azz....... maledetto 'sto tempo che non si può fermare...
complimenti per la storia, mi ci riconosco purtroppo....
complimenti per la storia, mi ci riconosco purtroppo....
Perchè prima che sia troppo tardi non ci ripassi e gli allunghi una bistecca o un bocconcino che gradisca? In definitiva è stato a suo modo compagno di tanti tuoi giri e ha sempre cercato di fare il suo dovere senza nulla di personale contro di te, ma solo come il suo istinto lo spingeva.
Passaci presto e daglielo sto bocconcino prelibato di riconciliazione fraterna prima che sia troppo tardi. Gli animali sono capaci solo di amare. Solo noi Homo sapiens sappiamo provare odio e tanti altri brutti sentimenti.
Mi associo anche io ai tanti complimenti per il racconto. Una storia un pò triste, che mi fa pensare a quando, da piccola, trascorrevo le estati nel paesino di mia zia, scorrazzando avanti e indietro per ore, in bici. A ogni giro, passavo davanti al cancello di una villa, dove c' erano due pastori tedeschi che abbaiavano furiosi e che avevano lasciato i segni dei loro denti su più di una persona; ricordo un giorno in cui il cancello era aperto;uno dei cani è uscito in un lampo e ringrazio il padrone che prontamente l' ha fermto prima che mi raggiungesse.Sono passati più di dieci anni da allora e solo poco tempo fa sono tornata al paese, ma nessuno mi ha più abbaiato.
Allora la bisteccona gliel'hai portata?Quasi quasi domani ci faccio una capatina...
E' un sabato mattina di aprile e ho in programma una capatina sulla catena montuosa che delimita a sud, la conca ternana. Come mia abitudine, come porta di accesso verso questa, sfrutto quello che per me è il miglior compromesso tra rapidità nel raggiungerla e tipologia di strade, per cui, al fine di includerci in mezzo un po di sterrato, opto per la strada di Fiaiola (per chi la conosce, tanto fa lo stesso...).
La tappa di avvicinamento include il superamento di una bassa catena collinare verso il cui culmine, cè il mio nemico; un grosso pastore maremmano, a guardia di un grande casolare, che si distingue dagli altri per la sua aggressività. È il cane che meglio conosco, visto che sono dieci anni che ci frequentiamo, passando da lui più volte ogni anno; le prime volte mi terrorizzava proprio, pur dietro il suo recinto: quando arrivavo allaltezza del casolare, lungo una discreta salita sterrata, sembrava indemoniato, pareva che volesse abbattere la recinzione. Abbaiava in una maniera selvaggia, in modo assordante ad un paio di metri da me, con la bava alla bocca, tanto che pensavo, se solo fosse potuto uscire mi avrebbe sbranato. A volte quasi avevo timore a passare lì, per il rischio, sempre possibile, che il padrone avesse lasciato aperto il cancello e passandogli vicino lo guardavo quasi con odio: Ma che vuoi maledetto? Io che amo gli animali .
Siamo invecchiati insieme, in questi dieci anni. Dieci anni fa eravamo entrambi al massimo: lui era una belva con la sua possenza; e io con i miei 30 anni, nel massimo della mie capacità fisiche, che aggredivo quella salitella a tutta, con rapporti medi. Gli anni per me sono passati, ma per lui sono volati.
Io ora devo regolarmi e fare quella salita con un paio di rapporti più corti dei primi tempi, ma lui
Questa mattina mi ha visto solo allultimo momento, quando ero allaltezza della sua cuccia, probabilmente anche i suoi sensi lo stanno abbandonando. Ha iniziato subito ad abbaiare, ma in maniera meno potente del solito; per istinto o abitudine si è alzato di scatto, ma uno scatto che non aveva nulla più a che vedere con quello che aveva fino allo scorso anno, tanto che lo sforzo lo ha fatto subito barcollare e ha avuto effetto anche sul suo abbaiare, che subito è divenuto stanco e asfittico. Mi sono girato verso lui, guardandolo negli occhi: erano occhi infiacchiti dalla vecchiaia. Provava a fare quello che sapeva fare, quello che aveva fatto ogni volta che passavo lì, ma non ne aveva più la capacità. Il suo abbaiare si faceva sempre più flebile e ne usciva più solo uno strano sibilo; con unandatura stanca e svogliata si è portato, nella sua posizione, a ridosso della recinzione, cercando di seguirmi, man mano che mi allontanavo, più per dovere che per convinzione.
Il prossimo anno io ripasserò lì, facendo quella salita forse con ancora un rapporto in meno, ma forse da solo.
Chissà se tu ci sarai più ancora, a farmi compagnia in quella salita, a incitarmi e darmi forza e parte del tuo impeto, vecchio amico mio