E' passato qualche giorno, ma il ricordo di una bella giornata di riding è ancora fresco.
Già nel parcheggio di Brusnengo tra vecchie conoscenze, nuovi e nuovissimi amici, tutto volgeva a nostro favore: il clima, le bici più o meno lustre e grondanti di lubrificante e sopratutto la promessa di una raffica di barzellette da tirar fuori sulla salita più lunga.
Partiti, subito si sale, si sale, si sale verso la piccola chiesa di Madonna degli Angeli e già subisco la prima catarsi e mille farfalline fastidiose mi svolazzano davanti agli occhi! Frullo, frullo fino alla cima, raggiungo gli altri e mi chiedo se sono saliti da un altra strada da tanto sono freschi.
Riprendiamo fiato e poi si va nel cuore della montagna in un bel sentiero in costa e poi in discesa e via dinuovo in salita finchè la vegetazione si dirada e le dune di terra rossa si avvicinano.
Ci siamo arrivati, e ora? Si gioca!
Siamo con Andrea e Marco ed è anche grazie a loro che i salti e le linee di questo posto spettacolare sono tornati a nuova vita!
"Digging is not a crime" diceva il gruppo di zappatori capitanato da Ambro e i ragazzi di Maximiglio a Torino.
(OT:L'entusiasmo di certi creatori di tracce e pulitori rastrellanti è la linfa vitale del nostro sport, quindi poche lamentele e diamoci da fare!)
Salta, derapa, spingi su e dinuovo si vola.
Anche Ferribot, che per la prima volta è con noi, si gasa e prova un po' di flight hig.
Ma il drop più tecnico attende il suo creatore.
Lo avevo visto fare solo a Bonanomi in un video, ma ora Marco lo ha risistemato e....
SBRANG! Il primo tentativo è nella polvere.
Un attimo dopo siamo tutti li a guardare e nel silenzio si sente il fruscio delle ruote che si staccano.
Zitti.
Zitti tutti.
Zitto tutto.
E dinuovo il fruscio delle ruote e... YO! Grida Spillo781 e noi rispondiamo urlando.
Non contento lo ripete ancora un paio di volte, giusto per fare due fotine.
E' ora di continuare il giro, quindi risaliamo il sentiero che abbiamo appena fatto in discesa per poter prendere un altra traccia che, ancora in salita, ci porterà proprio sopra alla diga.
Se siamo sopra vuol dire che... si va giù in single-ripid-tropcortmadivertent fino al limonodromo davanti al lago, dove ci fermiamo a mangiare un bel fritto misto piemontese in forma di barretta.
Ora gonfi come delle nutrie, caracolliamo in ordine sparso in un leggero saliscendi misto asfalto-ghiaia-fanghiglia-prato fino a Curino dove parte la salita asfaltata che ci porterà su, su fino all'area attrezzata punto di partenza del sentiero M41 ossia la ciliegina sulla torta delle RR.
E' quì che il Lembo si scatena.
Il cabarettismo è il suo hobby segreto.
"E' il momento delle barzellette" dice.
Non so se terrorizzato da queste parole o se ricaricato dalla barretta di fritto, ritrovo energie e vado in fuga in compagnia di ferribot con il quale ci raccontiamo un po' di trascorsi sentieristici.
La salita finisce ancora prima che inizi, o così mi sembra.
Le parole ci portano su senza pensare allo sforzo e siamo già sulle panche che digeriamo(?)
Si discute e ci si divide.
Lembo preferisce la veloce strada principale, una taglifuoco che porta direttamente all'imbocco in salita del sentiero (anzi de IL sentiero).
Il resto della cricca svolta subito a destra in un bel single-veloc-gradin-radic che presenta cartelli di "pericolo discesa ripida"-"discesa ripidissima"-"discesa a chiocciolasinusoidaleinversa", che subito mi inquietano e alla fine mi fanno un po'ridere e un po'no e un po'ancora si.
Risaliamo e ci riuniamo al Lembo e a IL sentiero.
'inkia come sale!
'stika come scendo.. a spingere!
Il primo tratto è infernale punto.
Si sale a piedi, ci sono le scalette di legno, le pietre, la sabbia che non tiene unghezz', la stanchezza della salita, delle salite.
C'è a chi piace.
A chi no.
C'è chi proprio NO,NO,NO NONCELAFACCIO...
Pausa.
Paesaggio.
Un po' di foschia impedisce di spaziare in lontananza, ma già la visione è appagante.
Non conosco così bene il posto da poter dire quali paesi, cime, laghi abbiamo visto, ma la bellezza non è nei nomi.
E' nei momenti.
Comincia la danza.
Si va a ritmo, ognuno il suo, alcuni all'unisono, altri in assolo.
Mamma che goduria, drop, appoggio, rilancio, pietre, ripido, appoggio...troppo...SBRANG...sono a terra.
Controllo le leve, risalgo. I primi metri sto più attento, la gomma...mi fido? Ci provo, ritrovo il ritmo.
WOW!
Sbaglio l'ingresso che porta al ripido finale, torno indietro, non posso non farlo.
Cresta, albero, a destra finisce la terra, radice, giù...fine.
Che vibra.
Siamo alla fine, l'ultimo pezzo è un trasferimento con ancora un paio di curve su sterro e poi asfalto fino al parcheggio.
Ci cambiamo, scambiamo impressioni, emozioni ed è ora di andare...
Grazie a chi c'era.
E grazie a chi l'ha fatto.
Già nel parcheggio di Brusnengo tra vecchie conoscenze, nuovi e nuovissimi amici, tutto volgeva a nostro favore: il clima, le bici più o meno lustre e grondanti di lubrificante e sopratutto la promessa di una raffica di barzellette da tirar fuori sulla salita più lunga.
Partiti, subito si sale, si sale, si sale verso la piccola chiesa di Madonna degli Angeli e già subisco la prima catarsi e mille farfalline fastidiose mi svolazzano davanti agli occhi! Frullo, frullo fino alla cima, raggiungo gli altri e mi chiedo se sono saliti da un altra strada da tanto sono freschi.
Riprendiamo fiato e poi si va nel cuore della montagna in un bel sentiero in costa e poi in discesa e via dinuovo in salita finchè la vegetazione si dirada e le dune di terra rossa si avvicinano.
Ci siamo arrivati, e ora? Si gioca!
Siamo con Andrea e Marco ed è anche grazie a loro che i salti e le linee di questo posto spettacolare sono tornati a nuova vita!
"Digging is not a crime" diceva il gruppo di zappatori capitanato da Ambro e i ragazzi di Maximiglio a Torino.
(OT:L'entusiasmo di certi creatori di tracce e pulitori rastrellanti è la linfa vitale del nostro sport, quindi poche lamentele e diamoci da fare!)
Salta, derapa, spingi su e dinuovo si vola.
Anche Ferribot, che per la prima volta è con noi, si gasa e prova un po' di flight hig.
Ma il drop più tecnico attende il suo creatore.
Lo avevo visto fare solo a Bonanomi in un video, ma ora Marco lo ha risistemato e....
SBRANG! Il primo tentativo è nella polvere.
Un attimo dopo siamo tutti li a guardare e nel silenzio si sente il fruscio delle ruote che si staccano.
Zitti.
Zitti tutti.
Zitto tutto.
E dinuovo il fruscio delle ruote e... YO! Grida Spillo781 e noi rispondiamo urlando.
Non contento lo ripete ancora un paio di volte, giusto per fare due fotine.
E' ora di continuare il giro, quindi risaliamo il sentiero che abbiamo appena fatto in discesa per poter prendere un altra traccia che, ancora in salita, ci porterà proprio sopra alla diga.
Se siamo sopra vuol dire che... si va giù in single-ripid-tropcortmadivertent fino al limonodromo davanti al lago, dove ci fermiamo a mangiare un bel fritto misto piemontese in forma di barretta.
Ora gonfi come delle nutrie, caracolliamo in ordine sparso in un leggero saliscendi misto asfalto-ghiaia-fanghiglia-prato fino a Curino dove parte la salita asfaltata che ci porterà su, su fino all'area attrezzata punto di partenza del sentiero M41 ossia la ciliegina sulla torta delle RR.
E' quì che il Lembo si scatena.
Il cabarettismo è il suo hobby segreto.
"E' il momento delle barzellette" dice.
Non so se terrorizzato da queste parole o se ricaricato dalla barretta di fritto, ritrovo energie e vado in fuga in compagnia di ferribot con il quale ci raccontiamo un po' di trascorsi sentieristici.
La salita finisce ancora prima che inizi, o così mi sembra.
Le parole ci portano su senza pensare allo sforzo e siamo già sulle panche che digeriamo(?)
Si discute e ci si divide.
Lembo preferisce la veloce strada principale, una taglifuoco che porta direttamente all'imbocco in salita del sentiero (anzi de IL sentiero).
Il resto della cricca svolta subito a destra in un bel single-veloc-gradin-radic che presenta cartelli di "pericolo discesa ripida"-"discesa ripidissima"-"discesa a chiocciolasinusoidaleinversa", che subito mi inquietano e alla fine mi fanno un po'ridere e un po'no e un po'ancora si.
Risaliamo e ci riuniamo al Lembo e a IL sentiero.
'inkia come sale!
'stika come scendo.. a spingere!
Il primo tratto è infernale punto.
Si sale a piedi, ci sono le scalette di legno, le pietre, la sabbia che non tiene unghezz', la stanchezza della salita, delle salite.
C'è a chi piace.
A chi no.
C'è chi proprio NO,NO,NO NONCELAFACCIO...
Pausa.
Paesaggio.
Un po' di foschia impedisce di spaziare in lontananza, ma già la visione è appagante.
Non conosco così bene il posto da poter dire quali paesi, cime, laghi abbiamo visto, ma la bellezza non è nei nomi.
E' nei momenti.
Comincia la danza.
Si va a ritmo, ognuno il suo, alcuni all'unisono, altri in assolo.
Mamma che goduria, drop, appoggio, rilancio, pietre, ripido, appoggio...troppo...SBRANG...sono a terra.
Controllo le leve, risalgo. I primi metri sto più attento, la gomma...mi fido? Ci provo, ritrovo il ritmo.
WOW!
Sbaglio l'ingresso che porta al ripido finale, torno indietro, non posso non farlo.
Cresta, albero, a destra finisce la terra, radice, giù...fine.
Che vibra.
Siamo alla fine, l'ultimo pezzo è un trasferimento con ancora un paio di curve su sterro e poi asfalto fino al parcheggio.
Ci cambiamo, scambiamo impressioni, emozioni ed è ora di andare...
Grazie a chi c'era.
E grazie a chi l'ha fatto.