Nulla contro i margari, ci mancherebbe, ma bisognerebbe domandarsi se l'ecosistema montagna, a certe quote, possa sopportare o meno il carico di una mandria.
Se è vero che le marmotte scavano tane e possono predisporre all'instabilità dei versanti (solo in minima parte, comunque), il calpestio di un bovino produce effetti molto peggiori: è capitato a tutti di vedere la miriade di "sentierini" da calpestio che si intrecciano lungo un versante. Il peso concentrato su uno zoccolo relativamente piccolo associato alla scarsa agilità dell'animale smuove il terreno, taglia la cotica erbosa, favorisce l'infiltrazione delle acque. Quel versante è inevitabilmente compromesso e soggetto prima o poi alle frane.
Nei decenni passati in montagna (almeno sulle Alpi Occidentali) c'erano poche malghe e tante bergerie: gli ovini sono assai più adatti all'ambiente e al territorio delle montagne, per non dire delle capre (riflessione: sopra il limite del bosco troviamo camosci e stambecchi: i cervi stanno a quote molto più basse... non vi dice qualcosa?) I bovini sono animali da prateria: perché li portano a quote superiori ai 2000 m?
Se lo fanno, i margari dovrebbero anche accetare quella percenuale di rischio dovuto all'ambiente, ivi compresa una frattura di zampa per una buca di marmotta.
La "politica" attuale tende ad antropizzare tutto il territorio: se il terreno non è adatto lo si trasforma e lo si addomestica. Invece di essere noi (e le nostre attività) ad adattarci al territorio, pretendiamo il contrario. Contro natura, insomma.
Se è vero che le marmotte scavano tane e possono predisporre all'instabilità dei versanti (solo in minima parte, comunque), il calpestio di un bovino produce effetti molto peggiori: è capitato a tutti di vedere la miriade di "sentierini" da calpestio che si intrecciano lungo un versante. Il peso concentrato su uno zoccolo relativamente piccolo associato alla scarsa agilità dell'animale smuove il terreno, taglia la cotica erbosa, favorisce l'infiltrazione delle acque. Quel versante è inevitabilmente compromesso e soggetto prima o poi alle frane.
Nei decenni passati in montagna (almeno sulle Alpi Occidentali) c'erano poche malghe e tante bergerie: gli ovini sono assai più adatti all'ambiente e al territorio delle montagne, per non dire delle capre (riflessione: sopra il limite del bosco troviamo camosci e stambecchi: i cervi stanno a quote molto più basse... non vi dice qualcosa?) I bovini sono animali da prateria: perché li portano a quote superiori ai 2000 m?
Se lo fanno, i margari dovrebbero anche accetare quella percenuale di rischio dovuto all'ambiente, ivi compresa una frattura di zampa per una buca di marmotta.
La "politica" attuale tende ad antropizzare tutto il territorio: se il terreno non è adatto lo si trasforma e lo si addomestica. Invece di essere noi (e le nostre attività) ad adattarci al territorio, pretendiamo il contrario. Contro natura, insomma.