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- I comandi strada moderni sono studiati per essere montati in verticale sulle curve attualmente prodotte. Tant'è che le leve freno non sono perfettamente veritcali anch'esse ma sono inclinate per sporgere di qualche grado all'esterno. Se le monti su un manubrio che ha il drop troppo inclinato verso l'esterno, ti trovi con le leve a 45° e dimmi come può essere comodo frenare con una leva a 45° o stare in presa sui comandi quando la base dei comandi è inclinata e non orizzontale.Il trucco di spostare le leve leggermente all'esterno rispetto al corpo è un modo intelligente per permettere alle dita che vanno ad azionare il freno di trovarlo lì dove dovrebbe essere, senza dover piegare -leggermente- le suddette dita verso l'interno. Il risultato è di certo una maggior ergonomia e comodità. Ma questo vale anche per le pieghe flared: semplicemente, partendo da una posizione della mano leggermente inclinata, per ottenere lo stesso effetto anche le leve dovranno essere leggermente inclinate. Non vedo dove stia la differenza.
Il corpo della leva leggermente "tilted" verso l'esterno è estremamente comodo, una volta fattaci l'abitudine (cosa che non richiede mesi...), proprio perché simula la naturale inclinazione che le mani spontaneamente assumono quando tendiamo le braccia in avanti (che poi è lo stesso concetto che riguarda la presa bassa).
La foto da te postata è di un Soma Junebug, ovvero uno di quei manubri (assieme al Midge, al Ragley Luxy, all'Origin 8 Gary Sweep OS, e in parte al Woodchipper) pensati esplicitamente per un uso puramente mtb. In tale contesto, la presa bassa è totalmente primaria, insomma deve essere quanto più possibile ottimizzata in funzione di ergonomia e controllo, piuttosto a discapito della fruibilità delle altre posizioni. Anche la posizione di montaggio cambia radicalmente, richiedendo che il punto dove pollice e indice stringono il manubrio in presa bassa sia pochi cm sopra o sotto la sella. In tal caso, la comodità della presa sopra le leve è un fatto strettamente personale, ma ciò non rappresenta un problema fintanto che la presa bassa funziona come dovrebbe.
Però, manubri del genere, su una bici da gravel, sono decisamente eccessivi (per non dire fuori luogo). Nel nostro caso, non è necessaria la stessa quantità di controllo che serve per affrontare sentieri scassati a ritmo allegro; è invece utile avere più posizioni decentemente fruibili tra cui alternare la presa per non stancare mani e schiena sui lunghi km di ghiaia, nonché magari una posizione in grado di fornire minor resistenza al vento nei tratti in pianura e falsopiano e controvento. Insomma serve qualcosa con slargamento più contenuto, un po' più di drop e reach, e un raggio di curvatura più ampio, magari variabile. Esempi ne sono il Cowbell, il Cowchipper, il Nitto RM-135 e i molti prodotti dai grossi nomi con lo scopo di abbinarli alle proprie gravel-bikes.
Con manubri del genere, l'inclinazione delle leve, lungi dall'essere un problema, è anzi un vantaggio; in generale tutta la forma presenta un'ergonomia migliore rispetto ai classici manubri stradali, in cambio di un po' dell'efficienza -soprattutto aerodinamica- di questi ultimi.
So che l'ho già detto, ma non sarà un caso che prima del boom del ciclismo negli anni '50-'60, quando le corse si svolgevano quasi interamente su strade sterrate, le percorrenze erano lunghissimissimissime e le medie basse, i ciclisti usassero manubri slargati in basso, e che questi siano stati soppiantati da quelli con fianchi paralleli solo quando la miglior qualità media delle strade ha consentito di usare mezzi più delicati ma performanti, portando, grazie anche ad un accorciamento delle distanze da percorrere di tappa in tappa, velocità medie più elevate e quindi una maggior ricerca dell'efficienza aerodinamica.
John ognuno fa quello che vuole ma la scelta di tenere le mani sulla presa alta è dinamicamente sbagliata in modo oggettivo.
Per questo non devi prenderla sul personale se qualcuno ti dice che sbagli. Detto ciò se ti sei abituato così e non vuoi progredire va benissimo [emoji4]
Quello che fanno i professionisti non è indicativo per un amatore o cicloturista, vedi froom che pedala in discesa come abbiamo visto tutti.
E, tra parentesi, il gravel biking non "deriva" certo dal cx. Anzi, semmai è molto più affine alla bdc, anche come idea alla base dei mezzi.
I tempi di Coppi e Bartali erano già altri, le strade erano migliori, le percorrenze minori, e le medie più elevate.
Quantomeno, essendo a conoscenza di ciò, si può aver più chiaro che si tratta di leve d'emergenza. Fra l'altro, lo dici anche te, soffermandoti sul fatto che è una possibilità in più. Il mio insistere su questo punto dipende dal fatto che immagino che chi viene dalla mtb e non riesce a trovarsi da subito col drop bar, pensi di risolvere i suoi problemi montando le interrupter, andando incontro a rischi non solo di usura precoce, ma soprattutto di cappottamento! Insomma, passare da un manubrio da 75cm ad uno da 35cm utili sarà magari più facile perché non richiede di cambiare la posizione delle mani, ma certo non aiuta a districarsi nel controllare il mezzo in situazioni scabrose.
ma molti amatori non si spostino mai dalle leve è anch'esso un fatto oggettivo. La spiegazione risiede nel fatto che, per imitare un assetto ritenuto...come dire..."degno", che poi è in sostanza quello dei pro, viaggiano con un dislivello sella-manubrio per loro ingestibile, di fatto rinunciando ai vantaggi del drop bar.
Infine, il Midge, il Junebug e altri manubri simili sono progettati per essere usati nel fuoristrada tecnico, montati su mezzi pensati per affrontarlo (io le chiamo mtb...). Non è che me lo invento io...se ti informi un po' puoi trovarne conferma. E' quindi ovvio che su una gravel risultino un po', uhm, estremi.
Così come non è strano che in generale si tenga spesso t6ale posizione nel gravel, intendendo per gravel quei percorsi che si svolgono su strade bianche o poco più. In tal caso in effetti può essere sufficiente anche un classico manubrio da corsa, fermo restando che i vantaggi di una presa bassa leggermente più larga e soprattutto leggermente inclinata verso l'esterno rimangono anche su asfalto (ripeto, vedi i manubri da randonnèe).
Scherzi! Vero?
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La tappa standard di un grande giro era di 250km ed i passi alpini erano praticamente tutti sterrati (gravel?).
Una MTB con drop ha esigenze diverse di una cx/bdc con il drop, me lo concederai, o no?
Io vengo dalla BDC eil tecnico in presa alta (condorino) lo riesco benissimo a fare e non mi sento di certo un fenomeno, ripeto: non è questione di più facile, adatto o cosa.
Se mi trovo in un punto (magari in salita) per cui sto in presa alta e c'è del tecnico (tecnico limitato alle capacità di una gravel, beninteso, mica enduro spinto) non ho problemi.
Sono sempre 40cm almeno (44 C/C)..
Hai detto tutto da solo.
Ricordo che nel primo post avevo scritto che pieghe come Easton AX sono eventualmente più indicate, leggermente aperte, ma non troppo.
Easton AX
Direi che ci siamo intesi.
No per niente perché?
Gravel e cx hanno in comune solo il fatto di percorrere fondi sterrati (peraltro di tipologia ben diversa).
Per il resto una è una disciplina quasi unicamente agonistica, l'altro un modo di andare in bici che vede le gare solo come momenti di aggregazione in più; le gare di cx durano circa un'ora e si svolgono su percorsi infestati di fango ed erba e tortuosi all'inverosimile, mentre le uscite/gare gravel sono un po' come delle uscite in bdc solo su strade sterrate, con percorrenze generalmente superiori ai 100km, spesso anzi diverse centinaia, su fondi compatti e tutto fuorché tortuosi; le velocità medie nel cx sono basse, a causa dei continui cambi di ritmo, mentre nel gravel possono avvicinarsi a quelle di un'uscita in bdc, con velocità spesso costanti per km e km.
Anche le bici rispecchiano queste basi: infatti una gravel bike ha spesso bb bello basso (al contrario di una cx, dove il bb più alto è utile ad evitare di zappare il fondo coi pedali), sterzo più aperto un po' come le moderne comfort bike (le cx invece richiedono agilità per districarsi tra le serpentuose fettucine, e tendono quindi ad avere sterzi piuttosto chiusi), e in generale un telaio votato più all'assorbimento che alla reattività.
Poi ci sono millemila modi di intendere l'idea di gravel biking, alcuni addirittura (tipo me!) usano la gravel quasi come una mtb, ma senza addentrarci a sviscerare ogni singola possibilità, mi pare una asserzione equilibrata dire che le bici da gravel sono delle bici da corsa progettate per affrontare strade sterrate anziché asfaltate.