Alle 8:10 a Piobbico son quasi tutti pronti per partire, bici che spuntano un po' da tutti i vicoli.
Ci contiamo, siamo 19 pronti a scalare il maestoso Nerone, che stamattina fa le bizze e rimane nascosto sotto una tenda di nebbia.
Solita salita, lunga, impegnativa, noiosa per qualcuno.
Niente panorami, per ora, solo umido, nebbia, tornanti che si susseguono uno dopo l'altro.
Si prosegue alla spicciolata, e un paio d'ore dopo ci ritroviamo alle antenne che ci sono, anche se non si vedono.
Ci prepariamo ed iniziamo in fretta la discesa, sull'erba visida, della pista da sci.
Arriviamo al rifugio a stento, visto che non si vede oltre 20 metri.
Iniziamo il traverso nei pascoli, nel punto in cui si fa fatica a trovare la traccia anche quando c'è il sole; con un po' di fiuto e di fortuna arriviamo al bosco ed iniziamo la discesa.
Appena usciti dal bosco la magia: una folata di vento porta via le nubi basse ed il cielo azzurro si apre sopra di noi, il sole ci avvolge, voltandoci vediamo le ripide pareti del Nerone che ci sovrastano.
Da lì in poi la parte soleggiata del giro: bosco, sentiero, ancora bosco, discesa e tornantini uno dopo l'altro.
Rientriamo fino a valle, con qualche piccolo inconveniente, una foratura, qualche raggio saltato, qualche scivolata, niente che possa toglierci il divertimento di un'altra splendida giornata sul Nerone.
Peccato per chi non c'era!
Per tutti, anche per qualli che c'erano, l'appuntamento è sul Catria, il mese prossimo.