Interruzione di una 24h a causa del maltempo. Cosa ne pensi?

deepjoe

Biker infernalis
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Il problema è un bel problema.

Per cui non punterei troppo il dito contro i co, loro agiscono secondo il loro modo di vedere e pensare, se non ci sta bene l'anno prossimo non ritorneremo alla loro gara.
Ciao

Ma il fatto è che non si tratta di puntare il dito contro i CO, ma contro quella paura che tutto blocca all'insegna di una sicurezza che con "il senno di poi" siamo tutti in grado di garantire.
Io faccio parte della Safety Commission del SuperEnduro, incarico ricevuto per investitura legata all'eperienza verso questo tipo di manifestazioni...ed anche lì ne sto sentendo delle belle...vien da ridere a pensare che c'è chi compra bici da FIGO (per citare YODA :-) ) con escursioni super, gomme super, abbigliamento super, casco super, e capacità di guida nulla che si lamenta per ogni minima asperità del terreno invocando la maggior sicurezza.
Hey Pippo....ma ci sei? :nunsacci:
La cattiva informazione e la mania di protagonismo, egoismo, il poco rispetto l'uno degli altri fa si che questa spirale non si fermi....anzi prosegua.

Secondo me occorre fare una buona selezione alla base (i giovani ...) ma in Italia se guardiamo all'età media di chi fa gare viene da piangere...mancano (non esagero) due generazioni di bikers...
Torniamo sempre lì: a 12-13 anni giravo con bighe in acciaio non ammortizzate senza casco in luoghi dove oggi senza la mia scodella mi cacherei sotto...è andata bene questo è certo. Voglio dire che tutto ha fatto passi da gigante, gomme, forcelle, le bici stesse....in Italia non sono cresciuti di passo valori quali serietà, preparazione, cultura sportiva...passione e sincerità.
I tedeschi: ma vi rendete conto che i tedeschi hanno colonizzato il garda portando ogni anno migliaia e migliaia di biker + o - esperti ad afrontare percorsi con i "CONTROCAxxI" ??!?!!?!?!? Davvero non scherziamo...è che l'Italiano quello stesso sentiero pur essendo in difficoltà lo vuole affrontare forte da subito...non vuole essere da meno....deve trovare il modo di raccontare altre balle al bar...
ma davvero...vi è mai capitato di pensare anche solo lontanamente di denunciare il CO di una gara perchè siete caduti e vi siete fatti male??? Capisco che si possa arrivare ad incaxxarsi con qualcuno che ti spinge, stringe tampona e ti fa cadere...ma il percorso?!?!? il CO???
Al mare si può affogare...ma lì qual è il CO? Altri esempi? No grazie non sono il tipo.
Mi piace pensare che la gente abbia ancora voglia di divertirsi misurandosi con i propri limiti...con le proprie paure ed incertezze....chi non le ha? :nunsacci: Io sempre...tutti i giorni che poggio le mie regali chiappe sul sellino e stringo le manopole. :i-want-t:
 

sembola

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Dimmi Sembola, non so se hai letto il mio pezzo...
L'ho letto e comprendo benissimo il filo conduttore del ragionamento, ed in larga parte lo condivido.

Condivido meno il discorso sul mettere in conto il pericolo di denunce: quasi tutti gli organizzatori mettono in piedi una gara per passione e non per lavoro, e trovo ingeneroso paragonare il rischio di un risultato sportivo falsato al pericolo di una denuncia (tutt'altro che remoto, purtroppo). Bisognerebbe aver ricevuto una di quelle buste verdi per capire che le cose poi si vedono in maniera differente.

La mia impressione è che con l'aumentare dei partecipanti cambi tutto, dal livello tecnico medio dei partecipanti alla mentalità sia dei concorrenti che degli organizzatori, come si è visto negli ultimi dieci anni nelle granfondo sia su strada che offroad.
 

sborc

Biker extra
ciao
credo che in situazioni nelle quali viene compromessa la sicurezza dei partecipanti, la cosa pù ragionevole sia che il C.O. ne discuta proprio con i diretti interessati, coinvolgendo i capitani delle squadre e di conseguenza decidere sul da farsi.
Penso che oltre ad un problema di responsabilità, indennizzi, assicurazioni, esista per chi organizza un problema di coscienza.
Ciao

si giusto, di solito è così.
ma i diretti interessati saranno sempre un po' di quà e un po' di là!
non è così semplice.
e quelli che opteranno per continuare sono di due categorie:
quelli che "puntano in alto", puntano ad una coppa: UNA COPPA! ma per piacere!
e quelli che: "pedalare per 24ore è una vittoria! coppa? e cos'è?"
per questi ultimi la gara deve continuare, per quelli che la testa ce l'hanno sulle spalle, non per quelli che ce l'hanno dentro un casco!
(@ angelo: adesso torno a lavorare...;-))
 

yoda76

Redazione
30/7/06
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aosta
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La mia impressione è che con l'aumentare dei partecipanti cambi tutto, dal livello tecnico medio dei partecipanti alla mentalità sia dei concorrenti che degli organizzatori, come si è visto negli ultimi dieci anni nelle granfondo sia su strada che offroad.

volevo anche puntualizzare questo punto: la capacità media dei partecipanti alle gare sta diventando scandalosamente bassa.
in discesa incontri biker che si ribaltano su un sassetto e imprecano, altri che si inchiodano senza preavviso perchè scoprono di essere al limite solo dopo esserci arrivati, il tutto mettendo a rischio la sicurezza altrui.

allora io vorrei dire, ma perchè molti vanno a fare le granfondo o le gare in generale, quando non sanno GUIDARE una bicicletta?
il problema sicurezza, a questo punto, è in mano a chi organizza o a chi partecipa?

dobbiamo mettere un patentino per misurare le capacità dei biker?
probabilmente... a quanto pare il buon senso non basta più!
 

Biancaneve

Biker novus
16/9/04
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Lomello
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Ciao a tutti!Mi permetto di dare un parere assolutamente interessato.Sono amica del Comitato organizzatore e quindi quel che dico non vuole essere una critica ma uno spunto a migliorare per il futuro.Quando la gara è stata interrotta io ero a un minuto da Ilaria,prima in classifica.Lei è transitata e io sono stata fermata.Ho chiesto di poter proseguire a mio pieno rischio e pericolo ma non mi è stato permesso.Così ho perso un giro senza poter fare nulla .Premetto che le previsioni davano brutto tempo per tutto il weekend e quindi secondo me il C.O. doveva mettere in preventivo un percorso alternativo da utilizzare subito senza fermare la gara ,cos' com'è stato fatto dal C.O. di Cremona nella 24ore di quest'anno.In fondo sul percorso ridotto vi era un'unica discesa di 100 metri che poteva essere fatta in assoluta sicurezza a piedi stando ai lati e il percorso poteva essere predisposto se ci fossero state persone presenti in 10 minuti già nelle ore precedenti quando tuoni e lampi hanno squarciato il cielo,dando modo di non interrompere la gara per 7 ore.Dico questo perchè in fondo non me ne importa un granchè delle classifiche ma è semplicemente per rispettare lo sforzo fisico di ogni atleta .
 

24hpassion

Biker perfektus
L'ho letto e comprendo benissimo il filo conduttore del ragionamento, ed in larga parte lo condivido.

Condivido meno il discorso sul mettere in conto il pericolo di denunce: quasi tutti gli organizzatori mettono in piedi una gara per passione e non per lavoro, e trovo ingeneroso paragonare il rischio di un risultato sportivo falsato al pericolo di una denuncia (tutt'altro che remoto, purtroppo). Bisognerebbe aver ricevuto una di quelle buste verdi per capire che le cose poi si vedono in maniera differente.

La mia impressione è che con l'aumentare dei partecipanti cambi tutto, dal livello tecnico medio dei partecipanti alla mentalità sia dei concorrenti che degli organizzatori, come si è visto negli ultimi dieci anni nelle granfondo sia su strada che offroad.

Mettere in conto forse è esagerato, però che potrebbe succedere non è così impossibile.

A parte le provocazioni, spero si sia colto il fatto che, in maniera più seria e concreta, credo che la via d'uscita migliore sia avvisare a priori gli interessati, ed una volta partita la prova, cercare di dare la massima sicurezza mantenendo viva la corsa.

Perchè se io aggancio il tuo manubrio al via e mi faccio male, c'è il rischio che la gara non finisca nemmeno il primo giro.

Ed anche questo può succedere. Non cambia il fatto che uno cada a mezzogiorno o a mezzanotte. Se capita gli strumenti ed i metri di misura dovrebbero essere identici nel valutare la situazione.

Questo è a parer mio, indice di preparazione.

Facendo ovviamente scongiuri, e tutto quanto di pratico possa servire invece per garantire una 24 ore degna di esser chiamata tale.

Ciao.

@sborcs: sarà meglio va!;-)
Ciao.
 

evergreen

Biker serius
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... credo che la via d'uscita migliore sia avvisare a priori gli interessati, ed una volta partita la prova, cercare di dare la massima sicurezza mantenendo viva la corsa...

Ecco, questo mi sembra il punto: richiamare l'attenzione (e l'accettazione di responsabilità) dei partecipanti sulla gravità dei rischi che scelgono di correre; richiamare l'attenzione degli organizzatori sull'importanza della completezza ed accuratezza della loro opera, appunto "organizzativa", cioè di previsione e contrasto di tutti gli eventi (atmosferici e umani) che ci si possono attendere nel corso di una manifestazione di quel particolare genere, con quel particolare numero di partecipanti e in quel particolare luogo, al fine di rendere possibile il completo svolgimento della manifestazione sportiva secondo quelle che sono le sue caratteristiche tipiche.

I suggerimenti di Biancaneve-Ausilia e di altri, oltre che giusti, sono sicuramente opportuni come opportuna ed utile per tutti (c.o. e atleti) è l'occasione che ci ha dato 24hpassion per riflettere, passata la "trance", sull'agonismo in mtb e sul suo sviluppo futuro.
 

sembola

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Ecco, questo mi sembra il punto: richiamare l'attenzione (e l'accettazione di responsabilità) dei partecipanti sulla gravità dei rischi che scelgono di correre;

Permettetemi di ribadire i termini della questione: a livello legale una cosa del genere non esiste. la consueta formula ("L'organizzazione declina ogni responsabilità per ogni incidente che si verifica durante la manifestazione") scritta sui moduli di iscrizione non ha alcun valore legale e non impedisce azioni legali.
Il buonsenso è una cosa, la legge un'altra (purtroppo).
 

evergreen

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Permettetemi di ribadire i termini della questione: a livello legale una cosa del genere non esiste. la consueta formula ("L'organizzazione declina ogni responsabilità per ogni incidente che si verifica durante la manifestazione") scritta sui moduli di iscrizione non ha alcun valore legale e non impedisce azioni legali.
Il buonsenso è una cosa, la legge un'altra (purtroppo).

Non facciamo confusione. Hai letto frettolosamente il mio post: non parlo di scarico di responsabilità da parte dell'organizzatore ma di consapevole assunzione di responsabilità per il proprio operato da parte del partecipante.

Le azioni legali non si possono evitare neppure se non si fa nulla.... bisogna però vedere se sono fondate
 

sembola

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Non facciamo confusione. Hai letto frettolosamente il mio post: non parlo di scarico di responsabilità da parte dell'organizzatore ma di consapevole assunzione di responsabilità per il proprio operato da parte del partecipante.

Che ogni partecipante sia responsabile per il proprio operato è lapalissiano. Ma quand'anche tu glielo ricordassi esplicitamente non cambia il problema di fondo, cioè la paura degli organizzatori di passare dei guai giudiziari "se succede qualcosa", e quindi la tendenza ad "addomesticare" qualsiasi difficoltà, dai singletrack alle discese alle condizioni meteo.
 

educlimb

Biker serius
Ma il fatto è che non si tratta di puntare il dito contro i CO, ma contro quella paura che tutto blocca all'insegna di una sicurezza che con "il senno di poi" siamo tutti in grado di garantire.
Io faccio parte della Safety Commission del SuperEnduro, incarico ricevuto per investitura legata all'eperienza verso questo tipo di manifestazioni...ed anche lì ne sto sentendo delle belle...vien da ridere a pensare che c'è chi compra bici da FIGO (per citare YODA :-) ) con escursioni super, gomme super, abbigliamento super, casco super, e capacità di guida nulla che si lamenta per ogni minima asperità del terreno invocando la maggior sicurezza.
Hey Pippo....ma ci sei? :nunsacci:
La cattiva informazione e la mania di protagonismo, egoismo, il poco rispetto l'uno degli altri fa si che questa spirale non si fermi....anzi prosegua.

Secondo me occorre fare una buona selezione alla base (i giovani ...) ma in Italia se guardiamo all'età media di chi fa gare viene da piangere...mancano (non esagero) due generazioni di bikers...
Torniamo sempre lì: a 12-13 anni giravo con bighe in acciaio non ammortizzate senza casco in luoghi dove oggi senza la mia scodella mi cacherei sotto...è andata bene questo è certo. Voglio dire che tutto ha fatto passi da gigante, gomme, forcelle, le bici stesse....in Italia non sono cresciuti di passo valori quali serietà, preparazione, cultura sportiva...passione e sincerità.
I tedeschi: ma vi rendete conto che i tedeschi hanno colonizzato il garda portando ogni anno migliaia e migliaia di biker + o - esperti ad afrontare percorsi con i "CONTROCAxxI" ??!?!!?!?!? Davvero non scherziamo...è che l'Italiano quello stesso sentiero pur essendo in difficoltà lo vuole affrontare forte da subito...non vuole essere da meno....deve trovare il modo di raccontare altre balle al bar...
ma davvero...vi è mai capitato di pensare anche solo lontanamente di denunciare il CO di una gara perchè siete caduti e vi siete fatti male??? Capisco che si possa arrivare ad incaxxarsi con qualcuno che ti spinge, stringe tampona e ti fa cadere...ma il percorso?!?!? il CO???
Al mare si può affogare...ma lì qual è il CO? Altri esempi? No grazie non sono il tipo.
Mi piace pensare che la gente abbia ancora voglia di divertirsi misurandosi con i propri limiti...con le proprie paure ed incertezze....chi non le ha? :nunsacci: Io sempre...tutti i giorni che poggio le mie regali chiappe sul sellino e stringo le manopole. :i-want-t:


Guarda...con me sfondi una porta aperta.
A me piacciono tantissimo i percorsi duri e difficili, godo nel vedere quatricipiti fiammanti che mi superano e poi trovarli piantati nei pezzi tecnici in discesa e in salita. Si è vero in Italia siamo proprio delle "belle fighe" ma chi organizza una gara se la organizza come vuole lui.
Purtroppo ci sarà sempre chi è contento e chi meno e la sicurezza è una cosa opinabile se si ha un pò di testa e capacità.
Una volta uno mi ha detto che le discese della 24h di cremona erano pericolose:-P......per cui non mi stupisco più di niente.
....per quanto riguarda i tedeschi....bè vengono in italia per arrampicare sciare andare in bici surfare essenzialmente perchè sono innamorati del nostro clima e del nostro paese, sono giusto ora reduce dalla 24 di monaco e l'inverno della pianura padana sembra estate in confronto a ciò che ho trovato il 20 di giugno!!!! E il percorso aveva più asfalto che la 24h castelli in strada perchè aveva piovuto il giorno prima!!! Per cui non critichiamo tutto quello che succede da noi...io trovo che i nostri co siano più che bravi.
Ciao
 

24hpassion

Biker perfektus
Che ogni partecipante sia responsabile per il proprio operato è lapalissiano. Ma quand'anche tu glielo ricordassi esplicitamente non cambia il problema di fondo, cioè la paura degli organizzatori di passare dei guai giudiziari "se succede qualcosa", e quindi la tendenza ad "addomesticare" qualsiasi difficoltà, dai singletrack alle discese alle condizioni meteo.

Verissimo.

Però vorrei cercare di portare l'attenzione sulla questione endurance, che esula totalmente dall'ottica che si ha solitamente nei riguardi delle prove in linea.

Come da mio conio personale: "nelle endurance non è la prestazione a fermare il tempo, ma il tempo a fermare la prestazione.

Significa che accorciare una Granfondo ha di per sé risvolti che nulla c'entrano con il castrare una 24 ore e farla diventare una 11+5 con in mezzo una pausa di 7 ore.

Le dinamiche di gara sono diverse, sia per casistica di infortuni, ma soprattutto per quanto riguarda la condotta di ogni bikers rispetto alla sua strategia di corsa.
 

sembola

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Verissimo.

Però vorrei cercare di portare l'attenzione sulla questione endurance, che esula totalmente dall'ottica che si ha solitamente nei riguardi delle prove in linea....

Se vuoi lavorare sulla mentalità, non posso che augurarti buona fortuna. Io sono piuttosto pessimista, nel senso che ritengo che una volta arrivata "la massa" il giochino si guasta, o per dirla in maniera più asettica cambia caratteristiche ed obiettivi.
 

24hpassion

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Se vuoi lavorare sulla mentalità, non posso che augurarti buona fortuna. Io sono piuttosto pessimista, nel senso che ritengo che una volta arrivata "la massa" il giochino si guasta, o per dirla in maniera più asettica cambia caratteristiche ed obiettivi.

Raccolgo i tuoi auguri, certo che sono sinceri......forse in un futuro prossimo mi serviranno.

Aggiungendo fin da subito che dipendesse (dipenderà.....) da me si andrebbe avanti sempre e comunque, a meno che non cadano piante come foglie in autunno.

Riprendo il tuo quote dicendo anche che io non sono per niente pessimista. Soprattutto se uno sa dove va, cosa trova e cosa aspettarsi. Dipende tutto dalla chiarezza che si da a priori.

Poi la massa può benissimo non partecipare.

Però pongo a tutti un quesito: lo scarico di responsabilità, come anche detto da sembola, non ha nessuna valenza.

Quindi, qual'è la preoccupazione dei c.o. se a priori si sa che in caso di infortunio le grane legali ci sarebbero in ogni caso? Solo perchè aumenta la scivolosità del sentiero sorgono tutte le paure?

Credono forse che prima della pioggia il percorso sia ovattato come una culla di un bimbo?

Fermare un'endurance è sbagliato, sempre; limitare/tagliare/delimitare/proteggere le zone pericolose è sensato, responsabile, opportuno.

Poi, come detto, uno si fa male in zona cambio..............e allora siamo da capo.:medita:

O no?.....:il-saggi:
 

deepjoe

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Per cui non critichiamo tutto quello che succede da noi...io trovo che i nostri co siano più che bravi.
Ciao


é chiaro che condividiamo lo stesso pensiero...non metto in dubbio le capacità organizzative dei nostri CO (tanto di cappello in moltissimi casi...:medita:) e l'esempio dei tedeschi non era per lodarli a prescindere ma per fa capire come "chi vuole tanto divertirsi in MTB" non lesina di certo percorsi tosti! :-) Tu stesso confermi che anche all'estero non possono fare i miracoli e due varianti su asflato le fanno...dico che sono meno "fighette"...sfido chiunque a smentirmi. Poi questo non vuol dire che pure loro possano fare cacate...anzi...
ma tornado al punto cerchiamo tutti di tornare ad una MTB che sia tale...tanta gente si è rotta :arrabbiat:di GF in pianura dove il massimo del tecnico e salire o scendere da un argine....e se andiamo in montagna percorriamo solo strade larghe con medie da 9 colli di cesenatico...:smile:
PeacE
 

deepjoe

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Se vuoi lavorare sulla mentalità, non posso che augurarti buona fortuna. Io sono piuttosto pessimista, nel senso che ritengo che una volta arrivata "la massa" il giochino si guasta, o per dirla in maniera più asettica cambia caratteristiche ed obiettivi.

Prendi l'Avalanche Cup... prendi il massimo esempio...cioè la Mega dell'Alp d'Huez....beh...lì hanno portato la massa 1300 sulla vetta di una ghiacciaio a 3300mt di quota e ti posso garantire che ci sono i buoni e meno buoni....sicuramente ci vanno 1300 persone che dalla massa scelgono questo evento consci e meno consci delle difficoltà che li attendono in quasi 3500 metri di dislivello negativo ed in oltre un'1 di gara (per quelli bravi ;-) )....
Aiuto Sembola....cerchiamo di addrizzare il tiro...e poi...la massa intesa come dici tu interessa davvero davvero davvero? Certo che per quelle gare da migliaia di partenti non fan male ma la massa deve davvero poter fare di tutto? La selezione...le finiamo qui. Per me è sbagliato...ma questo è un'opinione mia...magari sbaglio. :nunsacci:
 

educlimb

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é chiaro che condividiamo lo stesso pensiero...non metto in dubbio le capacità organizzative dei nostri CO (tanto di cappello in moltissimi casi...:medita:) e l'esempio dei tedeschi non era per lodarli a prescindere ma per fa capire come "chi vuole tanto divertirsi in MTB" non lesina di certo percorsi tosti! :-) Tu stesso confermi che anche all'estero non possono fare i miracoli e due varianti su asflato le fanno...dico che sono meno "fighette"...sfido chiunque a smentirmi. Poi questo non vuol dire che pure loro possano fare cacate...anzi...
ma tornado al punto cerchiamo tutti di tornare ad una MTB che sia tale...tanta gente si è rotta :arrabbiat:di GF in pianura dove il massimo del tecnico e salire o scendere da un argine....e se andiamo in montagna percorriamo solo strade larghe con medie da 9 colli di cesenatico...:smile:
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..and love
 

sembola

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Riprendo il tuo quote dicendo anche che io non sono per niente pessimista. Soprattutto se uno sa dove va, cosa trova e cosa aspettarsi. Dipende tutto dalla chiarezza che si da a priori.

Poi la massa può benissimo non partecipare.
Infatti quella di trovare dei sistemi (soprattutto a livello di regolamento) per matenere "la massa" lontana può essere una strategia per mantenere la natura del "giochino"; è ovvio che la botte piena (di concorrenti) mal si concilia con la serva ubriaca... ;-)

Quindi, qual'è la preoccupazione dei c.o. se a priori si sa che in caso di infortunio le grane legali ci sarebbero in ogni caso? Solo perchè aumenta la scivolosità del sentiero sorgono tutte le paure?

Credono forse che prima della pioggia il percorso sia ovattato come una culla di un bimbo?

Fermare un'endurance è sbagliato, sempre; limitare/tagliare/delimitare/proteggere le zone pericolose è sensato, responsabile, opportuno.

Poi, come detto, uno si fa male in zona cambio..............e allora siamo da capo.:medita:

O no?.....:il-saggi:

Le paure sorgono perchè è difficile essere sicuri che, in caso di vertenza legale, non ci sia qualcuno che giudica il tuo operato come sbagliato o imprudente, cioè che non si è fatto tutto il possibile per evitare un pericolo. E ripeto, quando ti arriva a casa una busta verde contenente una citazione in tribunale a casa tua la prospettiva cambia, te lo assicuro. E' vedo che ci si può far male anche in pianura e sull'asciutto, ma sul bagnato in discesa di notte è un pochino più facile e conseguentemente le paure aumentano...mi pare umano e normale.

Comunque concordo con te quando parli di " limitare/tagliare/delimitare/proteggere le zone pericolose": un' organizzazione efficiente deve valutare in maniera approfondita le possibili minacce alla sicurezza dei concorrenti e fare quello che è ragionevolmente possibile per limitarli al massimo, anche predisponendo percorsi alternativi. La sospensione di una gara, sia una 24H o una GF, dovrebbe avvenire solo in casi estremi in cui sia oggettivamente impossibile continuare senza mettere irragionevolmente in pericolo i concorrenti, come accadde alla DolomitiSuperBike sotto la neve di qualche anno fa.
Sia chiaro che parlo a titolo generale e non in merito alla 24H "incriminata", visto che non c'ero e che quindi non conosco i dettagli :prost:

@deepjoe: non a caso stai citando un evento organizzato fuori dall'Italia, dove la cultura sportiva è completamente differente.
Per quanto riguarda i grossi numeri, mi rendo conto che fanno gola a tutti: se non altro perchè oltre una certa soglia di iscrizioni si riesce ad avere un "potere contrattuale" nei confronti sia degli enti locali che degli operatori economici che consente di fare cose altrimenti impossibili. Alla fine però si innesca un meccanismo che modifica la natura originaria della manifestazione, come molte GF mtb dove puoi correre con la bici da CX, o le GF su strada dove corrono dei professionisti. E per tanta gente che si "rompe", molta ma molta di più si iscrive con entusiasmo a "granfondo" di 38 km senza neppure un tratto di sentiero.
 

ilario.t

Biker superis
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Se vuoi lavorare sulla mentalità, non posso che augurarti buona fortuna. Io sono piuttosto pessimista, nel senso che ritengo che una volta arrivata "la massa" il giochino si guasta, o per dirla in maniera più asettica cambia caratteristiche ed obiettivi.

Non hai tutti i torti,anzi! :il-saggi:

Qui però, deve entrare in gioco l'intelligenza e l'oculatezza dei singoli c.o., ma anche dei c.o. riuniti nei vari circuiti.

Innanzi tutto si deve partire dal presupposto che la gara che si organizza non serve a diventare ricchi e famosi, ma serve a far conoscere le proprie zone e a far divertire chi partecipa.
(Se poi si è stati bravi a raccogliere sponsors, coinvolgere enti e fondazioni, sfruttare strutture preesistenti ecc. ecc. e si riesce ad avanzare qualche centinaio di euro, lo chiamerei più miracolo che altro.... :spetteguless:)

Si devono stabilire a priori le dimensioni. Se la mia logistica e le mie capacità mi permettono 300 partecipanti, perchè accettarne 500?? (Per i dollaroni?? No,no.Non si trasgredisce il presupposto.. ;-)) E' ovvio che se faccio parte di un circuito, prima viene chi partecipa al circuito, poi vengono tutti gli altri...

Si devono definire a priori i premi. Se ti fai 6/12/24 ore di fatica ed alla fine ti resta il pacco gara, un cestino gastronomico o due bottigilie di vino se arrivi fra i primi e una bella cena/pranzo insieme a tutti, chi pensi che possa partecipare alla tua gara?
Se invece prometti mari e monti, premi in denaro, supertrofei, ricchi premi e cotillons, beh, di certo a tutti piace mettere le dita nella marmellata...

Certo, una gara con 50 partecipanti non piace a nessuno.
Ma neppure una gara con 500 iscritti di cui 30 travestiti da missile non piace a nessuno.
E nemmeno una manifestazione con 2000 bikers trattati come un numero, stipati in griglie e che quando va bene arrivano quando i primi sono già stati premiati non piace a nessuno, men che meno a me.

Se l'endurance potrà continuare ad essere un'isola "quasi" felice, forse è presto per dirlo. Certo che se ci si adopera per mantenerla tale, i numeri potranno anche raddoppiare, triplicare, ma la sostanza non cambierà. :i-want-t:
 

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