Un giro che non c'è più....

maurocip

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Replico questo post anche qui, dopo averlo creato sul forum "cugino" degli stradisti, ed in effetti ha poco a che fare con l'off-road, ma mi vorrete perdonare per questo, consideratele delle emozioni OFF TOPIC.


La tragedia che sta sconvolgendo il territorio dell'Italia centrale all'incrocio tra Lazio, Umbria e Marche è fatto di tanti aspetti, umani, culturali, economici...
Ma è qualcosa che non può non sconvolgere chi va su due ruote in queste regioni.
Stiamo parlando di uno degli scenari naturali più belli dell'intero Appennino, con borghi splendidi ed una accoglienza fantastica.
Anche questa notte una scossa di magnitudo 4.8 ha svegliato molti e sconvolto molti altri in più. Mentre mi riaddormentavo dopo che l'ennesima "botta" aveva fatto tremare intensamente la mia casa, ho deciso di farvi partecipi di qualcosa che chi non l'ha mai fatto, ora non lo farà mai più (quantomeno non sarà più la stessa cosa).

Vi parlo di quello che noi umbri consideriamo una festa per gli occhi e per le due ruote: il giro di Castelluccio.

Sono circa 90km (vedi cartina tratta da Strava) meravigliosi che si fanno partendo da Preci, piccolo gioiello dell'alta Valnerina, e salendo verso la prima salita, la Forca d'Ancarano (dall'omonimo paesino incastonato sulla montagna). E' una salita non dura ma comunque nemmeno leggerissima, ma non ci si pensa, il panorama intorno ti ripaga della fatica che stai facendo.
In cima ti si apre la vallata di Norcia (vedi la prima foto) e si inizia una discesa che vorresti interrompere continuamente per fare fotografie.

Arrivati a Norcia da Porta Romana direttamente in piazza a prendersi un caffè guardando la basilica di San Benedetto.

Ripartiti si inizia a salire, 20 km con solo qualche tratto duro, ma sempre con scenari naturali meravigliosi ed alla fine si arriva a contamplare il Vettore dal punto panoramico opposto a Castelluccio (seconda foto, con la mia fida Trek). Il periodo deve essere l'inizio di giugno, solo così si potrà godere della meravigliosa infiorata della piana di Castelluccio (foto 3 e 4) verso cui ci si butta e dalla quale poi si fa lo strappo che ti porta nel borgo di Castelluccio.
Qui non può mancare un panino con ciauscolo, tipico salame morbido e fragrante di queste terre, si prende una birra e si affronta l'ultima salita di giornata, la Forca di Gualdo per poi gettarsi in una bellissima discesa che si snoda lunga sulla vallata di Visso.

Si attraversa Castel Santangelo e al bivi di Ussita si gira verso Visso. Questa è l'ultima fermata alla Pasticceria Sibilla di Visso (ultima foto), dove si mangia un dolcetto con un caffè e si rientra alla base di partenza dove si sono lasciate le macchine.


Ebbene ora non c'è più nulla se non macerie.
Tutto quello che vi ho descritto è nella mia memoria e nelle mie foto ma a luglio prossimo non potrò replicarne la gioia.
Se sarà possibile rifarò il giro e spenderò qualche euro in tutti i posti che avranno riaperto (speriamo), ma non sarà più lo stesso, ci vorranno forse degli anni...

Scrivo tutto questo con le lacrime agli occhi, e soprattutto con la paura che non sia finita qui.
Dedico questo post a tutti coloro che stanno vivendo questa terribile esperienza.
 

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ciarlyy

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Massima solidarietà!!!!!!
Lo dico con immenso dispiacere anche perché mio papà è umbro (di Orvieto) quindi conosco un po' questa terra...
:-(
 

muldox

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Quel che sta accadendo è veramente incredibile. Ed anche quando l'attuale fase sarà passata e la situazione "normalizzata", mi chiedo come sarà possibile vivere con il timore di finire sepolti vivi da un momento all'altro. Io non ce la farei.
 

marco

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Quel che sta accadendo è veramente incredibile. Ed anche quando l'attuale fase sarà passata e la situazione "normalizzata", mi chiedo come sarà possibile vivere con il timore di finire sepolti vivi da un momento all'altro. Io non ce la farei.

Basta chiedere ai giapponesi. Questo è il terremoto del 2011, quello che ha causato Fukushima. Cos'era, 7 e passa sulla scala richter?:


https://www.youtube.com/watch?v=7KivcaxceBU

O meglio, bisogna costruire gli edifici in ottica antisismica.
 
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marco

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salta_foss

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da marchigiano, del fermano, e innamorato dei sibillini ho letto il tuo post con le lacrime. in questo terremoto oltre a piangere i 300 morti, piangiamo la distruzione di terre piene d'arte ed armonia. la natura è proprio matrigna

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cesare RBO

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da marchigiano, del fermano, e innamorato dei sibillini ho letto il tuo post con le lacrime. in questo terremoto oltre a piangere i 300 morti, piangiamo la distruzione di terre piene d'arte ed armonia. la natura è proprio matrigna

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la natura non è matrigna... è quello che è, cioè natura... siamo noi umani che (alla facciaccia delle notevoli conoscenze tecnico scientifiche e maggiore comprensione dei fenomeni che ormai abbiamo) continuiamo a fare "i pesci in barile" per puro profitto (economico, politico ecc) personale... non confondiamo le cose per cortesia, altrimenti ci prendiamo in giro e non è giusto e pure irrispettoso:medita:
lo dico senza voler accendere polemiche di alcun tipo, sia chiaro... è una mera constatazione dell'ovvio
 
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Picola ma carattarastica...
la natura non è matrigna... è quello che è, cioè natura... siamo noi umani che (alla facciaccia delle notevoli conoscenze tecnico scientifiche e maggiore comprensione dei fenomeni che ormai abbiamo) continuiamo a fare "i pesci in barile" per puro profitto (economico, politico ecc) personale... non confondiamo le cose per cortesia, altrimenti ci prendiamo in giro e non è giusto e pure irrispettoso:medita:
lo dico senza voler accendere polemiche di alcun tipo, sia chiaro... è una mera constatazione dell'ovvio

Quoto...la natura è natura,e da che mondo e mondo gli eventi di essa han sempre preso i soppravventi su noi...purtroppo non ci si può far niente,se non tentare di limitare i danni...ed è appunto qui che iniziano i problemi...bisognerebbe guardare in stati dove convivere con i terremoti è quasi giornaliero...Giappone e come costruiscono...c'è tutto da ricostruire,mi auguro si tenga conto di chi ne sa di più per evitare altre stragi in futuro...ne va della nostra credibilità anche,noi popolo di instancabili inventori progettisti oltre che lavoratori...:celopiùg:
 
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ottomilainsu

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Visitai quei luoghi oltre vent'anni fa.
L'unica cosa che mi sento di dire è questa: pensiamo al Friuli, a quanto estesa e grande fu la devastazione della notte del 6 maggio e 15 settembre 1976. Eppure, la volontà di ricostruire fu tale che oggi quasi non c'è traccia di quel terremoto e i centri storici sono rinati quasi com'erano.
Mi auguro che anche qui si voglia e si possa fare altrettanto.

Questa è Gemona del Friuli oggi. Ho un vago ricordo di com'era nel 1977, quando passai da quelle parti con mio papà che stava andando a vedere un cantiere per il ripristino della ferrovia. Ricordo un unico, informe cumulo di macerie con qualche muro che spuntava qua e là.

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maurocip

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Piccola partenza

E' nata una associazione formata da alcuni appassionati, con l'appoggio di alcuni gruppi/associazioni ciclistiche ed alcuni operatori/rivenditori di Terni.

Lo scopo è raccogliere fondi per permettere il ritorno, nelle zone terremotate della Valnerina, così care a noi umbri, il ritorno di un turismo ecosostenibile basato sul ciclismo.

L'idea è che mentre associazioni più grandi e le autorità provvederanno al recupero di strade e territori, gli appassionati delle due ruote, con manifestazioni nel territori e sponsorizzazioni vari, permettano la creazione nel territorio del terremoto di piccole strutture con servizi che facciano da "stazione" di ristoro per i cicloturisti di tutte le parti, con possibilità di guide che accompagnino negli splendidi itinerari, asfaltati e non della zona.

Vi terrò aggiornati :celopiùg:
 

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maurocip

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ieri, nel freddo glaciale dell'alta Valnerina, con temperature tra i -2 e i 3 gradi, prima manifestazione:

Pedalata su strada fino a Preci, con pranzo al Castoro, uno dei più rinomati della zona, raccolta di fondi e lancio dell'iniziativa di cui sopra...

tanto freddo ma anche un ritorno emozionante nei luoghi a noi molto cari.
 

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