Una prima considerazione.
Non esiste il problema relativo a come sia stata realizzata un'opera, che si tratti di foto, video, cinema, pittura, scultura, letteratura e chi più ne ha più ne metta.
Rimanendo in ambito fotografico, mi preme sottolineare, e sicuramente ne sarete già eruditi, che un'immagine fotografica non è un "fatto oggettivo" ma un "fatto soggettivo", quindi non è altro che la rappresentazione di una realtà (e qui ci sarebbe da discutere caso per caso se realtà materiale, realtà virtuale o realtà intellettuale) vagliata dal patrimonio intellettuale ed emozionale del fotografo.
Che differenza c'è tra scrivere "si sta come d'autunno, sugli alberi, le foglie", famosa poesia di Ungaretti dal titolo Soldati e realizzare in studio, con modelli e scenografie, un'immagine che comunichi la stessa precarietà, la stessa angoscia, la stessa disperazione?
Avrebbe meno valore di un'immagine realizzata con un mediocre scatto di reportage capace di comunicare solo vago significato rispetto all'immagine "falsa"?
Il miliziano di Robert Capa... Foto falsa?... Chi se ne frega! Comunica e comunica tanto...
Morale:
un'immagine trasmette un messaggio, a prescindere da come sia stata realizzata, vale la pena di discutere se sia giusto modo e maniera, vale la pena discutere dell'etica del codice di comunicazione utilizzato e della violenza del fotografo, vale la pena discutere se, come in
http://www.jamesnachtwey.com/ sia giusto mostrare un profilo martoriato, vero, o mostrare la faccia di un attore che mima il ghigno di un aguzzino!
Insomma, a me da piccolo raccontavano le favole di orchi che mangiavano pastorelli, non del vicino di casa che stuprava la figlia!
Spero di essere riuscito almeno ad avvicinarmi ai concetti che avrei voluto esprimere e ada ver fatto diversi anelli nello stagno.
Ciao