Il nostro e' un paese strano dove molto spesso tutto è vietato ma tutti cmq fanno quel che gli pare.
Perche' mentre normare è difficile, vietare è semplice.
E gli amministratori pubblici seguono la via più facile e conveniente, a scapito del minus di turno, che una volta sono le moto, una volta le bici, un'altra volta chissà chi, quindi gioire per i divieti verso cio' che non si condivide (compresa la tanto vituperata caccia che cmq e' molto ben difesa) spesso è miope, perche' la ruota gira e in realtà pagherebbe sempre fare quadrato con tutte le categorie di fruitori.
Molti di questi provvedimenti spesso sono mal fatti e a norma di legge hanno dei vizi a cui qualche buon avvocato può attaccarsi per bloccarli, ma bisogna essere organizzati e competenti. Una volta che infatti la normativa passa senza opposizioni, poi bisogna tenersela, almeno fino a che non verra' modificata, cosa molto piu' difficile da fare perche' non basta un ricorso.
Qua dalle nostre parti ad es. il motoclub è riuscito piu' volte a bloccare ordinanze di divieto generalizzate in ambito cumunale, ricorrendo ad un socio avvocato di buona volontà e competenza e spedendo qualche soldo. Alla fine dopo due ricorsi si sono stufati e le delibere sono ferme.
Per cui spesso bisogna sbattersi, come singoli e come categorie, altrimenti c'e' da rassegnarsi alla clandestinità, cosa che per lo piu', se si conosce il territorio e si ha un minimo di buonsenso, non è poi cosi' difficile da praticare, perche' a fronte di tante grida poi seguono spesso pochi e incongruenti fatti e perche' non tutte le aree sono cosi' densamente frequentate ed abitate, ogni zona fa un po' storia a se.
Noi facciamo uno sport di natura escursionistica che non si espleta in un recinto, come altre attività sportive in cui basta vi sia un area privata di gioco e il problema è risolto. Il bello della mtb è muoversi in un territorio complesso piu' o meno liberamente e quindi, di fatto, è molto difficile non andare, presto o tardi, ad impattare verso chi questo vagabondare a torto o a ragione non lo vuole. La nostra inoltre non e' una'attivita meritoria, ne un'attivita' che porta chissà quali soldi nei posti dove viene praticata, a meno di non cadere nei recinti organizzati tipo bike park, dove credo le zone piu' turistiche vogliano relegare la mtb. Perche' se vuoi spremere bene il limone, mica lo devi lasciare libero di andare dove vuole...
Vieti tutto poi lo metti nelle riserve col loro bravo biglietto di ingresso.
Perche' mentre normare è difficile, vietare è semplice.
E gli amministratori pubblici seguono la via più facile e conveniente, a scapito del minus di turno, che una volta sono le moto, una volta le bici, un'altra volta chissà chi, quindi gioire per i divieti verso cio' che non si condivide (compresa la tanto vituperata caccia che cmq e' molto ben difesa) spesso è miope, perche' la ruota gira e in realtà pagherebbe sempre fare quadrato con tutte le categorie di fruitori.
Molti di questi provvedimenti spesso sono mal fatti e a norma di legge hanno dei vizi a cui qualche buon avvocato può attaccarsi per bloccarli, ma bisogna essere organizzati e competenti. Una volta che infatti la normativa passa senza opposizioni, poi bisogna tenersela, almeno fino a che non verra' modificata, cosa molto piu' difficile da fare perche' non basta un ricorso.
Qua dalle nostre parti ad es. il motoclub è riuscito piu' volte a bloccare ordinanze di divieto generalizzate in ambito cumunale, ricorrendo ad un socio avvocato di buona volontà e competenza e spedendo qualche soldo. Alla fine dopo due ricorsi si sono stufati e le delibere sono ferme.
Per cui spesso bisogna sbattersi, come singoli e come categorie, altrimenti c'e' da rassegnarsi alla clandestinità, cosa che per lo piu', se si conosce il territorio e si ha un minimo di buonsenso, non è poi cosi' difficile da praticare, perche' a fronte di tante grida poi seguono spesso pochi e incongruenti fatti e perche' non tutte le aree sono cosi' densamente frequentate ed abitate, ogni zona fa un po' storia a se.
Noi facciamo uno sport di natura escursionistica che non si espleta in un recinto, come altre attività sportive in cui basta vi sia un area privata di gioco e il problema è risolto. Il bello della mtb è muoversi in un territorio complesso piu' o meno liberamente e quindi, di fatto, è molto difficile non andare, presto o tardi, ad impattare verso chi questo vagabondare a torto o a ragione non lo vuole. La nostra inoltre non e' una'attivita meritoria, ne un'attivita' che porta chissà quali soldi nei posti dove viene praticata, a meno di non cadere nei recinti organizzati tipo bike park, dove credo le zone piu' turistiche vogliano relegare la mtb. Perche' se vuoi spremere bene il limone, mica lo devi lasciare libero di andare dove vuole...
Vieti tutto poi lo metti nelle riserve col loro bravo biglietto di ingresso.