Ormai sono tanti anni che salgo alle Tre Cime di Lavaredo in bici. La mia prima volta è stata nel 2000, ormai 10 anni fa, quando ci sono salito con la bici da corsa, poi nel 2005 ci sono arrivato con la mtb, e da allora è diventato un appuntamento fisso, almeno una volta all’anno devo andarci, le tre Cime e il panorama tutto intorno sono uno spettacolo unico e irrinunciabile. Ai 2300 m del rifugio Auronzo si arriva con una strada asfaltata non lunga ma piuttosto ripida, alcuni strappi possono fare male e in più c’è il problema del traffico che, nonostante la strada sia a pagamento, in estate è piuttosto intenso e da fastidio ai poveri biker che si vorrebbero godere in santa pace i panorami e i profumi delle montagne più belle al mondo. Questo è il primo motivo per cui io ho deciso di salirci sempre all’alba, accompagnato solo dal rumore costante del mio respiro. Il secondo motivo invece, è che di giorno i sentieri sono frequentatissimi da centinaia e centinaia di turisti, ed alcuni sono anche vietati alle bici, perciò per poterli percorrere almeno una volta bisogna o arrivarci fuori stagione o arrivarci prima di tutti. Scegliendo perciò questa ultima opzione, che fra l’altro ha anche il vantaggio di poter ammirare tutte le montagne sgombre dalle nuvole che durante la giornata avvolgono spesso le cime più alte, sono ormai sceso da tutti i sentieri che partono da lassù, tutti uno più bello (e più impegnativo) dell’altro. Prima a ovest verso la valle della Rienza, poi a est verso la val Fiscalina, a sud per la val Marzon, a nord verso i Tre Scarperi e ancora ad ovest per il col di Mezzo e la val dell’Arghena. Me ne rimane ancora uno, che fra l’altro è quello che vedo sempre salendo e ogni volta mi riprometto di fare, il 101 che taglia i tornanti più alti, arriva fino al casello e prosegue poi per il lago d’Antorno. Oggi è finalmente arrivato il momento di scoprire questo sentiero, facendo poi un bel giro intorno a Misurina.
Parto perciò, come di consuetudine, all’alba e mi avvicino al rifugio Auronzo proprio quando il primo raggio di sole comincia ad illuminare la cima ovest.
Arrivato in cima, lo spettacolo tutto intorno è come al solito entusiasmante, ma l’assuefazione in questi casi non esiste.
Si può solo cogliere l’attimo e salutare il sole che sta sorgendo.
Faccio fatica a staccarmi da questa meraviglia e sapendo che per un anno non potrò ritornarci indugio ancora qualche minuto, ma alla fine la voglia di esplorazione prevale e parto alla scoperta del 101 che ormai da troppi anni sta aspettando di essere percorso dalla mia bici. Il sentiero si rivela subito molto bello ma anche molto impegnativo, con tratti scorrevoli che si alternano ad altri molto tecnici fino al passaggio della strada.
Qui passo un leggero tratto in salita e poi di nuovo in discesa scorrevole
con qualche gradone e qualche tratto molto ripido fino al casello, dove continuo su sentiero fino al lago di Antorno.
Aggiro il lago sul bel single a sx (da non fare di giorno, troppo frequentato) e poi continuo sul sentiero di lato alla strada fino alla base della salita, da dove raggiungo Misurina lungo il lago.
L’itinerario che mi sono studiato sulla carta, prevede adesso di salire fino alle pale di Misurina sul sentiero 224 e poi scendere lungo la val di Popena, sentiero di cui non conosco minimamente la ciclabilità. Pedalo allora fino alla casera sopra Misurina, qui comincia il sentiero che è solo a tratti ancora pedalabile, non tanto per la pendenza ma per il fondo sassoso. Sotto di me, ancora immersa nell’ombra, c’è Misurina,
ma io mi godo i già caldi raggi del sole mattutino e mentre salgo vedo di fronte a me, in lontananza, le Tre Cime dove mi trovavo solo un’ora fa.
Intorno a 2000 m il bosco lascia spazio ai caratteristici mughi e in breve arrivo, con molti tratti a spinta, sino ai 2140 m del passo.
Qui il panorama è, neanche a dirlo, magnifico, con il sole che illumina il profilo delle pale di Misurina.
Mentre mi cambio e mangio una barretta, i soliti pensieri si rincorrono nella mia mente: come sarà il sentiero? Dovrò spingere la bici o potrò godermi la discesa? Indosso le protezioni e parto, all’inizio solita discesa sassosa come nelle tradizioni del luogo,
ma non più di tanto, poi il fondo diventa battuto e liscio con un lungo traverso pedalabile verso il fondo della val di Popena e bella vista sul Cristallo.
All’incrocio con il sentiero che scende dalle rovine del rif. Popena, la valle
si svela in tutta la sua magnificenza,
con la caratteristica torre a fare da sfondo, mentre un branco di cavalli allo stato brado manda lunghi nitriti al mio arrivo.
Mi infilo fra i mughi del sentiero che scende lungo il rio,
all’inizio è scorrevole e divertente, un po’ alla volta la valle si stringe e i passaggi tecnici aumentano. Si passa spesso nel letto del rio,
i sassi sono taglienti e mettono a dura prova i miei copertoni, è anche per queste situazioni che da sempre uso tubeless!
Dopo un ultimo bel passaggio roccioso lungo il rio,
il sentiero finisce proprio al parcheggio dove ho lasciato l’auto, sono abbastanza provato dalla durezza delle due salite e dall’impegno per le tecniche discese, ma anche molto soddisfatto per aver percorso nuovi sentieri e aver ammirato i “soliti” favolosi panorami delle Dolomiti
L'itinerario http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2978
Parto perciò, come di consuetudine, all’alba e mi avvicino al rifugio Auronzo proprio quando il primo raggio di sole comincia ad illuminare la cima ovest.
Arrivato in cima, lo spettacolo tutto intorno è come al solito entusiasmante, ma l’assuefazione in questi casi non esiste.
Si può solo cogliere l’attimo e salutare il sole che sta sorgendo.
Faccio fatica a staccarmi da questa meraviglia e sapendo che per un anno non potrò ritornarci indugio ancora qualche minuto, ma alla fine la voglia di esplorazione prevale e parto alla scoperta del 101 che ormai da troppi anni sta aspettando di essere percorso dalla mia bici. Il sentiero si rivela subito molto bello ma anche molto impegnativo, con tratti scorrevoli che si alternano ad altri molto tecnici fino al passaggio della strada.
Qui passo un leggero tratto in salita e poi di nuovo in discesa scorrevole
con qualche gradone e qualche tratto molto ripido fino al casello, dove continuo su sentiero fino al lago di Antorno.
Aggiro il lago sul bel single a sx (da non fare di giorno, troppo frequentato) e poi continuo sul sentiero di lato alla strada fino alla base della salita, da dove raggiungo Misurina lungo il lago.
L’itinerario che mi sono studiato sulla carta, prevede adesso di salire fino alle pale di Misurina sul sentiero 224 e poi scendere lungo la val di Popena, sentiero di cui non conosco minimamente la ciclabilità. Pedalo allora fino alla casera sopra Misurina, qui comincia il sentiero che è solo a tratti ancora pedalabile, non tanto per la pendenza ma per il fondo sassoso. Sotto di me, ancora immersa nell’ombra, c’è Misurina,
ma io mi godo i già caldi raggi del sole mattutino e mentre salgo vedo di fronte a me, in lontananza, le Tre Cime dove mi trovavo solo un’ora fa.
Intorno a 2000 m il bosco lascia spazio ai caratteristici mughi e in breve arrivo, con molti tratti a spinta, sino ai 2140 m del passo.
Qui il panorama è, neanche a dirlo, magnifico, con il sole che illumina il profilo delle pale di Misurina.
Mentre mi cambio e mangio una barretta, i soliti pensieri si rincorrono nella mia mente: come sarà il sentiero? Dovrò spingere la bici o potrò godermi la discesa? Indosso le protezioni e parto, all’inizio solita discesa sassosa come nelle tradizioni del luogo,
ma non più di tanto, poi il fondo diventa battuto e liscio con un lungo traverso pedalabile verso il fondo della val di Popena e bella vista sul Cristallo.
All’incrocio con il sentiero che scende dalle rovine del rif. Popena, la valle
si svela in tutta la sua magnificenza,
con la caratteristica torre a fare da sfondo, mentre un branco di cavalli allo stato brado manda lunghi nitriti al mio arrivo.
Mi infilo fra i mughi del sentiero che scende lungo il rio,
all’inizio è scorrevole e divertente, un po’ alla volta la valle si stringe e i passaggi tecnici aumentano. Si passa spesso nel letto del rio,
i sassi sono taglienti e mettono a dura prova i miei copertoni, è anche per queste situazioni che da sempre uso tubeless!
Dopo un ultimo bel passaggio roccioso lungo il rio,
il sentiero finisce proprio al parcheggio dove ho lasciato l’auto, sono abbastanza provato dalla durezza delle due salite e dall’impegno per le tecniche discese, ma anche molto soddisfatto per aver percorso nuovi sentieri e aver ammirato i “soliti” favolosi panorami delle Dolomiti
L'itinerario http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/2978