Il sentiero delle Coste era il nostro obiettivo di giornata:
andare, farlo e tornare non era sufficiente, ci dovevamo aggiungere qualcosa.
E qualcosa è stato aggiunto:
subito le asperità asfaltate di Ca'Buglio e Savignano hanno saggiato le gambe del gruppo.
Alcuni si sono spaventati ma impavidamente hanno proseguito.
Dicevamo, appunto, il gruppo; non uno ma tanti gruppi, il primo contava 10 elementi, il secondo tredici, poi ridiventati 10 e poco dopo 11, la salita delle Coste è stata affrontata dal gruppo di 9, poi diventati 8, infine ne sono rimasti 7, più un fantasma; il fantasma è stato riportato in vita, non sappiamo bene con quale pozione magica, illecitamente allungata da sinistra; ma ormai il gruppo era solo di in 6 e poco dopo i 6 hanno affrontato la micidiale, famigerata, terrificante prova di frenata, su una pendenza negativa del molto%, i fuorisella sfioravano il terreno, ben dietro la ruota posteriore.
Il finale, definitivo rientro alla base è stato percorso non da un gruppo ma da sparse pecorelle, ognuno alla ricerca di un minuto, un secondo, un attimo di anticipato rientro per giustificare debitamente le moglie accasate.
Sinceramente peccato per chi si è staccato: per il gruppo Ciobo & co. impaurito dal percorso, affaticato dalla doppietta, indebolito dall'andatura; peccato ancora per i due che abbandonano alla base del sentiero delle Coste, peccato per chi ci è stato di compagnia solo per la parte centrale (Cristian, oggi la tua andatura in salita era delle migliori che ricordo), peccato per quella pecorella che furbescamente mi ha scattato in faccia partendo vigliaccamente da dietro, minca per andare a vincere un prosciutto si fa una roba del genere; peccato per tutti quelli che han preso matterellate per il ritardo; peccato per chi ha dovuto affidarsi a prodotti illeciti, pur di tornare a casa.
Ma soprattutto, ineludibilmente, inevitabilmente, incodizionatamente: peccato per chi non c'era!