Non nego che il processo produttivo possa essere interessante per la questione dei robot, ma a mio giudizio la festa finisce lì.
Per passare da una configurazione all'altra bisogna infatti cambiare i foderi (445 USD e sai che comodità), la forcella ed in un paio di casi anche le ruote. Spesso ci si impigrisce a spostare un flip chip sui telai a geo variabili, ed in questo caso uno smonta mezza bici in base alle uscite? Poco credibile.
I ragazzi di Guerrilla Gravity spiegano che la modularità del telaio e la possibilità di cambiare modello in base a che fodero alto si monta (cambiando ovviamente anche i componenti) non è pensata per un cambio in base alle uscite (anche se resta fattibile... ammesso che uno abbia voglia di passare più tempo con la bici sul cavalletto che sui trail). Il concetto di modularità è pensato per mantenere lo stesso triangolo anteriore nel caso in cui si volesse cambiare modello di bici in futuro, invece che dover vendere e ricomprare un nuovo modello. I costruttori dichiarano che il tipo di carbonio utilizzato e la precisione della tecnica costruttiva realizzata dai robot è in grado di creare un telaio del 300% più resistente della media dei telai in carbonio in circolazione, quindi secondo loro ha senso mantenere lo stesso triangolo anteriore per parecchi anni. Inoltre, nulla vieta poi di avere un set di componenti aggressivi per una settimana di vacanze in bike park da montare sul telaio che normalmente usi montato da trail. Insomma, le possibilità sono molte, ma concordo che evidentemente quella di cambiare versione di bici in base alle singole uscite sia quella concretamente più improbabile. L'idea comunque è interessante e anche il risvolto in termini di produttività ha senso.