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Arco: risposta della SAT

marco

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Egregio signor Toniolo,
abbiamo ricevuto la Sua richiesta di informazioni in merito alla recente
deliberazione del Comune di Arco relativa al divieto di transito per la
mountainbike sui sentieri ricadenti nel territorio del comune stesso.

Si deve innanzittutto premettere che la Legge Provinciale 15 marzo 1993, n. 8
"Ordinamento dei rifugi alpini, bivacchi, sentieri e vie ferrate", promulgata
dalla Provincia Autonoma di Trento che ha competenza primaria in materia di
turismo, prevede all'articolo 22 "Divieto di circolazione":
"1. Sui sentieri alpini e sui sentieri alpini attrezzati è vietata la
circolazione con l'ausilio di mezzi meccanici, salvo i casi espressamente
autorizzati dal sindaco per il servizio di approvvigionamento del rifugio o
per le esigenze di pronto intervento. Ulteriori eccezioni al divieto di
circolazione possono essere stabilite con deliberazione della Giunta
provinciale, sentito il comitato di cui all'art. 4".
La stessa legge prevede all'art. 31 "Sanzioni amministrative":
"1. Le violazioni alle disposizioni della presente legge comportano
l'applicazione delle seguenti sanzioni:
...
g) la sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 600.000 in caso di
violazione del divieto previsto dall'articolo 22."

La legge è stata pubblicata il 23 marzo 1993 ed è entrata in vigore dal 7
aprile 1993. Pertanto da questa data c'è il divieto di transito con mezzi
meccanici (biciclette comprese quindi) su tutta la rete sentieristica gestita
dalla SAT, in quanto accatastata nell'apposito elenco gestito dal Servizio
Turismo della Provincia di Trento.
Successivamente la legge è stata modificata nel 2002, è attualmente l'articolo
22 recita:
"1. Fermo restando il divieto di circolazione dei veicoli a motore di cui
all'articolo 6 della legge provinciale 23 novembre 1978, n. 48, è comunque
vietata la circolazione con l'ausilio di mezzi meccanici sui sentieri
individuati secondo le modalità di cui al comma 2.
2. Il servizio competente in materia di turismo individua, anche su motivata
proposta dei comuni interessati, del servizio competente in materia di
foreste ovvero dei soggetti di cui all'articolo 24, comma 4, tra i sentieri
di cui all'articolo 19, quelli su cui è vietata la circolazione con l'ausilio
di mezzi meccanici. Il divieto sui percorsi così individuati deve essere
indicato mediante apposita segnaletica.
3. Le funzioni di vigilanza sull'osservanza delle disposizioni di cui al
presente articolo, possono essere affidate dal servizio competente in materia
di turismo agli organi di polizia forestale anche appartenenti ai comuni e
loro consorzi e ad altri enti pubblici, nonché al personale dipendente degli
enti di gestione dei parchi."

Questo il quadro della normativa in vigore in Provincia di Trento. Adesso
veniamo al caso specifico. Nell'estate 1999 il Comune di Arco ha costituito
un gruppo di lavoro di cui facevano parte: il Comune di Arco (assessore
Miori, rappresentante dell'ufficio tecnico e rappresentante della polizia
municipale), la SAT per mezzo della Commissione Sentieri Escursionismo, il
WWF in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, l'Unione Commercio e
turismo, l'APT Garda Trentino, alcuni rappresentanti per le associazioni e i
negozi di MTB e il Distretto forestale della zona. Il tutto nasceva per
iniziativa del Comune: voleva porre rimedio a numerosi problemi che si
stavano registrando nell'area del Basso Sarca, non solo a causa
dell'incremento nella presenza di bikers ma anche per i climbers. In sostanza
il Comune cercava di delineare un piano di gestione per queste pratiche
sportive per risolvere i conflitti con la popolazione locale. Il gruppo di
lavoro si è riunito numerose volte per analizzare le posizioni delle varie
parti presenti al tavolo di lavoro e per raggiungere degli obiettivi comuni.
A fine 2001 inizio 2002 sono stati individuati 11 percorsi sul territorio
comunale consigliati per l'impiego della MTB (217 km circa di percorsi).
Parallelamente è stato definito che sui sentieri SAT esclusi da quei percorsi
era vietato il transito con le MTB, lasciando libero il transito sulle strade
forestali.
Contemporaneamente il Comune si è preso l'incarico di realizzare una specifica
carta della zona per pubblicizzare i percorsi individuati e soprattutto
contattare le varie case editrice sia cartografiche che librarie per far
conoscere questa iniziativa ed evitare quindi che venissero realizzate guide
che publicizzassero percorsi ritenuti non idonei.
La deliberazione del Comune, approvata quest'anno, va proprio in questo senso.
Si pongono le basi per "garantire un'equilibrata convivenza dell'attività
turistico - sportiva in parola, con funzioni storiche assolte dal territorio,
tra cui si ricordano quelle di gestione rurale, agricola, silvo-pastorale" ma
soprattutto con la "logica di garantire una contestualizzazione degli stessi
[percorsi] nel rispetto di principi cardine, tra cui ricordiamo quello della
tutela ambientale e del territorio, quello della sicurezza, nonché quello
afferente il rispetto dei sentieri escursionistici ed in particolare quelli
elencati nel catasto sentieri SAT".
Il Comune si è quindi basato sui seguenti principi.
1. Il primo aspetto che è stato preso a riferimento è quello della convivenza
di diversi usi del territorio: l'impiego dei sentieri, in particolare quelli
con segnaletica SAT, se non in situazioni del tutto eccezionali, non potranno
essere utilizzati dai bikers ma saranno riservati agli escursionisti, ai
forestali, ai raccoglitori dei prodotti del bosco, a coloro che praticano il
trekking, ecc; le interferenze espresse dall'uso multiplo dei percorsi
risultano infatti foriere di incompatibilità implicite, impatti e fastidi
reciproci, nonché reale rischio di appesantimento del carico antropico della
risorsa naturale.
2. Il secondo aspetto è quello connesso all'esigenza di tutela dell'ambiente e
del territorio, nella convinzione che lo stesso costituisca risorsa limitata
e irriproducibile: i danni provocati dalla massiccia frequentazione di prati
e boschi possono diventare ferite tanto più indelebili quanto più la quota è
elevata, con la necessità di distinguere i percorsi anche in base alle
caratteristiche ed alla tenuta del fondo stradale, evitando contestualmente i
percorsi che raggiungono le quote più elevate, in particolare il Monte Stivo.
Le scelte effettuate nell'ambito dell'individuazione dei percorsi per il
mountainbike, partendo dalla constatazione che il passaggio dei bikers, in
particolare durante la discesa, è disastroso su sentieri e mulattiere mentre
è ridotto sulle strade forestali, hanno quale finalità quella di evitare il
dilavamento dei fondi a rischio, l'iperfrequentazione dei sentieri, il
depauperamento di contesti ambientali di rilievo, ecc. L'esigenza della
tutela ambientale risulta altresì intimamente connessa con la salvaguardia
della fauna selvatica, fra la quale le specie più a rischio di estinzione
come il gallo forcello ed il gallo cedrone, tutelandone le fasi più delicate
connesse ai periodi riproduttivi, da qui l'esclusione dai percorsi
frequentati dai bikers delle zone di riproduzione, quale ad esempio le
pendici del Monte Stivo.
3. Un terzo aspetto, che assume comunque una valenza di assoluta priorità, è
quello relativo alla sicurezza e più in generale alla tutela dell'incolumità
pubblica dei bikers e delle altre categorie di persone che impiegano i
percorsi di collegamento più volte menzionati (escursionisti a piedi,
agricoltori, coltivatori del bosco, allevatori, ecc.). E' infatti compito
dell'ente pubblico preordinare, nel rispetto delle diverse pratiche,
l'impiego in assoluta sicurezza delle infrastrutture viarie periferiche,
riducendo i rischi di interferenza, ovvero di incidentalità. L'obiettivo
afferente la sicurezza di cui sopra verrà garantito attraverso la distinzione
spazio -funzionale delle singole pratiche e la creazione di percorsi protetti
e tendenzialmente monofunzionali, nonché l'impiego di adeguata
cartellonistica, acclarante i divieti e la conseguente interdizione di alcune
tipologie funzionali.

La SAT e il Club Alpino Italiano hanno condotto una politica volta a separare
l'utilizzo dei percorsi in funzione dei fruitori, al fine di evitare
conflitti, che spesso nelle zone a maggiore frequentazione si verificano. In
Trentino esiste una rete sentieristica di circa 4.700 km ma quella forestale
è nettamente superiore: si parla di oltre 6.000 km di strade e piste
forestali, interconnesse spesso con la viabilità agricola e la viabilità
secondaria. Purtroppo capita sempre più spesso di trovare i bikers su
sentieri che non hanno nessuna attinenza con la pratica ciclistica: alcuni
incidenti verifciatisi negli ultimi anni su alcuni percorsi sono eloquenti.
La SAt non è contraria all'impiego della MTB in ambiente montano ma ne
approva l'uso soltanto sui percorsi stradali o su brevi tratti di sentiero
destinati e approvati specificatamente per il loro uso. Si rileva anche
come l'uso irresponsabile della MTB danneggia il fondo di molti sentieri e
crea disagi, in termini di diminuzione della sicurezza, agli alpinisti ed
escursionisti in transito. Di seguito ecco riassunti i tre motivi per dire no
alle MTB sui sentieri:
- etica: i sentieri sono nati come vie pedonali;
- sicurezza: l'uso promiscuo provoca pericolo per gli escursionisti;
- danni: maggiore usura del fondo dei sentieri e necessità di maggiore
manutenzione.
Certamente il danno maggiore lo fanno la maleducazione e il mancato rispetto
delle regole di civile convivenza: rispetto verso i beni di tutti (il
sentiero è anche questo), rimanere nei percorsi appositamente segnalati, dare
la precedenza ai pedoni, moderare la velocità nei passaggi ciechi e
avvicinandosi agli escursionsiti, ecc. Le MTB si muovono in salita
normalmente su mulattiere e strade sterrate, mentre in discesa e in piano
diventa molto facile seguire anche i sentieri, anche se ripidi e/o
accidentati.

Veniamo dunque alle Sue osservazioni.

> Siamo venuti a conoscenza del divieto al passaggio delle mtb nel Comune
> di Arco e abbiamo già visto le prime opere di sbarramento attuate.
> Personalmente ho anche condotto un'intervista con Fabrizio Miori per la
> rivista tedesca Bike Magazin, di cui sono collaboratore.

Quindi molte delle cose che ho riportato sopra Le sono già note.

> Non riusciamo a capire il motivo dei divieti ed il modo in cui è stato
> attuato, senza consultare i diretti interessati (i biker). Miori parla di
> erosione, pericolo per i pedoni e tutela della fauna montana.

Ma se ha parlato con Miori saprà, come ho riportato anche sopra, che i bikers
sono stati coinvolti e le decisioni sono state prese di comune accordo.

> Per quanto riguarda l'erosione: senza manutenzione questo è un problema
> non risolvibile, anche se sul sentiero ci passano solo degli escursionisti a
> piedi. Mi è stato detto che l'APT non investe soldi nella manutenzione e
> che la SAT fa manutenzione solo per i pedoni. Dato che transitano più biker
> che pedoni sui sentieri in questione, perchè non organizzare una
> collaborazione, anche tramite il mio forum?
> Sono sicuro che troveremmo una soluzione che accontenti tutti.

La SAT fa manutenzione per chi frequenta i percorsi: il danneggiamento del
fondo dovuto al passaggio delle bici in discesa comporta un maggiore onere in
termini di giornate di lavoro impiegate per la manutenzione, in un'area che
viene frequentata, a differenza di quanto Lei afferma, dagli escursionisti in
tutte le stagioni, viste le caratteristiche meteorologiche della zona. L'APT
non investe soldi nella manutenzione perchè lo fa la Provincia tramite
l'intervento della SAT, ma le cifre stanziate sono veramente minimali (0,032
euro a metro ridotto al 70%). Inoltre confrontandosi con le altre relatà del
CAI presenti in Italia nessuno ha mai ricevuto una collaborazione continua
dai bikers per la manutenzione dei sentieri frequentati: anche ad Arco gli
unici tratti di sentiero inseriti nei percorsi consigliati non verranno
manutenziati con la collaborazione dei bikers ma del Comune!!!

> Non dimentichiamo che i biker sono un fattore economico
> non trascurabile nel turismo dell'Alto Garda e che l'APT dovrebbe
> degnarsi di fare qualcosa per i biker (così come lo fa per i climber)
> invece di incassare e basta.

Su questo aspetto non so che dirLe: contattate l'APT.

> Conflitti con i pedoni: da anni frequento i sentieri incriminati e penso di
> non aver mai visto un pedone, a parte i climber della falesia del
> Policromuro. Il problema non esiste, questa è solo politica.

Ma non credo che sia solo questione di politica: la zona è molto più
frequentata, soprattutto da turisti provienti dall'area germanica, di quanto
Lei possa credere, per le motivazioni di cui sopra.

> Fauna montana: tale fauna si trova al di sopra dei 1500 metri di altitudine.
> Ben pochi biker transitano lassù. In questo periodo si incontrano più
> cacciatori con jeep o moto da trial che biker. Loro però hanno una lobby
> molto forte, lo sappiamo.

Su quest'ultimo aspetto posso concordare con Lei: il personale del Corpo
Forestale Provinciale è lì apposta per vigilare sul rispetto della specifica
normativa di settore.
Diversamente da quanto Lei afferma invece la fauna è presente un pò ovunque e
a tutte le quote nell'area del Basso Sarca. L'esempio più interessante di
quanto affermo è la presenza di alcuni biotopi come le Marocche di Dro (quota
media 250 m e presenza di numerosissime specie di rettili e uccelli legati
agli ambienti arbustivi e rocciosi) e il Monte Brione (quota media 340 m e
presenza di una ricca varietà di uccelli, anche nidificanti).

Concludendo ritengo che il Comune di Arco abbia adottato un provvedimento che
accontenta tutti quanti, riservando appositi spazi per chiunque frequenta il
suo territorio. Se l'utente è civile rispetta i divieti: il bikers non
percorre sentieri vietati ai mezzi meccanici come il pedone non invade le
piste ciclabili e pone attenzione nel passaggio sulle strade (anche
forestali). Personalmente è da oltre due anni che pratico la MTB nel periodo
primaverile e autunnale, sia in Trentino che in Alto Adige e non ho mai avuto
la necessità di dover percorrere sentieri con la bici, programmando
adeguatamente a tavolino l'escursione e percorrendo solo strade e piste
forestali. Il patrimonio di infrastrutture presenti sul territorio è tale da
accontentare tutti quanti.
Cordiali saluti.

Gian Marco Richiardone Franco Giacomoni
(Presidente della Commissione Presidente S.A.T.
Sentieri Escursionismo della S.A.T.)
 

Emperor Mao

Biker velocissimus
22/2/03
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EastCoast
www.maobikeworld.it
in 2 parole !

possiamo discuterne, ma io ho ragione !

io pero' vorrei dire anche come ci sono maniere diverse di vivere la bike:
escursionismo
giri percorsi per allenarsi a una prestazione agonistica
giri basati sul divertimento in discesa e in salita
allenamenti in downhill

penso che ci siano diversi modi di vivere la montagna a piedi......

non la finiremo mai di darci contro l'un l'altro

pedoni contro mtb
mtb contro pedoni
cavallerizzi contro tutti
politici contro chi non li vota
benpensati che se ne stanno in pantofole che non si muovono mai da casa che accusano chi va in bici in mezzo alla natura......e quindi la rovina.....se stai a casa non rovini niente !

BOH........tutto questo mi sembra ormai sia di moda.....giochiamo alla guerra !......in una piccola maniera...e' sempre guerra !

io non capisco e sono molto triste !...scusate lo sfogo.....ma invece di protestare e vietare....basterebbe riflettere con coscienza

ma a volte certi meccanismi una volta avviati ...non si possono fermare !

di nuovo.....scusatemi !
 

Canà Mtb

Biker cesareus
4/6/03
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Bèrghem
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A questo punto, penso proprio di si.... :???:
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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2. Il servizio competente in materia di turismo individua, anche su motivata
proposta dei comuni interessati, del servizio competente in materia di
foreste ovvero dei soggetti di cui all'articolo 24, comma 4, tra i sentieri
di cui all'articolo 19, quelli su cui è vietata la circolazione con l'ausilio
di mezzi meccanici. Il divieto sui percorsi così individuati deve essere
indicato mediante apposita segnaletica.

Ok mettete i cartelli e io li rispetto. Quindi se non interpreto male la legge se non c'è il cartello in bici posso passare, ho inteso bene?
 

CLAUDIO VERZA

Biker novus
27/10/03
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sono ancora io......guarda che bella discussione e che bello scambio di opinioni ha sollevato la mia riflessione-risposta sulla mtbike in quel di Arco......credo cmq che tutto ciò porterà ad una soluzione del problema nella maniera migliore. La S.A.T. per bocca del suo presidente e del responsabile della commissione sentieri ha dato la giusta visione di come stanno le cose......seguendo anche una legislazione vigente!!!!!
spazio ce n'è per tutti ed anche per una convivenza pacifica......verranno messi i cartelli per i tratti di sentiero non percorribili e saranno accuratamente scelti per la loro importanza storico culturale, per il loro passare in zone di particolare rispetto....garantendo cmq a tutti i bikers il massimo divertimento.
Sia chiaro però che per quei bikers che non dovessero comportarsi civilmente mantenendo atteggiamenti arroganti e prepotenti saranno c***i amari.....si fa presto a mettere in movimento un certo numero di escursionisti muniti di " occhiali " mettendo poi i risultati sul forum.....
Sempre disponibile al dialogo e alla corretta discussione con l'impegno perchè si trovi la giusta soluzione.......vi saluto Claudio
 

marco

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questa legge fu fatta molto prima dell'avvento delle mtb e si riferiva a mezzi dotati di motore a scoppio.
La vostra è una tiratura di une legge vetusta. Ridicolo.
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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Sia chiaro però che per quei bikers che non dovessero comportarsi civilmente mantenendo atteggiamenti arroganti e prepotenti saranno c***i amari.....si fa presto a mettere in movimento un certo numero di escursionisti muniti di " occhiali " mettendo poi i risultati sul forum...

Spero che con cazzi amari intendi multe, quelli con gli occhiali devono essere con la divisa e li mette in movimento lo stato o la regione.
Altrimenti quello che dici può essere frainteso.
ciao
 

marco

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non vorrei contraddirti ma avevo spedito a tutta la sat questa mail: http://www.bike-board.net/community/forum/viewtopic.php?t=10115

In quanto a leggi vigenti... vogliamo forse dire al pubblico che fra i "mezzi meccanici" di allora, quando fu fatta la legge, le mtb non esistevano ancora e ci si riferiva ai mezzi con motore a scoppio?
Legge vestusta per divieti fuori dal tempo, sorry
 

Max

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2/11/02
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Purtroppo per mezzi meccanici si intende la bici, e se fai un giro sui siti di montagna è usueto identificarla con questo termine. oo[]
 

marco

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Max ha scritto:
Purtroppo per mezzi meccanici si intende la bici, e se fai un giro sui siti di montagna è usueto identificarla con questo termine. oo[]

allora anche gli scarponi con i ramponi sono mezzi meccanici.
Qui non si parla di siti di montagna ma di una legge pre-mtb
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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No intendono la bici, è generico ma alla fine porta a quella. Intanto però se vogliono chiudere i sentieri devono mettere i cartelli, e voglio vedere quanti ne metteranno altrimenti niente divieto. Poi voglio vedere chi sono gli occhialuti di Verza quelli di c...i amari che fermano i trasgressori.
 

marco

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sto risponendo a pezzettoni.
La mia idea è semplice: ci vuole qualcuno che capisca che il fenomeno della bike (soprattuto sul Garda) esiste e non si può mettere nell'angolo con divieti più o meno motivati. Questo vuol dire reinvestire una parte dei soldi che i bikers lasciano nelle casse dei signori di Arco & co nella manutenzione dei sentieri, nella segnaletica e nella preparazione magari di nuovi tratti di sentieri che passino di fianco a zone problematiche.

Da che mondo è mondo sono gli interessi economici quelli che fanno muovere la gente, dunque spero proprio che gli albergatori e le APT si sveglino e prendano in mano la situazione. Anche perchè sono proprio loro quelli che approfittano di più del turismo su mtb.

Alla fine sono i biker quelli che decidono dove andare a spendere i loro soldi. E se in certi posti come Arco non sono i benvenuti, si andrà da qualche altra parte dove c'è qualcuno più lungimirante. Vedi Finale ligure, Valle Argentina, Cimone, Ischgl e così via.
 

Mau

Biker infernalis
30/10/02
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Che tra i mezzi meccanici si considerino anche le bicilette, mi pare una forzatura ... allora mettiamoci anche le carriole :D
Caro Gianmarco e Caro Franco
proipi voi avete toccato il tasto giusto dicendo
"Certamente il danno maggiore lo fanno la maleducazione e il mancato rispetto delle regole di civile convivenza: rispetto verso i beni di tutti "
i maleducati sono una categoria trasversale ci sono biker maleducati, ma anche escursionisti maleducati.
Ma pare, dal Vostro discorso, che i Sattini siano sempre e tutti educati e gli altri no.
Tutto ciò mi rattrista, della serie "abbiamo verificato tutto sentito tutti e queste sono le decisioni" senza offesa alcuna ma se i biker che avete sentito si divertono come voi salendo e scendendo per le sterrate, non ci siamo abbiamo tagliato fuori una bella fetta di gente che si diverte anche i relazione alla difficoltà del percorso.
Per esemplificare, allora se lei arrampicasse sul quarto grado (magari arrampica sul 9a, ma non è questo il punto) e fosse stato chiamato a fare parte delle commissioni per l'attrezzatura delle falesie del Sarca, allora adesso ci troveremmo tante belle falesia con tanti bei tiri di quarto.
Inoltre ma chi la detto che i sentieri non sono fatti per le bici? Allora per analogia possiamo dire che le pareti non sono fatte per arrampicarci e men che meno per aprire vie ferrate, tanto si può arrivare in cima per un sentiero.
Insomma menomale che lo sviluppo dell'alpinismo e dell'arrampicata non è stato fatto su misura di chi prendeva le decisioni altrimenti saremmo freschi.
Senza offesa alcuna ma le Vostre argomentazioni mi paiono molto limitate limitanti.
Ma insomma vogliamo dibattere e confrontarci o semplicmente arringare.
Sono deluso da questa risposta e dalla poca disponibilità al confronto e non vedo nemmeno un tentativo nel cercare di capire che cosa vi si dice.
Magari mi sbaglio, ora vado a leggermi l'intervento di Verza nell'altro topic
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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Forse sarà troppo semplicistico ma se l'APT contribuisse alla manutenzione dei sentieri già in essere il problema non si poneva.
Per andare a spendere i soldi altrove non sarà troppo facile, ho fatto un giro su vari web trentini e la situazione non è molto rosea. Questo è il consiglio più amichevole tutti gli altri esponevano i vari decreti come ha fatto Arco.

Ricordate che non si può correre in bicicletta sui prati, nei boschi e sui sentieri.
 

Quello che serve è un'indagine accurata da parte degli enti competenti, per appurare l'indotto apportato dalle varie attività outdoor (trekking, arrampicata, equitazione, mtb) e pure i costi (impatto paesaggistico e manutenzione ordinaria/straordinaria), e trarne le dovute conclusioni.
IMHO servirebbe anche un brainstorming per comprendere bene cosa è ora il movimento mtb e vantaggi/svantaggi che apporta alla morfologia/flora/fauna del territorio.

Possiamo iniziare così, poi magari salta qualcos'altro in mente...


Ciao
 

Max

Biker ultra
2/11/02
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[Senza offesa alcuna ma le Vostre argomentazioni mi paiono molto limitate limitanti.
Ma insomma vogliamo dibattere e confrontarci o semplicmente arringare.
Sono deluso da questa risposta e dalla poca disponibilità al confronto e non vedo nemmeno un tentativo nel cercare di capire che cosa vi si dice.


leggi questo spezzone di assemblea febbraio 2003:
in questa assemblea ribadiamo con forza il nostro no di satini all’uso dei rampichini sui sentieri di montagna senza se e senza ma e chiediamo a chi di competenza di provvedere celermente ad attivarsi affinchè il problema non assuma aspetti spiacevoli e dalle conseguenze irreversibili per l’ambiente montano.

Indovina da chi viene scritta:
http://www.satarco.it/Relazione03.htm
 

Mau

Biker infernalis
30/10/02
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Ben detto Roy è propio questo che un amministrazione seria deve fare con il contributo di tutti, ma, più passa il tempo e più cose leggo, mi pare che è propio questo quello che ad Arco non si sta facendo.
 

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