero preparato al peggio.
La mia automobile si riconosceva a malapena soltanto per il volume inferiore di neve accumulato sul tetto, mentre tutte le altre erano soltanto dei cumuli informi.
I mezzi spalaneve erano passati, addossando la neve contro le auto parcheggiate. Di fatto le automobili erano intrappolate.
Ero impegnato a passare a prendere i miei colleghi e non avevo modo di avvisarli, quindi grazie alle pale ancora in macchina, mi misi a liberare l'auto faticando come una bestia. I mezzi pubblici erano in crisi e i treni avevano subito enormi ritardi e blocchi. Non c'erano alternative all'uso dell'auto ma si doveva essere abbastanza pazzi. In qualche modo, con enormi difficoltà anche in questo terzo giorno, raggiungemmo l'impianto dove lavoravamo. I ritardi venivano parzialmente compensati con recuperi a fine giornata lavorativa.
Al rientro la situzione della superstrada era davvero terribile. le uscite erano bloccate da un muro alto più di un metro di neve compressa ghiacciata. Era una enorme pista da bob, che portava senza interruzioni fino a Niguarda. Da lì si tornava verso casa guidando nel traffico, tra automobili bloccate o che si giravano sbandando e fermando la circolazione. La banda dei quattro giovani, armata con tre badili, scendeva e contribuiva a sbloccare la situazione.
Ormai non si capiva più se stavamo soltanto tornando a casa o ervamo diventati una squadra di soccorso per situazioni di emergenza...
Ma queste tre giornate ci avevano davvero distrutto. Il giorno dopo, giovedì, avevamo deciso di non andare a lavoro e l'azienda aveva concordato che l'impianto si sarebbe dovuto fermare viste le condizioni disperate...
Se ricordo bene giovedì smise di nevicare e la situazione piano piano tornò alla normalità.
Inutile dire che l'autista (io) e il mezzo (la mitica R4) avevano guadagnato una reputazione straordinaria.