Lunedi mattina ore 4.30: rientro a casa a mi lascio cadere nel letto. Nella mia mente passano veloci infinite immagini di un fine settimana molto, molto intenso. Tutto è iniziato esattamente 48 ore prima, alle 4.30 di sabato mattina. Esco di casa e alle 6 arrivo puntuale allaeroporto di Verona. Allingresso trovo ad attendermi gli amici con i quali condividerò ogni minuto dei prossimi due giorni: dariuz, seby13, compagigi, jag, lisabike, nomad 42 e acido lattico. Con qualcuno già ci conosciamo e con gli altri si crea subito il giusto spirito goliardico che sempre si forma nei raduni fra bikers, anche se di età e provenienze diverse.
Alle 7 puntuale laereo si alza in volo, destinazione Catania.
Nonostante lalzataccia mattutina nessuno dorme, perché ladrenalina già scorre a fiumi nelle nostre vene per quello che stiamo per fare, una due giorni alla scoperta del vulcano più alto dEuropa, la muntagna per eccellenza, iddu, insomma l Etna.
Mentre seduto vicino al finestrino mi godo una bellissima alba sopra ad un mare di nuvole,
ripenso a tutto quello che è successo nellultimo mese, dal primo post di Dariuz a tutta lorganizzazione che ne è seguita, alle adesioni di bikers più disparati del nord Italia, alla visione di filmati, tracce, web cam, alla ricerca del volo e della data che meglio si adattasse a tutti, alle offerte di posti letto nelle vicinanze dellaeroporto e di passaggi fino allo stesso, ai consigli sul parcheggio, alla disponibilità degli amici siculi ad elargire info preziose sui vari itinerari e ad accompagnarci compatibilmente con i loro impegni.
E poi i contatti con lottima Graziella (wonderwoman sul forum) del rifugio Ariel per la sistemazione, i trasferimenti, le bici a noleggio e i consigli per gli itinerari, poi lacquisto dei biglietti, la preparazione del bagaglio a mano minimale ma con tutto quello che deve servire ad una due giorni in bici ed infine leccitazione per limminente partenza, anche se le previsioni sembravano confermare giorno dopo giorno un meteo non certo favorevole allascesa fino ai quasi tremila metri della torre del filosofo.
Riguardo fuori da finestrino e magicamente vedo una sola cosa spuntare dal mare di nuvole: è lEtna.
Non stiamo più nella pelle, ancora prima dellatterraggio siamo già pronti con i caschi in testa!
Usciti dallaeroporto facciamo subito i conti con il problema più grande della Sicilia: il traffico
con le macchine parcheggiate in terza fila, ma puntuale ad attenderci cè Graziella e con la sua capiente Land Rover partiamo in meno che non si dica verso i 1700 del rifugio Ariel. Tappa dobbligo però a Nicolosi, dove nel bar centrale facciamo una lauta colazione tipica a base di cappuccino e cannoli e ci riforniamo di ogni tipo di bombe caloriche locali in vista della lunga scalata che ci attende.
La fama del avatar di Lisabike ci precede fino a queste lontane terre e il barista non può fare a meno di cimentarsi in una delle sue composizioni.
Al momento di pagare scopriamo che la colazione ci è stata offerta da uno sconosciuto ammiratore. Benvenuti in Sicilia!
Al rifugio Ariel troviamo ad aspettarci lamico hantrax, che ci farà compagnia durante la pedalata verso la cima.
Depositiamo i bagagli, prendiamo possesso della camerata, in fretta riempiano gli zaini del necessario, di vestirci non cè bisogno perché siamo partiti da casa in perfetta tenuta da bici, ritiriamo le bici modello xc, front, rigida che più rigida non si può (però la leggerezza, in confronto alle nostre solite am da 15 kg si fa apprezzare) e finalmente alle 11 si comincia a pedalare, mettendo fine a questo mese di lunga preparazione. Adesso siamo solo noi e iddu, lEtna.
Cominciamo a salire con calma, siamo a quota 1700 e dobbiamo arrivare oltre i 2900. La cima è lassù, ancora quasi nascosta.
Sempre su asfalto raggiungiamo il rifugio Sapienza
Qualcuno prova a dire: e se ci portassimo avanti salendo in funivia? Ma la proposta è subito bocciata dalla maggioranza, la cima va conquistata pedalando! Inizia la sterrata, subito con rampe dure che costringono anche a scendere dalla bici, non tanto per la pendenza, quanto per il fondo sabbioso che fa slittare le nostre gommine strette. Si sale fra le lingue di lava
e le prime esclamazioni di stupore per questi sconosciuti paesaggi cominciano a serpeggiare fra il gruppo. Si continua a salire, ormai siamo sopra alle nuvole, cè chi si ferma a fare le riprese, chi a fare le foto, e chi con la scusa di fare le foto si riposa un attimo
Dopo quasi due ore di salita siamo in vista della cima
Le ultime rampe sono molto ripide, siamo svegli dalle 4 e la stanchezza si fa sentire, qualcuno spinge e qualcuno riesce ancora a pedalare, ma un po alla volta si arriva tutti ai 2920 del rifugio del Filosofo.
Ovunque ci si giri cè qualcosa di affascinante da vedere, la neve caduta pochi giorni prima rende ancora più bello il panorama, con il contrasto fra il suo candore e il nero della lava. Se a questo si aggiunge lintenso azzurro del cielo e il mare si nebbia in basso, lo spettacolo è assicurato.
Siamo alla fine di ottobre, la temperatura quassù è fredda ma il sole riesce ancora a scaldarci, cè vento ma per fortuna non esagerato, ci cambiamo al riparo della casetta delle guide alpine e ci rifocilliamo con i panini del bar di Nicolosi.
La voglia di salire fino in cima ai crateri sommitali è tanta, ma purtroppo in questo momento la zona è considerata pericolosa e perciò vietata, pazienza, sarà per la prossima volta, tanto lidea che comincia a prendere forma nella nostra testa è una sola: qui bisogna ritornare!
Scattiamo allora la foto di rito sotto alla cima
e ci avviamo verso la Torre del Filosofo. Dopo una breve discesa,
si sale ancora brevemente verso il punto più alto del tour, 2940 m.
Qui la vista è, se possibile, ancora più bella
e cè chi ammira estasiato il panorama,
chi vuole stupire gli escursionisti
e chi vuole buttarsi direttamente nel cratere!
Dopo il giro intorno alla Torre del Filosofo, inizia quella che molti si stanno pregustando già da un po: la discesa sulla sabbia e sulle ceneri del vulcano!
Nella parte alta c'è ancora un pò di neve
Poi si cominciano a prendere le misure con laffondamento delle ruote sul sentiero che taglia i tornanti,
poi il primo (e unico) imprevisto, dariuz buca. Mentre è in corso la riparazione, ci si diletta a giocare fra lava e sabbia come i bambini.
Si riparte, giù dalla Cisternazza si prende confidenza e il gruppo si scatena.
Si passa poi sul Laghetto in una atmosfera lunare di lava tricolore
Aggiriamo la Montagnola lungo un bel sentiero che corre sopra alla valle del Bove.
Le nuvole ci fanno sempre da sfondo
Si arriva adesso ad uno dei momenti clou della giornata, una pista da discesa libera di sabbia lavica,
dove ognuno si può scatenare come meglio crede, in velocità o facendo slalom fra le pietre e con lemozione di infilarsi direttamente nella nebbia che ti inghiotte.
sabbia nera come l'inferno, con la nebbia che saliva e ci avvolgeva tutti.........e io che urlavo per l'adrenalina che mi prendeva il cuore by lisabike.
Poi di nuovo il sole e ancora sabbia, ripida e infinita, le labbra sono ormai deformate in un sorriso che arriva oltre le orecchie,
ci si ferma, si commenta, si fotografa, si guarda indietro, sembra impossibile, è uno dei parchi giochi naturali più grandi e più divertenti che un biker possa incontrare, il tutto condito da un superbo panorama.
Si riparte ancora, ci si supera e qualcuno si fa anche prendere la mano, vero acido citrico?
Adesso siamo già mille metri più in basso, comincia un po di bassa vegetazione e facciamo slalom fra i cespugli spinosi.
Siamo quasi alla strada, ci fermiamo a guardare le nostre scie mentre il solito sorriso ebete del biker non accenna minimamente a diminuire.
Il sole batte sulla sabbia nera e scalda ancora, ci fermiamo e ci spogliamo delle giacche invernali ancora increduli per quello che abbiamo appena vissuto,
mentre i commenti e le esternazioni di felicità si sprecano.
Ancora un ultimo tratto di discesa e arriviamo alla strada, risaliamo brevemente fino nei pressi del rifugio Sapienza, dove festeggiamo degnamente questa splendida ed incredibile giornata con un brindisi serale.
Cè ancora tempo per una visita ai crateri Silvestri, da dove si vede bene la distesa di sabbia nera teatro della bellissima discesa, con ancora i segni del nostro passaggio.
Il sole sta per tramontare, cominciamo la discesa verso il rifugio Ariel, quando siamo fermati da due ragazzi in auto che vogliono assolutamente fotografarci, la fama dei magnifici otto alla conquista della Muntagna si è ormai sparsa per tutta la Sicilia.
Scopriamo ancora un pezzo di sentiero che taglia lasfalto fra la lava (tanto per cambiare) e facciamo ritorno al rifugio Ariel, dove ci attende wonderwoman che ha acceso il caminetto e preparato tutto il necessario per una calda doccia.
Prima di cena ci ritroviamo intorno al tavolo davanti al caminetto, e aiutati da un buon numero di birre riviviamo tutti i bei momenti di questa fantastica giornata, conditi dai soliti sfottò sugli ultimi arrivati in salita e sulle cadute, volontarie o meno, nella sabbia lavica.
Dopo la ottima e abbondante cena preparata da Graziella-wonderwoman a base di specialità locali e innaffiata dalla solita birra, gli altri due ospiti del rifugio, una giovane coppietta di Catania, ci invita a mangiare la torta di compleanno insieme a loro, sempre per il fatto che la fama (e la fame) dei magnifici otto ci aveva abbondantemente preceduto sullisola.
Dopo cena ancora qualche birretta per sciacquare la gola e poi tutti a nanna, la partenza per laltomontana dellindomani è fissata per le 8.30, ma cè già qualcuno che minaccia una alzataccia notturna per vedere lalba, vedremo come andrà questa notte ..
Continua....
giorno due... http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=176975
(grazie a dariuz, compagigi e jag per alcune foto o-o)
il video Due giorni sull'Etna on Vimeo
Alle 7 puntuale laereo si alza in volo, destinazione Catania.
Nonostante lalzataccia mattutina nessuno dorme, perché ladrenalina già scorre a fiumi nelle nostre vene per quello che stiamo per fare, una due giorni alla scoperta del vulcano più alto dEuropa, la muntagna per eccellenza, iddu, insomma l Etna.
Mentre seduto vicino al finestrino mi godo una bellissima alba sopra ad un mare di nuvole,
ripenso a tutto quello che è successo nellultimo mese, dal primo post di Dariuz a tutta lorganizzazione che ne è seguita, alle adesioni di bikers più disparati del nord Italia, alla visione di filmati, tracce, web cam, alla ricerca del volo e della data che meglio si adattasse a tutti, alle offerte di posti letto nelle vicinanze dellaeroporto e di passaggi fino allo stesso, ai consigli sul parcheggio, alla disponibilità degli amici siculi ad elargire info preziose sui vari itinerari e ad accompagnarci compatibilmente con i loro impegni.
E poi i contatti con lottima Graziella (wonderwoman sul forum) del rifugio Ariel per la sistemazione, i trasferimenti, le bici a noleggio e i consigli per gli itinerari, poi lacquisto dei biglietti, la preparazione del bagaglio a mano minimale ma con tutto quello che deve servire ad una due giorni in bici ed infine leccitazione per limminente partenza, anche se le previsioni sembravano confermare giorno dopo giorno un meteo non certo favorevole allascesa fino ai quasi tremila metri della torre del filosofo.
Riguardo fuori da finestrino e magicamente vedo una sola cosa spuntare dal mare di nuvole: è lEtna.
Non stiamo più nella pelle, ancora prima dellatterraggio siamo già pronti con i caschi in testa!
Usciti dallaeroporto facciamo subito i conti con il problema più grande della Sicilia: il traffico
con le macchine parcheggiate in terza fila, ma puntuale ad attenderci cè Graziella e con la sua capiente Land Rover partiamo in meno che non si dica verso i 1700 del rifugio Ariel. Tappa dobbligo però a Nicolosi, dove nel bar centrale facciamo una lauta colazione tipica a base di cappuccino e cannoli e ci riforniamo di ogni tipo di bombe caloriche locali in vista della lunga scalata che ci attende.
La fama del avatar di Lisabike ci precede fino a queste lontane terre e il barista non può fare a meno di cimentarsi in una delle sue composizioni.
Al momento di pagare scopriamo che la colazione ci è stata offerta da uno sconosciuto ammiratore. Benvenuti in Sicilia!
Al rifugio Ariel troviamo ad aspettarci lamico hantrax, che ci farà compagnia durante la pedalata verso la cima.
Depositiamo i bagagli, prendiamo possesso della camerata, in fretta riempiano gli zaini del necessario, di vestirci non cè bisogno perché siamo partiti da casa in perfetta tenuta da bici, ritiriamo le bici modello xc, front, rigida che più rigida non si può (però la leggerezza, in confronto alle nostre solite am da 15 kg si fa apprezzare) e finalmente alle 11 si comincia a pedalare, mettendo fine a questo mese di lunga preparazione. Adesso siamo solo noi e iddu, lEtna.
Cominciamo a salire con calma, siamo a quota 1700 e dobbiamo arrivare oltre i 2900. La cima è lassù, ancora quasi nascosta.
Sempre su asfalto raggiungiamo il rifugio Sapienza
Qualcuno prova a dire: e se ci portassimo avanti salendo in funivia? Ma la proposta è subito bocciata dalla maggioranza, la cima va conquistata pedalando! Inizia la sterrata, subito con rampe dure che costringono anche a scendere dalla bici, non tanto per la pendenza, quanto per il fondo sabbioso che fa slittare le nostre gommine strette. Si sale fra le lingue di lava
e le prime esclamazioni di stupore per questi sconosciuti paesaggi cominciano a serpeggiare fra il gruppo. Si continua a salire, ormai siamo sopra alle nuvole, cè chi si ferma a fare le riprese, chi a fare le foto, e chi con la scusa di fare le foto si riposa un attimo
Dopo quasi due ore di salita siamo in vista della cima
Le ultime rampe sono molto ripide, siamo svegli dalle 4 e la stanchezza si fa sentire, qualcuno spinge e qualcuno riesce ancora a pedalare, ma un po alla volta si arriva tutti ai 2920 del rifugio del Filosofo.
Ovunque ci si giri cè qualcosa di affascinante da vedere, la neve caduta pochi giorni prima rende ancora più bello il panorama, con il contrasto fra il suo candore e il nero della lava. Se a questo si aggiunge lintenso azzurro del cielo e il mare si nebbia in basso, lo spettacolo è assicurato.
Siamo alla fine di ottobre, la temperatura quassù è fredda ma il sole riesce ancora a scaldarci, cè vento ma per fortuna non esagerato, ci cambiamo al riparo della casetta delle guide alpine e ci rifocilliamo con i panini del bar di Nicolosi.
La voglia di salire fino in cima ai crateri sommitali è tanta, ma purtroppo in questo momento la zona è considerata pericolosa e perciò vietata, pazienza, sarà per la prossima volta, tanto lidea che comincia a prendere forma nella nostra testa è una sola: qui bisogna ritornare!
Scattiamo allora la foto di rito sotto alla cima
e ci avviamo verso la Torre del Filosofo. Dopo una breve discesa,
si sale ancora brevemente verso il punto più alto del tour, 2940 m.
Qui la vista è, se possibile, ancora più bella
e cè chi ammira estasiato il panorama,
chi vuole stupire gli escursionisti
e chi vuole buttarsi direttamente nel cratere!
Dopo il giro intorno alla Torre del Filosofo, inizia quella che molti si stanno pregustando già da un po: la discesa sulla sabbia e sulle ceneri del vulcano!
Nella parte alta c'è ancora un pò di neve
Poi si cominciano a prendere le misure con laffondamento delle ruote sul sentiero che taglia i tornanti,
poi il primo (e unico) imprevisto, dariuz buca. Mentre è in corso la riparazione, ci si diletta a giocare fra lava e sabbia come i bambini.
Si riparte, giù dalla Cisternazza si prende confidenza e il gruppo si scatena.
Si passa poi sul Laghetto in una atmosfera lunare di lava tricolore
Aggiriamo la Montagnola lungo un bel sentiero che corre sopra alla valle del Bove.
Le nuvole ci fanno sempre da sfondo
Si arriva adesso ad uno dei momenti clou della giornata, una pista da discesa libera di sabbia lavica,
dove ognuno si può scatenare come meglio crede, in velocità o facendo slalom fra le pietre e con lemozione di infilarsi direttamente nella nebbia che ti inghiotte.
sabbia nera come l'inferno, con la nebbia che saliva e ci avvolgeva tutti.........e io che urlavo per l'adrenalina che mi prendeva il cuore by lisabike.
Poi di nuovo il sole e ancora sabbia, ripida e infinita, le labbra sono ormai deformate in un sorriso che arriva oltre le orecchie,
ci si ferma, si commenta, si fotografa, si guarda indietro, sembra impossibile, è uno dei parchi giochi naturali più grandi e più divertenti che un biker possa incontrare, il tutto condito da un superbo panorama.
Si riparte ancora, ci si supera e qualcuno si fa anche prendere la mano, vero acido citrico?
Adesso siamo già mille metri più in basso, comincia un po di bassa vegetazione e facciamo slalom fra i cespugli spinosi.
Siamo quasi alla strada, ci fermiamo a guardare le nostre scie mentre il solito sorriso ebete del biker non accenna minimamente a diminuire.
Il sole batte sulla sabbia nera e scalda ancora, ci fermiamo e ci spogliamo delle giacche invernali ancora increduli per quello che abbiamo appena vissuto,
mentre i commenti e le esternazioni di felicità si sprecano.
Ancora un ultimo tratto di discesa e arriviamo alla strada, risaliamo brevemente fino nei pressi del rifugio Sapienza, dove festeggiamo degnamente questa splendida ed incredibile giornata con un brindisi serale.
Cè ancora tempo per una visita ai crateri Silvestri, da dove si vede bene la distesa di sabbia nera teatro della bellissima discesa, con ancora i segni del nostro passaggio.
Il sole sta per tramontare, cominciamo la discesa verso il rifugio Ariel, quando siamo fermati da due ragazzi in auto che vogliono assolutamente fotografarci, la fama dei magnifici otto alla conquista della Muntagna si è ormai sparsa per tutta la Sicilia.
Scopriamo ancora un pezzo di sentiero che taglia lasfalto fra la lava (tanto per cambiare) e facciamo ritorno al rifugio Ariel, dove ci attende wonderwoman che ha acceso il caminetto e preparato tutto il necessario per una calda doccia.
Prima di cena ci ritroviamo intorno al tavolo davanti al caminetto, e aiutati da un buon numero di birre riviviamo tutti i bei momenti di questa fantastica giornata, conditi dai soliti sfottò sugli ultimi arrivati in salita e sulle cadute, volontarie o meno, nella sabbia lavica.
Dopo la ottima e abbondante cena preparata da Graziella-wonderwoman a base di specialità locali e innaffiata dalla solita birra, gli altri due ospiti del rifugio, una giovane coppietta di Catania, ci invita a mangiare la torta di compleanno insieme a loro, sempre per il fatto che la fama (e la fame) dei magnifici otto ci aveva abbondantemente preceduto sullisola.
Dopo cena ancora qualche birretta per sciacquare la gola e poi tutti a nanna, la partenza per laltomontana dellindomani è fissata per le 8.30, ma cè già qualcuno che minaccia una alzataccia notturna per vedere lalba, vedremo come andrà questa notte ..
Continua....
giorno due... http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=176975
(grazie a dariuz, compagigi e jag per alcune foto o-o)
il video Due giorni sull'Etna on Vimeo