Veerpalu festeggia l'oro nella 15 km a tecnica classica delle Olimpiadi di Torino: avrà barato anche lì?
Il cancro del doping è presente da sempre, ma il grande pubblico sembra essersene accorto solo nel 1998, quando lo scandalo Festina al Tour de France scosse lintero mondo dello sport. Da allora il ciclismo ha subito una rivoluzione sia nel doping che nellantidoping, tanto che purtroppo ormai fanno più audience le positività che non le imprese dei grandi campioni. Gli altri sport invece hanno unattenzione mediatica inferiore, ma solo perché probabilmente il doping non viene combattuto bene come nel ciclismo. La notizia di oggi però è di quelle che fanno scalpore: Andrus Veerpalu, appena sette giorni prima di dare laddio allattività agonistica, è stato trovato positivo. Ma andiamo con ordine e vediamo come lo sci di fondo debba sopportare questo tumore come se non più del ciclismo e di qualsiasi altro sport.
Lo sci di fondo è uno sport di fatica, e come tale avere un aiutino può portare a migliorare notevolmente le prestazioni. Se il caso Festina sconvolse il mondo del ciclismo, lo scandalo Finlandia ai mondiali di Lahti del 2001 rivoluzionò il fondo, che prima di allora aveva avuto soltanto qualche caso isolato di atleti positivi. Ma lesperienza finlandese non ha impedito a qualcuno di barare nel decennio successivo.
Salt Lake City, Olimpiadi del 2002. Tra le donne Olga Danilova vince linseguimento davanti a Larissa Lazutina. Sono le due russe più forti, e la Russia fino a dieci anni fa era la strapotenza numero uno al mondo nello sci di fondo femminile. In staffetta però, gara che avrebbe dominato con una superiorità imbarazzante, il quartetto non si presenta al via. Perché? Perché pare che Lazutina avesse un tasso di emoglobina superiore al limite consentito. Cose naturali di una donna si disse, ma allora perché non sostituirla con unaltra ragazza visto che la squadra non avrebbe avuto difficoltà a vincere comunque la medaglia doro? Il mistero durò qualche giorno, fino alla 30 km a tecnica classica, in cui Lazutina non solo parte ma vince con una facilità disarmante: oltre un minuto su Gabriella Paruzzi e Stefania Belmondo. Passano poche ore e lItalia si ritrova con una doppietta storica: Larissa Lazutina e Olga Danilova sono entrambe risultate positive allEPO, sono state private di tutte le medaglie vinte e cacciate dai Giochi. Ecco il perché della rinuncia alla staffetta: erano ben due (solo?) le ragazze che avevano imbrogliato.Le due russe non sono le uniche a perdere la faccia durante le Olimpiadi di Salt Lake City. Tra gli uomini infatti il protagonista numero uno è stato Johann Muehlegg, il tedesco di Spagna, probabilmente il primo cliente di un certo peso del dottor Fuentes. Muehlegg, una carriera mediocre quando correva per la Germania, si è trasformato da quando gareggia per Re Juan Carlos: dopo una marcialonga vinta a pari merito con il connazionale Juan Jesus Gutierrez, esplode anche in Coppa del Mondo, vincendo la sfera di cristallo del 2000, loro mondiale nella 50 km di Lahti (ebbene sì, proprio nelledizione dello scandalo Finlandia ) e dominando ai Giochi dello Utah. Oro nella 30 km a tecnica libera, oro nellinseguimento, oro nella 50 km a tecnica classica. Li dovrà restituire tutti e tre: positivo allEPO.
Insomma, dopo il doping di squadra di Myllylae e compagni lo sci di fondo vive unaltra stagione nera, ma non sarà lultima. Kristina Smigun parteciperà ai Giochi del 2002 nonostante una positività poi scagionata dalle controanalisi. Kaisa Varis, scampata miracolosamente allo scandalo di Lahti, viene trovata positiva allEPO durante i mondiali della Val di Fiemme del 2003. Christian Hoffmann e Mikhail Botvinov, i più fedeli seguaci del dottor Walter Maier (guru austriaco del doping), verranno misteriosamente scagionati più volte durante la loro carriera (che vanta svariate medaglie olimpiche e mondiali) nonostante i loro valori sanguigni siano un po troppo ballerini. Julija Tchepalova, lunica russa di alto livello del dopo Salt Lake City, viene trovata positiva allEPO nel dicembre del 2009 insieme alla connazionale Natalia Matveeva e al campione olimpico di Torino Evgeny Dementiev. Lasciando perdere i valori di emoglobina imbarazzanti di Maxim Vylegzhanin, che ogni anno arriva al Tour de Ski con la marmellata al posto del sangue arriviamo allultimo clamoroso caso ufficializzato oggi.
Andrus Veerpalu, il più grande alternista del nuovo millennio. Un grande, quando conta cè sempre: due ori e un argento alle olimpiadi, due ori e un argento ai mondiali, sei vittorie in coppa del mondo. È commovente quando alla bellezza di 38 anni sbaraglia la concorrenza nella 15 km a tecnica classica dei mondiali di Liberec, dando prova di una classe unica, tanto che nonostante le 40 primavere ad Holmenkollen partirà per lassalto ad una nuova medaglia. Sì perché ad una certa età bisogna dosare gli impegni e concentrarsi su poche gare, ed è quello che Veerpalu fa ormai da quattro anni. Poi però pochi giorni prima della cerimonia dapertura viene comunicato un nuovo innovativo sistema antidoping in grado di trovare lEPO di ultima generazione. Il giorno dopo Veerpalu dice addio allattività agonistica. Un caso? Poteva vincere di nuovo e invece si ritira così allimprovviso La notizia di oggi ci fa capire tante cose: sette giorni prima dellannuncio del ritiro il campione estone è stato trovato positivo allormone della crescita. Attendiamo le controanalisi, che dopo lesperienza della Smigun dimostrano che in Estonia forse cè qualcosa che non va, ma per ora lunica cosa da fare è disprezzare quello che fino a pochi giorni fa era considerato da tutti un fuoriclasse unico, ma che abbiamo capito solo oggi come sia riuscito a prenderci in giro nel corso della sua decennale carriera. Peccato Andrus, forse era meglio ritirarsi dopo Torino 2006, lontano dai sospetti ma già nella gloria e nellimmortalità di questo sport.
Fonte: teladoiolamerica.net
Il cancro del doping è presente da sempre, ma il grande pubblico sembra essersene accorto solo nel 1998, quando lo scandalo Festina al Tour de France scosse lintero mondo dello sport. Da allora il ciclismo ha subito una rivoluzione sia nel doping che nellantidoping, tanto che purtroppo ormai fanno più audience le positività che non le imprese dei grandi campioni. Gli altri sport invece hanno unattenzione mediatica inferiore, ma solo perché probabilmente il doping non viene combattuto bene come nel ciclismo. La notizia di oggi però è di quelle che fanno scalpore: Andrus Veerpalu, appena sette giorni prima di dare laddio allattività agonistica, è stato trovato positivo. Ma andiamo con ordine e vediamo come lo sci di fondo debba sopportare questo tumore come se non più del ciclismo e di qualsiasi altro sport.
Lo sci di fondo è uno sport di fatica, e come tale avere un aiutino può portare a migliorare notevolmente le prestazioni. Se il caso Festina sconvolse il mondo del ciclismo, lo scandalo Finlandia ai mondiali di Lahti del 2001 rivoluzionò il fondo, che prima di allora aveva avuto soltanto qualche caso isolato di atleti positivi. Ma lesperienza finlandese non ha impedito a qualcuno di barare nel decennio successivo.
Salt Lake City, Olimpiadi del 2002. Tra le donne Olga Danilova vince linseguimento davanti a Larissa Lazutina. Sono le due russe più forti, e la Russia fino a dieci anni fa era la strapotenza numero uno al mondo nello sci di fondo femminile. In staffetta però, gara che avrebbe dominato con una superiorità imbarazzante, il quartetto non si presenta al via. Perché? Perché pare che Lazutina avesse un tasso di emoglobina superiore al limite consentito. Cose naturali di una donna si disse, ma allora perché non sostituirla con unaltra ragazza visto che la squadra non avrebbe avuto difficoltà a vincere comunque la medaglia doro? Il mistero durò qualche giorno, fino alla 30 km a tecnica classica, in cui Lazutina non solo parte ma vince con una facilità disarmante: oltre un minuto su Gabriella Paruzzi e Stefania Belmondo. Passano poche ore e lItalia si ritrova con una doppietta storica: Larissa Lazutina e Olga Danilova sono entrambe risultate positive allEPO, sono state private di tutte le medaglie vinte e cacciate dai Giochi. Ecco il perché della rinuncia alla staffetta: erano ben due (solo?) le ragazze che avevano imbrogliato.Le due russe non sono le uniche a perdere la faccia durante le Olimpiadi di Salt Lake City. Tra gli uomini infatti il protagonista numero uno è stato Johann Muehlegg, il tedesco di Spagna, probabilmente il primo cliente di un certo peso del dottor Fuentes. Muehlegg, una carriera mediocre quando correva per la Germania, si è trasformato da quando gareggia per Re Juan Carlos: dopo una marcialonga vinta a pari merito con il connazionale Juan Jesus Gutierrez, esplode anche in Coppa del Mondo, vincendo la sfera di cristallo del 2000, loro mondiale nella 50 km di Lahti (ebbene sì, proprio nelledizione dello scandalo Finlandia ) e dominando ai Giochi dello Utah. Oro nella 30 km a tecnica libera, oro nellinseguimento, oro nella 50 km a tecnica classica. Li dovrà restituire tutti e tre: positivo allEPO.
Insomma, dopo il doping di squadra di Myllylae e compagni lo sci di fondo vive unaltra stagione nera, ma non sarà lultima. Kristina Smigun parteciperà ai Giochi del 2002 nonostante una positività poi scagionata dalle controanalisi. Kaisa Varis, scampata miracolosamente allo scandalo di Lahti, viene trovata positiva allEPO durante i mondiali della Val di Fiemme del 2003. Christian Hoffmann e Mikhail Botvinov, i più fedeli seguaci del dottor Walter Maier (guru austriaco del doping), verranno misteriosamente scagionati più volte durante la loro carriera (che vanta svariate medaglie olimpiche e mondiali) nonostante i loro valori sanguigni siano un po troppo ballerini. Julija Tchepalova, lunica russa di alto livello del dopo Salt Lake City, viene trovata positiva allEPO nel dicembre del 2009 insieme alla connazionale Natalia Matveeva e al campione olimpico di Torino Evgeny Dementiev. Lasciando perdere i valori di emoglobina imbarazzanti di Maxim Vylegzhanin, che ogni anno arriva al Tour de Ski con la marmellata al posto del sangue arriviamo allultimo clamoroso caso ufficializzato oggi.
Andrus Veerpalu, il più grande alternista del nuovo millennio. Un grande, quando conta cè sempre: due ori e un argento alle olimpiadi, due ori e un argento ai mondiali, sei vittorie in coppa del mondo. È commovente quando alla bellezza di 38 anni sbaraglia la concorrenza nella 15 km a tecnica classica dei mondiali di Liberec, dando prova di una classe unica, tanto che nonostante le 40 primavere ad Holmenkollen partirà per lassalto ad una nuova medaglia. Sì perché ad una certa età bisogna dosare gli impegni e concentrarsi su poche gare, ed è quello che Veerpalu fa ormai da quattro anni. Poi però pochi giorni prima della cerimonia dapertura viene comunicato un nuovo innovativo sistema antidoping in grado di trovare lEPO di ultima generazione. Il giorno dopo Veerpalu dice addio allattività agonistica. Un caso? Poteva vincere di nuovo e invece si ritira così allimprovviso La notizia di oggi ci fa capire tante cose: sette giorni prima dellannuncio del ritiro il campione estone è stato trovato positivo allormone della crescita. Attendiamo le controanalisi, che dopo lesperienza della Smigun dimostrano che in Estonia forse cè qualcosa che non va, ma per ora lunica cosa da fare è disprezzare quello che fino a pochi giorni fa era considerato da tutti un fuoriclasse unico, ma che abbiamo capito solo oggi come sia riuscito a prenderci in giro nel corso della sua decennale carriera. Peccato Andrus, forse era meglio ritirarsi dopo Torino 2006, lontano dai sospetti ma già nella gloria e nellimmortalità di questo sport.
Fonte: teladoiolamerica.net