Credo che si tratti della solita guerra fra datori di lavoro e dipendenti. Da una parte c'è uno che dice che il dipendente è tutelato in mille maniere, con ferie pagate, malattia, cassa integrazione, mobilità, indennità di disoccupazione, astensione dal lavoro per il volontariato, legge 103, ecc., dall'altra c'è
solamente (passatemi il termine) la voglia di avere c'ho che è un proprio diritto.
Potremmo stare a discutere anni ed anni senza giungere ad una conclusione.
Nella caso specifico, e nella situazione socio - economica che si sta vivendo in questo periodo, capisco anche che mettersi "contro" il datore di lavoro, per esercitare quello che è un Proprio Diritto.....sia molto sconveniente, e quindi non possiamo di certo biasimare chi.....abbassa le orecchie.
D'altra parte dobbiamo anche considerare che se veramente si ha voglia di farlo (la donazione intendo, non l'andare contro il datore di lavoro) credo che ormai in tutta Italia ci sia la possibilità di donare il sabato e la domenica, quindi trattandosi di un una/due ore (andata e ritorno compresi) ogni tre mesi ........si può anche fare
Nel mio caso ho la fortuna di non subire nessuna pressione sul posto di lavoro per andare a donare ed essendo turnista ho donato prima nel giorno di riposo settimanale, ora, che sono padre da qualche mese, usufruisco del diritto di astensione dal lavoro..............ma solo per avere un giorno in più da dedicare "all'erede", ma non credo che avrei grossi problemi a tornare a donare nel giorno di riposo, se mai dovessero farmi "pressioni".-