cicloalpinismo sul monte...........

pippixe

Biker grossissimus
29/2/08
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Tra Latina e Quartu S.Elena
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Ti è mai capitato di volare su un'aereo e desiderare uscire, toccare le nuvole, sprofondarci dentro come immerso nella panna montata?
Io ci sono riuscito.
Come un'aquila ho sfiorato il clielo, mi sono poggiato sulle nuvole, ho visto il mondo da lassù.
Mi sono sentito enorme, un gigante.

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Come spesso capita, quando finisco di lavorare, passo da Trail Bike, dove mia moglie "aiuta" (scusate, non mi veniva in mente altro vocabolo :smile:) Marco e Federico.
Ci sono i soliti "parassiti", amanti della MTB, gente che come me, trascorre qualche momento di libertà a smerigliare gli zebedei ai fratelli Maxdrome (Marco e Fede).
Mi sono spesso chiesto quale misteriosa forza ci spinga a passare il tempo in quella piccola bottega, dove a stento si passa tra una bici e un'altra.
Ancor più misterioso è il motivo che trattiene Marco dall'affancularci tutti perchè siamo sempre i mezzo ai marroni.
Lui è sempre dentro al loculo ad armeggiare tra pedali e catene e ascoltare le continue minchiate che spariamo nel tentativo di sembrare esperti di bici.
Quel giorno entro e subito Fede mi fa: Pippi, ho una proposta indecente.
Spero mi voglia dire che ha trovato il modo per liberarci definitivamente di ConCubina (nick di mia moglie). Purtroppo sbagliavo.:omertà:
Mi fa: scaliamo il Monte Velino, però ti avverto che c'è tanto da spingere.
Non mi soffermo più di tanto sulla proposta perchè la mia mente è ancora impegnata a ripercorrere le strade di Rocca Calascio, magnifico giro pedalato che avevamo fatto il giorno prima.
Il discorso finisce così e riprendiamo a sparare cacchiate in compagnia di Clamp, Frate e Max il Baffo.:sborone:
E' trascorso qualche giorno. Passo in edicola e compro una rivista di MTB. Sfoglio distrattamente le pagine finchè un'articolo attira il mio interesse.
Si intitola la Piramide d'Abruzzo e parla di una spedizione di bikers sul Monte Velino.
Ripenso alle parole di Fede e leggo avidamente le pagine. Le leggo più volte e poi mando un messaggio a Fede: dobbiamo scalare il Velino.
Nelle settimane successive Fede organizza la spedizione tracciando sulla mappa la rotta e ricavandome la traccia GPS.

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Sabato 10 luglio. La mezzanotte è passata da un pezzo. Io e ConCu siamo rientrati tardi dopo un giro piuttosto duro: il giro del Sirente.
Passano le ore, l'una, le due ma non riesco a dormire. E' troppa la carica emotiva: la mattina si parte per la scalata del Velino.
Partiamo da Roma in 5: i fratelli Maxdrome, Clamp, Marsilio ed io. Verso le 10 siamo pronti a partire.
Il giro prevede subito la salita verso il Rifugio Sebastiani, meta già ben conosciuta agli amanti delle discese tecniche.
La giornata è calda (troppo) e luminosa. Me la ricordavo più dura la salita ma forse sono solo più allenato della scorsa volta.

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Siamo al Rifugio Sebastiani e ci riposiamo un po'. Marsilio non è in perfette condizioni fisiche e durante l'ascesa ha sofferto.
Proviamo a ripartire e ci incamminiamo verso il valico sopra il Sebastiani. La salita si fa tutta a spinta perchè non pedalabile.
Svalichiamo e finalmente vediamo la nostra meta. A dire il vero la prima sensazione è di sconforto: quel gigante sembra lontanissimo, inarrivabile, inaccessibile.
Ma ho sognato questo momento tante volte e voglio andare fino alla fine.
Il sentiero da seguire non è facilmente visibile: una sottile striscia di sassetti in mezzo ad una grande ammasso di sassoni.
Ci facciamo consigliare da un'esperto escursionista della zona che ci indica la strada. La prima meta è il Monte Cafornia.
Dovremo percorrere uno stadello a mezza costa e poi scendere a valle, attraversare un bellissima radura e risalire verso la cima.
Alla fine dello stradello Maxdrome Sr. e Marsilio ci salutano e decidono di rientrare. Proseguo con Fede e Clamp nei cui occhi brilla la voglia di impresa.

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Durante la traversata passiamo sopra diversi nevai dove cavalli in libertà stanno dissetandosi. La salita del Monte Cafornia è durissima e si fa quasi tutta spingendo la bici.
Incontriamo qualche altro escursionista: qualcuno ci fa i complimenti, altri ci guardano come se fossimo pazzi.

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Mentre saliamo mi rendo conto che lo scenario cambia: spariscono i prati e comincia la roccia friabile. Questo rende ancora più ardua la salita.
Stancamante arriviamo al valico. Sulla sinistra c'è la cima del Monte Cafornia, ma noi dobbiamo andare a destra dove ci attende la cima più alta: il Monte Velino.
Inizia qui il tratto più suggestivo. Dobbiamo pedalare lungo la cresta. Poche centimetri di strada e ai nostri lati il baratro.
La fatica è improvvisamente passata. Monto subito la videocamera sul casco e seguo i miei compagni di avventura.

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Non ho nessun timore nel pedalare lassù. Sono troppo esaltato per aver paura.
Superiamo la cresta e ci attende l'ultima, mostruosa salita. Ricomincio ad accusare la stanchezza.
Il Velino è bellissimo ma mi fa capire che per conquistarlo avrei dovuto sputare sangue.
Lentamente ci arrampichiamo e finalmente arriviamo dal punto in cui parte il sentiero in discesa che porta verso Sevice.
Noi però sentiamo aria d'impresa (o forse erano le scoreggie di qualche mio compagno) e decidiamo di arrivare in cima.
Sono arrivato, posso sfiorare il cielo. Facciamo alcune foto vicino alla croce e alla Madonna dell'escursionista.

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Il panorama è di qualli che si vedono nei documentari in televisione.



Dobbiamo tornare alle bici e la discesa è complicata quanto la salita.
Fede però inventa un modo per faticare meno: arrivati al nevaio ci buttiamo giù a mo' di slitta scivolando sulle chiappe. Goduria....

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Inizia la discesa che dopo poco diventa ripida. Preferisco non passare sullo stradello perchè il fondo è troppo friabile mentre sul prato/pietre mi sento più a mio agio.

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Purtroppo dopo poco il prato finisce e comincia la piertaia. Quando poi le pendenze aumentano non ci è più possibile scendere in sella: il fondo cede e la bici è fuori controllo.
Perdiamo qualche centinaio di metri ma poi finalmente si ricomincia a scendere in sella.
Dobbiamo sempre stare attenti perchè siamo al limite nel controllare la bici e ogni tanto dobbiamo scendere.
Finalmente arriviamo al rifugio Sevice, scendiamo ancora un po' e comincia il bosco.
A questo punto è vero divertimento: la discesa è tecnica ma pedalabile seppur necessita sempre molta attenzione a causa del fondo smosso.
Tornanti, gradini, gradoni e si scende sempre di più. Siamo stanchissimi ma ci tocca ancora un po' di salita e infine una lunga discesa su stradone.


---

Il giro è finito. Mentre rientriamo a casa ci fermiamo a prendere un gelato. Sento dolori in tutto il corpo.
Ci sono riuscito. Ho realizzato il mio sogno. Ne ho tanti altri da realizzare. Spero solo che questo entusiasmo non mi abbandoni mai.

Ho sfiorato il cielo, mi sono poggiato sulle nuvole, ho visto il mondo da lassù.

Come mi sento piccolo quaggiù.


Per il video abbiate un po' di pazienza.....sarete ripagati.
 

tostarello

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:}}}:bellissimo, valeva la pena aspettare :-)

fa riflettere che sul fatto che la fatica viene sempre ricompensata o-o

voglio però quotare solo questo passaggio... mitici fratelli maxdrome

Ci sono i soliti "parassiti", amanti della MTB, gente che come me, trascorre qualche momento di libertà a smerigliare gli zebedei ai fratelli Maxdrome (Marco e Fede).
Mi sono spesso chiesto quale misteriosa forza ci spinga a passare il tempo in quella piccola bottega, dove a stento si passa tra una bici e un'altra.
Ancor più misterioso è il motivo che trattiene Marco dall'affancularci tutti perchè siamo sempre i mezzo ai marroni.
Lui è sempre dentro al loculo ad armeggiare tra pedali e catene e ascoltare le continue minchiate che spariamo nel tentativo di sembrare esperti di bici.
 

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GRANDE PEPPE!!!
Bel resoconto.......

ps:sto preparando 1 altra cosina.....sul terminillo...pero' stavolta ti garantisco che non si spinge in salita.....per ora sono solo 12km di salita ;-) e per scendere...è un'incognita.....
 

XR400R

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GRANDE PEPPE!!!
Bel resoconto.......

ps:sto preparando 1 altra cosina.....sul terminillo...pero' stavolta ti garantisco che non si spinge in salita.....per ora sono solo 12km di salita ;-) e per scendere...è un'incognita.....

Fede ... come ha detto Marsilio le cazzate si possono fare solo 1 volta all'anno e tu hai esaurito i bonus!!!:smile:


scherzo o-o
 

mariuccio

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è come se fossi stato lassù con voi; a quando la prossima avventura?? :smile:
Grazie Beppe per averci emozionato sapendoci trasferire le incredibili sensazioni provovate da voi tutti ..... una sola parola "GRANDI"!!!
 

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...E stavolta è toccato al terminillo....non la cima (quella è li che mi aspetta....in preparazione)...ma stavolta mi...anzi ci siamo andati a esplorare una via di discesa .....entro nel dettaglio

salita da micigliano sulla micidiale strada che porta al rifugio sebastiani (13km di salita con duri strappi)....pranzetto (OTTIMO!!!!) al rifugio sebastiani....e discesa sul sentiero n° 406 che si prende 1km circa scendendo verso pian de valli dal sebastiani...
un bel sentiero old style...niente di lavorato...non tanta pendenza ma una marea di tronchi e pietre da evitare....percio' si fa un bel lavoro di guida....vero freeee!!!

totale del giro: 25km
1000m di salita e circa 800m di discesa....asfalto visto per circa 2km....ole' :)

io mi sono divertito...gli altri 3 pure...son contento di aver trovato un'altro sentiero da fare in bike...magari se ce qualche volontario che gli va a da na sistemata qua e la ce fa piacere :-P

terminillo......sto tornando....... :)

foto:
http://picasaweb.google.it/110866397626009502428/Terminillo#
 

tostarello

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belle foto, quelle della salita hanno un qualcosa di familiare... :mrgreen:

...la prossima volta è d'uopo una sosta mangereccia al Sebastiani ;-)
 

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