questo si che era un figo!
"...E' il 1952. Buhl è già un alpinista affermato a livello mondiale, ma non è ancora la leggenda che è predestinato a diventare. Durante la settimana lavora e vive ad Innsbruck, con la moglie, e dedica alla montagna i weekend. In uno di questi, concepisce un'impresa che ancora oggi ha dell'incredibile.
Un sabato mattina di inizio luglio, all'alba, sale sulla sua bicicletta (è ancora lontano il tempo in cui tutti girano in automobile...), parte da Innsbruck e si dirige verso la Val Bondasca, al confine fra Svizzera e Italia. Sono quasi 180 km e, fin qui, nulla di strano. Attraversata l'Engadina e sceso dal passo del Maloja, sale al rifugio Sciora, dove si ferma per la notte.
Siamo ai piedi della parete nord est del Pizzo Badile, una delle pareti leggendarie delle Alpi, dove una quindicina di anni prima Riccardo Cassin ha tracciato una via estrema che, ancora nel 1952, ha visto ben poche ripetizioni, e tutte assai avventurose. E' considerata una delle pareti più difficili al mondo. Agli alpinisti presenti al rifugio Sciora, Buhl dice di voler salire, la mattina dopo, lo spigolo nord, una via classica e facile. Nessuno, peraltro, lo riconosce.
Alle quattro di domenica mattina, quando tutti ancora dormono, Buhl parte. Da solo. In direzione della Cassin alla nord est, ovviamente. Alle sei è alla base della parete. Alle 10.30 esce in vetta! Un record spaventoso. Le nove cordate che precedentemente erano riuscite nell'impresa avevano impiegato almeno quattro giorni!
Gli alpinisti che Buhl incontra in cima al Badile, provenienti dal facile versante italiano, lo accolgono allibiti e increduli, e, dopo averlo riconosciuto, lo invitano a seguirlo giù in Italia per festeggiare. Fra di loro Carlo Mauri, uno dei grandi alpinisti italiani dell'epoca. Buhl non può però seguirli, la sua avventura non è ancora finita. Scende dal Badile, arriva alle 15 alla base della parete, poi al rifugio e quindi giù in paese, dove risale sulla sua bicicletta per tornare a casa. Deve però prima affrontare in salita i 1.100 metri di dislivello per 20 km. del micidiale passo del Maloja, un valico che oggigiorno le stesse automobili fanno fatica a salire...
Lo risale, ed alle otto di sera si trova all'inizio dell'Engadina svizzera, dove lo attendono ancora 140 km, di strada per arrivare ad Innsbruck. Scrive Buhl nella sua biografia: "Speriamo che non succeda qualche guaio alla bicicletta, altrimenti dovrei proseguire a piedi"...
Al buio, inizia a pedalare di nuovo; alle due del mattino passa la frontiera fra Svizzera ed Austria, all'alba è quasi a Landeck. Ma, all'improvviso, probabilmente per la stanchezza ed in preda al sonno, cade nel fiume sottostante e batte la testa. L'acqua gelida lo sveglia e lo rianima. Sono le 4.30 del mattino e non ce la fa più a pedalare. Allora, si mette la bicicletta in spalla e si incammina! Per presentarsi regolarmente al lavoro qualche ora dopo..."
DA:
http://www.orizzontintorno.com/IT/Viaggiatori/Buhl.htm