Sabato ho provato il giro pianificato nella Valle del Giongo, ma causa ritardi dei partecipanti (non io, l'altro
) e foratura + rottura della
catena (sempre l'altro
) siamo tornati a casa.
Ieri, però, c'ho riprovato.
Raggiunto il Pisgiù son salito alla Forcella, dove si prospettano tre diversi sentieri, oltre quello a sinistra che porta a Bruntino. Dovendo scegliere, ho preso quello in mezzo: il primo a sinistra scende più ripido e mi da l'idea di essere meno guidabile mentre quello a destra prosegue in quota. Oltretutto, quello in mezzo è segnato sugli alberi con dei bei bolli rossi. Quindi scendo. Il sentiero non è male, ben guidabile. Alcuni passaggi li ho fatti a piedi soprattutto perché, essendo solo, non volevo rischiare. I bolli rossi mi accompagnano per tutto il percorso. Arrivato in fondo, però, la situazione peggiora. Rami rotti, tronchi, sassi, alberi caduti. Come se non bastasse, non ci son più i bolli rossi. Quantomeno,
ci sono un sacco di segni di denti di corone di moto da trial sui tronchi caduti. Ad un certo punto, ricompaiono i bolli rossi ma mi trovo davanti ad un bivio: a sinistra risale lungo il pendio da dove son venuto (sarà il sentiero più a sinistra dei 3 dell'inizio?), mentre a destra prosegue lungo la vallettina dove mi trovo. Sarà la Valle del Giongo?! Comunque del Giongo, manco l'ombra. Dopo una breve ricognizione, scelgo la seconda opzione. Proseguo quindi lungo il sentiero che malamente tende a destra, salendo lungo il pendio opposto. Da qui, tutto a spinta o bici in spalla. Non posso far altro che salire, anche se il sentiero, se così si può chiamare, sembra essere sempre meno battuto; a volte fatico pure a capire bene dove prosegue. Ad un certo punto poi sento ansimare e poi vedo un cane (credo e sinceramente spero) 30 m più a monte della mia posizione. Del padrone, nessuna traccia. Proseguo e spero ardentemente di non esser costretto a tornare indietro; tornando l'ora solare è si più chiaro la mattina, ma più buio il pomeriggio. Finalmente il sentiero migliora e ridiviene più marcato e visibile (quindi più battuto). Finalmente alcune case. E c'è pure una persona, che sta ascoltando le partite alla radio... non ho mai apprezzatto il calcio come ora.
Mi dice che siamo a Rua Alta e mi indica una bella mulattiera per scendere alla Valle del Giongo e salire poi a Bruntino. Vado. La mulattiera scende veramente ripida, tanto che mi fermo un paio di volte a far raffreddare i dischi e pastiglie. Arrivato in fondo, doppio guado del Giongo e seguendo le indicazioni di alcuni escursionisti arrivo a Bruntino Alto. E poi a casa.
La prossima volta meglio se la mattina (soprattutto con l'ora solare in autunno) e magari in compagnia.