Questo test nasce da circostanze un po’ particolari. Chi segue queste sezione del forum saprà infatti che in tempi recenti abbiamo provato la Rize Carbon 2, parente strettissima della RZ One Forty Carbon 2.
Il test fu in parte condizionato dalle cattive condizioni del mezzo inviatoci, da qui la proposta di Cannondale di fornirci la RZ One Forty per un test “riparatore”.
Come leggere questo test
Visto quanto premesso, abbiamo deciso di strutturare questo test in modo leggermente diverso dal solito al fine di permettere un confronto immediato fra le due bici. Troverete infatti, in corsivo, alcuni capitoli ripresi dal test della “vecchia” Rize, e di seguito la parte relativa alla RZ One Forty oggetto di questo test.
...una Lefty con qualche problema (Rize2009)
La Cannondale Rize Carbon 2 monta una Lefty Max Carbon RLC da 130 mm di escursione dotata di regolazione del rebound, della compressione low speed e di lockout con soglia di sblocco tarabile.
Le regolazioni si sono dimostrate efficaci, eccezion fatta per la compressione low speed il cui effetto non è molto percepibile. Strano, dato che l’idraulica è Fox e solitamente la regolazione della compressione è particolarmente efficace sulle forcelle della volpe. Chi desiderasse una maggior frenatura in compressione può comunque inserire il lockout tarando la soglia di sblocco in una posizione prossima al tutto aperto (le posizioni disponibili sono 14, dal tutto aperto al blocco quasi totale).
Un inconveniente riscontrato da subito è che la ghiera di azionamento del lockout tende a trascinare con sé il pomello di regolazione del rebound. Ne consegue che, complice la sensibilità del registro, ci si ritrova in breve con la velocità di ritorno starata. Quest’ultima è impostabile su 13 diversi valori, anche se quelli ragionevolmente utilizzabili sono non più di tre o quattro e si trovano in prossimità del “tutto chiuso”. E’ comunque probabile che con temperature più basse il range di utilizzo si sposti verso posizioni più “aperte”, così come non escludiamo che l’idraulica della forcella montata sulla nostra Rize non fosse a punto.
La Lefty montata sulla bici in test si comportava infatti nella prima parte di travel come se il controllo idraulico fosse quasi assente, quindi comprimendosi e riestendendosi con eccessiva velocità. Il risultato è che la forcella in salita bobbava fastidiosamente, costringendo all’uso del blocco appena il fondo fosse sufficientemente liscio da permetterlo.
L’inconveniente era aggirabile frenando esageratamente il ritorno, ma ovviamente non applicabile in discesa e decisamente scomodo nei percorsi con frequenti saliscendi.
Un trafilaggio d’olio lungo il fodero ci fa supporre che un simile comportamento si possa imputare proprio ad una insufficiente quantità del prezioso liquido, ma siamo nel campo delle ipotesi.
Concludiamo il capitolo Lefty dicendo che togliere la ruota non è affatto il delirio che qualcuno descrive. Basta allentare i bulloni di fissaggio dell’adattatore del freno e ruotarlo quel tanto che basta per liberare il disco. A quel punto si svita la brugola di fissaggio del mozzo al perno della forcella ed il gioco è fatto.
Non sarà veloce come un QR od un perno passante di ultima generazione, ma è comunque operazione da un minuto.
La Lefty della RZ One Forty 2010
Nel 2010 la Lefty Max Carbon montata sulla RZ One Forty ha guadagnato 10 mm di travel, salendo quindi a 140 mm di escursione totale. Per il resto la forcella è rimasta invariata, mantenendo le stesse regolazioni presenti sul modello 2009.
Essendo il telaio della RZ One Forty praticamente il medesimo della Rize 2009, la maggior altezza della forcella ha comportato delle leggere variazioni sulle quote geometriche del mezzo. Variazioni che non hanno snaturato l'anima di questa bici, come vedremo nei paragrafi successivi.
Tornando invece alla Lefty, possiamo tranquillamente cancellare tutti gli appunti mossi in occasione del test della Rize, compresa la scarsa efficacia del registro in compressione.
Fa eccezione il comando del lockout, che anche questa volta trascinava con sé il registro del rebound e, seppur in misura leggermente inferiore, anche il registro della compressione. Il risultato è che, specie quando sarebbero richiesti frequenti azionamenti, si finisce col lasciar perdere pena doversi continuamente fermare a ritarare la forcella.
140 mm di travel e finalmente un funzionamento impeccabile per la Lefty montata sulla RZ. Peccato non sia abbassabile, perchè con il suo peso piuma e le numerose regolazioni disponibili avrebbe veramente poche concorrenti nella sua categoria (cliccare sulle foto per ingrandire)
Set-up e prime sensazioni:
(Rize 2009)
Estraendo la Rize dal suo bel cartone si rimane immediatamente colpiti dalla leggerezza, infatti rileveremo 11.45 Kg di peso (questa volta concedeteci però +/- 100 g di possibile errore, visto che non siamo riusciti ad utilizzare la solita bilancia di precisione). Per capire da dove nasca un risultato tanto lusinghiero vi consigliamo di dare un'occhiata qui, al paragrafo "System Integration".
Le coperture Nobby Nic le conosciamo piuttosto bene e sappiamo che offrono un ottimo compromesso fra tenuta e scorrevolezza. Sulla Rize Carbon 2 sono in versione UST, fatto che ci permette di utilizzare delle pressioni relativamente basse.
L’ammortizzatore è in posizione comoda sia per quanto riguarda l’accesso alla valvola che per la misura del SAG. Quest’ultimo si rivelerà ottimale se impostato attorno al 25% come suggerito da Cannondale. La pressione di esercizio è invece piuttosto alta per il tipo di ammo, dovendo immettere circa 170 psi per una persona di 75Kg. Concludiamo il capitolo ammortizzatore dicendo che sul corpo è indicato un settaggio in compressione intermedio (preimpostato e non modificabile esternamente).
Prima di montare in sella non ci rimane che posizionare e regolare i freni, cosa che gli ottimi Elixir CR permettono di fare a nostro piacimento.
Montando sulla Rize realizziamo immediatamente che il leggero reggisella in carbonio da 350 mm non è lungo a sufficienza per le nostre gambe da trampolieri. Fortunatamente ne abbiamo uno di pari diametro e 400 mm di lunghezza che utilizzeremo al posto dell’originale.
La posizione di guida è abbastanza allungata, e nonostante il peso non sia eccessivamente caricato sulle braccia, la sensazione è che la Rize strizzi l’occhio alla salita piuttosto che alla discesa. D’altro canto basta visitare il sito Cannondale per notare che la Rize occupa il gradino immediatamente successivo alla serie Marathon, categoria nella quale non sfigurerebbe nonostante l’abbondante escursione posteriore.
RZ One Forty 2010
A livello di peso, con 11.49 Kg la RZ One Forty conferma l'eccellente risultato del suo predecessore. Niente male, se si considera che l'escursione anteriore è ulteriormente aumentata! Rinnoviamo l’invito a consultare la sezione System Integration sul sito Cannondale per scoprire alcune delle soluzioni che permettono di ottenere questi risultati.
Una volta in sella, nonostante le leggere variazioni geometriche dovute alla maggior altezza della forcella di cui abbiamo già detto, la posizione è quella che ricordavamo, vale a dire piuttosto allungata e con un occhio di riguardo alla salita.
A livello di SAG abbiamo trovato perfetto anche questa volta il 25% suggerito da Cannondale, ottenuto però con una pressione nell'ammo ancora maggiore (200 psi). Chi preferisse un carro più morbido potrà scendere di una decina di psi, avendo la sola accortezza di evitare drop con atterraggi “critici”.
Per quanto concerne il montaggio, tutto di alto livello, ogni cosa ha funzionato perfettamente per tutta la durata del test. Una particolare nota positiva meritano però i potenti ed instancabili freni Avid Elixir CR ed il cambio XTR Shadow, un mostro di precisione.
Il nuovo Float RP23 2010
La RZ monta il nuovo ammortizzatore Fox Float RP23 dotato di Boost Valve, sul cui corpo sono indicati i settaggi preimpostati in fabbrica.
Abbiamo chiesto maggiori delucidazioni in merito sia a BSC (distributore Fox fino al 31 dicembre 2009) che direttamente a Fox USA, non ricevendo risposta da nessuno dei due.
Peccato, sarebbe stata una buona occasione per approfondire un tema di interesse per molti, vista la diffusione di questo prodotto.
Speriamo di poter tornare in futuro sull’argomento, magari trattandolo nella neonata sezione “tech corner” grazie alla collaborazione del nuovo centro assistenza Fox per l’Italia (se mai ce ne sarà uno).
A titolo informativo ecco i valori riportati:
_Velocity Tune: L
_Rebound Tune: M
_Boost Valve Tune: 225
Numerose le soluzioni "proprietarie" adottate da Cannondale al fine di ridurre i pesi senza compromettere le prestazioni. Il sistema integrato Lefty/sterzo/stem è uno di quelli. I dettagli li trovate a questo link (cliccare)
Abbinamenti cromatici mai lasciati al caso, un pizzico di orgoglio yankee ed il reggisella della FSA. Quest'ultimo si è rigato nel giro di poche uscite, come in genere accade con i reggi in carbonio quando abbassati e rialzati con una certa frequenza
Salita scorrevole/asfalto:
(Rize 2009)
Leggerezza, posizione di guida allungata e coperture scorrevoli giocano a favore della Rize.
Pro Pedal su tre posizioni e forcella dotata di lockout completano il quadro, con il risultato che all’atto pratico la Rize non delude dimostrandosi particolarmente efficace sulle pendenze meno accentuate e molto reattiva quando ci si alza in piedi sui pedali. Quando la pendenza aumenta, la sensazione di velocità rispetto a bici sulla carta meno performanti non è più così marcata. Che una forcella abbassabile possa ristabilire i valori in campo?
Per quanto riguarda il bobbing la Rize non ne è immune, ma il fenomeno non è particolarmente accentuato. A meno di non pedalare scompostamente, già con il Pro Pedal in posizione 1 si ottiene la quasi totale stabilizzazione del carro. Nel caso di lunghe ascese su terreno liscio, o se si è amanti del “hardtail feeling”, si potrà invece impostare il ProPedal sul 2 o addirittura sul 3.
Da notare che, a causa del posizionamento dell’ammo, la variazione del livello di propedal può essere fatta solamente a bici ferma (a meno di non agire alla cieca).
Dell’anomalo e fastidioso dondolio della forcella invece si è già detto e riteniamo fosse un problema di quello specifico esemplare, quindi non ci sentiamo di annoverarlo fra i difetti “intrinsechi” della Rize.
RZ One Forty 2010
Eliminato l’inconveniente dell’eccessivo dondolio della Lefty, la RZ conferma le prestazioni della Rize. Peccato per il solito comando del lockout che trascina con sé gli altri registri, inconveniente fastidioso quando i tratti scorrevoli si alternano frequente a tratti più tecnici.
Sul nuovo ammortizzatore Fox Float RP23 dotato di Boost Valve il Propedal è nettamente meno invasivo di quanto non lo fosse sul Float montato sulla Rize, con il risultato che in fuorisella il bobbing non è totalmente annullato neppure con il Propedal in posizione 3. Come vedremo al capitolo “salita tecnica” i vantaggi di questo nuovo set-up superano però di gran lunga gli svantaggi (d’altro canto la RZ non nasce certamente per gli sprint su fondo asfaltato).
Un breve filmato sul comportamento della sospensione posteriore lo trovate al post successivo.
Salita tecnica:
(Rize 2009)
Posizione in sella, la “solita” leggerezza e le ottime qualità assorbenti del carro stanno su un piatto della bilancia. Sull’altro piatto stanno la forcella non abbassabile e l'abbondante escursione posteriore, la quali costringono ad una guida attiva in punta di sella se si vogliono evitare fastidiose impennate sui tratti più ripidi e tecnici.
Il movimento centrale relativamente basso (335 mm), fa sì che capiti di impattare il suolo con i pedali nei passaggi più critici. Qualche millimetro in più non avrebbe guastato.
Il propedal in posizione 1 è d’aiuto, riducendo la tendenza della bici a sedersi, ma sui fondi particolarmente smossi è consigliabile disattivarlo totalmente per sfruttare al meglio le doti di sensibilità del carro e la trazione che ne consegue.
Da questo punto di vista non sarebbe male se i tre livelli di Propedal avessero un effetto leggermente più blando, dato che il livello 3 va oltre il necessario anche su asfalto.
RZ One Forty 2010
La novità positiva su questo fronte è costituita dal nuovo Fox Float RP23. Come auspicato in occasione del test della Rize, ecco infatti che ci troviamo di fronte ad un Propedal meno “invasivo” e perciò molto più sfruttabile anche in presenza di fondi sconnessi. I tre livelli disponibili permettono una regolazione fine della risposta della sospensione posteriore in grado di accontentare tutte le esigenze legate al tipo di fondo o preferenze personali. Da segnalare anche il leggero aumento (circa 3 mm) dell’altezza del movimento centrale.
I problemi nascono quando il tecnico è accompagnato dalla forte pendenza, dato che la forcella non abbassabile richiede una guida molto "attiva" se si vogliono evitare impennate o comunque imprecisione dell'avantreno. In questo frangente la RZ è piuttosto impegnativa, ed i 10 mm in più di altezza della Lefty 2010 non hanno certamente giovato.
Discesa veloce:
(Rize 2009)
In questo ambito la Rize si è dimostrata superiore alle aspettative, stabile e precisa anche a velocità sostenuta specie quando pendenza ed ostacoli permettono di usare poco i freni ed al carro di lavorare liberamente.
A freni tirati si percepisce infatti un certo nervosismo al retrotreno, motivo per cui – quando possibile – vale la pena anticipare il più possibile la frenata salvo “mollare” sugli ostacoli.
Da notare che l’escursione posteriore da noi rilevata è di 143 mm, ben 13 mm più di quanto dichiarato da Cannondale!
A velocità sostenuta i problemi riscontrati sulla Lefty non infastidiscono, ed addirittura rischiano di giocare a favore: la forcella lavora velocemente sulle piccole asperità in sequenza, rimanendo però ben controllata sugli impatti di maggior entità dove un ritorno troppo veloce potrebbe determinare dei pericolosi scompensi.
Per quanto concerne la sospensione posteriore, il 25% di SAG consigliato da Cannondale si è dimostrato perfetto, permettendo l'ottimale sfruttamento del travel disponibile ma al contempo una buona resistenza al finecorsa anche concedendosi qualche salto “fuori programma”.
RZ One Forty 2010
Cannondale ha “ufficializzato” i 140 mm di travel posteriore a suo tempo rilevati sulla Rize, ma come detto il telaio è praticamente lo stesso. A causa della maggior altezza della forcella l’angolo sterzo perde però mezzo grado, il che gioca a favore della stabilità in velocità.
Sempre sul fronte forcella abbiamo finalmente potuto apprezzare l’efficace frenatura in compressione “low speed” della Lefty, mentre il Float 2010 conferma le già ottime doti del predecessore.
Anche con la RZ abbiamo trovato perfetto il 25% di SAG consigliato da Cannondale, ricavandone le stesse sensazioni avute con la Rize in termini di sfruttamento del travel e resistenza al finecorsa.
In definitiva la RZ conferma in pieno il buon comportamento della Rize in questo ambito.
Discesa tecnica:
(Rize 2009)
Inutile girarci attorno: sul tecnico-lento la Rize non ci è piaciuta. Il ripido non la intimorisce, così come i gradoni di discreta entità. La bici ci è però parsa poco precisa all’avantreno e poco agile nello stretto.
Il lavoro della sospensione posteriore non è di fondamentale importanza in questi frangenti, ma la tendenza del carro ad inibirsi in frenata (e qui i freni si mollano ben poco) non aiuta a migliorare la situazione.
Una nota positiva invece viene proprio dai freni, sempre performanti anche al termine di lunghe sezioni ripide.
RZ One Forty 2010
Cominciamo con le note positive: sul ripido (dove però già la Rize era soddisfacente) la RZ conferma di non avere particolari problemi. La situazione è anzi migliorata in virtù della forcella un po' più alta e dell'efficace regolazione della compressione low speed, migliorie che permettono alla RZ di cavarsela anche quando al ripido si sommano ostacoli "fissi" di media entità (gradoni, sassi ben infissi nel terreno, radici...).
Quando però il fondo si fa più critico la RZ diventa nervosa, costringendo alla classica guida "sulle uova" ed a calibrare con estrema attenzione la pressione sulle leve dei potenti Avid Elixir.
Confermiamo che il tecnico/lento non è l'ambito preferito dalla RZ.
Il parere del racer XC
Con la RZ abbiamo voluto fare un piccolo “esperimento”, pensando di fare cosa gradita a tutti quelli che, provenendo da una front xc, temono il passaggio ad una full da all mountain come la RZ.
Abbiamo infatti chiesto ad un agonista xc di buon livello, abituato a reattive e leggere front, di provare per un'intera giornata la RZ sulla maggior varietà possibile di terreni.
Ecco le sue impressioni:
“In salita scorrevole ho nettamente percepito l'handicap rispetto alla mia bici da gara (una front in carbonio da poco più di 9 kg), probabilmente a causa non solo del peso, ma anche delle coperture più larghe e tassellate. Il carro si comporta bene ed è sufficientemente fermo a patto di stare in sella, mentre in fuorisella l'affondamento è fastidioso.
Sulle salite tecniche la bici si è rivelata molto agile e la sospensione posteriore copia perfettamente le asperità garantendo ottima trazione senza le reazioni nervose della mia bici. Ho passato indenne alcune sezioni che mi avrebbero dato del filo da torcere se fossi stato in sella alla mia front.
In discesa mi sono veramente divertito: dove la mia bici scarta come uno stambecco impazzito le sospensioni della RZ mi permettevano maggior velocità mantenendo un buon margine di sicurezza. Immagino sia merito anche della posizione più rialzata, della larga piega e delle coperture.
In che ambito utilizzerei la RZ? Per le gare marathon la ritengo inadatta se si hanno ambizioni di classifica, mentre per lunghi giri alla ricerca del divertimento la vedo una perfetta alternativa alle full-macigno che al solo vederle fanno venire l'orticaria a chi è abituato a “spingere” anche in salita”.
Dall'alba (beh, quasi...) al tramonto in sella alla RZ One Forty
Cannondale RZ One Forty | Valtellina on Vimeo
Conclusioni
La RZ One Forty conferma la stessa anima della Rize dalla quale deriva, e d'altro canto non poteva essere altrimenti, dato che il telaio è praticamente il medesimo ed il montaggio simile.
Numerosi sono però gli affinamenti che hanno ulteriormente elevato il livello prestazionale di questa bici. Fra i più importanti vanno citati l'aumento dell'escursione anteriore e l’adozione dell’ammortizzatore Fox Float RP23 di nuova generazione dotato di Boost Valve, il quale ha portato rilevanti benefici soprattutto sulle salite più sconnesse.
Come avvenuto con la Rize, anche questa volta abbiamo avuto la sensazione di un mezzo che non ama le situazioni troppo tecniche, né in salita né in discesa. Tolti questi due estremi, la RZ One Forty è molto efficace ed in grado di regalare grosse soddisfazioni in particolare ai macinatori di Km e metri di dislivelllo.
Vorremmo ringraziare Cannondale per la disponibilità dimostrata lasciandoci la bici per un tempo molto lungo.
Una tiepida giornata autunnale ed una bici come la RZ One Forty che ben si presta ad intere giornate in sella. Cosa chiedere di più?
Problemi riscontrati durante il test
Nulla da segnalare, eccezion fatta per le coperture che si sgonfiavano nell'arco di una giornata. Problema risolto con un po’ di liquido sigillante, in barba alla lotta all'ultimo grammo.
La Cannondale RZ One Forty Carbon 2 in pillole
Geometrie e montaggio (cliccare sulle immagini per ingrandirle)
Peso dichiarato: n.d.
Peso rilevato: 11.49 Kg senza pedali
Escursione posteriore dichiarata: 140 mm
Escursione posteriore rilevata: 143 mm
Prezzo: 5799 Euro
Links utili:
Cannondale Italia
RZ One Forty Carbon 2
Manuale tecnico (molto ben fatto)
Dalla pratica alla teoria, ovvero la RZ One Forty analizzata da Zergio con il software Linkage
Il telaio della RZ Forty si è dimostrato la copia perfetta di quello della Rize analizzata in passato, con quote e punti d'infulcro identici.
Riproponiamo quindi le stesse figure e considerazioni fatte a suo tempo, ricordando però che mentre Linkage ipotizza l'utilizzo di un ammortizzatore a molla perfettamente lineare, nel caso della RZ ci troviamo di fronte ad un ammo ad aria diverso da quello che utilizzava la Rize.
La geometria della sospensione può esser definita come "4-bracci no-horst". La differenza con un classico carro 4 bracci a giunto horst è, apparentemente, solo la posizione dello snodo sopra ai forcellini (invece che sotto). Apparentemente perché:
- il sistema di sospensione è simile ad un sistema FSR (leggi 4 bracci horst) in termini di personalizzazione della curva di compressione dell’ammortizzatore (grazie alla presenza dello swing-link)
- il centro di rotazione della ruota posteriore è fissato sul main pivot. Tutto ciò che ne deriva, nel bene e nel male, risponde alle regole dei monopivot (in linea di massima: presenza del brake lock-out; traiettoria circolare della ruota; maggior pedal kick back, maggior antisquat, ecc…)
Entrando in merito della geometria in questione analizziamo la curva delle forze in relazione alla corsa alla ruota sempre approssimando una molla come ammortizzatore:
Lo swing arm della Rize permette di ottenere una curva di compressione regressiva nei primi millimetri di escursione (circa 15 mm alla ruota), progressiva nella parte centrale e da quì ritornare ad una regressività, ora più accentuata, da 115 mm a 143 mm (alla ruota). Pro e contro di quest’ultima fase stanno nella facilità di usare l’intera escursione.
L’infulcro principale posizionato ben sopra al movimento centrale (all’altezza della corona a 32 denti), quindi “alto”, permette alla ruota di compiere una corsa con Δs quasi sempre maggiore di 0. Fattore che permette di oltrepassare gli ostacoli con basse accelerazioni verticali del centro di massa.
L’antisquat, al 25% di sag su entrambe le ruote, è pari a 114%. Qui la sospensione, aiutata dal pedal kick back (9° positivo sul rapporto 22/32), tende ad estendersi (aprirsi) in accelerazione. L’effetto di bobbing visto sul campo è da ricercare in questi ultimi due parametri e nella derivata del grafico delle forze (linea rossa).
Di seguito pedal kick back a forcella estesa con rapporto 22/32 e 32/15:
Il test fu in parte condizionato dalle cattive condizioni del mezzo inviatoci, da qui la proposta di Cannondale di fornirci la RZ One Forty per un test “riparatore”.
Come leggere questo test
Visto quanto premesso, abbiamo deciso di strutturare questo test in modo leggermente diverso dal solito al fine di permettere un confronto immediato fra le due bici. Troverete infatti, in corsivo, alcuni capitoli ripresi dal test della “vecchia” Rize, e di seguito la parte relativa alla RZ One Forty oggetto di questo test.
...una Lefty con qualche problema (Rize2009)
La Cannondale Rize Carbon 2 monta una Lefty Max Carbon RLC da 130 mm di escursione dotata di regolazione del rebound, della compressione low speed e di lockout con soglia di sblocco tarabile.
Le regolazioni si sono dimostrate efficaci, eccezion fatta per la compressione low speed il cui effetto non è molto percepibile. Strano, dato che l’idraulica è Fox e solitamente la regolazione della compressione è particolarmente efficace sulle forcelle della volpe. Chi desiderasse una maggior frenatura in compressione può comunque inserire il lockout tarando la soglia di sblocco in una posizione prossima al tutto aperto (le posizioni disponibili sono 14, dal tutto aperto al blocco quasi totale).
Un inconveniente riscontrato da subito è che la ghiera di azionamento del lockout tende a trascinare con sé il pomello di regolazione del rebound. Ne consegue che, complice la sensibilità del registro, ci si ritrova in breve con la velocità di ritorno starata. Quest’ultima è impostabile su 13 diversi valori, anche se quelli ragionevolmente utilizzabili sono non più di tre o quattro e si trovano in prossimità del “tutto chiuso”. E’ comunque probabile che con temperature più basse il range di utilizzo si sposti verso posizioni più “aperte”, così come non escludiamo che l’idraulica della forcella montata sulla nostra Rize non fosse a punto.
La Lefty montata sulla bici in test si comportava infatti nella prima parte di travel come se il controllo idraulico fosse quasi assente, quindi comprimendosi e riestendendosi con eccessiva velocità. Il risultato è che la forcella in salita bobbava fastidiosamente, costringendo all’uso del blocco appena il fondo fosse sufficientemente liscio da permetterlo.
L’inconveniente era aggirabile frenando esageratamente il ritorno, ma ovviamente non applicabile in discesa e decisamente scomodo nei percorsi con frequenti saliscendi.
Un trafilaggio d’olio lungo il fodero ci fa supporre che un simile comportamento si possa imputare proprio ad una insufficiente quantità del prezioso liquido, ma siamo nel campo delle ipotesi.
Concludiamo il capitolo Lefty dicendo che togliere la ruota non è affatto il delirio che qualcuno descrive. Basta allentare i bulloni di fissaggio dell’adattatore del freno e ruotarlo quel tanto che basta per liberare il disco. A quel punto si svita la brugola di fissaggio del mozzo al perno della forcella ed il gioco è fatto.
Non sarà veloce come un QR od un perno passante di ultima generazione, ma è comunque operazione da un minuto.
La Lefty della RZ One Forty 2010
Nel 2010 la Lefty Max Carbon montata sulla RZ One Forty ha guadagnato 10 mm di travel, salendo quindi a 140 mm di escursione totale. Per il resto la forcella è rimasta invariata, mantenendo le stesse regolazioni presenti sul modello 2009.
Essendo il telaio della RZ One Forty praticamente il medesimo della Rize 2009, la maggior altezza della forcella ha comportato delle leggere variazioni sulle quote geometriche del mezzo. Variazioni che non hanno snaturato l'anima di questa bici, come vedremo nei paragrafi successivi.
Tornando invece alla Lefty, possiamo tranquillamente cancellare tutti gli appunti mossi in occasione del test della Rize, compresa la scarsa efficacia del registro in compressione.
Fa eccezione il comando del lockout, che anche questa volta trascinava con sé il registro del rebound e, seppur in misura leggermente inferiore, anche il registro della compressione. Il risultato è che, specie quando sarebbero richiesti frequenti azionamenti, si finisce col lasciar perdere pena doversi continuamente fermare a ritarare la forcella.
140 mm di travel e finalmente un funzionamento impeccabile per la Lefty montata sulla RZ. Peccato non sia abbassabile, perchè con il suo peso piuma e le numerose regolazioni disponibili avrebbe veramente poche concorrenti nella sua categoria (cliccare sulle foto per ingrandire)
Set-up e prime sensazioni:
(Rize 2009)
Estraendo la Rize dal suo bel cartone si rimane immediatamente colpiti dalla leggerezza, infatti rileveremo 11.45 Kg di peso (questa volta concedeteci però +/- 100 g di possibile errore, visto che non siamo riusciti ad utilizzare la solita bilancia di precisione). Per capire da dove nasca un risultato tanto lusinghiero vi consigliamo di dare un'occhiata qui, al paragrafo "System Integration".
Le coperture Nobby Nic le conosciamo piuttosto bene e sappiamo che offrono un ottimo compromesso fra tenuta e scorrevolezza. Sulla Rize Carbon 2 sono in versione UST, fatto che ci permette di utilizzare delle pressioni relativamente basse.
L’ammortizzatore è in posizione comoda sia per quanto riguarda l’accesso alla valvola che per la misura del SAG. Quest’ultimo si rivelerà ottimale se impostato attorno al 25% come suggerito da Cannondale. La pressione di esercizio è invece piuttosto alta per il tipo di ammo, dovendo immettere circa 170 psi per una persona di 75Kg. Concludiamo il capitolo ammortizzatore dicendo che sul corpo è indicato un settaggio in compressione intermedio (preimpostato e non modificabile esternamente).
Prima di montare in sella non ci rimane che posizionare e regolare i freni, cosa che gli ottimi Elixir CR permettono di fare a nostro piacimento.
Montando sulla Rize realizziamo immediatamente che il leggero reggisella in carbonio da 350 mm non è lungo a sufficienza per le nostre gambe da trampolieri. Fortunatamente ne abbiamo uno di pari diametro e 400 mm di lunghezza che utilizzeremo al posto dell’originale.
La posizione di guida è abbastanza allungata, e nonostante il peso non sia eccessivamente caricato sulle braccia, la sensazione è che la Rize strizzi l’occhio alla salita piuttosto che alla discesa. D’altro canto basta visitare il sito Cannondale per notare che la Rize occupa il gradino immediatamente successivo alla serie Marathon, categoria nella quale non sfigurerebbe nonostante l’abbondante escursione posteriore.
RZ One Forty 2010
A livello di peso, con 11.49 Kg la RZ One Forty conferma l'eccellente risultato del suo predecessore. Niente male, se si considera che l'escursione anteriore è ulteriormente aumentata! Rinnoviamo l’invito a consultare la sezione System Integration sul sito Cannondale per scoprire alcune delle soluzioni che permettono di ottenere questi risultati.
Una volta in sella, nonostante le leggere variazioni geometriche dovute alla maggior altezza della forcella di cui abbiamo già detto, la posizione è quella che ricordavamo, vale a dire piuttosto allungata e con un occhio di riguardo alla salita.
A livello di SAG abbiamo trovato perfetto anche questa volta il 25% suggerito da Cannondale, ottenuto però con una pressione nell'ammo ancora maggiore (200 psi). Chi preferisse un carro più morbido potrà scendere di una decina di psi, avendo la sola accortezza di evitare drop con atterraggi “critici”.
Per quanto concerne il montaggio, tutto di alto livello, ogni cosa ha funzionato perfettamente per tutta la durata del test. Una particolare nota positiva meritano però i potenti ed instancabili freni Avid Elixir CR ed il cambio XTR Shadow, un mostro di precisione.
Il nuovo Float RP23 2010
La RZ monta il nuovo ammortizzatore Fox Float RP23 dotato di Boost Valve, sul cui corpo sono indicati i settaggi preimpostati in fabbrica.
Abbiamo chiesto maggiori delucidazioni in merito sia a BSC (distributore Fox fino al 31 dicembre 2009) che direttamente a Fox USA, non ricevendo risposta da nessuno dei due.
Peccato, sarebbe stata una buona occasione per approfondire un tema di interesse per molti, vista la diffusione di questo prodotto.
Speriamo di poter tornare in futuro sull’argomento, magari trattandolo nella neonata sezione “tech corner” grazie alla collaborazione del nuovo centro assistenza Fox per l’Italia (se mai ce ne sarà uno).
A titolo informativo ecco i valori riportati:
_Velocity Tune: L
_Rebound Tune: M
_Boost Valve Tune: 225
Numerose le soluzioni "proprietarie" adottate da Cannondale al fine di ridurre i pesi senza compromettere le prestazioni. Il sistema integrato Lefty/sterzo/stem è uno di quelli. I dettagli li trovate a questo link (cliccare)
Abbinamenti cromatici mai lasciati al caso, un pizzico di orgoglio yankee ed il reggisella della FSA. Quest'ultimo si è rigato nel giro di poche uscite, come in genere accade con i reggi in carbonio quando abbassati e rialzati con una certa frequenza
Salita scorrevole/asfalto:
(Rize 2009)
Leggerezza, posizione di guida allungata e coperture scorrevoli giocano a favore della Rize.
Pro Pedal su tre posizioni e forcella dotata di lockout completano il quadro, con il risultato che all’atto pratico la Rize non delude dimostrandosi particolarmente efficace sulle pendenze meno accentuate e molto reattiva quando ci si alza in piedi sui pedali. Quando la pendenza aumenta, la sensazione di velocità rispetto a bici sulla carta meno performanti non è più così marcata. Che una forcella abbassabile possa ristabilire i valori in campo?
Per quanto riguarda il bobbing la Rize non ne è immune, ma il fenomeno non è particolarmente accentuato. A meno di non pedalare scompostamente, già con il Pro Pedal in posizione 1 si ottiene la quasi totale stabilizzazione del carro. Nel caso di lunghe ascese su terreno liscio, o se si è amanti del “hardtail feeling”, si potrà invece impostare il ProPedal sul 2 o addirittura sul 3.
Da notare che, a causa del posizionamento dell’ammo, la variazione del livello di propedal può essere fatta solamente a bici ferma (a meno di non agire alla cieca).
Dell’anomalo e fastidioso dondolio della forcella invece si è già detto e riteniamo fosse un problema di quello specifico esemplare, quindi non ci sentiamo di annoverarlo fra i difetti “intrinsechi” della Rize.
RZ One Forty 2010
Eliminato l’inconveniente dell’eccessivo dondolio della Lefty, la RZ conferma le prestazioni della Rize. Peccato per il solito comando del lockout che trascina con sé gli altri registri, inconveniente fastidioso quando i tratti scorrevoli si alternano frequente a tratti più tecnici.
Sul nuovo ammortizzatore Fox Float RP23 dotato di Boost Valve il Propedal è nettamente meno invasivo di quanto non lo fosse sul Float montato sulla Rize, con il risultato che in fuorisella il bobbing non è totalmente annullato neppure con il Propedal in posizione 3. Come vedremo al capitolo “salita tecnica” i vantaggi di questo nuovo set-up superano però di gran lunga gli svantaggi (d’altro canto la RZ non nasce certamente per gli sprint su fondo asfaltato).
Un breve filmato sul comportamento della sospensione posteriore lo trovate al post successivo.
Salita tecnica:
(Rize 2009)
Posizione in sella, la “solita” leggerezza e le ottime qualità assorbenti del carro stanno su un piatto della bilancia. Sull’altro piatto stanno la forcella non abbassabile e l'abbondante escursione posteriore, la quali costringono ad una guida attiva in punta di sella se si vogliono evitare fastidiose impennate sui tratti più ripidi e tecnici.
Il movimento centrale relativamente basso (335 mm), fa sì che capiti di impattare il suolo con i pedali nei passaggi più critici. Qualche millimetro in più non avrebbe guastato.
Il propedal in posizione 1 è d’aiuto, riducendo la tendenza della bici a sedersi, ma sui fondi particolarmente smossi è consigliabile disattivarlo totalmente per sfruttare al meglio le doti di sensibilità del carro e la trazione che ne consegue.
Da questo punto di vista non sarebbe male se i tre livelli di Propedal avessero un effetto leggermente più blando, dato che il livello 3 va oltre il necessario anche su asfalto.
RZ One Forty 2010
La novità positiva su questo fronte è costituita dal nuovo Fox Float RP23. Come auspicato in occasione del test della Rize, ecco infatti che ci troviamo di fronte ad un Propedal meno “invasivo” e perciò molto più sfruttabile anche in presenza di fondi sconnessi. I tre livelli disponibili permettono una regolazione fine della risposta della sospensione posteriore in grado di accontentare tutte le esigenze legate al tipo di fondo o preferenze personali. Da segnalare anche il leggero aumento (circa 3 mm) dell’altezza del movimento centrale.
I problemi nascono quando il tecnico è accompagnato dalla forte pendenza, dato che la forcella non abbassabile richiede una guida molto "attiva" se si vogliono evitare impennate o comunque imprecisione dell'avantreno. In questo frangente la RZ è piuttosto impegnativa, ed i 10 mm in più di altezza della Lefty 2010 non hanno certamente giovato.
Discesa veloce:
(Rize 2009)
In questo ambito la Rize si è dimostrata superiore alle aspettative, stabile e precisa anche a velocità sostenuta specie quando pendenza ed ostacoli permettono di usare poco i freni ed al carro di lavorare liberamente.
A freni tirati si percepisce infatti un certo nervosismo al retrotreno, motivo per cui – quando possibile – vale la pena anticipare il più possibile la frenata salvo “mollare” sugli ostacoli.
Da notare che l’escursione posteriore da noi rilevata è di 143 mm, ben 13 mm più di quanto dichiarato da Cannondale!
A velocità sostenuta i problemi riscontrati sulla Lefty non infastidiscono, ed addirittura rischiano di giocare a favore: la forcella lavora velocemente sulle piccole asperità in sequenza, rimanendo però ben controllata sugli impatti di maggior entità dove un ritorno troppo veloce potrebbe determinare dei pericolosi scompensi.
Per quanto concerne la sospensione posteriore, il 25% di SAG consigliato da Cannondale si è dimostrato perfetto, permettendo l'ottimale sfruttamento del travel disponibile ma al contempo una buona resistenza al finecorsa anche concedendosi qualche salto “fuori programma”.
RZ One Forty 2010
Cannondale ha “ufficializzato” i 140 mm di travel posteriore a suo tempo rilevati sulla Rize, ma come detto il telaio è praticamente lo stesso. A causa della maggior altezza della forcella l’angolo sterzo perde però mezzo grado, il che gioca a favore della stabilità in velocità.
Sempre sul fronte forcella abbiamo finalmente potuto apprezzare l’efficace frenatura in compressione “low speed” della Lefty, mentre il Float 2010 conferma le già ottime doti del predecessore.
Anche con la RZ abbiamo trovato perfetto il 25% di SAG consigliato da Cannondale, ricavandone le stesse sensazioni avute con la Rize in termini di sfruttamento del travel e resistenza al finecorsa.
In definitiva la RZ conferma in pieno il buon comportamento della Rize in questo ambito.
Discesa tecnica:
(Rize 2009)
Inutile girarci attorno: sul tecnico-lento la Rize non ci è piaciuta. Il ripido non la intimorisce, così come i gradoni di discreta entità. La bici ci è però parsa poco precisa all’avantreno e poco agile nello stretto.
Il lavoro della sospensione posteriore non è di fondamentale importanza in questi frangenti, ma la tendenza del carro ad inibirsi in frenata (e qui i freni si mollano ben poco) non aiuta a migliorare la situazione.
Una nota positiva invece viene proprio dai freni, sempre performanti anche al termine di lunghe sezioni ripide.
RZ One Forty 2010
Cominciamo con le note positive: sul ripido (dove però già la Rize era soddisfacente) la RZ conferma di non avere particolari problemi. La situazione è anzi migliorata in virtù della forcella un po' più alta e dell'efficace regolazione della compressione low speed, migliorie che permettono alla RZ di cavarsela anche quando al ripido si sommano ostacoli "fissi" di media entità (gradoni, sassi ben infissi nel terreno, radici...).
Quando però il fondo si fa più critico la RZ diventa nervosa, costringendo alla classica guida "sulle uova" ed a calibrare con estrema attenzione la pressione sulle leve dei potenti Avid Elixir.
Confermiamo che il tecnico/lento non è l'ambito preferito dalla RZ.
Il parere del racer XC
Con la RZ abbiamo voluto fare un piccolo “esperimento”, pensando di fare cosa gradita a tutti quelli che, provenendo da una front xc, temono il passaggio ad una full da all mountain come la RZ.
Abbiamo infatti chiesto ad un agonista xc di buon livello, abituato a reattive e leggere front, di provare per un'intera giornata la RZ sulla maggior varietà possibile di terreni.
Ecco le sue impressioni:
“In salita scorrevole ho nettamente percepito l'handicap rispetto alla mia bici da gara (una front in carbonio da poco più di 9 kg), probabilmente a causa non solo del peso, ma anche delle coperture più larghe e tassellate. Il carro si comporta bene ed è sufficientemente fermo a patto di stare in sella, mentre in fuorisella l'affondamento è fastidioso.
Sulle salite tecniche la bici si è rivelata molto agile e la sospensione posteriore copia perfettamente le asperità garantendo ottima trazione senza le reazioni nervose della mia bici. Ho passato indenne alcune sezioni che mi avrebbero dato del filo da torcere se fossi stato in sella alla mia front.
In discesa mi sono veramente divertito: dove la mia bici scarta come uno stambecco impazzito le sospensioni della RZ mi permettevano maggior velocità mantenendo un buon margine di sicurezza. Immagino sia merito anche della posizione più rialzata, della larga piega e delle coperture.
In che ambito utilizzerei la RZ? Per le gare marathon la ritengo inadatta se si hanno ambizioni di classifica, mentre per lunghi giri alla ricerca del divertimento la vedo una perfetta alternativa alle full-macigno che al solo vederle fanno venire l'orticaria a chi è abituato a “spingere” anche in salita”.
Dall'alba (beh, quasi...) al tramonto in sella alla RZ One Forty
Cannondale RZ One Forty | Valtellina on Vimeo
Conclusioni
La RZ One Forty conferma la stessa anima della Rize dalla quale deriva, e d'altro canto non poteva essere altrimenti, dato che il telaio è praticamente il medesimo ed il montaggio simile.
Numerosi sono però gli affinamenti che hanno ulteriormente elevato il livello prestazionale di questa bici. Fra i più importanti vanno citati l'aumento dell'escursione anteriore e l’adozione dell’ammortizzatore Fox Float RP23 di nuova generazione dotato di Boost Valve, il quale ha portato rilevanti benefici soprattutto sulle salite più sconnesse.
Come avvenuto con la Rize, anche questa volta abbiamo avuto la sensazione di un mezzo che non ama le situazioni troppo tecniche, né in salita né in discesa. Tolti questi due estremi, la RZ One Forty è molto efficace ed in grado di regalare grosse soddisfazioni in particolare ai macinatori di Km e metri di dislivelllo.
Vorremmo ringraziare Cannondale per la disponibilità dimostrata lasciandoci la bici per un tempo molto lungo.
Una tiepida giornata autunnale ed una bici come la RZ One Forty che ben si presta ad intere giornate in sella. Cosa chiedere di più?
Problemi riscontrati durante il test
Nulla da segnalare, eccezion fatta per le coperture che si sgonfiavano nell'arco di una giornata. Problema risolto con un po’ di liquido sigillante, in barba alla lotta all'ultimo grammo.
La Cannondale RZ One Forty Carbon 2 in pillole
Geometrie e montaggio (cliccare sulle immagini per ingrandirle)
Peso dichiarato: n.d.
Peso rilevato: 11.49 Kg senza pedali
Escursione posteriore dichiarata: 140 mm
Escursione posteriore rilevata: 143 mm
Prezzo: 5799 Euro
Links utili:
Cannondale Italia
RZ One Forty Carbon 2
Manuale tecnico (molto ben fatto)
Dalla pratica alla teoria, ovvero la RZ One Forty analizzata da Zergio con il software Linkage
Il telaio della RZ Forty si è dimostrato la copia perfetta di quello della Rize analizzata in passato, con quote e punti d'infulcro identici.
Riproponiamo quindi le stesse figure e considerazioni fatte a suo tempo, ricordando però che mentre Linkage ipotizza l'utilizzo di un ammortizzatore a molla perfettamente lineare, nel caso della RZ ci troviamo di fronte ad un ammo ad aria diverso da quello che utilizzava la Rize.
La geometria della sospensione può esser definita come "4-bracci no-horst". La differenza con un classico carro 4 bracci a giunto horst è, apparentemente, solo la posizione dello snodo sopra ai forcellini (invece che sotto). Apparentemente perché:
- il sistema di sospensione è simile ad un sistema FSR (leggi 4 bracci horst) in termini di personalizzazione della curva di compressione dell’ammortizzatore (grazie alla presenza dello swing-link)
- il centro di rotazione della ruota posteriore è fissato sul main pivot. Tutto ciò che ne deriva, nel bene e nel male, risponde alle regole dei monopivot (in linea di massima: presenza del brake lock-out; traiettoria circolare della ruota; maggior pedal kick back, maggior antisquat, ecc…)
Entrando in merito della geometria in questione analizziamo la curva delle forze in relazione alla corsa alla ruota sempre approssimando una molla come ammortizzatore:
Lo swing arm della Rize permette di ottenere una curva di compressione regressiva nei primi millimetri di escursione (circa 15 mm alla ruota), progressiva nella parte centrale e da quì ritornare ad una regressività, ora più accentuata, da 115 mm a 143 mm (alla ruota). Pro e contro di quest’ultima fase stanno nella facilità di usare l’intera escursione.
L’infulcro principale posizionato ben sopra al movimento centrale (all’altezza della corona a 32 denti), quindi “alto”, permette alla ruota di compiere una corsa con Δs quasi sempre maggiore di 0. Fattore che permette di oltrepassare gli ostacoli con basse accelerazioni verticali del centro di massa.
L’antisquat, al 25% di sag su entrambe le ruote, è pari a 114%. Qui la sospensione, aiutata dal pedal kick back (9° positivo sul rapporto 22/32), tende ad estendersi (aprirsi) in accelerazione. L’effetto di bobbing visto sul campo è da ricercare in questi ultimi due parametri e nella derivata del grafico delle forze (linea rossa).
Di seguito pedal kick back a forcella estesa con rapporto 22/32 e 32/15: