Spè, la previsione l'avevi azzeccata
@marco , ma non è detto che sia stata ignorata. Non so se i vari patron(s) dei marchi di bici leggano quello che scrivi o si affidino ad altri indicatori, magari anche più oggettivi, però tra il suggerimento per una buona ripartenza e la realtà dei fatti, con tutti i limiti del caso, ci passa una bella differenza.
L'approvvigionamento di materie prime, la lavorazione stessa con le fabbriche chiuse o a lavorare in regimi "strambi", le spedizioni con i controlli raddoppiati e al contempo rallentati, gli uffici dove i pochi che non sono stati licenziati lavorano da casa (mica tutti hanno la cassa integrazione come in Italia e anche qui ci sono problemi gravi di interinali, somministrati e a termine lasciati a casa senza un momento di riflessione), tutti questi sono fattori che
hanno impedito di avere i magazzini di attrezzature sportive belle e pronte per il 18 maggio.