Canada: viaggio alle origini del freeride

marco

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„Nel North Shore piove solo due volte alla settimana. Prima per tre giorni, poi per altri quattro“.

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Graham Agassiz sui sentieri sotto casa sua - Kamloops

Questa frase sibillina letta da qualche parte nel Lonely Planet non può e non deve spaventare chi, come me, decide di dare un’occhiata dietro le quinte del vero palcoscenico mondiale del freeride, la Britisch Columbia, una regione immensa che si estende dalle coste dell’Oceano Pacifico fino allo spartiacque delle Montagne Rocciose, nella parte ovest del Canada. Non spaventa, questa frase, perché alla pioggia ci si abitua. In fretta.

Cielo plumbeo e sentieri bagnati fanno parte del freeride così come Wade Simmons e Richie Schley, i primi ad aver portato alla ribalta un modo di andare in mountain bike ora ritenuto normale su tutto il globo. È proprio Wade che voglio visitare per primo, dopo che a luglio di quest’anno lui e Matt Hunter erano venuti nelle nostre Alpi per una road trip di una settimana (vedere numero di novembre). Fino a pochi giorni prima del mio arrivo a Vancouver avevamo grandi piani: un giro di più giorni accompagnati da un idrovolante, fotosessions nel North Shore di Vancouver, una puntata a Kamloops per andare a trovare Matt, nato e residente lì. Già avevo fatto i bagagli per la partenza ed eccomi una mail di Wade che mi annichilisce: rottura del legamento anteriore del ginocchio, operazione prevista per fine novembre, stagione finita. Ironia della sorte, l’incidente è successo a Livigno dove faceva delle foto per Rocky Mountain, dato che questa dal 2008 sponsorizzerà la regione Alta Rezia.

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Richie Schley si satellita in quel di Pemberton

“Vieni lo stesso, ci sono una marea di rider che puoi fotografare, e poi ti porto in giro per un paio di posti storici di North Vancouver!” Di Wade ci si può fidare, così eccomi la prima sera in un bar del Deep Cove a bere birra in compagnia di Simmons, Leslie Tomlinson, il manager delle Cove bikes e Andreas della Rocky Mountain. Tutti vivono in North Vancouver, una città nella città. A sua volta Deep Cove è una parte di North Vancouver, praticamente una strada senza uscita infognata fra le montagne e l’oceano. “La parte più piovosa della città” mi dice Wade. “Delle volte qui piove mentre in centro splende il sole. Tutta colpa delle montagne che bloccano le nubi per giorni e giorni”. Qui arrivano diversi sentieri del North Shore che si fanno largo lungo i fitti boschi del Mount Seymour. Nel buio della sera, inumidita dall’immancabile pioggia, io non vedo però altro che birra e facce sorridenti di robusti ragazzotti canadesi. Il jetlag sparisce nei fumi dell’alcool.

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Geoff Gulevich nelle tenebre del North Shore

“Oggi puoi andare a far foto con Gulli” mi dice Wade di fronte alla colazione da lui preparata, a base di uova, burro, e pane – la sua energy-bar prima di andare in giro in bici. Si tratta di Geoff Gulevich, uno dei rider rampanti del North Shore, sponsorizzato, fra l’altro, da Cove Bikes. E proprio nel “Covo” ho appuntamento con lui. Il Cove, infatti, è anche IL bike shop di North Vancouver, il primo che aprì i battenti più di 25 anni fa e in cui Wade lavorò prima di diventare un pro rider. Completamente dipinto di nero, con l’onnipresente logo delle Cove Bikes raffigurante un teschio con due ossa incrociate, questo negozio può incutere timore a prima vista, soprattutto se poi si vedono le foto dei vari rider, attaccate ai muri. O sono tutti dei piccoli Wade Simmons o sanno fare bene i poser. Nei giorni seguenti mi renderò conto che la parola poser in Canada non esiste.

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Richie Schley a Squamish

Io e Gulevich ci imbarchiamo sul suo “truck” (da noi detto pick up) alla volta del Mont Seymour, e cominciamo un pellegrinaggio nei luoghi del freeride consacrati dai vari Kranked, New World Disorder e Collective. Gli chiedo dove sono i salti che ha preparato per NWD8 e mi porta in una parte del bosco buia come la pece e molto ripida. Dietro un pino gigantesco intravvedo una passerella in legno che conduce ad un drop di almeno 6 metri. “È un salto abbastanza complicato, soprattutto perché la rincorsa non è delle migliori.” Mentre sale sulla passerella, resa viscida dalla pioggia, questa comincia a traballare come un budino. Sarà sì e no larga 40 centimetri. Geoff salta 3 volte fin quando io non riesco a trovare l’equilibrio fra il buio di questo posto e un flash che non ne distrugga l’atmosfera.

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Richie Schley mostra i suoi sentieri preferiti

Il giorno seguente lascio Vancouver per recarmi da Schleyer, il nickname di Richie Schley, in quel di Whistler. Non sapendo dove abita lo chiamo al telefono e poi seguo il suo Porsche Cayenne dal centro paese ad una bella casa, dotata di salone con vista sulle montagne e quindi sul bike park. Se Richie fosse stato in Italia negli anni 80 sarebbe diventato sicuramente un paninaro. Di quelli simpatici però. Essendo oggi il Thanksgiving Day canadese, che cade in una data diversa rispetto a quello americano, m&#8217;invita a cena insieme alla mia famigliola (moglie e figlio di un anno sono in giro con me) e alla sua morosa Willow Koerber, crosscountrista del North Carolina che quest&#8217;anno è arrivata quinta nella coppa del mondo. La cena si tiene a casa di Tom Prochazka, il manager del bike park di Whistler. Se questo nome non vi dice niente, forse vi dice qualcosa Alex Pro, suo figlio. È stato il primo mountain biker a fare un doppio backflip, nell&#8217;edizione 2006 del Braun Trix di Leogang. Anche Leslie Tomlinson è presente. Comincio ad avere il dubbio che anche qui in Canada tutti conoscano tutti, nella scena mtb. Fra un pessimo rosso della BC e un Valpolicella classico rifà-palato (comprato da me), il tradizionale tacchino viene tagliato dalle abili mani di Tom, originario della Repubblica Ceca. Con un cognome così. Non mi ricordo più bene come è finita la serata.

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Richie e il suo amico Jason a Pemberton

Mi ricordo però come è cominciato il giorno successivo, a bordo della macchina da fighetta di Richie in direzione Pemberton, dove vogliamo fare delle foto. Siamo su una sterrata, arriviamo all&#8217;imbocco di un sentiero e ci apprestiamo a scendere dal potente mezzo, quando Richie vede un orso su un albero vicino. Si tratta di un cucciolo abbastanza cresciuto. Dato che nelle vicinanze dovrebbe trovarsi la madre, decidiamo di rimanere in macchina e di scattare alcune foto dell&#8217;impassibile mammifero aprendo il finestrino. Poi proseguiamo per 500 metri ed arriviamo all&#8217;ultimo sentiero disponibile. Scendere con un orso e sua madre non molto lontani è una sensazione molto poco europea e a cui mi devo abituare.

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Nei boschi canadesi non si è mai soli

Non smetterò di guardarmi dietro le spalle per tutta la mattinata, dopodichè mi dimenticherò della popolazione del bosco, dato che il trail su cui giriamo è un&#8217;opera d&#8217;arte piena di paraboliche, saltini e panorami mozzafiato su fiumi e boschi in pieno stile canadese.
Il giro più bello l&#8217;ho fatto a Manning Park, una regione dove ci sono solo monti e boschi, a circa tre ore di macchina da Vancouver. Il paese più vicino (90 km) è Hope, che forse qualcuno ricorda per Rambo I. Qui infatti fu girato il primo film di quella serie. Wade mi presta la sua Slayer SXC e io seguo i suoi amici su un trail di circa 30 km nelle foreste incontaminate della BC. Non credevo ci potessero essere sentieri pedalabili così lunghi, eppure ci impieghiamo 4 ore per tornare al punto di partenza senza toccare una strada sterrata. In alto c&#8217;è già la neve, quella giusta misura che ti permette di stare in sella e a quella temperatura che regala un grip perfetto anche in discesa. Il fondo è boschivo, le pendenze non sono mai proibitive e i colori autunnali sono strepitosi. Non ho mai visto delle foglie così arancioni o così giallo intenso come qui. Delle volte sembra che splenda il sole, invece sono solo gli alberi con i loro colori sgargianti. Il cielo, di suo, è plumbeo.

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Il trail gira intorno all'unica pietra di Kamloops - Matt Hunter

L&#8217;ultima tappa del viaggio è Kamloops, città a circa 400 chilometri da Vancouver, resa celebre da diversi video e tantissime fotografie pubblicate in tutto il globo. Questo posto è diverso da tutto il resto della British Columbia: le tipiche foreste canadesi lasciano spazio ad una vegetazione molto scarna, l&#8217;ambiente è quasi desertico, il terreno estremamente morbido e dolce. Se cercate un sasso sui sentieri, farete fatica a trovarne uno. Vado a trovare Matt Hunter a casa sua. Abita fuori città, direttamente in collina. Divide la casa con altri due ragazzi, entrambi biker ovviamente, anche se nessuno professionista come lui. La differenza sta nel fatto che gli altri due hanno un normale lavoro e vanno in bici nel tempo libero, mentre Matt va in bici per lavoro e nel tempo libero. Dopo una colazione ipercalorica a base di uova, burro e pane bianco (tradizione dei rider canadesi?) andiamo a vedere il trail che ha costruito per il suo segmento nel nuovo film del The collective che uscirà nel 2008. Step-up, step-down, paraboliche, atteraggi lontani, molto lontani. Il tutto è stato spalato da Matt stesso a poche centinaia di metri da casa.

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Matt Hunter table top

Il bello: per riuscire a fare tutti gli stunts deve mantenere una determinata velocità, altrimenti non raggiungerebbe gli atterraggi. Ogni volta che sono in giro con Matt mi meraviglio della forza di questo ragazzo di 25 anni. Riesce ad accelerare i 20 kg della bici come niente fosse, fa inverted table tops dove altri faticherebbero anche con una bici da dirt. Il giorno dopo andiamo a trovare Graham Agassiz, local diciassettenne che ha tempo di venire a fare le foto solo dopo la scuola o durante il weekend. Ha qualche sponsor che gli regala il materiale, primi fra tutti Kona e daKine. Ci porta nella collina sotto casa sua. Anche qui, sono stati costruiti salti dappertutto. &#8220;Quello è il road gap del trailer di New World Disorder 8, &#8220; mi fa indicando un gap di almeno 10 metri con una rincorsa quasi in salita. &#8220;Quando sono venuti a girare il film hanno messo un cavo fra due alberi e hanno seguito il rider durante il volo.&#8221; Ci concentriamo su un salto poco lontano.

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Matt & Graham

Matt e Graham volano in alto, saranno almeno 4 metri, prima di atterrare più o meno dolcemente su un pendio molto ripido. Dopo qualche prova cominciano i numeri. Graham si lancia e manda un table top one foot che già a guardarlo attraverso la macchina fotografica mi mette i brividi. Matt si concentra su un classico table top alto, molto alto. La nuvola di polvere in controluce mi fa impazzire! Kamloops ha 70.000 abitanti, il primo aeroporto è a 4 ore di macchina, a Vancouver, gli unici turisti che si inoltrano fin qui arrivano una volta ogni quattro anni, in ottobre, per vedere i salmoni che risalgono dall&#8217;oceano pacifico. Eppure qui c&#8217;è un bike park finanziato dal comune, si vedono tanti ragazzini in giro in mtb, nessuno protesta se qualcuno costruisce qualche salto nelle colline circostanti. Certo, il territorio è immenso e non così popolato come in Europa, ma il bike park è abbastanza centrale e toglie tanti ragazzini dalla televisione o dai video giochi.

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Una foto da copertina - Matt Hunter dietro casa

Prima di tornare a casa trascorriamo un&#8217;altra notte a casa di Wade. Questa sera c&#8217;è un ospite speciale: Tippie! Una delle icone del freeride, insieme a Wade Simmons e a Richie Schley. Il protagonista assoluto di Kranked IV. Come dice Wade, Tippie ha avuto dei problemi nell&#8217;uscire da quella fase della vita fatta di feste e gozzoviglie per entrare in quella dove ci si assume delle responsabilità ed è finito nel giro della droga di Kamloops, dove è nato e cresciuto. Ora è &#8220;clean&#8221; e vive a Squamish, vicino a Whistler. Non lo avevo mai incontrato di persona. Si rivela molto simpatico, con tanto humor. Guardiamo proprio Kranked IV sul megascreen di Wade e ridiamo per le scene &#8220;recitate&#8221; da Tippie. Alla fine del video sappiamo cosa dovrebbe fare: l&#8217;attore. Andarsene dal Canada è sempre un momento di sofferenza per me. Qui c&#8217;è spazio, la gente non è stressata, la natura è grandiosa e intatta, le stagioni si manifestano in tutta la loro forza. Questa volta, ai citati motivi, si aggiunge anche il fatto che dico ciao ad un paio di rider che, oltre ad essere i modelli delle foto che vedete in queste pagine, sono diventati degli amici. Mi riconsolo all&#8217;idea di rivederli in primavera al Bike Festival. Anzi, prima, perché la prossima puntata di questa storia sarà molto probabilmente in terra sarda!

Marco Toniolo
 

The Advocate

Biker tremendus
18/5/06
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Naviglio City
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Eccellente. Sia il report che la nuova sottosezione. :prost:

Perchè in Italy non abbiamo un periodico come questo?

Io ho acquistato bike con lo speciale su Livigno e cominciato a studiare il krukko ..... :spetteguless:

Il Canada è sicuramente una delle mete da provare almeno una volta nella vita.
 

marco

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Grazie. L'articolo è uscito su un tutto mtb del 2008 (non mi ricordo quale). Una foto è stata scelta come copertina di freeride, per quello che l'ho messa qui. In arrivo altri articoli.
 

nonnocarb

Redazione
11/11/03
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Merano
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FREERIDE è veramente il top e io sono fortunato che mi arriva sempre nell'edicola sotto casa!
Mi sa che il canada rimarrà sempre e solo un sogno, vabbè per fortuna qui da me non ho da lamentami come sentieri:il-saggi::prost:
 

The Advocate

Biker tremendus
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FREERIDE è veramente il top e io sono fortunato che mi arriva sempre nell'edicola sotto casa!
Mi sa che il canada rimarrà sempre e solo un sogno, vabbè per fortuna qui da me non ho da lamentami come sentieri:il-saggi::prost:

A Milano la rivista - al contrario di Bike - è praticamente introvabile. Mi sa che l'abbonamento è l'unica soluzione.

Sul Canada mi permetto di consigliare un viaggetto di almeno due settimane (meglio tre): si parte da Calgary si fa la zona dei parchi (con camper di quelli autoarticolati) si arriva in BC con puntatina finale a Whistler. Ritorno da Vancouver.

Ciao
 

azuma

Biker tremendus
27/11/05
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desenzano d/G
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Gran bel reportage....e mi è venuta la nostalgia.
Confermo alla stragrandissima l'atmosfera che i bikers canadesi sanno trasmettere, ti senti a casa!
Io ci sono stato con bici al seguito nel lontano 95 per un mese a calgary, città fatta apposta per le bici, vista la selva di piste ciclabili. Mi è bastata la prima uscita per conoscere ragazzi che mi hanno fatto portato lungo trails infiniti nei boschi (il leggendario jumping pound, cox hill, kananaskis, canmore).
Gli orsi li ho incontrati anch'io e nelle varie uscite mi ricordo i cartelli gialli di pericolo per grizzly nell'area o i vari campanelli appesi alle bici per farsi sentire.
 
„

Eppure qui c’è un bike park finanziato dal comune, si vedono tanti ragazzini in giro in mtb, nessuno protesta se qualcuno costruisce qualche salto nelle colline circostanti. Certo, il territorio è immenso e non così popolato come in Europa, ma il bike park è abbastanza centrale e toglie tanti ragazzini dalla televisione o dai video giochi.
Marco Toniolo

Questo si che è parlare se anche noi iniziassimo ad imparare qualcosa dalle altre popolazioni forse ci sarebbe molta più gente che si farebbe i cazzi sui e meno stressata dal ritmo frenetico della vita!!!!


Spero questa estate di poter gustare (anche in piccola parte) quello che hai vissuto tu e le bellissime sensazioni che ci hai appena trasmesso con questo bellissimo racconto........


Grazie diretur!!!!!
 

selvadego

Biker superioris
17/6/05
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villaverla (vi)
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Ricordo questo bellisimo articolo sul numero di TMB
ci sono ancora tracce del filino di bava che mi colava
dalla bocca, purtroppo penso che quei posti
resteranno un sogno anche se sognare non costa
niente.....
 

rikk93

Biker ciceronis
26/10/07
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Roma
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spero di poter coltivare la mia passione per la mtb fino a quando saro piu grande.. se cosi sarà, penso proprio che un viaggio in canada lo farei senza dubbi.. che spettacolo.. quelo si che è vero freeride, e anche la loro mente è veramente free, a partire dalla colazione.. veramente ottime foto.. complimenti
 

scarver

Biker popularis
Credo che a ben guardare il Canada sia pieno di piccoli pezzetti di cuore lasciati da coloro che lo hanno visito...e uno di quelli e' il mio.
L'anno passato sono stato 4 mesi a Vancouver. Venivo da 5 anni di completo inutilizzo della bici (dopo altrettanti passati a fare gare di XC). Ecco, il Canada e' riuscito a farmi tornare la voglia.
Ricordo benissimo quando ho noleggiato una macchina e sono partito alla volta di Banf, passando per Hope, Kamploops, Lake Luise e tornando per i laghi Okanaghan, Penticton...ecc.
Stavo guidando proprio alla periferia di Kamloops, la mia ragazza dormiva sul sedile accanto, e io che mi immaginavo come doveva essere pedalare in quel ben di Dio. Si intravedevano sentieri dovunque si volgesse lo sguardo...ecco li mi sono reinnamorato della bicicletta. Ma in modo diverso questa volta.
Le gare non fanno piu' per me (a parte qualche GF o marathon). Ora uso la bici per vivere, per andare al lavoro, per farmi 5 giorni solo sulle alpi svizzere con poca roba al seguito e niente piu'.
Il Canada e' terra di scoperte.
Io ho scoperto la mia vera passione per le due ruote..
Ciao ciao
 

Jaky

Biker forumensus
21/9/07
2.300
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Novara
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Focus Sam Team - On One Parkwood 27.5" - Surly Steamroller
Si ma che culo che hanno quelli lì ad abitare da quelle parti...poi ho capito che diventi un manico...lì rischi davvero di girare tutto il giorno!!

Ah ma mi sto organizzando per fare il tur con mio fratello...lui però viene per i salmoni...(è --- ahah)
 

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