Intanto dipende da cosa uno vuole ottenere:
- arrivare vivo a casa?
- fare il poser?
- fermare il cronometro prima della volta precedente?
- evitare che il portafogli finisca dopo due uscite?
Come dice famiddi, su asciutto è inutile frenare di continuo, a meno che non ci si trovi in un sentiero ultra-tecnico dove come lasci i
freni ti ritrovi a 40 all'ora spalmato su un albero. Meglio impostare bene la curva, fare una bella staccatona come si deve che non metta in crisi il comportamento della bici, e così percorrere tranquillamente la curva.
Ora, anche sulla "staccatona come si deve" c'è da discutere.
Vedo spesso persone che arrivando fiondati in curva accarezzano il freno davanti ("eh sai, se la ruota ti va via davanti, caschi sicuramente") e strippano dietro finchè non sentono la ruota dietro bloccarsi ("così sgommo, vado meglio!!!"): a quel punto sentiranno Steve Peat incarnarsi in loro, e si butteranno tranqullamente in curva.
Su terreni asciutti, o più generalmente definiti "ad aderenza medio-alta", ci sono alcuni capisaldi da tenere bene a mente:
- La curva va impostata PRIMA di percorrerla: arrivare al punto di corda con la velocità e la traettoria sbagliata (sempre che ci si arrivi) equivale ad aver buttato via quella curva
- Ci si avvicina alla curva tenendosi sulla parte ESTERNA di essa: spesso si tende a chiuderla troppo presto per entrare in curva frenando, con il solo risultato di allargarla e di risultare penalizzati in uscita
- Il primo freno ad essere toccato è l'ANTERIORE (sempre comunque su fondi ad alta aderenza, quindi già non vale su fondi più ghiaiosi dove conviene una condotta meno pulita). Questo si basa su due comportamenti fisici: 1) Frenando si carica l'anteriore e si scarica il posteriore; 2) L'aderenza di una ruota al suolo è data dalla pressione che vi esercita. Quindi, frenando prima col posteriore e poi con l'anteriore, oppure direttamente solo col posteriore, è più difficile rendersi conto dell'effettivo comportamento della bici, perchè avviene un "cambio di variabili" a nostro sfavore nella fase iniziale della frenata che scarica il posteriore, portandolo magari a perdere aderenza dopo qualche secondo senza variare minimamente la forza frenante, e mettendoci in crisi. Invece, noi: 1) pinziamo con l'anteriore stando attenti a non farlo bloccare: a quel punto il trasferimento di carico è a nostro favore, perchè aggiunge aderenza alla ruota anteriore, non mettendola assolutamente in crisi 2) a trasferimento di carico avvenuto (ormai il nostro peso è proteso in avanti) freniamo dietro: a quel punto il trasferimento di carico è già avvenuto, e usando una potenza frenante che non faccia perdere aderenza alla ruota, essa non la perderà più.
- Non sempre ha senso ritardare il più possibile la staccata fin dentro la curva: ritardare molto una staccata significa assumere una traettoria molto spigolosa, il che equivale a dover effettuare una svolta più stretta, che necessiterà una velocità minore; però non siamo su una MotoGP, non abbiamo 240CV di motore che in 2 secondi ci riporta a 1000km/h, bensì su una bici la cui pedabilità probabilmente lascia anche un po' a desiderare. Bisogna assumere una guida da 125, molto pennellata: l'importante non è fare la traettoria più breve, è mantenere la velocità più alta possibile, poi se si riesce a fare entrambe le cose, meglio. "Spigolare" molto la curva significa ritrovarsi piuttosto lenti in uscita, e pagare secondi: le traettorie ideali sono quelle rotonde, che ci fanno curvare il meno possibile. Non facciamo di tutte le erbe un fascio, poi in generale bisognerebbe analizzare curva per curva: inutile pensare ad uscire forti se dopo la curva vi è un bel tornante.
- All'inizio si stacca con la bici dritta: in questo modo non ci sono forze laterali in gioco ed è più facile gestire la bici. Con l'esperienza poi cominceremo a frenare anche in inserimento di curva, sempre rispettando quanto sopra.
- Premesso che non siamo dei computer che calcolano la velocità di percorrenza ideale in una curva, è quasi impossibile percorrere una curva senza correzioni: sono anch'esse una parte importante. Le correzioni si effettuano con il freno posteriore: questo perchè il freno anteriore tende a "drizzare" la bici, inducendola al sottosterzo, mentre il freno posteriore tende a far sovrasterzare la bici. Ora, visto che se si corregge una curva frenando è perchè stiamo allargando troppo, sicuramente privilegeremo un tipo di frenata che ci agevoli nel compito. Piccole e brevi correzioni bastano, anche per non penalizzare troppo la velocità di uscita, evitiamo però che siano troppo brusche, per non mettere in crisi la ruota dietro: cerchiamo di pinzare più "dolcemente", ricordando che siamo ancora in curva e a bici piegata.
Su terreni a bassa aderenza, purtroppo per noi, cambia tutto. In generale:
- Tutte le cosa già descritte vanno fatte "con le pinze": niente manovre brusche o staccatone ritardate, un errore e siamo per terra, tutto va fatto più dolcemente.
- Evitiamo di fiondarci in curva, le correzioni si possono sempre fare ma sono molto rischiose, l'aderenza delle
ruote a terra è bassissima, e la scivolata ci sta sempre
- Premesso che è molto difficile andare velocemente su questi tipi di fondi, prima di aver appreso e padroneggiato la tecnica del curvare su terreni più "facili", l'unico modo per affrontare in sicurezza le curve su terreni a bassa aderenza è percorrerle molto lentamente cercando di piegare il meno possibile. Per quanto riguarda la staccata, io all'inizio la eviterei, cercando direttamente di non andare a velocità troppo alte, senza però tenere i freni pinzati continuamente (pastiglie e portafogli ringraziano, tenendoli pinzati le pastiglie si surriscaldano, anche con risultato di diminuire notevolmente di efficienza durante la discesa), preferendo invece qualche momento non frenato per far respirare i freni.
- Però, siamo in molti a voler andare forte, non ci basta tutto ciò, e quindi cominciano i problemi. Di frenare in rettilineo per non andare troppo forte non se ne parla, quindi ci ritroviamo fiondati sulla curva. A quel punto si frena (sempre dolcemente, altrimenti ci ritroviamo in terra): le regole dette prima valgono ma fino a un certo punto, è quasi impossibile frenare senza bloccare la ruota. Meglio puntare su una derapata controllata ottenuta pinzando con il freno posteriore e intraversando leggermente la bici (ovviamente nella direzione della curva), il freno anteriore aiuta la frenata ma con molta attenzione, se l'anteriore si blocca su quei terreni siamo nei guai.
- La curva si percorre ad una velocità media, nè troppo forte nè troppo piano: su quei terreni l'ideale è assumere una velocità che permetta il formarsi di uno strato di terreno che faccia da "sponda" alla gomma e che ci permetta di mantenere la derapata. Se andiamo troppo forte scivoliamo, se andiamo troppo piano la bici tende a drizzarsi e a perdere lo stato di derapata. E' una tecnica molto difficile e molto facile da sbagliare, non bisogna scoraggiarsi e bisogna anche un po' vincere la paura, perchè si ha la sensazione costante di essere su un cuscino flaccido pronto a cedere da un momento all'altro.
Spero di essere stato utile, nel caso abbia altre idee modifico. :D
Gogo Livorno