Si e no. Nel senso che i rischi ci sono, ma non sono automatici.
Cito da "Biomeccanica degli esrercizi fisici (Stecchi)" :
La fase conclusiva dell'allenamento, contiene una serie di proposte che consentono all'organismo di ritornare allo stato normale svolgendo così un vero e proprio processo di recupero. ...dopo un esercizio di sforzo massimale e prolungato tale da produrre una quantità molto elevata di acido lattico, la rimozione di questo viene favorita notevolmente se vengono eseguiti carichi di lavoro submassimali ( 60/80% ), durante i quali l'acido lattico viene utilizzato come carburante e metabolizzato (Bosco, 1997)." In secondo luogo esiste anche un fattore di pericolosità dovuta all'improvvisa interruzione dell'attività: in questo modo infatti, si verifica un immediato abbassamento della pressione sanguigna non accompagnata da un relativo abbassamento della frequenza cardiaca, la quale si mantiene ancora elevata per diverso tempo grazie alla presenza fisiologica di adrenalina e noradrenalina.
Questo tipo di differenza (tra livello di pressione e frequenza cardiaca) può causare giramenti di testa e conati di vomito in quanto il cuore non riceve la quantità giusta di sangue indispensabile. Nei casi peggiori, fortunatamente rari, si verificano ischemie cardiache. Occorre un breve periodo di 5-10 minuti per far rilassare i muscoli e la tensione nervosa, oltre a ridurre gradatamente e nel modo più razionale la frequenza cardiaca. In questa maniera consentiremo all'organismo di avvicinarsi con dolcezza allo stato di riposo restituendo equilibrio alle strutture muscolari ed articolari che hanno lavorato e concedendo soprattutto alla colonna vertebrale alcuni istanti di meritato rilassamento.