Copio e incollo da un sito:
A questo punto la cima del Sibilla è ben visibile anche dal basso ed oggettivamente non si è molto lontani in linea d’aria anche se il percorso non ci porterà direttamente alla meta ma esattamente nel mezzo tra Cima vallelunga e la vetta del Monte Sibilla.
La strada bianca termina e siamo prossimi alla cresta, qui finisce il percorso comodo e si sale per pochi metri sull’erba fino ad arrivare a scoprire il versante opposto, ossia la meravigliosa apertura naturale, scavata pazientemente dalle acque torrentizie nel corso di milioni di anni, conosciuta col celebre nome di “Gola dell’Infernaccio”.
Il panorama è unico. Siamo circondati a distanza dalla
catena del Monte Vettore (versante Aso) e quella del Monte Priora (versante Tenna), un posto privilegiato per osservare contemporaneamente le vallate che danno origine ai 2 fiumi Aso e Tenna che hanno avuto importanza storica nel determinare lo sviluppo del territorio della provincia nord di Ascoli Piceno ora divenuta principalmente provincia di Fermo.
Per qualche minuto avrete voglia di soffermarvi su questi panorami e di scattare qualche foto ricordo. La vetta del Monte Sibilla non è lontana ma bisogna ancora camminare lungo la cresta tornando indietro rispetto alla direzione della strada appena lasciata.
Da qui in poi si camminerà sempre in cima e quindi si sarà costantemente esposti alle folate di vento che, ve ne accorgerete presto, possono arrivare improvvisamente. In tal senso bisogna raccomandare molta attenzione agli escursionisti perché se è vero che finchè si sale si è coperti dalla montagna stessa, una volta giunti in cima le condizioni possono cambiare repentinamente. Nel caso di vento particolarmente forte è consigliabile abbassarsi di qualche metro e camminare sull’erba (a tratti su sentieri piu’ o meno evidenti) per evitare rischi di qualunque tipo. Nelle giornate piu’ serene si può tranquillamente camminare sulla cresta per non perdersi nulla del maestosa vista sui Monti Sibillini ammesso che non soffriate di vertigini o abbiate paura del vuoto.
Il tratto che da Vallelunga porta alla cima del Monte Sibilla è particolarmente stretto (si allargherà dopo la vetta) e potrebbe tradire i meno abituati a questi panorami.
La vetta del Monte Sibilla non è lo sperone che vi troverte subito di fronte ma quello successivo dove troverete una targa su pietra con scritta in rosso “Alt. M 2173 Sibilla”, siete in cima.
Da questo momento il percorso si allarga decisamente divenendo di colpo molto piu’ semplice e rassicurante. Dopo essere passati accanti a delle croci alla memoria si scende di qualche metro e si arriva ad un cumulo di rocce e resti di legname che, udite udite, è ciò che rimane della famosa Grotta dell Sibilla.
Non aspettatevi granchè dalla grotta (o presunta tale), non è accessibile ed è stata rovinata da inopportuni interventi di improvvisati speleologi armati di esplosivi. Purtroppo le uniche testimonianze scritte di come si presentasse questa grotta prima di essere ostruita sono quelle di Antoine de la Sale del 1420…
Il percorso prosegue, in discesa, e ci costringe all’unico passaggio impegnativo (per modo di dire) di tutta l’escursione. Si tratta infatti di scendere attraverso una scalinata di rocce alte complessivamente 4 o 5 metri, è la corona del Monte Sibilla visibile anche a distanza e che caratterizza la montagna. Non è assolutamente complicato scendere o salire da quel punto ma chi volesse può approfittare di una corda fissa utile come sostegno. In alcune
guide troverete il consiglio di “diffidare della corda fissa” ma è riferito ad una vecchia ed insicura corda metallica che ora è stata rimossa. Fidatevi quindi di quella che c’è adesso, ve lo scrive chi ci è passato recentemente
Dalla corona in poi il tragitto è semplice e scende, tra leggere ondulazioni, fino alla cima del Monte Zampa che fa anche da punto di riferimento per cambiare rotta e scendere decisamente verso il rifugio Sibilla e tornare al punto di partenza. Il sentiero in questione è dapprima scarsamente evidente salvo poi delinearsi gradualmente e diventare una vera e propria stradina bianca nei pressi del rifugio.
Prima di scendere è bene osservare per l’ultima volta il panorama offerto dal percorso nel quale non sfuggirà, molto in basso, l’eremo di San Leonardo costruito da Padre Pietro Lavini in luogo di una vecchia chiesa ormai in rovina. Siamo a circa 1500 metri in linea d’aria dall’Eremo e la vista sulla gola dell’Infernaccio è particolarmente affascinante.
Passeggiata lungo la cresta a partire dal Monte Zampa verso la Vetta della Sibilla
E’ il percorso inverso a quello descritto in precedenza. E’ piu’ corto e permette, dopo poche decine di minuti dalla partenza, di affacciarsi sul Monte Zampa per godere sin da subito del panorama sulla gola dell’Infernaccio e sul Monte Priora. Si prosegue a sinistra per l’ampio percorso erboso salendo dolcemente fino al Monte Sibilla sempre visibile in lontananza.
Non presenta particolari difficoltà se non all’altezza della corona che dà accesso alla cima e che si supera scalando gradoni di rocce per 4-5 metri magari appoggiandosi alla corda fissa.
E’ possibile realizzare un itinerario ad anello per unire i due percorsi e scendere dalla direzione opposta dalla quale si è saliti.
CONCLUSIONI SUGLI ITINERARI
Si tratta di uno dei piu' bei itinerari deglla catena dei Monti Sibillini visto che si aprono panorami sulle vallate e sulle cime piu' suggestive della zona. I percorsi sono piuttosto agevoli e per la maggior parte privi di rischi (almeno durante le belle giornate). Non dimenticherete presto la splendida vista su Foce di montemonaco, sui canaloni che danno origine al Lago di Pilato, sul monte Vettore, sul Priora e sullo strapiombo che conduce alla Gola dell'infernaccio.
ALTRE FOTOGRAFIE SCATTATE SUL MONTE SIBILLA
La strada a serpentina che porta in cima
Panorama sulla cresta versante Tenna
Il ritorno dal percorso n.1 lungo la cresta
La Gola dell'infernaccio vista dalla vetta
Panorama dal Monte Sibilla
Le creste:
==> da qui si scenderebbe a Palazzo Borghese...e poi via come l'anno scorso!!!