Sproloquio di uno della SAT (che non ci ha ancora risposto, vedere la "lettera aperta"). Mi raccomando, tenetevi stretti a qualche cosa e non lasciate che il sangue vi vada alla testa. Questo tizio è semplicemente incredibile! :shock:
«Nello zaino mettetevi anche il rispetto»
Claudio Verza (Sat) spiega ai biker perchè certi sentieri vanno chiusi
ARCO. Claudio Verza, vicepresidente della Sat di Arco, è stato, in zona, uno dei primi appassionati di mountain bike ed ha contribuito alla sua espansione, non immaginando però che il fenomeno avrebbe poi assunto entità numeriche così eclatanti. «Attualmente - scrive in una lunga nota - ne seguo gli sviluppi, anche se non direttamente coinvolto in manifestazioni, ma attivandomi affinché vi sia un giusto equilibrio tra coloro che frequentano le nostre zone con la mtb e coloro che le percorrono a piedi».
E' in queste vesti che, d'accordo con l'affermazione che la nostra Busa ha subito negli ultimi anni (e sta ancora subendo) radicali trasformazioni con il continuo costruire... Verza si stupisce invece per i concetti di «lesa libertà» espressi da Roberto Prandi in difesa dell'utilizzo dei rampichini su tutti i sentieri e contro ogni divieto.
«Altro che insindacabile libertà personale - sbotta Verza - mi viene da dire, senza paura di smentite, che il nostro territorio è terra di conquista dove «tutti fanno tutto»... dove centinaia di bikers scorazzano in lungo ed in largo nei posti più impensati... sulla cima dello Stivo, dove non si fa mountain bike ma si fa «porta bike» (perché sfido chiunque a pedalare salendo sulla strada che porta alla malga e ancor più sul sentiero che porta al rifugio) per poi lanciarsi in discesa, a volte nel prato, incuranti degli escursionisti che salgono o scendono... oppure sul sentiero che dal rifugio Pernici porat verso bocca Saval e bocca Dromae per poi scendere verso Mezzolago... magari dopo essersi fatti portare in quota in pulmino... o in funivia... Per tutte, la funivia che da Malcesine porta i bikers in quota per poi vederli scendere da ogni dove e, spesso, senza il necessario abbigliamento e la necessaria preparazione con la mtb noleggiata in mattinata. Chi percorreva anni addietro il sentiero che, da sopra Pianaura, portava alle cave Meneguzzi, le attraversava ed arrivava in fondo alla confluenza con la vecchia strada sopra la Policromuro, ben si ricorda il manto erboso ed il sottobosco che lo caratterizzava. Col passaggio poi di migliaia di bikers e con l'aiuto dell'acqua tale sentiero, ora ripristinato, era diventato un fosso. Ed esempi se ne possono fare ancora... Da altre parti ed all'estero sono molto più severi di noi ed i percorsi sono obbligatori... guai ad uscire dal tracciato...
In Trentino e nella nostra zona abbiamo km e km di strade forestali che permettono di salire e discese di tutto rispetto appagando in pieno le aspettative dei bikers anche con parti di sentieri, che collegano tali strade, che si possono percorrere.
Se un'Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Sat che, per doverosa e pubblica formazione, ha a proprio carico, la manutenzione dei suoi sentieri con soci che volontariamente occupano giornate per tenerli in ordine, decide di chiuderne alcuni, ben venga. Personalmente non mi sento leso nella mia libertà personale: anzi sono orgoglioso di spiegare a coloro che a volte accompagno o a coloro i quali dò informazioni sui tanti percorsi, che dalle nostre parti esiste questa sensibilità e che certi posti si devono visitare a piedi per conoscerne la storia e la cultura.
Tali interventi sono auspicabili in tutto il Trentino e, se in spalla a chi usa la mtb, come mezzo di divertimento, di forma fisica e non di conquista, oltre allo zaino c'è una cultura di rispetto dell'ambiente e degli altri fruitori dello stesso, credo che nessuno abbia a ridire o si senta leso nella sua libertà se un tratto di sentiero è chiuso al transito: se il disastro ambientale si sta compiendo in valle, almeno qualche metro più in alto, cominciando dalle piccole cose, manteniamo quelle caratteristiche che hanno fatto della nostra amata montagna un oasi di pace, di relax e di rispetto reciproco».
fonte: http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_23/trento/riva/ag207.htm
«Nello zaino mettetevi anche il rispetto»
Claudio Verza (Sat) spiega ai biker perchè certi sentieri vanno chiusi
ARCO. Claudio Verza, vicepresidente della Sat di Arco, è stato, in zona, uno dei primi appassionati di mountain bike ed ha contribuito alla sua espansione, non immaginando però che il fenomeno avrebbe poi assunto entità numeriche così eclatanti. «Attualmente - scrive in una lunga nota - ne seguo gli sviluppi, anche se non direttamente coinvolto in manifestazioni, ma attivandomi affinché vi sia un giusto equilibrio tra coloro che frequentano le nostre zone con la mtb e coloro che le percorrono a piedi».
E' in queste vesti che, d'accordo con l'affermazione che la nostra Busa ha subito negli ultimi anni (e sta ancora subendo) radicali trasformazioni con il continuo costruire... Verza si stupisce invece per i concetti di «lesa libertà» espressi da Roberto Prandi in difesa dell'utilizzo dei rampichini su tutti i sentieri e contro ogni divieto.
«Altro che insindacabile libertà personale - sbotta Verza - mi viene da dire, senza paura di smentite, che il nostro territorio è terra di conquista dove «tutti fanno tutto»... dove centinaia di bikers scorazzano in lungo ed in largo nei posti più impensati... sulla cima dello Stivo, dove non si fa mountain bike ma si fa «porta bike» (perché sfido chiunque a pedalare salendo sulla strada che porta alla malga e ancor più sul sentiero che porta al rifugio) per poi lanciarsi in discesa, a volte nel prato, incuranti degli escursionisti che salgono o scendono... oppure sul sentiero che dal rifugio Pernici porat verso bocca Saval e bocca Dromae per poi scendere verso Mezzolago... magari dopo essersi fatti portare in quota in pulmino... o in funivia... Per tutte, la funivia che da Malcesine porta i bikers in quota per poi vederli scendere da ogni dove e, spesso, senza il necessario abbigliamento e la necessaria preparazione con la mtb noleggiata in mattinata. Chi percorreva anni addietro il sentiero che, da sopra Pianaura, portava alle cave Meneguzzi, le attraversava ed arrivava in fondo alla confluenza con la vecchia strada sopra la Policromuro, ben si ricorda il manto erboso ed il sottobosco che lo caratterizzava. Col passaggio poi di migliaia di bikers e con l'aiuto dell'acqua tale sentiero, ora ripristinato, era diventato un fosso. Ed esempi se ne possono fare ancora... Da altre parti ed all'estero sono molto più severi di noi ed i percorsi sono obbligatori... guai ad uscire dal tracciato...
In Trentino e nella nostra zona abbiamo km e km di strade forestali che permettono di salire e discese di tutto rispetto appagando in pieno le aspettative dei bikers anche con parti di sentieri, che collegano tali strade, che si possono percorrere.
Se un'Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Sat che, per doverosa e pubblica formazione, ha a proprio carico, la manutenzione dei suoi sentieri con soci che volontariamente occupano giornate per tenerli in ordine, decide di chiuderne alcuni, ben venga. Personalmente non mi sento leso nella mia libertà personale: anzi sono orgoglioso di spiegare a coloro che a volte accompagno o a coloro i quali dò informazioni sui tanti percorsi, che dalle nostre parti esiste questa sensibilità e che certi posti si devono visitare a piedi per conoscerne la storia e la cultura.
Tali interventi sono auspicabili in tutto il Trentino e, se in spalla a chi usa la mtb, come mezzo di divertimento, di forma fisica e non di conquista, oltre allo zaino c'è una cultura di rispetto dell'ambiente e degli altri fruitori dello stesso, credo che nessuno abbia a ridire o si senta leso nella sua libertà se un tratto di sentiero è chiuso al transito: se il disastro ambientale si sta compiendo in valle, almeno qualche metro più in alto, cominciando dalle piccole cose, manteniamo quelle caratteristiche che hanno fatto della nostra amata montagna un oasi di pace, di relax e di rispetto reciproco».
fonte: http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_23/trento/riva/ag207.htm