Tutto è cominciato nel marzo 2009. In piena organizzazione del giro dolomitico 2009, da Brunico a Rovereto, leggo questa discussione del diretur Marco, e ne rimango affascinato: Che posti! Che foto! Sono il primo a rispondere, con un normalissimo "sarebbe fantastico poterlo fare..."
Ad ottobre 2009 poi la butto li a Wilmer (wrangler66): "l'anno prossimo andiamo?"
Non ci mettiamo molto a decidere, subito si cercano cartine, si disegnano tracce, si prenotano posti tappa e si trovano adesioni.
Wilmer crea pure qualche variante rispetto al giro iniziale, e un giorno in più, 8 in totale.
Questo e il Tour du Mont Blanc sono i gironi estivi programmati dai Bikers di Brescia
Dario, Wilmer (wrangler66), Claudio (Perse), Sebastian (Seby13), Moreno (Gilbomorris, che poi dovrà dare forfait per una brutta caduta al tour del monte Bianco).
Si aggiungono poi anche Mauro (orma) e Gianfranco (gfavier) per la seconda metà del giro.
TRASFERIMENTO
Decidiamo di spostarci in auto fino a Saluzzo, e da li prendere il treno fino a Ventimiglia.
E' sabato 14 agosto, tempo pessimo, pioggia battente.
Non è molto confortante, ma l'umore è alto, come sempre. Il viaggio dura un bel po', circa 3 ore (con 3 cambi e i canonici 15 min di ritardo).
"Se il giro si concretizzerebbe, fosse meglio! dice Perse galvanizzato da qualche strafalcione giovanile.
Giungiamo a Ventimiglia alle 21, e dopo una gustosa pizza con pesto patate e fagiolini
(al dopolavoro ferroviario, consigliato), andiamo in spiaggia.
Scorgiamo subito una grandiosa stella cadente, che subito facciamo nostra...
Si, una stella: il cielo è sereno, stasera... E domani si parte!
PRIMO GIORNO - VENTIMIGLIA-RIF. ALLAVENA
Ci svegliamo di buon'ora: è una splendida giornata di sole. Brioche, focaccia per il pranzo, pieno di acqua.
Cerchiamo di incastrare tutto nello zaino: è pesante, ma siamo ormai riusciti a contenerlo in 8,5/9 kg acqua compresa,
peso direi accettabile (nota di merito a Perse che aveva un paio di chili in più per l'attrezzatura video).
Ritorniamo in riva al mare per la foto, siamo raggianti con le nuove maglie BdB!
Con calma partiamo in direzione della Via Alpina (o Via del Sale), salendo da Camporosso.
Subito una bella stradina (inizialmente ripida) ci fa salire di quota. sotto l'asfalto rovinato si intravedono i ciottoli
dell'antica via! Ben presto la strada diventa sterrata, con tratti dal fondo impegnativo, seppur la pendenza rimanga godibilissima, penso meno del 5%.
Avanziamo chiacchierando senza incontrare anima viva (2 fuoristrada soltanto). Il mare si vede ancora, ma l'ambiente è sempre più montano.
Mai avevo abbinato mare e montagna (al massimo il lago di Garda).
La prima tappa che dentro di me avevo pensato come un lungo trasferimento, si rivela invece densa di emozioni.
Goùta, Passo Muratone, sempre più in alto, dolcemente. Dopo la focaccia, ci aspetta la salita finale, il sentiero militare intorno ai monti Toraggio e Pietravecchia.
Qualche brevissimo pezzo a piedi, ma il sentiero si lascia pedalare (a fatica). L'ambiente è cambiato, sembra di essere sui monti a noi più noti della bassa val d'Adige.
Seppur qualche nube bassa per un po' ci ha annullato la vista, il tempo rimane discreto.
Percorriamo questo sentiero molto gasati, è bellissimo! Notare che il percorso è segnato come alta via di cresta VTT,
nonostante sia stretto e oggettivamente impegnativo (qualche tratto col cordino, pure).
Bello passare dal mare a monti rocciosi da 2000 mt, siamo già entrati nel vivo!
Perse ha sùbito molti problemi con la marzocchi 44 29er nuova, davvero peccato che non facciano forcelle idonee ad un uso 360° (non i backflip...)
Arriviamo alle 17:30 al rifugio Allavena (1540 mslm) dopo una giornata molto intensa.
Divoriamo la cena, e dopo qualche chiacchiera col simpatico gestore (non molto confortante sui giorni a venire, peraltro)
e un genepy che ustiona il mio stomaco (non quello di Seby, a quanto pare) ci fiondiamo nel letto.
SECONDO GIORNO - RIF.ALLAVENA-LIMONETTO
Altra giornata di sole, limpida con cielo azzurro e qualche velatura. Tira vento da nord, clima che ci accompagnerà per ancora qualche giorno.
Ho le labbra screpolate che fanno male, ma so che è il tempo migliore per andare in montagna.
Dopo una colazione che "avrei mangiato ancora qualcosa..." cominciamo la salita.
Il mare si vede ancora in lontananza, e oggi ci aspetta una lunga traversata a quote comprese tra 1600 e 2300 mt,
tutta su strada sterrata dalla dolce pendenza!
60 km così, sembrano infiniti! veramente bellissimo.
Le protezioni per oggi se ne staranno ancora attaccate allo zaino, l'adrenalina della discesa può aspettare.
pedalare quassù è un vero spettacolo!
Dal rifugio Don Barbera il fondo si fa più impegnativo, ma l'ambienta ancora più selvaggio! che Strade!
Un grosso rapace (presumibilmente un' aquila) ci anticipa ciò che vedremo nei giorni seguenti...
permettetemi una riflessione: se nel vicino trentino siamo fuorilegge anche con le biciclette, su quei monti è l'esatto opposto:
Moto, Motorette, Quad, Fuoristrada, Dune Buggy (che fighi!) percorrono liberamente
queste sterrate magnifiche a 2300 mt. A memoria non ricordo di aver visto qualcuno a piedi... Probabilmente è troppo difficile scegliere la mezza misura.
Dopo l'ennesimo scollinamento vediamo il Col di Tenda con il gigantesco forte, le piste da sci di Limone, gli impianti di risalita e (quindi) la massa di gente.
siamo quasi arrivati a destinazione. Scegliamo di scendere senza troppo entusiasmo lungo il sentiero del recente bike park di Limone,
che in breve tempo ci porta all'Hotel Edelweiss, nostra meta di giornata.
Qui siamo accolti calorosamente, accomodati benissimo e la cena è abbondante, proprio quel che ci vuole!
Siamo molto soddisfatti, il giro si sta rivelando molto molto affascinante, e le strade percorse fin'ora sono da antologia della mountain bike.
TERZO GIORNO - COLLE DEL SABBIONE-RIF.GENOVA
Anche stamattina sole! Il tempo ci sta graziando, era la nostra preoccupazione più grande!
Che fame! più si mangia e più si ha fame! Super colazione! Sembriamo delle cavallette!
Oggi sappiamo che è lunga, ma che problemi ci sono!?. Siamo qui, in gran forma, pieni di calorie e stiamo facendo quello che amiamo fare! C'è solo da essere contenti!
La salita a Col di Tenda è una passeggiata di riscaldamento.
Salendo si scorge tutto l'arco alpino piemontese, compreso il Monviso (penso).
Quella è la nostra meta, sembra così vicina, eppure....
Passando da forti e malghe imbocchiamo il sentiero che conduce al Col du Sabion. una vera goduria percorrerlo, praticamente tutto pedalabile, fino a 2300mt e rotti.
Ovunque bunker e fortini, sono affascinato da questi richiami storici.
una nota: solo più tardi siamo venuti a sapere che il suddetto sentiero (nel tratto che passa nel parco di Mercantour) è vietato alle bici. Addirittura
ci parlano di sequestro bici (!!!).
Il lago della Vacca è magnifico, dall'inconfodibile forma da cui ne deriva il nome.
Pausa mangereccia e poi ci dirigiamo verso il Col del vei del Bouc.
Ora ci aspettano dei bei tratti bici in spalla ma...è un posto bellissimo!!
Tanti, tanti camosci, forse uno stambecco, marmotte! siamo estasiati dalla natura che ci circonda.
Mentre ammiriamo questo spettacolo siamo tutti emozionati, parliamo a bassa voce tra di noi. mai vorremmo disturbare...
Ci dilunghiamo parecchio tra fotografie e riprese, ma la giornata lo permette. sono le 15 e ancora non c'è una nuvola in cielo!
Dal col del Vei del Bouc il paesaggio è assolutamente fantastico, così come il sentiero che ci attende, prima vera discesa del tour.
A tratti un po' rovinato dalle slavine, ma più o meno percorribile tutto in sella. e Fantastico!
Quando siamo all'imbocco della valle della rovina sono già passate le 17,
mancano ancora 1000 mt disl (non mi interessa), e adesso si deve pedalare con un po' di premura.
Ci attende la salita al rifugio Genova-Figari; il gestore del rifugio Allavena ci aveva un po'preoccupato.
Invece qualche pezzo a piedi, qualche frana, ma la vecchia strada Enel (ora sentiero) si lascia pedalare quasi tutta. bene!
Troviamo camosci che ci girolano intorno, Siamo proprio un bel gruppo, sono 12 ore che giriamo per i monti;
siamo stanchi si, ma anche arrivare al rifugio al crepuscolo è una grande emozione!
Perse si chiede: "ma dove cacchio andiamo domani??" in effetti siamo circondati da vette da 3000 mt
(quasi 3300 l'Argentera, vetta più alta delle alpi marittime),
e "domani ci aspetta una lunga camminata", ci redarguisce bonario Wilmer.
Il rifugo Genova è accogliente. Mangiamo, guardiamo le stelle, il genepy mi stronca (seby fa il bis ) e poi a nanna.
Sono contento, siamo contenti di questa esperienza!
QUARTO GIORNO - CHIAPOUS-RIF. QUESTA
La sveglia di Seby suona a 6:45, ma siamo già svegli. il panorama nella conca del Chiatos è magnifico!
(NB: andatevi a leggere come funziona il bacino del Chiatos, centrale elettrica che consuma
corrente invece di crearne, ma è vantaggiosa economicamente....)
Pochi attimi di pedalata intorno al lago e sulla diga, poi il sentiero ben presto diventa impedalabile.
siamo a 1980mt, e dobbiamo arrivare a 2500 e rotti.
In pratica tutti a piedi: Il colle del Chiapous! (con la ù chiusissima!).
la seppur faticosa salita viene allietata da continue battute e sproloqui che fanno mancare il fiato dalle risate (già ce n'è poco...)
Arrivati allo scollinamento, comincia il difficile! la discesa verso il rif. Morelli è molto impegnativa,
al limite delle nostre capacità tecniche, che per fortuna sono buone, tanto da farci divertire.
5 minuti a piedi all'inizio, poi si va: Pietre e pietroni uno dopo l'altro, nose press e numeri,
e si cerca di galleggiare sui massi fino al Morelli. Incontriamo gente molto
incuriosita e cordiale con cui scambiamo volentieri due parole.
In Piemonte nelle regole del CAI è ammesso il Cicloalpinisimo, ben contraddistinto dalla pratica di Freeride o Downhill.
Noi facciamo cicloalpinismo, andiamo in bicicletta per i monti.
Al rifugio Morelli conosciamo i simpatici e giovani gestori-alpinisti del rifugio che ci mostrano 2 loro amici intenti a scalare la parete est dell'Argentera, 600 mt verticali. che bravi!
la discesa seguente verso le terme di Valdieri è un vero spettacolo, una libidine! Siamo al settimo cielo!
Dopo un lauto pranzo, ci aspetta la salita finale di giornata al rifugio Questa.
Ricordo le foto della strada di caccia viste su internet, e non vedo l'ora di percorrerla.
Fino alla piana del Valasco è una tranquilla sterrata che sale regolare, anche se con un fondo capriccioso.
Dopo si inasprisce come difficoltà, ma acquista fascino. Stiamo salendo verso i laghi di Valscura.
Per qualche breve tratto si spinge la bici, ma comunque si pedala. Che strada fantastica!
Siamo in un posto idilliaco, penso la natura più incontaminata che ho visto da quando vado in montagna!
soffia ancora vento freddo, tanto che dobbiamo coprirci un po'.
In prossimità dei laghetti del Claus percorriamo un tratto di strada lastricata che è un'opera d'arte! Siamo senza parole.
Arriviamo al piccolo rifugio Questa, abbarbicato a 2400 mt tra le rocce, che è quasi ora di cena. Giusto il tempo di fare qualche passaggio di III grado per raggiungere la sommità del letto a castello (triplo) e di sistemare lo zaino che siamo seduti in 8 in un tavolo da 4 persone, e con cibo per 4 persone, pure. Ok, noi non vogliamo i servizi, ma il cibo si! Abbiamo fame!
Più tardi ci laviamo veloci ma cauti nel lago delle portette al chiar di luna (acqua gelida, ma tonificante, di sicuro!) e poi a nanna di buon'ora.
QUINTO GIORNO - BASSA DRUOS - SAMBUCO
Siamo euforici! Oggi i nostri amici Mauro e Gianfranco si uniscono a noi! Non vediamo l'ora! partiamo col sole e percorriamo a ritroso la strada su e giù del giorno precedente, fino ai laghi di Valscura. Da qui ci aspetta un'altra sfacchinata, si dice.
La salita alla Bassa del Druos. Ma anche questa è passata agevolmente, alcuni tratti in sella, tanto a piedi ma comunque bellissima antica mulattiera. Abbiamo anche trovato lo stabile dove sorgerà il rifugio Valscura, gestito da me e Perse!
Da lassù il panorama spazia su Isola 2000,
incredibile come dal paradiso si passi allo scempio scellerato delle montagne con un valico.
Splendida discesa ai laghidi Terrarossa.
Imbocchiamo successivamente un sentiero per rimanere in quota, senza scendere a Isola 2000,
che ci condurrà al passo della Lombarda. Non è interamente pedalabile, ma tutto sommato non male.
Dopo essersi rifocillati al passo, via per la cresta, abbiamo fretta, adesso! Ci aspettano i nostri amici!
in meno di mezz'ora siamo al santuario di S.Anna di Vinadio, e con un urlo salutiamo Gfavier! solo Gfavier?
Si, Orma è già andato in esplo/cache su una vicina cima, dato che "Riàev piò!" (trad: non arrivavate più).
Sorseggiando un chinotto Lurisia in 5 min abbiamo già raccontanto tutto il giro. Quanto chiacchierare!
Ben presto però abbandoniamo il caotico santuario per imboccare la salita al passo di Bravaria.
Salita checredevo ben più ciclabile, mentre è da affrontare a spinta per più di metà.
Poco male, perchè è l'ultima fatica del giro, da qui in poi tutto pedalabile!.
Ci aspetta un'altra fantastica discesa verso Bagni di Vinadio! che goduria! (e che buoni i mirtilli,e pure i lamponi più in basso!).
E fortuna che Wilmer porta sempre con se un cambio di scorta! Grazie!
(Perse col rohloff ride da sotto i baffi - baffi lunghi, peraltro).
Finita la discesa raggiungiamo il bel paesino di Sambuco, dove troviamo subito il posto tappa GTA Osteria della Pace.
Il miglior posto dove abbiamo alloggiato, molto cordiali e pasti da sogno per il biker affamato (e non solo).
Mauro e Gianfranco (che si sono uniti oggi) avendo sentito i nostri racconti apocallitici su "niente acqua, rifugi senza cibo, mangeremo le bacche", sono in effetti un po' straniti davanti ai comfort di Sambuco e ci guardano storto...
Il tempo intanto è cambiato e il cielo è nuvoloso...
SESTO GIORNO - GARDETTA-CHIALVETTA
Piove. Le prelibatezze della colazione ci danno le energie necessarie per la salitona che ci aspetta oggi, verso l'altopiano della Gardetta.
"E' la pioggia amica del biker, quella che fa compagnia" dice Mauro, e rincuorati cominciamo a pedalare.
Dopo una pausa per ripararsi dal rovescio più forte, saliamo decisi lungo la bellissima sterrata che conduce fino a quota 2450.
Salita impegnativa, soprattutto la parte finale con il fondo appesantito dalla pioggia, ma è anche l'unica di giornata!
il tempo migliora sempre più. La Rocca de la Meja, che in pochi minuti passa da Catinaccio, a Cerro Torre, a Corna Blacca,
è proprio una bellissima montagna che fa da cornice fino al passo Gardetta!
Da qui è discesa decisa fino all'antico paese di Chialvetta.
Sentiero divertentissimo anche questo! curve, e pietre e prati, una goduria!
Oggi giornata più tranquilla, ce la siamo goduta alla grande!
Ormai è diventata una bellissima routine: prepararsi, pedalare, foto, video, discesa, il semplice rimanere incantati davanti al panorama! bellissimo, ci si rende conto appieno di tutto ciò soltanto quando finisce.
Il posto tappa GTA di Chialvetta è un'altra bellissima osteria rustica dove veniamo trattati benissimo!
Ci hanno anche fornito attrezzi e olio per riguardare
i nostri mezzi meccanici un po' deperiti dalla giornata fangosa.
SETTIMO GIORNO - CAPANNA CARMAGNOLA
Oggi ci attende Cima Coppi, il punto più alto dell'itinerario. La giornata è bellissima sole e aria fresca.
Saliremo lungo una lunghissima sterrata fino a 2830 mt di Capanna Carmagnola.
Saliamo da Acceglio, prima su asfalto, per poco, poi sterrata.
Poco sopra Acceglio incontriamo gli amici torinesi del The Group.
Qualcuno di noi già si conosce, decidiamo di affrontare la salita insieme, dato che il loro giro in parte percorre la stessa strada.
Chiacchieriamo, raccontiamo del giro, le bici (sempre rotte), e la salita vola via.
Ben presto ci dobbiamo separare, ma è stato un gran piacere pedalare con loro.
La salita è assolutamente magnifica, di chiara provenienza militare, una garanzia.
Pedalabile fino al passo, mai ripida. Da lassù il panorama è
bellissimo a 360°. Monti brulli, isolati, regalano tantissime emozioni.
Sostiamo un po' per le foto, per ammirare i bunker e i resti dei reticolati di filo spinato, poi ci lanciamo in discesa sul bellissimo sentiero che scende in Val Varaita di Bellino.
discesa fantastica anche questa, incredibile come le discese siano state tutte bellissime ma diverse allo stesso tempo.
Scendiamo saltando e quasi volando (stando attenti a non volare anche nel burrone) tra rocce detritiche e prati, fino al rifugio Melezé. Qui ci accomodiamo.
E' abbastanza presto, c'è tempo per rilassarsi nel prato.
Il rifugio è molto bello e accogliente, non gestito al meglio e, ancora una volta, si mangia poco e non benissimo:
Volete gradire un po' di asciuttissima pasta e salvia?
OTTAVO GIORNO - PASSO BATTAGLIOLA-SALUZZO
E'l'ultimo giorno. Da un lato sono contento, il girone è portato a termine. dall'altro no, il sogno è già finito...
La giornata è ancora una volta magnifica. Dal Monviso ci separa una sola salita, quella del passo della Battagliola (2300 mt).
Non ci mettiamo molto a superare anche questa asperità. affrontiamo l'ultima curva tutti insieme:
bellissimo il Monviso, roccioso, ma di una roccia marrone, diversa dal solito. non pensavo di vederlo così da vicino.
Ho sempre pensato che fosse un monte abbastanza insignificante ("stranamente il Po non nasce dai grandi monti, ma dal Monviso" mi dicevano a scuola).
Invece coi suoi quasi 4000 mt metri fa la sua figura eh! Foto e Video a raffica.
Siamo proprio contenti, appagati. Ben 6 aquile volteggiano
sopra di noi. Siamo senza parole!
Stiamo un po' rillassati a farci coccolare dal sole finché...cosa manca? la pizza! abbiamo fame! (stranamente)
e ci buttiamo lungo un'altra discesa libidinosa verso Pontechianale.
un assoluto spettacolo. Scendiamo pennellando tutte le curve, in breve tempo siamo giù, e continuiamo fino a Sampeyre per trovare una (ottima) pizzeria, degna conclusione!
Che dire?! E' stato un giro spettacolare, abbiamo visto luoghi, montagne, animali, e percorso sentieri che ricorderemo per sempre!
Dal punto di vista fisico abbastanza equilibrato, tappe più semplici verso la fine e i due giorni con lunghi tratti a spalla, avevano meno ascesa complessiva.
Assolutamente vero quel che dice Marco Toniolo (che ringraziamo per l'idea del tour): un giro per chi non ama le folle!
Ringrazio i miei amici:
Wilmer ha organizzato tutto. ha studiato cartine e fatto tracce alla perfezione, ci ha sempre guidato alla grande.
Fin troppo preoccupato del buon esito del giro, grazie!
Perse ha fatto i video, gran fardello! Vi auguriamo buona visione!
Seby Orma e Gfavier mitici! Veramente un piacere trascorrere le vacanze in vostra compagnia.
QUI tutte le foto degli 8 giorni
BdB - Ventimiglia - Monviso on Vimeo
Ad ottobre 2009 poi la butto li a Wilmer (wrangler66): "l'anno prossimo andiamo?"
Non ci mettiamo molto a decidere, subito si cercano cartine, si disegnano tracce, si prenotano posti tappa e si trovano adesioni.
Wilmer crea pure qualche variante rispetto al giro iniziale, e un giorno in più, 8 in totale.
Questo e il Tour du Mont Blanc sono i gironi estivi programmati dai Bikers di Brescia
Dario, Wilmer (wrangler66), Claudio (Perse), Sebastian (Seby13), Moreno (Gilbomorris, che poi dovrà dare forfait per una brutta caduta al tour del monte Bianco).
Si aggiungono poi anche Mauro (orma) e Gianfranco (gfavier) per la seconda metà del giro.
TRASFERIMENTO
Decidiamo di spostarci in auto fino a Saluzzo, e da li prendere il treno fino a Ventimiglia.
E' sabato 14 agosto, tempo pessimo, pioggia battente.
Non è molto confortante, ma l'umore è alto, come sempre. Il viaggio dura un bel po', circa 3 ore (con 3 cambi e i canonici 15 min di ritardo).
"Se il giro si concretizzerebbe, fosse meglio! dice Perse galvanizzato da qualche strafalcione giovanile.
Giungiamo a Ventimiglia alle 21, e dopo una gustosa pizza con pesto patate e fagiolini
(al dopolavoro ferroviario, consigliato), andiamo in spiaggia.
Scorgiamo subito una grandiosa stella cadente, che subito facciamo nostra...
Si, una stella: il cielo è sereno, stasera... E domani si parte!
PRIMO GIORNO - VENTIMIGLIA-RIF. ALLAVENA
Ci svegliamo di buon'ora: è una splendida giornata di sole. Brioche, focaccia per il pranzo, pieno di acqua.
Cerchiamo di incastrare tutto nello zaino: è pesante, ma siamo ormai riusciti a contenerlo in 8,5/9 kg acqua compresa,
peso direi accettabile (nota di merito a Perse che aveva un paio di chili in più per l'attrezzatura video).
Ritorniamo in riva al mare per la foto, siamo raggianti con le nuove maglie BdB!
Con calma partiamo in direzione della Via Alpina (o Via del Sale), salendo da Camporosso.
Subito una bella stradina (inizialmente ripida) ci fa salire di quota. sotto l'asfalto rovinato si intravedono i ciottoli
dell'antica via! Ben presto la strada diventa sterrata, con tratti dal fondo impegnativo, seppur la pendenza rimanga godibilissima, penso meno del 5%.
Avanziamo chiacchierando senza incontrare anima viva (2 fuoristrada soltanto). Il mare si vede ancora, ma l'ambiente è sempre più montano.
Mai avevo abbinato mare e montagna (al massimo il lago di Garda).
La prima tappa che dentro di me avevo pensato come un lungo trasferimento, si rivela invece densa di emozioni.
Goùta, Passo Muratone, sempre più in alto, dolcemente. Dopo la focaccia, ci aspetta la salita finale, il sentiero militare intorno ai monti Toraggio e Pietravecchia.
Qualche brevissimo pezzo a piedi, ma il sentiero si lascia pedalare (a fatica). L'ambiente è cambiato, sembra di essere sui monti a noi più noti della bassa val d'Adige.
Seppur qualche nube bassa per un po' ci ha annullato la vista, il tempo rimane discreto.
Percorriamo questo sentiero molto gasati, è bellissimo! Notare che il percorso è segnato come alta via di cresta VTT,
nonostante sia stretto e oggettivamente impegnativo (qualche tratto col cordino, pure).
Bello passare dal mare a monti rocciosi da 2000 mt, siamo già entrati nel vivo!
Perse ha sùbito molti problemi con la marzocchi 44 29er nuova, davvero peccato che non facciano forcelle idonee ad un uso 360° (non i backflip...)
Arriviamo alle 17:30 al rifugio Allavena (1540 mslm) dopo una giornata molto intensa.
Divoriamo la cena, e dopo qualche chiacchiera col simpatico gestore (non molto confortante sui giorni a venire, peraltro)
e un genepy che ustiona il mio stomaco (non quello di Seby, a quanto pare) ci fiondiamo nel letto.
SECONDO GIORNO - RIF.ALLAVENA-LIMONETTO
Altra giornata di sole, limpida con cielo azzurro e qualche velatura. Tira vento da nord, clima che ci accompagnerà per ancora qualche giorno.
Ho le labbra screpolate che fanno male, ma so che è il tempo migliore per andare in montagna.
Dopo una colazione che "avrei mangiato ancora qualcosa..." cominciamo la salita.
Il mare si vede ancora in lontananza, e oggi ci aspetta una lunga traversata a quote comprese tra 1600 e 2300 mt,
tutta su strada sterrata dalla dolce pendenza!
60 km così, sembrano infiniti! veramente bellissimo.
Le protezioni per oggi se ne staranno ancora attaccate allo zaino, l'adrenalina della discesa può aspettare.
pedalare quassù è un vero spettacolo!
Dal rifugio Don Barbera il fondo si fa più impegnativo, ma l'ambienta ancora più selvaggio! che Strade!
Un grosso rapace (presumibilmente un' aquila) ci anticipa ciò che vedremo nei giorni seguenti...
permettetemi una riflessione: se nel vicino trentino siamo fuorilegge anche con le biciclette, su quei monti è l'esatto opposto:
Moto, Motorette, Quad, Fuoristrada, Dune Buggy (che fighi!) percorrono liberamente
queste sterrate magnifiche a 2300 mt. A memoria non ricordo di aver visto qualcuno a piedi... Probabilmente è troppo difficile scegliere la mezza misura.
Dopo l'ennesimo scollinamento vediamo il Col di Tenda con il gigantesco forte, le piste da sci di Limone, gli impianti di risalita e (quindi) la massa di gente.
siamo quasi arrivati a destinazione. Scegliamo di scendere senza troppo entusiasmo lungo il sentiero del recente bike park di Limone,
che in breve tempo ci porta all'Hotel Edelweiss, nostra meta di giornata.
Qui siamo accolti calorosamente, accomodati benissimo e la cena è abbondante, proprio quel che ci vuole!
Siamo molto soddisfatti, il giro si sta rivelando molto molto affascinante, e le strade percorse fin'ora sono da antologia della mountain bike.
TERZO GIORNO - COLLE DEL SABBIONE-RIF.GENOVA
Anche stamattina sole! Il tempo ci sta graziando, era la nostra preoccupazione più grande!
Che fame! più si mangia e più si ha fame! Super colazione! Sembriamo delle cavallette!
Oggi sappiamo che è lunga, ma che problemi ci sono!?. Siamo qui, in gran forma, pieni di calorie e stiamo facendo quello che amiamo fare! C'è solo da essere contenti!
La salita a Col di Tenda è una passeggiata di riscaldamento.
Salendo si scorge tutto l'arco alpino piemontese, compreso il Monviso (penso).
Quella è la nostra meta, sembra così vicina, eppure....
Passando da forti e malghe imbocchiamo il sentiero che conduce al Col du Sabion. una vera goduria percorrerlo, praticamente tutto pedalabile, fino a 2300mt e rotti.
Ovunque bunker e fortini, sono affascinato da questi richiami storici.
una nota: solo più tardi siamo venuti a sapere che il suddetto sentiero (nel tratto che passa nel parco di Mercantour) è vietato alle bici. Addirittura
ci parlano di sequestro bici (!!!).
Il lago della Vacca è magnifico, dall'inconfodibile forma da cui ne deriva il nome.
Pausa mangereccia e poi ci dirigiamo verso il Col del vei del Bouc.
Ora ci aspettano dei bei tratti bici in spalla ma...è un posto bellissimo!!
Tanti, tanti camosci, forse uno stambecco, marmotte! siamo estasiati dalla natura che ci circonda.
Mentre ammiriamo questo spettacolo siamo tutti emozionati, parliamo a bassa voce tra di noi. mai vorremmo disturbare...
Ci dilunghiamo parecchio tra fotografie e riprese, ma la giornata lo permette. sono le 15 e ancora non c'è una nuvola in cielo!
Dal col del Vei del Bouc il paesaggio è assolutamente fantastico, così come il sentiero che ci attende, prima vera discesa del tour.
A tratti un po' rovinato dalle slavine, ma più o meno percorribile tutto in sella. e Fantastico!
Quando siamo all'imbocco della valle della rovina sono già passate le 17,
mancano ancora 1000 mt disl (non mi interessa), e adesso si deve pedalare con un po' di premura.
Ci attende la salita al rifugio Genova-Figari; il gestore del rifugio Allavena ci aveva un po'preoccupato.
Invece qualche pezzo a piedi, qualche frana, ma la vecchia strada Enel (ora sentiero) si lascia pedalare quasi tutta. bene!
Troviamo camosci che ci girolano intorno, Siamo proprio un bel gruppo, sono 12 ore che giriamo per i monti;
siamo stanchi si, ma anche arrivare al rifugio al crepuscolo è una grande emozione!
Perse si chiede: "ma dove cacchio andiamo domani??" in effetti siamo circondati da vette da 3000 mt
(quasi 3300 l'Argentera, vetta più alta delle alpi marittime),
e "domani ci aspetta una lunga camminata", ci redarguisce bonario Wilmer.
Il rifugo Genova è accogliente. Mangiamo, guardiamo le stelle, il genepy mi stronca (seby fa il bis ) e poi a nanna.
Sono contento, siamo contenti di questa esperienza!
QUARTO GIORNO - CHIAPOUS-RIF. QUESTA
La sveglia di Seby suona a 6:45, ma siamo già svegli. il panorama nella conca del Chiatos è magnifico!
(NB: andatevi a leggere come funziona il bacino del Chiatos, centrale elettrica che consuma
corrente invece di crearne, ma è vantaggiosa economicamente....)
Pochi attimi di pedalata intorno al lago e sulla diga, poi il sentiero ben presto diventa impedalabile.
siamo a 1980mt, e dobbiamo arrivare a 2500 e rotti.
In pratica tutti a piedi: Il colle del Chiapous! (con la ù chiusissima!).
la seppur faticosa salita viene allietata da continue battute e sproloqui che fanno mancare il fiato dalle risate (già ce n'è poco...)
Arrivati allo scollinamento, comincia il difficile! la discesa verso il rif. Morelli è molto impegnativa,
al limite delle nostre capacità tecniche, che per fortuna sono buone, tanto da farci divertire.
5 minuti a piedi all'inizio, poi si va: Pietre e pietroni uno dopo l'altro, nose press e numeri,
e si cerca di galleggiare sui massi fino al Morelli. Incontriamo gente molto
incuriosita e cordiale con cui scambiamo volentieri due parole.
In Piemonte nelle regole del CAI è ammesso il Cicloalpinisimo, ben contraddistinto dalla pratica di Freeride o Downhill.
Noi facciamo cicloalpinismo, andiamo in bicicletta per i monti.
Al rifugio Morelli conosciamo i simpatici e giovani gestori-alpinisti del rifugio che ci mostrano 2 loro amici intenti a scalare la parete est dell'Argentera, 600 mt verticali. che bravi!
la discesa seguente verso le terme di Valdieri è un vero spettacolo, una libidine! Siamo al settimo cielo!
Dopo un lauto pranzo, ci aspetta la salita finale di giornata al rifugio Questa.
Ricordo le foto della strada di caccia viste su internet, e non vedo l'ora di percorrerla.
Fino alla piana del Valasco è una tranquilla sterrata che sale regolare, anche se con un fondo capriccioso.
Dopo si inasprisce come difficoltà, ma acquista fascino. Stiamo salendo verso i laghi di Valscura.
Per qualche breve tratto si spinge la bici, ma comunque si pedala. Che strada fantastica!
Siamo in un posto idilliaco, penso la natura più incontaminata che ho visto da quando vado in montagna!
soffia ancora vento freddo, tanto che dobbiamo coprirci un po'.
In prossimità dei laghetti del Claus percorriamo un tratto di strada lastricata che è un'opera d'arte! Siamo senza parole.
Arriviamo al piccolo rifugio Questa, abbarbicato a 2400 mt tra le rocce, che è quasi ora di cena. Giusto il tempo di fare qualche passaggio di III grado per raggiungere la sommità del letto a castello (triplo) e di sistemare lo zaino che siamo seduti in 8 in un tavolo da 4 persone, e con cibo per 4 persone, pure. Ok, noi non vogliamo i servizi, ma il cibo si! Abbiamo fame!
Più tardi ci laviamo veloci ma cauti nel lago delle portette al chiar di luna (acqua gelida, ma tonificante, di sicuro!) e poi a nanna di buon'ora.
QUINTO GIORNO - BASSA DRUOS - SAMBUCO
Siamo euforici! Oggi i nostri amici Mauro e Gianfranco si uniscono a noi! Non vediamo l'ora! partiamo col sole e percorriamo a ritroso la strada su e giù del giorno precedente, fino ai laghi di Valscura. Da qui ci aspetta un'altra sfacchinata, si dice.
La salita alla Bassa del Druos. Ma anche questa è passata agevolmente, alcuni tratti in sella, tanto a piedi ma comunque bellissima antica mulattiera. Abbiamo anche trovato lo stabile dove sorgerà il rifugio Valscura, gestito da me e Perse!
Da lassù il panorama spazia su Isola 2000,
incredibile come dal paradiso si passi allo scempio scellerato delle montagne con un valico.
Splendida discesa ai laghidi Terrarossa.
Imbocchiamo successivamente un sentiero per rimanere in quota, senza scendere a Isola 2000,
che ci condurrà al passo della Lombarda. Non è interamente pedalabile, ma tutto sommato non male.
Dopo essersi rifocillati al passo, via per la cresta, abbiamo fretta, adesso! Ci aspettano i nostri amici!
in meno di mezz'ora siamo al santuario di S.Anna di Vinadio, e con un urlo salutiamo Gfavier! solo Gfavier?
Si, Orma è già andato in esplo/cache su una vicina cima, dato che "Riàev piò!" (trad: non arrivavate più).
Sorseggiando un chinotto Lurisia in 5 min abbiamo già raccontanto tutto il giro. Quanto chiacchierare!
Ben presto però abbandoniamo il caotico santuario per imboccare la salita al passo di Bravaria.
Salita checredevo ben più ciclabile, mentre è da affrontare a spinta per più di metà.
Poco male, perchè è l'ultima fatica del giro, da qui in poi tutto pedalabile!.
Ci aspetta un'altra fantastica discesa verso Bagni di Vinadio! che goduria! (e che buoni i mirtilli,e pure i lamponi più in basso!).
E fortuna che Wilmer porta sempre con se un cambio di scorta! Grazie!
(Perse col rohloff ride da sotto i baffi - baffi lunghi, peraltro).
Finita la discesa raggiungiamo il bel paesino di Sambuco, dove troviamo subito il posto tappa GTA Osteria della Pace.
Il miglior posto dove abbiamo alloggiato, molto cordiali e pasti da sogno per il biker affamato (e non solo).
Mauro e Gianfranco (che si sono uniti oggi) avendo sentito i nostri racconti apocallitici su "niente acqua, rifugi senza cibo, mangeremo le bacche", sono in effetti un po' straniti davanti ai comfort di Sambuco e ci guardano storto...
Il tempo intanto è cambiato e il cielo è nuvoloso...
SESTO GIORNO - GARDETTA-CHIALVETTA
Piove. Le prelibatezze della colazione ci danno le energie necessarie per la salitona che ci aspetta oggi, verso l'altopiano della Gardetta.
"E' la pioggia amica del biker, quella che fa compagnia" dice Mauro, e rincuorati cominciamo a pedalare.
Dopo una pausa per ripararsi dal rovescio più forte, saliamo decisi lungo la bellissima sterrata che conduce fino a quota 2450.
Salita impegnativa, soprattutto la parte finale con il fondo appesantito dalla pioggia, ma è anche l'unica di giornata!
il tempo migliora sempre più. La Rocca de la Meja, che in pochi minuti passa da Catinaccio, a Cerro Torre, a Corna Blacca,
è proprio una bellissima montagna che fa da cornice fino al passo Gardetta!
Da qui è discesa decisa fino all'antico paese di Chialvetta.
Sentiero divertentissimo anche questo! curve, e pietre e prati, una goduria!
Oggi giornata più tranquilla, ce la siamo goduta alla grande!
Ormai è diventata una bellissima routine: prepararsi, pedalare, foto, video, discesa, il semplice rimanere incantati davanti al panorama! bellissimo, ci si rende conto appieno di tutto ciò soltanto quando finisce.
Il posto tappa GTA di Chialvetta è un'altra bellissima osteria rustica dove veniamo trattati benissimo!
Ci hanno anche fornito attrezzi e olio per riguardare
i nostri mezzi meccanici un po' deperiti dalla giornata fangosa.
SETTIMO GIORNO - CAPANNA CARMAGNOLA
Oggi ci attende Cima Coppi, il punto più alto dell'itinerario. La giornata è bellissima sole e aria fresca.
Saliremo lungo una lunghissima sterrata fino a 2830 mt di Capanna Carmagnola.
Saliamo da Acceglio, prima su asfalto, per poco, poi sterrata.
Poco sopra Acceglio incontriamo gli amici torinesi del The Group.
Qualcuno di noi già si conosce, decidiamo di affrontare la salita insieme, dato che il loro giro in parte percorre la stessa strada.
Chiacchieriamo, raccontiamo del giro, le bici (sempre rotte), e la salita vola via.
Ben presto ci dobbiamo separare, ma è stato un gran piacere pedalare con loro.
La salita è assolutamente magnifica, di chiara provenienza militare, una garanzia.
Pedalabile fino al passo, mai ripida. Da lassù il panorama è
bellissimo a 360°. Monti brulli, isolati, regalano tantissime emozioni.
Sostiamo un po' per le foto, per ammirare i bunker e i resti dei reticolati di filo spinato, poi ci lanciamo in discesa sul bellissimo sentiero che scende in Val Varaita di Bellino.
discesa fantastica anche questa, incredibile come le discese siano state tutte bellissime ma diverse allo stesso tempo.
Scendiamo saltando e quasi volando (stando attenti a non volare anche nel burrone) tra rocce detritiche e prati, fino al rifugio Melezé. Qui ci accomodiamo.
E' abbastanza presto, c'è tempo per rilassarsi nel prato.
Il rifugio è molto bello e accogliente, non gestito al meglio e, ancora una volta, si mangia poco e non benissimo:
Volete gradire un po' di asciuttissima pasta e salvia?
OTTAVO GIORNO - PASSO BATTAGLIOLA-SALUZZO
E'l'ultimo giorno. Da un lato sono contento, il girone è portato a termine. dall'altro no, il sogno è già finito...
La giornata è ancora una volta magnifica. Dal Monviso ci separa una sola salita, quella del passo della Battagliola (2300 mt).
Non ci mettiamo molto a superare anche questa asperità. affrontiamo l'ultima curva tutti insieme:
bellissimo il Monviso, roccioso, ma di una roccia marrone, diversa dal solito. non pensavo di vederlo così da vicino.
Ho sempre pensato che fosse un monte abbastanza insignificante ("stranamente il Po non nasce dai grandi monti, ma dal Monviso" mi dicevano a scuola).
Invece coi suoi quasi 4000 mt metri fa la sua figura eh! Foto e Video a raffica.
Siamo proprio contenti, appagati. Ben 6 aquile volteggiano
sopra di noi. Siamo senza parole!
Stiamo un po' rillassati a farci coccolare dal sole finché...cosa manca? la pizza! abbiamo fame! (stranamente)
e ci buttiamo lungo un'altra discesa libidinosa verso Pontechianale.
un assoluto spettacolo. Scendiamo pennellando tutte le curve, in breve tempo siamo giù, e continuiamo fino a Sampeyre per trovare una (ottima) pizzeria, degna conclusione!
Che dire?! E' stato un giro spettacolare, abbiamo visto luoghi, montagne, animali, e percorso sentieri che ricorderemo per sempre!
Dal punto di vista fisico abbastanza equilibrato, tappe più semplici verso la fine e i due giorni con lunghi tratti a spalla, avevano meno ascesa complessiva.
Assolutamente vero quel che dice Marco Toniolo (che ringraziamo per l'idea del tour): un giro per chi non ama le folle!
Ringrazio i miei amici:
Wilmer ha organizzato tutto. ha studiato cartine e fatto tracce alla perfezione, ci ha sempre guidato alla grande.
Fin troppo preoccupato del buon esito del giro, grazie!
Perse ha fatto i video, gran fardello! Vi auguriamo buona visione!
Seby Orma e Gfavier mitici! Veramente un piacere trascorrere le vacanze in vostra compagnia.
QUI tutte le foto degli 8 giorni
BdB - Ventimiglia - Monviso on Vimeo