Acqua, acqua, acqua! (racconto a puntate)

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apenseri

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20/6/08
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R.R. 9.2 (AM)
La storia che sto per raccontare riguarda una delle mie uscite più epiche in MTB.
Una di quelle che credo resterà tra le più indimenticabili.
Chiedo scusa se mi dilungherò un po', scrivendo "a puntate" ma è un'uscita che mi piace raccontare in modo diverso dal solito, perchè è stata vissuta in modo differente dal solito.
Non vi aspettate il racconto di un monte particolarmente duro da scalare, di un dislivello improponibile, di un chilometraggio da leoni.
E' stata solo una normalissima giornata di pioggia, che avrà disturbato i più, non me!
 
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apenseri

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20/6/08
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R.R. 9.2 (AM)
Abbiamo dato la nostra disponibilità, sollecitati dall'amico Denis Migani, ad accompagnare un gruppo di appassionati bikers svizzeri a conoscere i sentieri della nostra zona.
In questa storia noi siamo i cosiddetti "locals": gli indigeni di queste splendide terre che con il nostro piccolo contributo cerchiamo di far conoscere agli "stranieri", spesso compatrioti, in quest'occasione addirittura d'oltralpe.
Nella giornata di oggi, oltre a me, occorre menzionare anche il regista (già citato) Denis, il "frullino" (in MTB e nella favella) Raffaele, il turbo (in questo caso "furgone Renault Turbo") Marco, il vulcanico Sandro...... spero i loro commenti, firmati con lo pseudonimo dei loro Nicknames forumendoli, mi accompagneranno durante la narrazione.
Buona lettura. :celopiùg:
 

apenseri

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20/6/08
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Arrivo a Catolica 1/2 ora prima dell'appuntamento.
Piove, piove forte, sono le 8:00 ed in giro non c'è anima viva; mi cambio in auto, indosso tre giubbetti antipioggia, di consistenza e permeabilità differente, intervallati con abbigliamento estivo.
Le previsioni già da una settimana indicavano pioggia, per tutta la giornata, pioggia "abbondante" era definita. Questo mi ha permesso di premunirmi con abbigliamento adeguato e con un cambio totale da indossare prima della sosta per il pranzo.
GLi Svizzeri ci aspettano verso le 9:30, a me piace partire un po' prima, come al solito, per farmi una sgambata solitaria e per "godermi" la giornata. Gli altri locals non si vedono ancora ma loro sono puntualissimi, lo so, ci saranno più avanti.
Mi dirigo verso la spiaggia e mi fiondo sul bagnasciuga, non ho paura di rovinare la mia Test Bike (Specialized Stumpjumper) perchè la pioggia abbondante e le ampie pozzanghere la laveranno in un batter d'occhio.
Il mare è splendido, calmo, a dispetto della pioggia battente; percorro anche qualche passerella "interdetta" alle biciclette, tanto non disturbo nessuno, perchè in giro non c'è nessuno da disturbare.
Arrivo fino alla darsena, sulla passerella sopraelevata ritorno verso il mare, mentre sulla destra sfilano le imbarcazioni placidamente ormeggiate.
Sono le 8:25, devo tornare al punto di ritrovo, gli altri stanno per arrivare.
Incontro un uomo con l'ombrello che porta a spasso il cane....... "anche io sono ciclista!" mi grida, "ma con questo tempo non mi muovo"; ritorno sui miei passi per salutarlo e mi confida di essere un ciclista "da strada". Neppure io mi muoverei con la bici da strada con questo tempo, "ma io ho una MTB...... è un PO' diverso", penso, lo saluto ed innesto il "44" per non fare tardi all'appuntamento.
 

apenseri

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20/6/08
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R.R. 9.2 (AM)
Torno al luogo dell'appuntamento-locals, è già arrivato Marco, è in borghese, è dentro al suo furgone che legge una rivista....... di mountain bike, ovvio.
Mi guarda sghignazzando, abbassa il finestrino quel tanto che basterebbe a dare la mancia ad un lavavetri al semaforo e mi dice: "avevo visto la macchina, non c'era la bici, avevo capito benissimo che già stavi sguazzando".
Mi invita ad entrare, gentilmente declino: con il pastrano di cellophane che ho indossato non ho ancora preso una goccia d'acqua ma colo come uno scivolo dell'Aquafan e gli inzupperei tutti i sedili.
Arriva Raffaele, con il suo furgone, anche lui in borghese..... qui c'è poca voglia di pedalare, penso.
Chiude, nel breve scorrere di un paio di minuti, Sandro, altro furgone, e tre! "Caspita come sono organizzati questi!" Sandro indossa la divisa, "almeno uno" e nell'aria vibra la sua eccitazione: è gia gasato come un pompiere!
Ora sono tutti e tre nel furgone di Marco, parlottano, stanno studiando soluzioni alternative per la giornata...... ALTERNATIVE??? A COSA??? MA NON DOBBIAMO ANDARE IN MTB??? IO HO LE SCARPE CON UN LITRO D'ACQUA DENTRO!!!
Giro nervosamente attorno ai finestrini, poi salgo in sella e gli dico che mi avvicino all'albergo degli Svizzeri.
Lì trovo il meccanico che è già pronto a consegnare le MTB ai relativi proprietari, mi saluta, e mi dice, in un Inglese quasi peggio del mio (che è tutto dire) che ci sono "only six or seven crazy riders" .... "e un crazy local" penso io.
Sulla porta dell'albergo il primo Svizzero-biker si presenta in divisa tutt'altro che ciclistica, mi sorride, anche se dopo alcuni minuti mi viene il dubbio che stesse sghignazzando, mi saluta e capisco al volo che della MTB oggi non gliene può fregar di meno.
Arrivano gli altri locals, che sono riusciti a scollarsi dai sedili del furgone, iniziano a parlottare con i responsabili Svizzeri e dopo pochi minuti i primi verdetti: circa 25 sono pronti a partire, ci saranno due grupppi, uno più soft, che si muoverà negli immediati dintorni di Cattolica e srà consegnato alle esperte mani di Sandro e l'altro a "lunga gittata" che andrà a ricalcare, con le opportune modifiche dettate dal diluvio, il percorso originariamente pensato. Il gruppo sarà guidato da Raffaele (che non sembra proprio contento) e dal sottoscritto; Marco, con uno dei furgoni, ci farà da ammiraglia....... ma che razza di organizzazione, noi siamo meglio degli Svizzeri!
Il capo esorta i partecipanti (io capisco sì e non 10 parole, Sandro che ne capisce almeno un centinaio mi aiuta a comprendere meglio) a partire solo se veramente intenzionati, il meteo non è sicuramente clemente e quindi dovranno seguire alla lettera le nostre indicazioni, per evitare problemi e malcontenti.
Siamo pronti, con me e Raffaele ci sono 15 Svizzeri, 8 sono con Sandro, altre incomprensibili parole in Tedesco suscitano l'ilarità generale, tranne la nostra che non comprendendo una mazza semplicemente sorridiamo....... magari avranno detto "andiamo con 'sti poveri disgraziati che sennò si sentono inutili" ........ chi lo saprà mai?
Una voce impetuosa che sento solo io dice "..... E ADESSSO SCATENATE L'INFERNO!" ma poi capirò che non è riferita a noi, come in un primo tempo pensavo, ma ai nuvoloni che continuano incessantemente a gettare giù pioggia in quantità.
 

apenseri

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R.R. 9.2 (AM)
Partiamo, mi si avvicina Thomas, uno degli Svizzeri che si occupa dell'assistenza meccanica durante le escursioni e mi dice letteralmente "io no questo tempo", fortunatamente per lui oggi non si dovrà mai fermare per sistemare forature, ne' per altri quasti, ma questo ancora non lo sa.
Non piove più, ora diluvia letteralmente, mi arriva un SMS da casa che recita: "qui diluvia....... ma forte!"; è proprio verso l'entroterra che ci dobbiamo dirigere: arriveremo fino a Piandicastello, previsti 30 km. per l'andata e lì ci fermeremo per il pranzo.
Prendiamo la ciclabile sponda destra del Conca, che come dice saggiamente Sandro, "il fiume scorre sempre nello stesso senso" e quindi "la sponda destra è sempre la destra" (per quei pochi che non lo sapessero, per indicare le sponde di un corso d'acqua ci si deve figurare mentalmente con le spalle a monte).
La pioggia è sempre più battente ma il gruppo fila via liscio, in fila indiana, testa bassa e pedalare, mi sembra di ricordare le parole sentite poco prima.
Allo stabilimento Hera svoltiamo nel Single-Track, è bagnato, qualche pozzanghera ma si pedala bene; poco dopo evitiamo il canneto ed il campo da golf, intuendo che la situazione sia peggiore, riprendiamo l'asfalto su strade secondarie e poco trafficate, torneremo sulla ciclabile solo più a monte, al Frantoio.
Ecco che appare Marco, con l'ammiraglia, indovina i nostri passaggi a tutti gli incroci: è un ciclocomputenavigatore umano, io che chiudo il gruppo rallento e scambio qualche battuta dal finestino; organizzazione sempre più impeccabile, mancano solo la RAI e RadioCorsa.
Continuiamo a pedalare a buon ritmo, la fila indiana è perfetta; qualche passante opportunamente protetto da ombrello ci sorride e ci saluta.
Noi ci dirigiamo verso la ciclabile.....

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Immag00911.jpg
 
Sabato è stata una giornata di riposo per i colleghi guide-svizzeri che almeno per una volta non hanno dovuto lavare le bici dal particolare fango della Valconca.......Comunque, come sempre, sono ciclo-turisti super organizzati in caso di pioggia: pantaloni antipioggia, copriscarpe antipioggia, copricasco antipioggia, coprizaino antipioggia, copriborsa attrezzi antipioggia ecc ecc
 

apenseri

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20/6/08
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Piccola premessa per chi mi legge ma non è delle nostre parti: la ciclabile del Conca non è una di quelle ciclabili del nord Italia, asfaltate, larghe, delle mezze strade insomma. Si tratta di un percorso largo non più di tre metri, dove nei punti più larghi ci passano comodamente due MTB, non di più; in alcuni tratti si riduce a poco più di un singletrail; il fondo è brecciato ma non particolarmente liscio, si sviluppa sulle sponde del fiume Conca, a tratti si interrompe, per poi riprendere poco dopo.

Detto questo, tutti hanno capito di cosa si tratta, anche chi non conosce la nostra vallata.
Ieri mattina, come già raccontato, affrontiamo la ciclabile sulla sponda destra, nella parte più vicina al mare, poi l'abbandoniamo per riprenderla in zona Frantoio, dove ci aspettiamo che ci sia meno fango (è qui che finiva il capitolo precedente).

Io chiudo il gruppo e so che all'imbocco di quel tratto c'è una pozzanghera di un paio di metri, visto che ci ero passato almeno un paio di volte negli ultimi giorni.
La pozzanghera c'è e come ci si può aspettare, vista la pioggia sempre più battente che ormai dura da oltre una decina di ore, è più grande di quello che era nei giorni precedenti. Nessuno però si poteva immaginare che la pozzanghera fosse di oltre tre chilometri!
A dire il vero non si tratta di una pozzanghera ma di un torrente che scorre, con altezza dall'acqua dai dieci ai venti centimetri, contrario al nostro incedere.
Raffaele, in testa, mantiene alto il ritmo e nei tratti rettilinei io posso vedere il lungo serpentone dei 17 bikers (ormai non c'è più differenza tra Svizzeri e Locals) che incedono in precisa fila indiana, con distanze ridotte e costanti l'uno dall'altro.
Ogni MTB alza due ampi raggi di acqua, nessuno molla, io pedalo con il 44, gli altri con rapporti forse di poco più agili.
Schiviamo le ginestre come paletti dello slalom, continuiamo a non vedere il fondo del sentiero ma solo acqua, acqua, acqua, sopra, sotto, da tutte le parti.
E' a questo punto che incomincio a non sentire più la pioggia, non vedo più le gocce d'acqua che mi si depositano sugli occhiali, non sento più gli schizzi sollevati dalle mie gomme da 2.20, pedalo e vedo che davanti a me fanno altrettanto, il freddo non lo sento più da un pezzo: il ritmo tenuto dalla testa del gruppo mi scalda a sufficienza, il mio giubbetto ha perso la sua impermeabilità ormai molti chilometri a valle, ora serve solo da antivento, ma è sufficiente, in questo momento incomincio veramente a divertirmi.
Continuiamo a pedalare, tutti insieme, ancora in fila indiana, le MTB davanti a me sollevano l'acuqa e mi permettono, per un istante, di vedere le tracce sul fondo del percorso lasciate dai primi, immediatamente dopo, l'acqua torna ad occupare tutta l'ampiezza del sentiero e a nascondermi quello che c'è sotto.
In lontananza, dietro una curva, vedo due gambe più in alto di un corpo ed un corpo più in alto di una MTB, un istante dopo nuotando a dorso, il biker raggiunge la riva e la sua MTB galleggiando si spiaggia sulla riva opposta, mi sincero delle condizioni dello Svizzero: "OK", mi dice; la MTB sembra a posto, si rialzano entrami e riprendono lì da dove avevano interrotto.
Mi sto divertendo come un pazzo ma, come tutte le cose belle, anche questa deve finire.
Arriviamo al parco di Morciano e lo attraversiamo per raggiungere l'asfalto; nei vialetti brecciati, nuotano tranquillamente diverse paperette; mi era già capitato di pedalare evitando gatti, cani e pure cinghiali, lepri e caprioli, una volta addirittura una coppia di cerbiatti, ma le paperette NO, non me le ero mai trovate sui miei percorsi. Non preoccupatevi: anche loro, come noi, erano nel loro ambiente ideale e anche loro, come noi, hanno continuato a divertirsi sguazzando nell'acqua.
Usciamo dal parco, c'è l'ammiraglia con Marco al volante, ne' io ne' Raffaele ce ne accorgiamo, io me ne rendo conto solo cento metri dopo averlo incrociato e lo faccio presente anche a Raffaele.
Ci risvegliamo assieme dall'estasi pedalatoria-canoistica e proseguiamo.
 

busbiker

Biker serius
3/1/09
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montefiore conca
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Ragazzi non ci crederete, ma io ieri ho sofferto davvero anche se non ero in mtb ma guidavo il furgone. Ero talmente teso per la situazione in cui vi trovavate che mi era venuto anche un mezzo mal di stomaco. Ogni tanto mi dicevo : non ce la possono fare, tra un pò qualcuno si ferma e dà di matto, e invece NO tutti a pedalare al perfetto ritmo impostato da Raf e tenuti uniti dall'ottimo lavoro svolto da Andrea. Quando vi vedevo passare ai miei appostamenti avrei voluto gridarvi
BASTA! TORNATE INDIETRO! ma poi vedervi cosi decisi e determinati a portare a termine l'impresa, tutti in fila indiana, sprezzanti delle difficoltà
ognuno con i suoi pensieri/meditazione/preghiera/godimento/divertimento/
sofferenza....mai un segno di cedimento (nel pomeriggio ho visto un pezzo della tappa del giro e vedevo volti distrutti, espressioni di incazzamento direi anche, ma voi niente non un lamento, solo pedalare a testa bassa!)
Insomma anche se l'ho vissuta in seconda persona ( in prima eravate solo voi e nessun'altro) a vedere dal vero quello che stavate facendo, vi dico
che è stata una vera e forte emozione e di questo vi RINGRAZIO.
 

apenseri

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R.R. 9.2 (AM)
Ragazzi non ci crederete, ma io ieri ho sofferto davvero anche se non ero in mtb ma guidavo il furgone. Ero talmente teso per la situazione in cui vi trovavate che mi era venuto anche un mezzo mal di stomaco. Ogni tanto mi dicevo : non ce la possono fare, tra un pò qualcuno si ferma e dà di matto, e invece NO tutti a pedalare al perfetto ritmo impostato da Raf e tenuti uniti dall'ottimo lavoro svolto da Andrea. Quando vi vedevo passare ai miei appostamenti avrei voluto gridarvi
BASTA! TORNATE INDIETRO! ma poi vedervi cosi decisi e determinati a portare a termine l'impresa, tutti in fila indiana, sprezzanti delle difficoltà
ognuno con i suoi pensieri/meditazione/preghiera/godimento/divertimento/
sofferenza....mai un segno di cedimento (nel pomeriggio ho visto un pezzo della tappa del giro e vedevo volti distrutti, espressioni di incazzamento direi anche, ma voi niente non un lamento, solo pedalare a testa bassa!)
Insomma anche se l'ho vissuta in seconda persona ( in prima eravate solo voi e nessun'altro) a vedere dal vero quello che stavate facendo, vi dico
che è stata una vera e forte emozione e di questo vi RINGRAZIO.
commento sinceramente commovente.......
GRAZIE!
 

apenseri

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Usciti dalla ciclabile proseguiamo su asfalto, non sto a dire che ancora diluvia, anzi, l'ho già detto.
La fila è lunga ma viaggiamo, sui 25 all'ora, perfettamente a destra, perfettamente allineati, ci segue come un'ombra l'ammiraglia, con le quatrro frecce accese, le auto faticano a sorpassarci ma sulla trafficata provinciale nessuno si spazientisce, forse ci compatiscono, non credo ci invidino, io sinceramente non scambierei il mio posto con il loro.
Abbandoniamo la provinciale dopo tre chilometri, continuiamo su una secondaria in direzione Carbognano, lo strappo in asfalto sgretola il gruppo, ora io guido e Raffaele fa la scopa, precedendo di poco Marco.
Subito dopo Carbognano, in discesa ci ricompattiamo e Raffaele torna a tenere alto il ritmo, io torno dietro ed incomincio a saltare dentro le pozzanghere della strada in quel tratto brecciata per provare al meglio la mia Stumpjumper-testbike, Marco si affianca con il furgone e mi suggerisce che il fiume Conca che scorre in piena cinquanta metri sulla mia destra potrebbe offrirmi la possibilità di un test ancora migliore. :smile:

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Riprendiamo la provinciale dopo il ponte di Marazzano, qui la strada è più larga e le auto ci sorpassano senza difficoltà.
Ora iniziamo la salita verso Piandicastello, quando i più allenati Svizzeri capiscono che è la salita che ci porterà al ristorante iniziano la bagarre, il gruppo si sfalda, io e Raffaele manteniamo le nostre posizioni.
La strada ora è scarsamente trafficata, quasi completamente asfaltata, l'acqua continua a scorrere trascinando a valle sassi e ghiaia.
In un tornante incontriamo un'auto che ci lascia passare anche se siamo effettivamente un po' troppo a sinistra, giunta all'altezza di Marco il guidatore utilizza l'indice per ticchettarsi sulla testa, Marco educatamente risponde utilizzando il dito a fianco.
Il gruppo prosegue ora alla spicciolata, Raffaele guida i primi al ristorante "La Possione", io aspetto gli ultimi e raccolgo agli incroci alcuni che non sanno dove proseguire.
L'ammiraglia ci ha superato per portare al ristorante gli zaini con il cambio asciutto per tutti.
Arriviamo in cima alla salita, un chilometro in piano ed uno in leggera discesa ci portano alla sosta.​
 

apenseri

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Arriviamo al ristorante e ci dirigiamo verso la depandance dove ci hanno lasciato un locale per poterci cambiare, indossare abiti asciutti è stato meraviglioso, in dieci minuti siamo dentro al ristorante e noto uno Svizzero con un vistoso cerotto sullo zigomo: all'arrivo davanti al ristorante è scivolato sull'erba bagnata ed è atterato su una rosa!
Il tavolo è già preparato con coperti e bevande, il classico vino rosso della casa è accolto con entusiasmo; da lì a breve arriveranno abbondanti piatti di tagliatelle.
Raffaele si lancia in un resoconto delle sue riflessioni durante la pedalata della mattinata, dedicate all'impareggiabilità delle nostre MTB; secondo lui nessun altro mezzo sarebbe riuscito ad andare avanti lungo quei sentieri così allagati.

DSCF01632.JPG


Dopo pranzo torniamo alla depandance a prepararci, io sono pronto e Raffaele mi chiede di andargli a prendere il marsupio appoggiato nel locale a fianco, una rimessa senza porta.
Il pavimento non si vede più: ora è coperto da oltre venti centimetri d'acqua che si sono accumulati durante la nostra sosta, non ho paura di bagnarmi i piedi, prima o dopo fa poca differenza.
 

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Durante il pranzo la pioggia continua a cadere, forse è addirittura aumentata.
Come già detto al post precedente, ora fuori è tutto allagato: la rimessa, il giardino, il vialetto di accesso al ristorante.
Siamo tutti pronti, saliamo in sella, ci muoviamo, ma manca Raffaele, noi siamo a 500 mt. dal ristorante, lungo la strada, giriamo su noi stessi per cercare di scaldarci; non possiamo stare fermi qui, è meglio partire piano, ci aspetta un chilometro di salita e ci scalderemo meglio, Raffaele conosce benissimo la strada, sa dove dobbiamo andare, se avesse problemi c'è comunque l'ammiraglia dove assieme a Marco sono saliti due Svizzeri che non intendono più pedalare.

YouTube - Partenza da ristorante.wmv[/URL]

Andiamo!
Torniamo a Piandicastello, svoltiamo a destra per la sterrata che porta al paese fantasma di Castelnuovo, è tutta allagata, nel tratto in pianura ci raggiunge Raffaele che mi fa cenno che ora penserà lui a chiudere il gruppo; aumentiamo l'andatura ma con moderazione: la discesa, i sassi viscidi e la visibilità ridotta dalla pioggia potrebbero crearci problemi.
Alla fine del primo tratto di discesa un albero blocca la strada, sembra caduto da poco, il terreno sul quale cresceva è franato.
Ci fermiamo e lo oltrepassiamo, passandoci le MTB ad una ad una.
Passiamo per Castelnuovo e proseguiamo, un tornante dopo l'altro, mi giro spesso e vedo che ho sempre qualcuno alle spalle; continui torrentelli d'acqua scendono insieme a noi, altre piccole frane, in alcuni punti l'acqua ha scavato profonde buche.
Al penultimo tornante grido per avvisare Marco che si prepari a riprendere con la telecamera, sorrido....... sto preparando il capitolo 8!
 

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