Estate è sinonimo di caldo, e se il tempo tiene ed è per di più afoso, salire in alto è quasi obbligatorio.
E' anche per questo che spesso durante la stagione estiva si migra e domenica 14 agosto la nostra mèta sono le vicine Dolomiti.
Questa volta puntiamo la Val di Fassa e nello specifico le valli più interne, quella di San Nicolò, quella di Contrin e quella finale, meno conosciuta ma non per niente meno bella, la verdeggiante Val di Crepa.
Partiamo io e Mauro ( [MENTION=209553]SOTO[/MENTION] ) di buona lena da Pozza di Fassa, transitiamo da Malga Crocifisso e in non molto tempo siamo già nella splendida Val di San Nicolò costellata da una miriade di baite.
Nei pressi della Baita alle Cascate inizia l'attacco al Passo di San Nicolò posto a 2340 m.
Saliamo dal segnavia sat 608...sono circa 250 m di dislivello da spallare, anche se, giunti al rifugio del passo, fonti local danno pedalabile e sicuramente più abbordabile il nuovo sentiero sistemato sempre con il medesimo numero di segnavia 608 che si stacca prima sul fondo della valle.
Vabbuò, sarà per la prossima...poco prima del passo si riesce anche a pedalucchiare.
Allo svalicamento il paesaggio cambia repentinamente e le cime tutt'attorno si slanciano nel cielo, l'ambiente passa decisamente a quello di alta montagna.
Dopo una breve sosta al Rifugio Passo di San Nicolò riprendiamo la marcia scendendo sempre dal 308 verso la turistica Val di Contrin.
Prima di arrivarci però le foto si sprecano e lo spettacolo è assicurato.
In Val Contrin dobbiamo fare i conti con la civiltà, forse anche troppa direi...una flotta di escursionisti della domenica, le pendenze qui sono leggere...dobbiamo addirittura zigzagare e improvvisarci slalomisti a tutti gli effetti.
Nei pressi di Baita Locia di Contrin un bel e particolare sentiero ci fa restare in quota
e di seguito per non scendere ulteriormente decidiamo di salire lungo la ripida forestale di servizio alle piste del Ciampac.
Mai decisione fu più azzardata...pendenze disumane, bike al fianco o in spalla per cambiare posizione.
Dopo tanta sofferenza e sudore sbuchiamo sulla ben più razionale sterrata per il Rifugio Ciampac anche se pure qui la pendenza ci obbliga ogni tanto a spingere.
Nella turistica piana di Ciampac ritorniamo a respirare
sulla sinistra appare la Sella Brunech e sulla destra l'ultimo sforzo di giornata...150 metri ci separano dal Pian de Sele.
Si sale a spinta
anche se in qualche tratto, racimolate le ultime forze, riusciamo a mettere gli scarponcini sui pedali.
Lungo la salita ci accompagna il bel "dente" della Crepa Neigra (2535 m).
Una volta valicato il passo
la visuale cade non sulla più contaminata piana di Ciampac ma sulla verdeggiante e spettacolare Val di Crepa
mai visto una valle così distensiva e placida,
ce la ricorderemo per molto tempo...vero Mauro?
La prima parte di discesa è abbastanza ostica con quei canali scavati dall'acqua lungo il sentiero.
Più avanti quando la pendenza si attenua è un pedalare che dire rilassante è dir poco.
Anche qui foto a nastro con lo sfondo del Sassopiatto e del Sassolungo.
Ad un certo punto il sentiero entra nel bosco e qui si incaxxa parecchio e fra gradoni in pietra e legno, radici e sassi ci fionda in fondovalle all'altezza dell'abitato di Fontanazzo.
Il rientro su forestali e lungo la ciclabile della Val di Fassa è un gioco da ragazzi...34 km e 1800 m i dati del giro...