Aveva visto giusto, Dennis Switch: guardare nella galleria era un ottimo modo per guardare il cuore della montagna e per capire dove cercare. Ora era in grado di tracciare uno schema di quel filone, quella sottile linea ricca di minerali tra i quali, uno, suscitava in Dennis un profondo desiderio.
Il colore del cielo terso, l'azzurro dell'aria più pura cristallizzato in quello che tutti chiamano Acquamarina, ma che Dennis preferiva chiamare solo Cielo.
Certo, quella cosa nella galleria l'aveva spaventato, ma lui aveva già visto abbastanza.
....un maiale! Forse si era sbagliato, forse le notti insonni trascorse immerso nelle fantasie della ricerca, lo avevano spossato. Forse era solo un escursionista di quelli nostalgici, quelli che ancora girano con il calzino di lana pesante sul pantalone di velluto e la mantella di lana, chissà.
la prossima volta che lo inconto gli consiglio una giacca tecnica pensò Dennis cinico mentre si addormentava.
Le lunghe giornate in ufficio immobile su una sedia, la frenesia della bici, l'energia repressa che si accumula, le mani nervose e la mascella serrata, Dennis sapeva quello che voleva: aveva bisogno di un feticcio, di qualcosa che lo distraesse nell'attesa dell'uscita.
Il Cielo: ora sapeva dove cercare.
Adesso voleva il Verde: la gemma il cui colore ricorda i prati appena toccati dall'estate, e il cui nome, Demantoide, richiama una gemma più famosa, più dura ma incredibimente meno luminosa!
Si Dennis, le voleva entrambe.
Un nuovo giorno, una nuova uscita.
La nuova ricerca lo avrebbe portato altrove, seguendo un'altra linea: l'Isnubrica, quella cicatrice geologica che unisce tra loro due mondi diversi e due placche diverse.
Via, In Valmalenco.
Da Campo Sfrancia verso la Val Lanterna. Altre gallerie per scrutare nel profondo delle montagne fino alla ferita della Val Brutta: la montagna squarciata dalle cave, i suoi tesori indecentemente esposti.
Dennis era esperto, un'occhiata gli sarebbe bastata per capire dove cercare ma mentre il suo sguardo spaziava sullo sfasciume di cava, una figura in controluce, il mantello nero, la testa deforme.
Lui, di nuovo lui! No, questa volta, non scappo pensò.
Dennis si avvicina, solo per constatare che ha proprio la faccia da porco. Che schifo!
Ma poi quel verso, quell'urlo assordante. Nella mente di Dennis le immagini esplodono: il porco ucciso, squarciato, smembrato fino all'ultimo brandello di carne.
Scappare, scappare, scappare da quell'incubo. Corri, Dennis,corri come non hai corso mai.
Un'altra notte insonne con il sudore che cola dalla fronte e quelle immagini, il maiale, le cave di serpentino, lo splendore delle gemme.
Ma è ora di concludere: domani sarebbe partito per le ricerche definitive, avrebbe portato a casa i tesori che gli toglievano il sonno, avrebbe posseduto, finalmente, l'essenza più bella della montagna grazie alla quale poter sopportare i giorni senza bici, i giorni grigi e tristi passati davanti al pc.
L'equipaggiamento del biker è pronto, ora quello del cercatore: martello, scalpelli, lente, carta geologica.
Foglio 7-18 Pizzo Bernina Sondrio.
Innumerevoli sono le linee che solcano queste montagne, ma una salta agli occhi di Dennis, ancora scosso per la notte insonne, la linea del Porcile.
La decisione è rapida, lui ha bisogno di risposte e qualcosa gli dice che le troverà.
Oggi si riparte solo con la bici: destinazione Passo di Porcile e Monte Cadelle.
Da lì il panorama che riempie gli occhi di Dennis: i tre laghetti di Porcile che come un diadema con tre perle incoronano la Val Lunga: i colori magnifici e profondi.
In discesa, Dennis, ora lanciati verso di loro, senti i colori.
Niente feticci, la montagna ti entra dentro, non hai bisogno di sciocche gemme per portarla negli occhi e nel cuore.
Dennis lo sa, non incontrerà più il maiale.
Il colore del cielo terso, l'azzurro dell'aria più pura cristallizzato in quello che tutti chiamano Acquamarina, ma che Dennis preferiva chiamare solo Cielo.
Certo, quella cosa nella galleria l'aveva spaventato, ma lui aveva già visto abbastanza.
....un maiale! Forse si era sbagliato, forse le notti insonni trascorse immerso nelle fantasie della ricerca, lo avevano spossato. Forse era solo un escursionista di quelli nostalgici, quelli che ancora girano con il calzino di lana pesante sul pantalone di velluto e la mantella di lana, chissà.
la prossima volta che lo inconto gli consiglio una giacca tecnica pensò Dennis cinico mentre si addormentava.
Le lunghe giornate in ufficio immobile su una sedia, la frenesia della bici, l'energia repressa che si accumula, le mani nervose e la mascella serrata, Dennis sapeva quello che voleva: aveva bisogno di un feticcio, di qualcosa che lo distraesse nell'attesa dell'uscita.
Il Cielo: ora sapeva dove cercare.
Adesso voleva il Verde: la gemma il cui colore ricorda i prati appena toccati dall'estate, e il cui nome, Demantoide, richiama una gemma più famosa, più dura ma incredibimente meno luminosa!
Si Dennis, le voleva entrambe.
Un nuovo giorno, una nuova uscita.
La nuova ricerca lo avrebbe portato altrove, seguendo un'altra linea: l'Isnubrica, quella cicatrice geologica che unisce tra loro due mondi diversi e due placche diverse.
Via, In Valmalenco.
Da Campo Sfrancia verso la Val Lanterna. Altre gallerie per scrutare nel profondo delle montagne fino alla ferita della Val Brutta: la montagna squarciata dalle cave, i suoi tesori indecentemente esposti.
Dennis era esperto, un'occhiata gli sarebbe bastata per capire dove cercare ma mentre il suo sguardo spaziava sullo sfasciume di cava, una figura in controluce, il mantello nero, la testa deforme.
Lui, di nuovo lui! No, questa volta, non scappo pensò.
Dennis si avvicina, solo per constatare che ha proprio la faccia da porco. Che schifo!
Ma poi quel verso, quell'urlo assordante. Nella mente di Dennis le immagini esplodono: il porco ucciso, squarciato, smembrato fino all'ultimo brandello di carne.
Scappare, scappare, scappare da quell'incubo. Corri, Dennis,corri come non hai corso mai.
Un'altra notte insonne con il sudore che cola dalla fronte e quelle immagini, il maiale, le cave di serpentino, lo splendore delle gemme.
Ma è ora di concludere: domani sarebbe partito per le ricerche definitive, avrebbe portato a casa i tesori che gli toglievano il sonno, avrebbe posseduto, finalmente, l'essenza più bella della montagna grazie alla quale poter sopportare i giorni senza bici, i giorni grigi e tristi passati davanti al pc.
L'equipaggiamento del biker è pronto, ora quello del cercatore: martello, scalpelli, lente, carta geologica.
Foglio 7-18 Pizzo Bernina Sondrio.
Innumerevoli sono le linee che solcano queste montagne, ma una salta agli occhi di Dennis, ancora scosso per la notte insonne, la linea del Porcile.
La decisione è rapida, lui ha bisogno di risposte e qualcosa gli dice che le troverà.
Oggi si riparte solo con la bici: destinazione Passo di Porcile e Monte Cadelle.
Da lì il panorama che riempie gli occhi di Dennis: i tre laghetti di Porcile che come un diadema con tre perle incoronano la Val Lunga: i colori magnifici e profondi.
In discesa, Dennis, ora lanciati verso di loro, senti i colori.
Niente feticci, la montagna ti entra dentro, non hai bisogno di sciocche gemme per portarla negli occhi e nel cuore.
Dennis lo sa, non incontrerà più il maiale.