Credo che sul Monte Piana non si possa dire "viva" nè all'uno nè all'altro schieramento.
Noi non siamo in grado di renderci conto quanto abbiano patito quelli che furono spediti lassù per difendere quattro sassi e tenere delle posizioni impossibili.
Mine (*), bombardamenti, cecchini, temporali con fulmini che cadevano sulle trincee d'estate, neve, freddo e valanghe d'inverno.
Monte Piana, Lagazuoi, Col di Lana, Monte Grappa... solo alcuni nomi di posti dove oggi si sale anche in bici ma che quasi cent'anni fa furono teatro di una guerra di posizione che forse non ha avuto eguali in tutta la storia.
(*) non le mine antiuomo, ma enormi cariche di esplosivo ammassate in gallerie scavate al di sotto delle postazioni nemiche e fatte saltare distruggendo a volte intere cime di montagna, come la mina del Col di Lana, opera degli italiani che riuscirono a conquistarne la cima. Salvo poi abbandonarla dopo la disfatta di Caporetto.
Noi non siamo in grado di renderci conto quanto abbiano patito quelli che furono spediti lassù per difendere quattro sassi e tenere delle posizioni impossibili.
Mine (*), bombardamenti, cecchini, temporali con fulmini che cadevano sulle trincee d'estate, neve, freddo e valanghe d'inverno.
Monte Piana, Lagazuoi, Col di Lana, Monte Grappa... solo alcuni nomi di posti dove oggi si sale anche in bici ma che quasi cent'anni fa furono teatro di una guerra di posizione che forse non ha avuto eguali in tutta la storia.
(*) non le mine antiuomo, ma enormi cariche di esplosivo ammassate in gallerie scavate al di sotto delle postazioni nemiche e fatte saltare distruggendo a volte intere cime di montagna, come la mina del Col di Lana, opera degli italiani che riuscirono a conquistarne la cima. Salvo poi abbandonarla dopo la disfatta di Caporetto.