Sulla profanazione di luoghi sacri, i fast food in quota in rifugi assegnati al CAI a quale culto appartengono?
Sono un montanaro d'altri tempi. Ecursione, arrampicata, scialpinismo, parapendio, bici.
Fino a meta' anni '90, per molti anni, sono stato socio CAI in quanto mi sembrava giusto dare un contributo economico per il mantenimento di rifugi che erano anche "miei". A parte il dormirci, anche solo utilizzare la stufa per farmi un te' o scaldare una minestra era la norma (mi riferisco a rifugi con gestore nelle Alpi Occidentali), cosi' come lo era lasciare qualcosa ad uso di altri. Il senso di comunita' e' svanito gradualmente per arrivare al concetto di rifugio "Hilton". Non si tocca nulla. Lo
zaino lo lasci fuori. Ti senti estraneo pur nel tuo mondo. L'ultima volta che ho esibito la tessera CAI e' stato quando un gestore mi ha fatto notare che la panca su cui ero seduto (una tra le 10-15 libere) era riservata ai clienti. Con la tessera in mano ho risposto che quella panca l'avevo pagata io e che sarebbe stata l'ultima volta. Cosi' e' stato.
Luoghi "sacri e inviolabili"?
Non ho alcun problema che siano frequentati a piacimento e a proprio rischio e pericolo, bici comprese.
Croci "profanate" da alcuni che ci salgono su o che attaccano un adesivo? Argomento intoccabile, le croci non deturpano!
Beh, allora, gia' che la montagna e' diventata Disneyland, propongo che tutte le croci vengano sostituite da statue di Topolino o Paperino di pari misura e mi offro volontario per la posa. Le Tre Cime di Lavaredo? Qui, Quo, Qua.