Bella questa discussione ....
( fosse poi anche utile !)
Unico neo registrato = la prova di Campionato Italiano dovrebbe svolgersi OBBLIGATORIAMENTE dietro garanzia di OTTIMI SERVIZI, e gli ultimi due anni proprio così non è stato.
Voglio il prossimo Italiano in un posto come Sestriere o Pila , fosse anche in Sicilia ma il "livello" DEVE essere MASSIMO
Aug
Scusa ma non mi sembra che il campionato italiano 2010 svolto all'Abetone abbia peccato in qualsivoglia aspetto organizzativo, e questo non lo dico io perchè parte in causa. Se c'eri non vedo perchè tu non hai esternato i tuoi dubbi sul posto, se invece non c'eri, magari rileggiti qualche commento, tra i tanti ho preso questo..........
RADIO PADDOCK/8 Campionato Italiano Dh, Abetone
Valutazione attuale: / 20 Ottimo
Scritto da Sara Mologni
Mercoledì 28 Luglio 2010 15:21
Ci siamo. Domenica. Ore 7.30 apre "l'OVO". Ultima prova libera del fine settimana. Mentre risaliamo si sente nell'aria un attesa, un attendimento molto spiccato, speranze, sogni, sorrisi di conferma ed espressioni di stranezza. Siamo ancora qui. Per la ventesima volta in questo ordinamento di cose: CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI DOWNHILL.
Tocca a noi
. ill week end è stato lungo, molto lungo: provare, riprovare gomme, assetti, forcelle ammortizzatori, ognuno di noi litiga con se stesso per la propria guida e per quel passaggio che non riesce mai e con la bici per quella scodata, per quello sbacchettamento anzitempo che ti proietta dritto sparato verso le reti.
Ore 10.00 la qualifica parte, anzi no
democratica protesta dei Bergamaschi Bikers Petosino che hanno la meglio su un grossolano errore di giuria che agli assoluti non ci dovrebbe stare
ore 11.00, start seeding run. Trecento cavalieri erranti si fiondano a valle ad un ritmo insostenibile e apparentemente privo del benché minimo senso per la gente "normale"
. normale
ma cosa è ormai normale in questo mondo buffo fatto di apparenze leggerezze e futilità? Forse è più normale avere qualcosa in cui credere, un obiettivo tangibile, un cronometro che scandisce i secondi, una bici sotto al sedere che tu possiedi e ti rende capace di gesti impensabili, sempre sopra le righe forse, ma con un riscontro diretto: guido bene, non sbaglio, vinco, sono il migliore. Molto più "normale" di tantissime altre vite all'apparenza equilibrate ma nella realtà ovviamente scontate e malsane.
Ore 13.00 pausa, chiacchiere infinite sul come è andata, sul dove rimettere le
ruote in finale, foglio dei tempi alla mano, si pronostica. Ci si rilassa, si aspetta, si gestisce il riposo, basso profilo, alte aspettative.
Ore 15.00 cancelletto di partenza: finale. Manche secca, 4 minuti in cui si concentra il lavoro di un anno, forse il lavoro di una carriera, è incredibile persino il pensiero di raffidare ad un tempo così breve, pregno di insidie, con un altissima percentuale che qualcosa vada storto, la gloria, la soddisfazione, la pienezza d'animo di una vittoria. Nella downhill è una linea sottilissima e a tratti persino intervallata quella che da una divisione netta quasi un accettata al bene o al male. Non ci sono ne mezze misure, ne sfumature: solo benissimo cioè vittoria, cioè tricolore che ti resta addosso un anno come una seconda pelle; o solo malissimo cioè dietro con quell'amaro in bocca che nessun altra gara vinta della stagione contribuirà a stemperare.
Chi ha vinto e chi ha perso si vede dalle classifiche. Onore ai Campioni Italiani. Sono stati bravissimi, ognuno nella loro categoria, ognuno nell'assoluta. Onore a chi ci ha creduto fino all'ultimo metro, perchè non è mai finita finchè non è finita.
Onore al pubblico che con le grida, trombe e campanacci sembrava quasi volesse tenerci in piedi e guidarci di forza verso l'arrivo.
Onore allo staff organizzativo che ha lavorato alacremente e al di là di molte aspettative per somministrarci un evento dall'altissima caratura tecnica dove nulla è stato lasciato al caso e anche di più. Onore alla stampa e foto/cineoperatori che probabilmente si ricorderanno la polvere dell'Abetone per un tempo molto lungo a venire. Onore ai paddock man, quelli che lavorano nell'ombra, che concentrano ancor più le aspettative del proprio lavoro sui piloti ma restano esili testimoni affidati solo al fato e alle ruote. Onore alle mamme e alle mogli, le vedi all'arrivo che incrociano le dita, che aspettano trepidanti, che hanno paura.
Onore alle Donne che hanno scelto la downhill come il proprio sport, senza scivolare nel banale della superdonna che si pregia di fare uno sport estremo, c'è qualcosa di esageratamente femminile in una donna che impugna e bistratta un manubrio per far volare una bici esattamente dove vuole Lei, esattamente come vuole Lei.
Onore a Marco Bugnone under 23 bloccato a letto da un incidente di bici che proprio a una settimana dagli assoluti non ci voleva.
Onore ai "vecchi discsisti" che come l'erba cattiva non muoiono mai e spesso si fanno rivedere in queste occasioni importanti.
Onore a Ugo de Cresi che da vent'anni da voce e musica ai nostri sogni.
Pedalerò, incessantemente incontro al tramonto, con quella cadenza ormai nota, parte del mio esistere: pam, pam, pam. Così necessaria alla mia sopravvivenza quasi da stordire. Scenderò guidando leggera e precisa come imparai un milione di anni fa. Risalirò ascoltando, assaporando in punta di dita le emozioni che il vento sempre mi riporta. E di nuovo. Ricomincerò da capo.
Montagna Abetonese, Appennino. Ventesimo Campionato Italiano Assoluto Downhill 17/18 luglio 2010. Scolpito dentro di me, dentro di noi. Come nella roccia.
di SaraMologni
foto ViBagira