i casi sono 2 o sono tutti dopati...
Ti sei risposto da solo, e non voglio tirar dentro tutti, ma è così
i casi sono 2 o sono tutti dopati...
mi sai spiegare come?
certo che hai avuto un tempismo perfetto. decidi di affrontare il tema doping ed il giorno dopo beccano positivo il vincitore del tour
secondo me chi ha dubbi è un po' ingenuo...(senza offesa per nessuno)
il doping è sempre almeno un passo avanti all' antidoping quindi è quasi impossibile combatterlo...ora che trovi il sistema di rilevare la positività ad una data sostanza ne è già uscita almeno un' altra che non riesci a scovare...
comunque al di la di questo, io non capisco perchè si debba intraprendere una battaglia persa in partenza, anche se triste secondo me sarebbe più logico lasciare libertà agli atleti professionisti, che tanto hanno alle spalle staff medici di tutto rispetto (magheggi a parte), di prendere quello che gli pare!
se uno è maggiorenne non vedo perchè non possa decidere della sua vita/salute.
li si informa sui danni effettivi e potenziali e poi li si fa scegliere
tanto è quello che succede nella realtà nell' illegalità (sportiva).
non vedo il senso di queste battaglie onestamente...
la cosa più grave a mio modo di vedere è che si faccia utilizzo di farmaci a livelli dilettantistici/amatoriali senza nessuno competente al seguito...
il professionista lo fa di lavoro e per me è giustificabile...
fa una scelta di vita consapevole...
se si "vietassero" tutti i lavori nocivi alla salute non lavorerebbe più nessuno...
capisco che qualcuno obietterà che poi non puoi competere ad armi pari e che è tutto una truffa....
secondo me è molto più truffa far credere che non ci si sia dopati...
Il dare un giudizio mi mette a disagio.
Se i ciclisti si dopano tutti e se i rom sono tutti delinquenti gli italiani sono tutti mafiosi.
Ciao
Claudio
Partiamo dal presupposto che....'Dagli altri vorrei delle risposte perche' delle domande me ne pongo gia' troppe' (come diceva un grande scrittore noto per i brillanti aforismi)
e in genere chi si pone domande ha anche sempre molti dubbi. E adesso cerco di spiegarmi meglio.
L'ipocrisia sta nel fatto che alla fine, anche nel dubbio, tutti dobbiamo SCEGLIERE. Siamo COSTRETTI A SCEGLIERE. E se non lo facciamo noi molto spesso (quasi sempre) sono gli altri che lo fanno per noi.
Con un esempio,rimanendo al doping, ma potremmo davvero parlare di qualsiasi altro argomento cioe' fare...filosofia, ha sicuramente avuto dubbi il dottore che ad un certo punto della sua carriera ha SCELTO che e' meglio adoperare la propria intelligenza per studiare come truccare il motore umano mettendo a rischio la vita della sua atleta-cavia e diventare ricco e anche famoso piuttosto che rimanere solo un brillante medico come ce ne sono tanti. Ancora, sicuramente ad un punto cruciale della sua vita avra' avuto un sacco di dubbi anche l'allenatore che, nel miraggio di diventare un guru nel suo ambito sportivo invece che rimanere un anonimo personaggio da polisportiva, SCEGLIE di imporre la fialetta ai suoi piu' promettenti e amati ragazzi. E cosi' via.
Quindi perche' dover pensare che il dubbio dell'atleta, di quei 'colossi dai piedi d'argilla' che hanno tanto toccato Ser, sia piu' nobile di quello di chiunque altro se poi alla fine anche quest'ultimo ha dovuto necessariamente portare ad una SCELTA?
Perche' i dubbi vengono solo quando vediamo crollare il mito dell'atleta e non quando nei guai ci finiscono anche tutti gli altri anelli della sporca catena e magari proviamo un'immensa soddisfazione? Solo perche' il mestiere dell'atleta in questione e' quello di faticare, pedalare ore e ore e non stare magari sui libri per ore e ore (nel caso del dottore) o semplicemente sopportare la fatica di essere un Mr nessuno (nel caso dell'allenatore)?
E' qui che il dubbio sfiora l'ipocrisia.
NOI TUTTI siamo giudicati per le nostre SCELTE o NON SCELTE. Anzi, noi SIAMO le nostre scelte, NON i nostri dubbi!!
Quello che volevo intedere nel mio primo scarno intervento era semplicemente che regole chiare e fatte rispettare possono semplificare la risoluzione di problemi che sono molto concreti e reali (tanti atleti hanno pagato con la pelle la gloria e l'onore delle loro scelte anche senza essere stati 'criminalizzati') e un qualche 'certezza' forse potrebbe aiutare a decidere da quale parte andare nei momenti in cui il dubbio si insinua.
Detto questo, poi, chiunque e' libero di SCEGLIERE di violarle (le regole) ma questa sarebbe una posizione molto netta che non dovrebbe poi lasciare dubbio su chi deve giudicare, sia esso un giudice o semplicemente un ammiratore, un sostenitore.
In 'quest'altro film' (visto che non stiamo parlando della realta' e per questo uso il condizionale sarebbe molto piu' chiaro a chiunque che chi e' beccato ha semplicemente barato, ingannato quelli che si sono misurati con lui, tradito la fiducia e la stima dei propri sostenitori e quindi e' giusto che paghi. Niente di piu'. Non voglio criminalizzazioni. Semplicemente, gli errori si pagano.
A Ser faccio poi una domanda, visto che poi l'argomento e' gia stato toccato: ti potresti permettere il lusso del tuo dubbio se tu avessi un figlio molto dotato e promettente che, trovandosi davanti al fatidico bivio, avesse bisogno del tuo aiuto per decidere? Non saresti costretto a SCEGLIERE?
@motobimbo che diceva: se per filosofia intendi l'esplorazione dell'umana conoscenza allora sappi che tutti quelli che fanno veramente mountainbike esplorano questi territori. (imho)
Pensa che ho comprato pure il gps
Non ti seguo.Questo l'hai detto tu. Io ho parlato di regole ma non te ne sei accorto.
filosofia spiccia per filosofia spiccia...
dopo tutta questa dissertazione ti sei scordato di rispondere alla domanda da cui sei partito...ovvero il nesso dubbio-ipocrisia (incoerenza prassi/morale, azione/valore, ecc.)... che risulta ancora indimostrato.
perché non basta dire semplicisticamente che comunque, dubbio o meno, si debba prima o poi scegliere, perché mi sa tanto di tautologia... (il dubbio nasce proprio dalla necessità di una scelta, di una azione, dell'adozione di una morale e di una prassi...se ti è capitato di leggere mai il famoso 'Discorso sul metodo', ricorda a che serviva il dubbio al buon Descartes..visto che ti piace fare filosofia )
ps: la sospensione del giudizio, l' epoché scettica, non ha nulla poi di ipocrita, se umanamente (e non giuridicamente e sportivamente, in quanto sono presenti regole convenzionalemnte stabilite e accettate da chi partecipa al gioco,...perché mi pare che proprio qui sia ciò che non è stato per nulla compreso del post di Ser...è una differenza sottile, ma estremamente netta) un individuo non ha elementi che permettano alla sua morale (non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente) di giudicare...
ps: in ambito morale, ipocrisia sarebbe se io dicessi essere meglio A di B, salvo poi scegliere B. In questo caso invece, Io tra A e B non ho elementi sufficienti per scegliere tra l'uno e l'altro, e non essendo per me, da spettatore, essenziale scegliere, posso tranquillamente sospendere il mio giudizio e la mia scelta, in attesa di avere un giorno ulteriori elementi per valutare.
Se, ancora, tra A e B io non so scegliere, ma per necessità scelgo o A o B, qualunque scelta faccia non è ipocrisia, poiché non vi è incoerenza tra quanto professato e tra quanto scelto.
Non ho parlato dell'ipocrisia della scelta ma della 'non scelta'.
Chiuso OT di filosofia spiccia in risposta a filosofia spiccia..
Concordo. Non ci seguiamo.Non ti seguo.
Ciao
Claudio
Andrà meglio la prossima volta, sono sicuro.Concordo. Non ci seguiamo.
Ciao
il dubbio 'e' la grande sconfitta dello sport'.
Scusa ma non l'hai capito tu dove sta l'ipocrisia: sta nel fatto di considerare il dubbio e il travaglio esistenziale (anche se vero) del campione/eroe dopato della novella di Ser molto piu' nobile dei dubbi con i quali tutti siamo costretti a confrontarci nella vita di tutti giorni.
Scusa ma non l'hai capito tu dove sta l'ipocrisia: sta nel fatto di considerare il dubbio e il travaglio esistenziale (anche se vero) del campione/eroe dopato della novella di Ser molto piu' nobile dei dubbi con i quali tutti siamo costretti a confrontarci nella vita di tutti giorni. E che questa ipocrisia poi alla fine sia l'elemento che paralizza. Rileggiti a modo la prima parte.
Non ho letto il 'Discorso sul metodo' ma quando si usa l'aggettivo 'cartesiano' non lo si usa certo per sottolineare qualcosa che ha che fare con il dubbio. Come dici tu che lo hai letto, evidentemente il dubbio nel 'Discorso' ha trovato una sua collocazione ed e' servito per arrivare ad altro. Qua mi sembra invece che si voglia fare l'apologia del dubbio. Altro che Cartesio. E se questo e' il fine....ok, no problem!
P.S. me lo leggero' comunque
La sospensione del giudizio con i pressuposti che metti tu (la sua morale... non convenzionale, non giuridica, ma personale per quanto permeata socialmente??????? e cosa vuole dire?) non e' ipocrisia, certo, ma intanto al nostro eroe dopato la medaglia gliela diamo o no? Guarda che se non gliela dai o togli tu,gliela da' o toglie qualcun'altro.... di impostazione piu' cartesiana.
Ti riporto il 'riassunto' di Ser alla sua novella in risposta a qualcuno che evidentemente non capiva in cosa consistesse il dubbio del titolo:
'Nella lealtà, la correttezza, la regolarità di uno sport.
Questo è il danno più grande.
Ormai chiunque di fronte ad una vittoria o un'impresa ti dice: "si, ma tanto..."
Indipendentemente dalla realtà dei fatti (dopato o meno).
Questo a mio avviso è la grande sconfitta di un certo modo di intendere lo sport: avere un dubbio. Sempre.
Questo è il punto del mio discorso.'
Se capisco bene, perche' potrebbe essere molto ambigua la frase, il dubbio 'e' la grande sconfitta dello sport'.
E se cosi' e', perche' se uno parla di regole 'deve rileggersi il post' o essere off topic?
Certo perche',come dici tu, "siamo spettatori e non abbiamo necessita' di scegliere e possiamo tranquillamente sospendere il giudizio e la scelta senza essere ipocriti".
Ma per me il dubbio che si faccia solo apologia del dubbio a questo punto non e' piu' un dubbio.
Per me basta cosi'.
Chiaro che sto' travaglio mi è stato più facile vederlo nel campione (o pseudotale) fallito e disilluso
...quanto mi piacerebbe vederlo 'sto travaglio in altri ambiti (visto che di discute di disillusione collettiva)...
...quanto mi piacerebbe vederlo 'sto travaglio in altri ambiti (visto che di discute di disillusione collettiva)...
p.s.
l'apostrofo avanti o dietro l'abbreviazione "sto" non è ininfluente perchè allude al "que", che notoriamente era il fratellino terribile e rinchiuso in orfanotrofio di qui, quo & qua
Nell'epoca del viagra gli esempi non mancano:
"Gli atleti di tutto il mondo hanno assorbito il modello americano del sé e del corpo, forse per via dell'influenza della psicologia sportiva americana (che "produce risultati"). Gli atleti parlano apertamente di se stessi come di macchine di una varietà biologica che richiede certi tipi di nutrimento in determinate quantità a specifiche ore del giorno, e che viene "azionata" in vari modi dai sorveglianti così da arrivare ad una prestazione di ottimo livello.
Si può immaginare come faranno l'amore questi atleti: un'attività vigorosa, seguita dallo scoppio dell'orgasmo, spiegato come una forma di premio per il meccanismo fisico, seguito da un breve periodo di rilassamento, durante il quale il supervisore fantasma conferma che la prestazione è stata all'altezza degli standard."
J.M. Coetzee, Diario di un anno difficile, Einaudi, p. 133