Una forcella con maggior escursione aiuta in discesa in due modi:
1) ovvia maggiore capacità di assorbimento degli ostacoli per via della maggiore escursione
2) alzando il manubrio (due cm nel passaggio da 100 a 120) diminuiscono i gradi di apertura dello sterzo (la forca assume una posizione meno verticale per capirsi); la conseguenza è che la biga avrà una minore tendenza all'impuntamento.
Detto questo ti do il mio consiglio.
Non ho capito bene se i tuoi limiti li trovi nel ripido o nello sconnesso. Te lo chiedo perchè le soluzioni sono diametralmente opposte e sarebbe bene chiarirsi le idee.
1) discese ripide, anche al limite del verticale come quelle che si vedono nelle foto dove sembra che la bici sia a 90°. La soluzione per affrontarle è FRENARE, anche e soprattutto con l'anteriore. In queste situazioni è fondamentale mantenere la velocità a livelli controllabili altrimenti si rischia (visto la pendenza), di arrivare in fondo come una fucilata e poi, con tutto il peso che si sposta repentinamente all'indietro al momento in cui il terreno spiana, si perde l'anteriore e si scivola in terra; è matematico. In questi casi ci si deve sforzare di usare i
freni, soprattutto l'anteriore perchè è l'unico che ti può garantire una forza frenante adeguata; inoltre nel momento in cui butti giù le
ruote nel ripido l'anteriore è anche molto caricato di peso e quindi garantisce molto più grip di quanto ti aspetteresti. Diffida di chi ti dice di non usare l'anteriore nei ripidi.
2) discese scassate. In questo caso la tecnica prevede un comportamento opposto al precedente: devi frenare il meno possibile così da consentire alla mtb di "galleggiare" sulle asperità. Considera che quando freni il peso del tuo corpo si sposta in avanti, questo carica la forca dall'alto comprimendola; quando arrivi ad un ostacolo la forca già compressa dalla frenata potrebbe non avere più l'escursione sufficiente per superare l'ostacolo ma ne rimarrebbe bloccata/insaccata con le conseguenze che immagini.
Chiaramente si tratta di un equilibrio che devi imparare a trovare: alla velocità di galleggiamento devi sempre essere in grado di guidare la mtb e non di farti trasportare come un sacco di patate rimbalzante fino a quando non esplodi. Perchè tu riesca in questo devi adottare una guida attiva: in piedi sui pedali e con braccia ben aperte e gomiti alti devi usare gli arti come ammortizzatori per sopperire alle carenze di quelli che monti nella mtb. Considera che nell'ottimale dovresti immaginarti con il corpo, dal bacino alle spalle, completamente fermo e con braccia e gambe che vanno su e giù ad assorbire le asperità del fondo. Ovviamente invece la reazione naturale è quella di irrigidirsi come una asse da stiro, braccia stese e bloccate e frenare alla disperata fino a sperare di fermarsi incolumi; se in questo frangente incontri il sasso sbagliato dai il giro quasi sicuro.
3) discese ripidissime e scassate. Beh, non si può fare tutto con una bici da crosscountry, le mtb da enduro/DH le hanno inventate apposta. In questo caso scendi a piedi e va bene uguale. Ti racconto un aneddoto: dalle mie parti c'è una parete, saranno 100-150 metri, estremamente gradonata (di quei gradoni che quando li copi ti trovi la sella sulla pancia) che incute un certo timore. Io e quelli che la fanno, con le nostre enduro dall'escursione generosa, la scendiamo un po con il freno a mano tirato, un gradino per volta e via. Un giorno ho visto uno evidentemente più bravo e consapevole di noi dei propri mezzi che ha adottato la tecnica due: l'ha presa con la ricorsa a mille e praticamente le sue ruote toccavano appena gli spigoli dei gradoni, per lui in pratica è stata come fosse liscia!
Questo per dirti che la velocità di "galleggiamento" dipende da te e dovrai essere te ad alzarla via via che acquisisci controllo e consapevolezza: in realtà in quei frangenti arrivi a rischiare meno a scendere 5 km/h più veloce.