Dopo un anno esatto, col mio diario che segna 3498 km percorsi e 87.000 metri di dislivello superati, penso di avere sufficienti elementi per tirare le somme sulla RIP9, sia a livello di utilizzo che di durata dei componenti.
Il telaio
Alcuni piccoli difetti sono emersi nel corso dei mesi. Il meno veniale è consistito nei cuscinetti della biella inferiore che si sono deteriorati e che ho dovuto sostituirli dopo sette mesi di uso; a giudicare da quanto si legge sul forum Niner su MTBR è un problema legato alla scarsa qualità dei cuscinetti montati in origine e che sembra essere stato risolto nei telai più recenti.
Il passaggio dei cavi tra triangolo principale e carro provocava il contatto del tubo del freno con i tasselli laterali della gomma quando la sospensione si comprimeva a fondo, e questo anche quando il tubo e la guaina del cambio erano collegati da un "ponticello" in plastica (marchiato Specialized ed identico a quello che c'era sulla Stumpjumper FSR Disk 2003 che ho posseduti). Dopo un po' di tentativi ho risolto con una manciata di fascette, fissando la guaina del cambio a quella del deragliatore irrigidendola ed impedendo che piegandosi trascinasse il tubo del freno verso la ruota. Il passaggio dei cavi è stato in efftti modificato già sulle ultime serie del "vecchio" modello RIP9.
Infine ho avuto qualche problema con la catena che talvolta cade oltre la corona piccola, andandosi ad incastrare tra corona e biella inferiore. Per liberare la catena basta avere a disposizione qualcuno che faccia pressione sulla sella per comprimere la sospensione, ma io che giro molto da solo ho risolto alla radice montando una piastrina di protezione al posto di un distanziale del movimento centrale: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=2790690&postcount=74
La verniciatura del telaio si è rivelata piuttosto resistente; pochi graffi e pochissime scheggiature, inevitabili con le finiture lucide quando arrivano le sassate. Devo rilevare anche una certa ristretta tolleranza nella fresatura del tubo di sella, tanto che l'alzare e l'abbassare della sella ha provocato il danneggiamento dell'anodizzazione del reggisella.
La forcella
La Minute è una forcella particolare, molto semplice e dal comportamento lineare. Si tratta infatti sostanzialmente di una forcella mista a molla + aria, come si può vedere da questa foto, tratta da un post sul forum delle 29er su MTBR, che mostra una Minute completamente smontata. :
La semplicità (e il basso costo) si paga a livello di idraulica, che se lasciata aperta non è in grado di mitigare l'affondamento in frenata, a meno di utilizzare il registro della "piattaforma" Absolute che rallenta la compressione della forcella.
Appena montata la Minute presentava un fortissimo ticchettiio, causato da un piattello di chiusura della compressione, risolto con una rondella in gomma interposta tra piattello e pistone. Il problema è stato affrontato dalla Manitou con una rondella apposita inviata gratuitamente a chiunque l'abbia richiesta insieme ad un ago di ricambio per l'idraulica, in grado di aumentare il range di intervento della frenatura in compressione.
La decisa linearità della forcella è stata affrontata sia aumentando la gradazione dell'olio sia diminuendo il volume iniziale della camera pneumatica con un po' d'olio.
Il sistema di fissaggio della ruota al perno passante (quattro brugole + un tappo di precarica) è l'unico difetto irrisolvibile: la praticità e velocità d'uso dei perni a sgancio rapido di Rock Shox o di Fox sono lontani anni luce.
Le ruote
Le ruote non mi hanno dato grattacapi, i cerchi Arch si sono dimostrati robusti e perfettamente all' altezza del compito. La ruota posteriore ogni tanto inizia a cigolare, colpa del contatto nipples-cerchio (gli Arch non sono occhiellati) e della flessione dei raggi a livello del mozzo, nulla che non si possa risolvere con una bella lavata e con una goccia d'olio. Sul mozzo anteriore Hope si sono ben presto ossidate le due circlip che trattengono gli adattatori, è quindi necessario lubrificarle periodicalmente per evitare cigolii vari.
Nell'arco di questi dodici mesi ho consumato due gomme Ignitor al posteriore: è una delle migliori coperture per un mezzo destinato ad un uso a tutto tondo, specie al posteriore dove la trazione va coniugata con la scorrevolezza. Da un paio di settimane ho sostituito la Nevegal anteriore, della quale sono ampiamente soddisfatto e che dopo 3500 km è ancora buona, con una Rampage che però non ho ancora potuto mettere alla frusta come si deve e sulla quale il giudizio è sospeso.
Il lattice NoTubes con il quale ho montato le gomme ha fatto il suo dovere, ho dovuto montare la camera solo una volta causa taglio nell' Ignitor ormai alla frutta. Unico difetto, periodicamente va controllato che non si sia asciugato (o abbia prodotto dei grumi come questi: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=3249771&postcount=1).
Il montaggio
Non ho apportato modifiche al montaggio originale http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=113995, salvo la sella per banali motivi estetici. In un anno ho cambiato una coppia di pastiglie all'anteriore e due al posteriore (la prima di mescola organica) più le corone e la catena.
L'utilizzo della bici
Posso dire che le prime impressioni (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=113995 sono state sostanzialmente confermate.
Con il serbatoio standard l'ammortizzatore risultava troppo progressivo per il mio peso e stile di guida, limitando la corsa della sospensione. Dopo un consulto via email con Steve Domahidy di Niner Bikes ho quindi provveduto a montare un serbatoio maggiorato, per il quale devo ringraziare Niner che me l'ha spedito direttamente e gratuitamente: non ho perso neppure un giorno di bici ed ho risparmiato 150 euro... Con il serbatoio maggiorato l'ammortizzatore diventa più lineare e si riesce a sfruttare la corsa della sospensione, ottenendo anche un migliore bilanciamento con la sospensione anteriore, che come ho scritto sopra è decisamente lineare.
Le 29 girano... è il pilota che non è tanto capace
In salita la bici si arrampica bene, merito non solo delle ruotone quanto di uno schema di sospensione decisamente efficace, tanto che si sente la necessità di inserire il ProPedal solo su salite asfaltate o molto lisce; la presenza di rapporti ridotti (doppia 34/20 con pignoni 11/34) consente di sostenere anche pendenze elevate senza soffrire la maggiore circonferenza delle ruote. In salita tecnica, nonostante un assetto di guida piuttosto rialzato si riesce a mantenere una buona direzionalità dell'anteriore; nei tratti sconnessi non è raro sfiorare il terreno coi pedali, sebbene con una frequenza minore rispetto alla Stumpjumper che pedalavo in precedenza.
La trazione non manca
Le discese scorrevoli non fanno testo, qualsiasi full se le divora: ma quando il terreno comincia a presentare sconnessioni, allora le qualità delle ruotone iniziano a venire fuori prepotentemente, "galleggiando" sugli ostacoli e consentendo maggiori velocità di percorrenza delle curve, in una parola facilitando il mantenimento della velocità. Nelle discese tecniche con gradoni da copiare la bici si difende più che bene, ma sconta l'angolo di sterzo piuttosto verticale e la forcella tendenzialemente lineare. In queste circostanze sarei disposto a sacrificare un po' di maneggevolezza in cambio di un paio di gradi di sterzo in meno e/o una forcella più "cattiva".
Uno dei classici passaggi rocciosi della Montagnola
Il bilancio conclusivo è senza dubbio positivo: la bici è un ottimo mezzo per un utilizzo polivalente a 360°: non per nulla è stata di gran lunga la bici che ho adoperato di più nei dodici mesi appena trascorsi tra le tre mtb che ho. In ambito trail-AM leggero è senza dubbio un ottimo mezzo, che ha nella trazione il suo punto di forza principale. Se ha un limite è nei suoi "geni", cioè nell' essere un modello derivato da full XC e che per forza di cosa viene equipaggiato con forcelle anch'esse derivate da modelli da XC come la Reba, la F29 o nel mio caso la Minute.
Discesa su Buggerru - Le pietraie sarde sono state
il banco di prova più impegnativo
Un grazie per le foto a Nencio, Kiko e Paolino
Il telaio
Alcuni piccoli difetti sono emersi nel corso dei mesi. Il meno veniale è consistito nei cuscinetti della biella inferiore che si sono deteriorati e che ho dovuto sostituirli dopo sette mesi di uso; a giudicare da quanto si legge sul forum Niner su MTBR è un problema legato alla scarsa qualità dei cuscinetti montati in origine e che sembra essere stato risolto nei telai più recenti.
Il passaggio dei cavi tra triangolo principale e carro provocava il contatto del tubo del freno con i tasselli laterali della gomma quando la sospensione si comprimeva a fondo, e questo anche quando il tubo e la guaina del cambio erano collegati da un "ponticello" in plastica (marchiato Specialized ed identico a quello che c'era sulla Stumpjumper FSR Disk 2003 che ho posseduti). Dopo un po' di tentativi ho risolto con una manciata di fascette, fissando la guaina del cambio a quella del deragliatore irrigidendola ed impedendo che piegandosi trascinasse il tubo del freno verso la ruota. Il passaggio dei cavi è stato in efftti modificato già sulle ultime serie del "vecchio" modello RIP9.
Infine ho avuto qualche problema con la catena che talvolta cade oltre la corona piccola, andandosi ad incastrare tra corona e biella inferiore. Per liberare la catena basta avere a disposizione qualcuno che faccia pressione sulla sella per comprimere la sospensione, ma io che giro molto da solo ho risolto alla radice montando una piastrina di protezione al posto di un distanziale del movimento centrale: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=2790690&postcount=74
La verniciatura del telaio si è rivelata piuttosto resistente; pochi graffi e pochissime scheggiature, inevitabili con le finiture lucide quando arrivano le sassate. Devo rilevare anche una certa ristretta tolleranza nella fresatura del tubo di sella, tanto che l'alzare e l'abbassare della sella ha provocato il danneggiamento dell'anodizzazione del reggisella.
La forcella
La Minute è una forcella particolare, molto semplice e dal comportamento lineare. Si tratta infatti sostanzialmente di una forcella mista a molla + aria, come si può vedere da questa foto, tratta da un post sul forum delle 29er su MTBR, che mostra una Minute completamente smontata. :
La semplicità (e il basso costo) si paga a livello di idraulica, che se lasciata aperta non è in grado di mitigare l'affondamento in frenata, a meno di utilizzare il registro della "piattaforma" Absolute che rallenta la compressione della forcella.
Appena montata la Minute presentava un fortissimo ticchettiio, causato da un piattello di chiusura della compressione, risolto con una rondella in gomma interposta tra piattello e pistone. Il problema è stato affrontato dalla Manitou con una rondella apposita inviata gratuitamente a chiunque l'abbia richiesta insieme ad un ago di ricambio per l'idraulica, in grado di aumentare il range di intervento della frenatura in compressione.
La decisa linearità della forcella è stata affrontata sia aumentando la gradazione dell'olio sia diminuendo il volume iniziale della camera pneumatica con un po' d'olio.
Il sistema di fissaggio della ruota al perno passante (quattro brugole + un tappo di precarica) è l'unico difetto irrisolvibile: la praticità e velocità d'uso dei perni a sgancio rapido di Rock Shox o di Fox sono lontani anni luce.
Le ruote
Le ruote non mi hanno dato grattacapi, i cerchi Arch si sono dimostrati robusti e perfettamente all' altezza del compito. La ruota posteriore ogni tanto inizia a cigolare, colpa del contatto nipples-cerchio (gli Arch non sono occhiellati) e della flessione dei raggi a livello del mozzo, nulla che non si possa risolvere con una bella lavata e con una goccia d'olio. Sul mozzo anteriore Hope si sono ben presto ossidate le due circlip che trattengono gli adattatori, è quindi necessario lubrificarle periodicalmente per evitare cigolii vari.
Nell'arco di questi dodici mesi ho consumato due gomme Ignitor al posteriore: è una delle migliori coperture per un mezzo destinato ad un uso a tutto tondo, specie al posteriore dove la trazione va coniugata con la scorrevolezza. Da un paio di settimane ho sostituito la Nevegal anteriore, della quale sono ampiamente soddisfatto e che dopo 3500 km è ancora buona, con una Rampage che però non ho ancora potuto mettere alla frusta come si deve e sulla quale il giudizio è sospeso.
Il lattice NoTubes con il quale ho montato le gomme ha fatto il suo dovere, ho dovuto montare la camera solo una volta causa taglio nell' Ignitor ormai alla frutta. Unico difetto, periodicamente va controllato che non si sia asciugato (o abbia prodotto dei grumi come questi: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showpost.php?p=3249771&postcount=1).
Il montaggio
Non ho apportato modifiche al montaggio originale http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=113995, salvo la sella per banali motivi estetici. In un anno ho cambiato una coppia di pastiglie all'anteriore e due al posteriore (la prima di mescola organica) più le corone e la catena.
L'utilizzo della bici
Posso dire che le prime impressioni (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=113995 sono state sostanzialmente confermate.
Con il serbatoio standard l'ammortizzatore risultava troppo progressivo per il mio peso e stile di guida, limitando la corsa della sospensione. Dopo un consulto via email con Steve Domahidy di Niner Bikes ho quindi provveduto a montare un serbatoio maggiorato, per il quale devo ringraziare Niner che me l'ha spedito direttamente e gratuitamente: non ho perso neppure un giorno di bici ed ho risparmiato 150 euro... Con il serbatoio maggiorato l'ammortizzatore diventa più lineare e si riesce a sfruttare la corsa della sospensione, ottenendo anche un migliore bilanciamento con la sospensione anteriore, che come ho scritto sopra è decisamente lineare.
Le 29 girano... è il pilota che non è tanto capace
In salita la bici si arrampica bene, merito non solo delle ruotone quanto di uno schema di sospensione decisamente efficace, tanto che si sente la necessità di inserire il ProPedal solo su salite asfaltate o molto lisce; la presenza di rapporti ridotti (doppia 34/20 con pignoni 11/34) consente di sostenere anche pendenze elevate senza soffrire la maggiore circonferenza delle ruote. In salita tecnica, nonostante un assetto di guida piuttosto rialzato si riesce a mantenere una buona direzionalità dell'anteriore; nei tratti sconnessi non è raro sfiorare il terreno coi pedali, sebbene con una frequenza minore rispetto alla Stumpjumper che pedalavo in precedenza.
La trazione non manca
Le discese scorrevoli non fanno testo, qualsiasi full se le divora: ma quando il terreno comincia a presentare sconnessioni, allora le qualità delle ruotone iniziano a venire fuori prepotentemente, "galleggiando" sugli ostacoli e consentendo maggiori velocità di percorrenza delle curve, in una parola facilitando il mantenimento della velocità. Nelle discese tecniche con gradoni da copiare la bici si difende più che bene, ma sconta l'angolo di sterzo piuttosto verticale e la forcella tendenzialemente lineare. In queste circostanze sarei disposto a sacrificare un po' di maneggevolezza in cambio di un paio di gradi di sterzo in meno e/o una forcella più "cattiva".
Uno dei classici passaggi rocciosi della Montagnola
Il bilancio conclusivo è senza dubbio positivo: la bici è un ottimo mezzo per un utilizzo polivalente a 360°: non per nulla è stata di gran lunga la bici che ho adoperato di più nei dodici mesi appena trascorsi tra le tre mtb che ho. In ambito trail-AM leggero è senza dubbio un ottimo mezzo, che ha nella trazione il suo punto di forza principale. Se ha un limite è nei suoi "geni", cioè nell' essere un modello derivato da full XC e che per forza di cosa viene equipaggiato con forcelle anch'esse derivate da modelli da XC come la Reba, la F29 o nel mio caso la Minute.
Discesa su Buggerru - Le pietraie sarde sono state
il banco di prova più impegnativo
Un grazie per le foto a Nencio, Kiko e Paolino