Sabato 3 novembre avendo come base logistica la Romagna (molto più vicina alla meta rispetto a Firenze) ho fatto unescursione che avevo sempre rimandato da tanti anni: Il Sasso di Simone.
Per chi non lo conoscesse è un enorme masso nel bel mezzo degli appennini al confine tra la Toscana e le Marche circondato da prati bellissimi, impressionanti formazioni calanchifere e ammantato da boschi di cerro che in questa stagione danno il meglio di se. Peccato per il fango lungo tutto litinerario, che consciamente sapevo di trovare e che non mi ha permesso di godere appieno del percorso. Mi ha anche impedito di effettuare tutto il giro prestabilito. Lo stesso, sarà la scusa buona per tornarci magari a primavera. Spettacolare il panorama dalla sua piatta cima erbosa, che sembrava un campo minato da quanto vi avevano grufolato i cinghiali e le bestie al pascolo, anche se il meglio di se il paesaggio, lo da visto da sotto.
Il faggione che si staglia contro la parete rocciosa verticale del Sasso, la sottostante vallata punteggiata dei suoi detriti franosi ed i ripidi calanchi di diversi colori che precipitano a valle, bordati di cerreti che in questa stagione si colorano di un rosso brunito.
E pensare che tutta larea circostante il Sasso è un poligono militare.
Sulla sua cima sorgono anche i resti (veramente pochi e poco visibili) della Città del Sole ambizioso progetto Mediceo di costruirvi una città con fortezza, come avamposto estremo del Granducato.
Molto bella anche la strada per raggiungere Sestino soprattutto lultimo tratto dopo il ponte sotto Badia Tedalda. La nostra regione non smette mai di stupire.
Itinerario:
Sestino-Presciano-Monte Luccio-Cà Nuova dei Prati-Sasso di Simone-Case Barboni-Petrella Massana-Sestino per un misero totale di 23 km ma che sono risultati scenograficamente fantastici ma anche durissimi a causa del fango.
Il giro pensato invece molto più completo, dopo lascesa al Sasso, piegava a dx passando nella cerreta tra il Simone ed il Simoncello quindi si dirigeva a Miratoio, ritornava a Case Barboni e dallarea calanchifera scendeva verso Sestino attraverso il Monte della Scura e Cerreto.
Un po di foto:
Per chi non lo conoscesse è un enorme masso nel bel mezzo degli appennini al confine tra la Toscana e le Marche circondato da prati bellissimi, impressionanti formazioni calanchifere e ammantato da boschi di cerro che in questa stagione danno il meglio di se. Peccato per il fango lungo tutto litinerario, che consciamente sapevo di trovare e che non mi ha permesso di godere appieno del percorso. Mi ha anche impedito di effettuare tutto il giro prestabilito. Lo stesso, sarà la scusa buona per tornarci magari a primavera. Spettacolare il panorama dalla sua piatta cima erbosa, che sembrava un campo minato da quanto vi avevano grufolato i cinghiali e le bestie al pascolo, anche se il meglio di se il paesaggio, lo da visto da sotto.
Il faggione che si staglia contro la parete rocciosa verticale del Sasso, la sottostante vallata punteggiata dei suoi detriti franosi ed i ripidi calanchi di diversi colori che precipitano a valle, bordati di cerreti che in questa stagione si colorano di un rosso brunito.
E pensare che tutta larea circostante il Sasso è un poligono militare.
Sulla sua cima sorgono anche i resti (veramente pochi e poco visibili) della Città del Sole ambizioso progetto Mediceo di costruirvi una città con fortezza, come avamposto estremo del Granducato.
Molto bella anche la strada per raggiungere Sestino soprattutto lultimo tratto dopo il ponte sotto Badia Tedalda. La nostra regione non smette mai di stupire.
Itinerario:
Sestino-Presciano-Monte Luccio-Cà Nuova dei Prati-Sasso di Simone-Case Barboni-Petrella Massana-Sestino per un misero totale di 23 km ma che sono risultati scenograficamente fantastici ma anche durissimi a causa del fango.
Il giro pensato invece molto più completo, dopo lascesa al Sasso, piegava a dx passando nella cerreta tra il Simone ed il Simoncello quindi si dirigeva a Miratoio, ritornava a Case Barboni e dallarea calanchifera scendeva verso Sestino attraverso il Monte della Scura e Cerreto.
Un po di foto: