Ieri avevo scritto sul tema in un altro topic, ed ora credo ancora di più nel grande, enorme equivoco che si è creato intorno al termine fragilità.
Questo è quello che ho scritto ieri, frutto di una cultura classica interrotta dalla volontà di capirci qualcosa a tutti i costi sul tema, spero che il tizio qua sotto che ha detto che abbiamo scritto una marea di caxxate stia al bar:
La fibra di carbonio se ben fatta (è fondamentale la premessa di ser relativist pecora) è molto più resistente dell'alluminio.
Quello che ha fregato, frega e fregherà sempre il carbonio è la sua alta fragilità, che nell'immaginario collettivo è sinonimo di debolezza.
In realtà la fragilità è cosa ben diversa, in quanto la fragilità indica solo la propensione ad una rottura appunto fragile, ovvero ad una rottura da urto non preannunciata né preceduta da una deformazione.
Quindi il carbonio può fare paura (ma non la fa ai piloti di
Formula 1) perché non ti avvisa se si rompe, o piuttosto ad un certo punto si rompe e basta.
L'alluminio invece si piega, si abbozza, fa un sacco di cose insomma, e più difficilmente si rompe.
Il fatto che l'alluminio non si rompa è una buona notizia per individuare una cricca, ma non esclude che se prende un colpo non si pieghi in modo drammatico per chi è in sella.
E, essendo meno resistente del carbonio, la stessa botta che lo piega irrimediabilmente e drammaticamente potrebbe non essere per nulla dannosa per il carbonio.
In poche parole a parità di urto l'alluminio può piegarsi e il carbonio non risentirne, certo è che se la botta provoca la rottura del carbonio, questa sarà improvvisa.
Claudio