Buongiorno a tutti...
immagino che la gran parte dei frequentatori abbia ripreso la vita pedalistica precedente al lockdown.
In questo post (goliardico), le mie impressioni sulla situazione generale post-chiusura, con evidenze empiriche su come sia cambiata (in peggio) la vita del pedalatore amante dei boschi.
Premessa: dalle mie parti, bassa padana, Ticino, per intenderci, trail ne abbiamo a KM, il parco del fiume ci proporziona lunghi percorsi più o meno tecnici, mai difficoltosi, a D+ nullo, da affrontare con buona lena e ritmo.
Per anni oltre ai soliti noti (o quasi), ai ragazzi delle squadre di ciclismo, a qualche pescatore o bird-watcher, nei sentieri non trovavi che daini, cinghiali lepri e fagiani...
Prima considerazione: quant'è bello riprendere a pedalare dopo settimane di rullaggio? E che fatica si fa a rientrare nei ranghi???
Seconda considerazione: i 2 mesi abbondanti di lockdown hanno permesso alla natura di anticiparsi sulla normale tabella di marcia e di "mangiarsi" parte dei trail: la sensazione è che fra meno di 15 giorni il bosco diventi parzialmente impercorribile, causa rovi... cosa che, normalmente succedeva più avanti.
Oggi piove, oltretutto, quindi ci si attende un'accelerata al processo in settimana...
Terza considerazione: note dolenti, segnali dell'apocalisse. Il weekend è sempre stato sacro, il giorno del lungo, della competizione (anche al cassonetto). Si constata amaramente che la nascita del fenomeno del CoVIBiker (vedere link in firma per approfondimenti) sta minando le vecchie usanze, che potrebbero a breve essere demolite (perlomeno, nell'ambito della premessa). Sabato mattina incontrati parecchi CoViBikers nel tratto verso nord, tutti assembrati, con i loro piedi a papera... una vera goduria per gli angeli e i santi in paradiso. Domenica mattina, però, si è raggiunto l'apice: tratto verso sud, incontrati, nell'ordine: 1. CoViBikers in parata (laddove possibile) ad andatura pedestre, mentre dialogavano mascherati... ricevuta pure un'ammonizione sul fatto che non avessi la maschera (NB: il buff era sul collo, come da indicazioni del governicchio) 2. personaggio con monopattino elettrico, età media 50 anni, sperduto... 3. famigliola in olandese, con tanto di seggiolini e bambini montati: ora, va bene tutto, Ok non è difficile, ma coll'olandese e il seggiolino?
Roba da migrare in montagna, ma solo ove le salite sono sopra il 10%...
Quindi, apriamo una petizione per la riapertura ASAP di: A) trattorie, B) chiese e luoghi di culto, C) parchi gioco, D) centri commerciali
E facciamoli sfogare, sti poretti!
immagino che la gran parte dei frequentatori abbia ripreso la vita pedalistica precedente al lockdown.
In questo post (goliardico), le mie impressioni sulla situazione generale post-chiusura, con evidenze empiriche su come sia cambiata (in peggio) la vita del pedalatore amante dei boschi.
Premessa: dalle mie parti, bassa padana, Ticino, per intenderci, trail ne abbiamo a KM, il parco del fiume ci proporziona lunghi percorsi più o meno tecnici, mai difficoltosi, a D+ nullo, da affrontare con buona lena e ritmo.
Per anni oltre ai soliti noti (o quasi), ai ragazzi delle squadre di ciclismo, a qualche pescatore o bird-watcher, nei sentieri non trovavi che daini, cinghiali lepri e fagiani...
Prima considerazione: quant'è bello riprendere a pedalare dopo settimane di rullaggio? E che fatica si fa a rientrare nei ranghi???
Seconda considerazione: i 2 mesi abbondanti di lockdown hanno permesso alla natura di anticiparsi sulla normale tabella di marcia e di "mangiarsi" parte dei trail: la sensazione è che fra meno di 15 giorni il bosco diventi parzialmente impercorribile, causa rovi... cosa che, normalmente succedeva più avanti.
Oggi piove, oltretutto, quindi ci si attende un'accelerata al processo in settimana...
Terza considerazione: note dolenti, segnali dell'apocalisse. Il weekend è sempre stato sacro, il giorno del lungo, della competizione (anche al cassonetto). Si constata amaramente che la nascita del fenomeno del CoVIBiker (vedere link in firma per approfondimenti) sta minando le vecchie usanze, che potrebbero a breve essere demolite (perlomeno, nell'ambito della premessa). Sabato mattina incontrati parecchi CoViBikers nel tratto verso nord, tutti assembrati, con i loro piedi a papera... una vera goduria per gli angeli e i santi in paradiso. Domenica mattina, però, si è raggiunto l'apice: tratto verso sud, incontrati, nell'ordine: 1. CoViBikers in parata (laddove possibile) ad andatura pedestre, mentre dialogavano mascherati... ricevuta pure un'ammonizione sul fatto che non avessi la maschera (NB: il buff era sul collo, come da indicazioni del governicchio) 2. personaggio con monopattino elettrico, età media 50 anni, sperduto... 3. famigliola in olandese, con tanto di seggiolini e bambini montati: ora, va bene tutto, Ok non è difficile, ma coll'olandese e il seggiolino?
Roba da migrare in montagna, ma solo ove le salite sono sopra il 10%...
Quindi, apriamo una petizione per la riapertura ASAP di: A) trattorie, B) chiese e luoghi di culto, C) parchi gioco, D) centri commerciali
E facciamoli sfogare, sti poretti!
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