Buongiorno a tutti,
innanzitutto devo dire che finalmente, dopo tanto tempo, rivedo sul forum una discussione di ottimo livello e sopratutto costruttiva al di la dei punti di vista e delle opinioni personali di ciascuno. Quindi complimenti a tutti quelli che hanno scritto e stanno scrivendo con il fine di dare una mano al nostro sport.
Adesso facciamo un pò d'ordine :
1) Purtroppo i vari bike park in Italia ( belli e meno belli ) soffrono di un problema fondamentale : il bacino di utenza. I numeri che ci sono oggi in Italia sono numeri irrisori, pensate che, lo scorso anno Sestola, che è sicuramente un esempio da seguire come bike park per entry level, ha fatto circa 6.000 biglietti tra giornalieri e metà giornata, la scorsa settimana c'è stata l'apertura di Pila, altro esempio di bike park da prendere come riferimento,e a vedere dalle foto mi pare che l'affluenza non sia stata oceanica ( 40 forse 50 persone ? ) ma mi auguro di sbagliare........ Il numero di partecipanti al mondial du vtt a Les deux Alpes lo scorso anno è stato di 20.000 persone in un week end, e non mi dite che la Francia è un altro mondo, perchè lo scorso maggio al bike festival di Riva del Garda ci sono state circa 30.000 presenze in un week end e Riva del Garda è in Italia, anche se va detto che probabilmente 25.000 erano tedeschi........ e sotto al sedere avevano di tutto, dalle xc di 7 kg alle bestie di 22 kg con la doppia piastra, passando per le BMX e le cruiser...........Tutto questo per dire che il sistema per realizzare delle manifestazioni e dei comprensori che abbiano dei numeri economicamente sostenibili è possibile, ma bisogna uscire dal nostro provincialismo e cominciare a fare delle critiche costruttive e coerenti senza i io l'avevo detto o i se ci fossi stato avrei fatto. Del resto se i numeri della downhill in Italia sono di 3/4000 praticanti ( lo dico a naso, mi piacerebbe avere una statistica precisa delle bici vendute ), o ci diamo una mossa per raggiungere dei numeri decenti oppure siamo destinati a vedere una drastica riduzione dei bike park con solo una piccola parte di essi che potrà sopravvivere dividendosi questi pochi appassionati. Perchè come dice giustamente Tomaso Ancillotti tenere aperto un impianto ha dei costi molto elevati e se lo si deve fare solo per le bici diventa molto difficile. Noi all'Abetone abbiamo un grosso afflusso di pedoni e/o cammintori, ma sinceramente senza di loro credo che la sostenibilità della apertura estiva sarebbe abbastanza dura, o quanto meno un investimento con un ritorno molto a lungo termine, e sto parlando in termini di reddito operativo, ovvero di pura differenza tra costi e ricavi senza contare gli ammortamenti.
2) Abetone ha dalla sua un impianto eccellente, ma è disturbata da una orografia piuttosto "difficile" infatti il monte gomito è molto ripido nella parte alta ma soprattutto presenta ampie zone di roccia compatta ( come il geologo Alberto può confermare) e come tali molto difficili da lavorare. Purtroppo il commento più giusto l'ha fatto Pisolo quando dice che si deve fornire agli utenti il prodotto che essi richiedono, e quindi se la massa chiede il "facile" il facile dobbiamo dargli. All'Abetone abbiamo 5 piste di cui sia la 1 che la 5 sono oramai veramente facili dall'entrata nel bosco in poi, spondate, liscie e senza sassi ( nei limiti del possibile ), il problema è arrivare al bosco. Ora l'amministrazione comunale sta ultimando l'approvazione del regolamento urbanistico che dovrebbe prevedere la destinazione di tutta la zona delle piste ad area sportiva e quindi permetterci di intervenire anche con macchine operatrici in modo da poter costruire qualche appoggio e/o sponda con caratteristiche moderne oltre a lisciare adeguatamente la parte iniziale e magari ricavare qualche linea nuova anche lì. Certo è che in confronto a Sestola, ma ancor più a Roveta o Nusenna noi abbiamo dei dislivelli superiori, delle lunghezze non paragonabili, e soprattutto da superare pendenze molto più elevate, senza contare la difficoltà di dover evitare le aree sciabili, cosa che a Sestola è risolta alla radice, perchè sulla seggiovia in paese non sciano più da tempo. Per quanto riguarda la tipologia delle piste poi, io sono dell'idea che ci potrebbero stare le une e le altre, naturali e artificiali, facili e difficili e chi più ne ha più ne metta, non credo che a Champery chiunque si avventuri nella pista di coppa a cuor leggero, ma mi sembra che comunque a girare sulle altre piste delle portes du soleil ci sia un bel pieno di gente. Italiani compresi.
L'obbiettivo è quello, la nostra voglia c'è, vediamo dove riusciamo ad arrivare.
Con l'aiuto di tutti che è sempre più che ben accetto.
P.S. Per Alberto e Tomaso, diteci solo quando potete venire sù noi siamo tutti pronti a ricevere i vostri consigli e provare a metterli in pratica, come abbiamo fatto sempre, sia con voi che con Bruno, Pippo e prima di loro Antonio Silva. Vi aspettiamo.........
innanzitutto devo dire che finalmente, dopo tanto tempo, rivedo sul forum una discussione di ottimo livello e sopratutto costruttiva al di la dei punti di vista e delle opinioni personali di ciascuno. Quindi complimenti a tutti quelli che hanno scritto e stanno scrivendo con il fine di dare una mano al nostro sport.
Adesso facciamo un pò d'ordine :
1) Purtroppo i vari bike park in Italia ( belli e meno belli ) soffrono di un problema fondamentale : il bacino di utenza. I numeri che ci sono oggi in Italia sono numeri irrisori, pensate che, lo scorso anno Sestola, che è sicuramente un esempio da seguire come bike park per entry level, ha fatto circa 6.000 biglietti tra giornalieri e metà giornata, la scorsa settimana c'è stata l'apertura di Pila, altro esempio di bike park da prendere come riferimento,e a vedere dalle foto mi pare che l'affluenza non sia stata oceanica ( 40 forse 50 persone ? ) ma mi auguro di sbagliare........ Il numero di partecipanti al mondial du vtt a Les deux Alpes lo scorso anno è stato di 20.000 persone in un week end, e non mi dite che la Francia è un altro mondo, perchè lo scorso maggio al bike festival di Riva del Garda ci sono state circa 30.000 presenze in un week end e Riva del Garda è in Italia, anche se va detto che probabilmente 25.000 erano tedeschi........ e sotto al sedere avevano di tutto, dalle xc di 7 kg alle bestie di 22 kg con la doppia piastra, passando per le BMX e le cruiser...........Tutto questo per dire che il sistema per realizzare delle manifestazioni e dei comprensori che abbiano dei numeri economicamente sostenibili è possibile, ma bisogna uscire dal nostro provincialismo e cominciare a fare delle critiche costruttive e coerenti senza i io l'avevo detto o i se ci fossi stato avrei fatto. Del resto se i numeri della downhill in Italia sono di 3/4000 praticanti ( lo dico a naso, mi piacerebbe avere una statistica precisa delle bici vendute ), o ci diamo una mossa per raggiungere dei numeri decenti oppure siamo destinati a vedere una drastica riduzione dei bike park con solo una piccola parte di essi che potrà sopravvivere dividendosi questi pochi appassionati. Perchè come dice giustamente Tomaso Ancillotti tenere aperto un impianto ha dei costi molto elevati e se lo si deve fare solo per le bici diventa molto difficile. Noi all'Abetone abbiamo un grosso afflusso di pedoni e/o cammintori, ma sinceramente senza di loro credo che la sostenibilità della apertura estiva sarebbe abbastanza dura, o quanto meno un investimento con un ritorno molto a lungo termine, e sto parlando in termini di reddito operativo, ovvero di pura differenza tra costi e ricavi senza contare gli ammortamenti.
2) Abetone ha dalla sua un impianto eccellente, ma è disturbata da una orografia piuttosto "difficile" infatti il monte gomito è molto ripido nella parte alta ma soprattutto presenta ampie zone di roccia compatta ( come il geologo Alberto può confermare) e come tali molto difficili da lavorare. Purtroppo il commento più giusto l'ha fatto Pisolo quando dice che si deve fornire agli utenti il prodotto che essi richiedono, e quindi se la massa chiede il "facile" il facile dobbiamo dargli. All'Abetone abbiamo 5 piste di cui sia la 1 che la 5 sono oramai veramente facili dall'entrata nel bosco in poi, spondate, liscie e senza sassi ( nei limiti del possibile ), il problema è arrivare al bosco. Ora l'amministrazione comunale sta ultimando l'approvazione del regolamento urbanistico che dovrebbe prevedere la destinazione di tutta la zona delle piste ad area sportiva e quindi permetterci di intervenire anche con macchine operatrici in modo da poter costruire qualche appoggio e/o sponda con caratteristiche moderne oltre a lisciare adeguatamente la parte iniziale e magari ricavare qualche linea nuova anche lì. Certo è che in confronto a Sestola, ma ancor più a Roveta o Nusenna noi abbiamo dei dislivelli superiori, delle lunghezze non paragonabili, e soprattutto da superare pendenze molto più elevate, senza contare la difficoltà di dover evitare le aree sciabili, cosa che a Sestola è risolta alla radice, perchè sulla seggiovia in paese non sciano più da tempo. Per quanto riguarda la tipologia delle piste poi, io sono dell'idea che ci potrebbero stare le une e le altre, naturali e artificiali, facili e difficili e chi più ne ha più ne metta, non credo che a Champery chiunque si avventuri nella pista di coppa a cuor leggero, ma mi sembra che comunque a girare sulle altre piste delle portes du soleil ci sia un bel pieno di gente. Italiani compresi.
L'obbiettivo è quello, la nostra voglia c'è, vediamo dove riusciamo ad arrivare.
Con l'aiuto di tutti che è sempre più che ben accetto.
P.S. Per Alberto e Tomaso, diteci solo quando potete venire sù noi siamo tutti pronti a ricevere i vostri consigli e provare a metterli in pratica, come abbiamo fatto sempre, sia con voi che con Bruno, Pippo e prima di loro Antonio Silva. Vi aspettiamo.........
Pila è perfetta !
ma gode di tutte le componenti, in primis le Amministrazioni che ci credono, gli impianti anche, l' APT, gli albergatori, ecc.ecc.
Sestriere mi sembra su questa strada.
Vedremo Fai della Paganella e Champoluc ?
Cortina - ad esempio - non ci ha creduto.
Val di Sole ci crede , ma usa la WC come mezzo di pubblicità e prestigio, forse creare dei percorsi ed un bike park .... frega nulla.
E' una questione di politica turistica e relativi investimenti.
Magari una amministrazione "tollera " una gara di DH e non ne vede o condivide i possibili sviluppi in termini di turismo.
Altri, magari dopo essersi fatti due giri in Francia o in Svizzera .... hanno iniziato a pensarci e si muovono di conseguenza.
Anche perchè le località turistiche che fino a ieri avevano "la puzza sotto al naso" .... forse oggi hanno abbassato un poco le ali !!
100 deficenti in bici che scorazzano per i sentieri ?
Ieri davano fastidio.
Oggi danno sempre fastidio, ma sono 100 in più che spendono dei soldi (pochi magari, ma meglio di niente).
Aug