Toh... ogni tanto rispunta l'inchiesta della Procura di Trento...
Ricordate? La chiamavano "Operazione Panoramix"...
Mountain bike e doping: il Coni vuole un milione di euro
È a processo per aver violato la legge antidoping. È sospesa dall'attività sportiva fino al 2012. E ora l'ex campionessa nazionale di ciclocross, la vicentina Annabella Stropparo, rischia di dover pagare una sorbola al Coni.
I legale del Comitato olimpico hanno chiesto infatti un maxirisarcimento da un milione di euro agli imputati del processo 'mountain bike', in corso in questi mesi davanti al tribunale di Trento.
Un milione è la richiesta del Coni agli otto fra atleti di mountain bike, medici e dirigenti alla sbarra per l'indagine sul doping della guardia di finanza del 2007. Un milione per i danni all'immagine provocati dal comportamento che, secondo l'accusa, è stato illegale. I legali del Comitato, davanti al collegio trentino, si sono costituiti parte civile come deciso da Giovanni Petrucci, presidente del Coni nazionale.
«Abbiamo un regolamento antidoping e fra i nostri compiti c'è chiaro quello di tutelare lo sport pulito, il vero sport», hanno commentato i legali.
Con Stropparo, sono a processo altre sette persone.
Si tratta dei colombiani Alfonso Julian Becerra Medina e Mario Alberto Rojas, del lombardo Gaetano Civiello, del veneziano Andrea Bianco, del dirigente federale Gianfranco Marra, del medico federale Giovanni --------- e del farmacista Davide Posca. In base a quanto ricostruito dalla procura, c'erano atleti che assumevano farmaci dopanti senza la dichiarazione (necessaria) alle autorità sportive, dirigenti federali che avvertivano i corridori dei controlli, medici che firmavano certificati senza data e ciclisti che rientravano dall'estero con la borsa piena di sostanze proibite.
In mesi di indagini - l'operazione era stata denominata in gergo Panoramix - i militari delle fiamme gialle avevano controllato decine di gare, a partire dalla Coppa del Mondo passando per la Rampikissima.
Stropparo, 39 anni, di Marostica, avrebbe utilizzato sostanze dopanti senza dichiararlo alle autorità con la complicità di due medici, fra cui quello federale. Nel suo caso, l'uso di sostanze vietate fu accertato durante una gara in Belgio. La vicentina, che ha vinto anche il Pedalo d'Oro, e che è stata sospesa dal tribunale nazionale antidoping fino al 2012, ha sempre sostenuto che quei medicinali lei li ha usati per curare un disturbo ad un ginocchio, ma non ha dichiarato di averne fatto uso come prevedono le norme. Per dimostrare la sua innocenza è a dibattimento.
L'inchiesta trentina era scattata nella primavera del 2007, dopo un controllo all'aeroporto Malpensa. I finanzieri effettuarono una trentina di perquisizioni, sequestrando parecchie fiale.
Fra l'altro, scoprirono che molti atleti ricorrevano alle cure dopanti di Davide Posca, che li accoglieva nel suo studio di Como. Marra invece è accusato di essere la fonte che comunicava in anticipo le date dei controlli antidoping agli atleti. Il processo proseguirà in autunno con le prime testimonianze.
fonte: Il Giornale di Vicenza
Pubblicata da
www.solobike.it il: 19-07-2010