!!!!!! tutte le SCOTT !!!!!!

Black Biker

Biker assatanatus
6/9/05
3.032
2
0
42
Cascina (PI)
Visita sito
Forse un po' di meno, non conosco bene la versione 2005 della Nitrous 10, ma comunque dovremmo essere li più o meno.
Questa è la Nitrous 10 2006 e di esc ha ant.190 / post.195 :!:
 

Allegati

  • nitrous 10 2006.jpg
    nitrous 10 2006.jpg
    40,7 KB · Visite: 8

Black Biker

Biker assatanatus
6/9/05
3.032
2
0
42
Cascina (PI)
Visita sito
La Scott di Braccobaldo è una Scott G Zero, una full da XC prodotta nel 1998 e credo poi sostituita dalla Genius (2003).
Ho fatto una ricerca ed ho trovato il seguente commento su sta bici:



Il progetto G-Zero fa parte della nutrita schiera di mountain bike dual suspension prodotte dalla Scott. Si tratta di una bicicletta espressamente dedicata all’uso cross country, anche agonistico: lo testimonia il fatto del suo utilizzo da parte del Team Internazionale Scott (anche se quest’anno probabilmente useranno il modello in carbonio). Il telaio è realizzato in tubazioni di alluminio in lega 7005, a doppio spessore, con trattamenti termici T4 e T6, unite da saldature a TIG. Il triangolo principale ha forma tradizionale, fatta eccezione per il seat tube, variato per far posto all’ancoraggio dell’ammortizzatore. Il tubo superiore e l’obliquo hanno sezione tonda; il top tube ha andamento sloping ed è, pertanto, inclinato nella parte posteriore in prossimità della connessione con il seat tube. Nella zona sterzo sono presenti numerosi gussett, che hanno il compito di irrobustire questa zona. Il seat tube, invece, ha una sezione a goccia, con la punta rivolta verso la parte posteriore. Si tratta in pratica di due pezzi di tubo saldati ad angolo pronunciato verso il centro del triangolo principale. Della G-Zero sono disponibili quattro misure, che vanno dalla S alla XL. Il prezzo si aggira sui 4,8 milioni e il solo telaio è disponibile per poco più di 2. Anche il carro posteriore è in alluminio ed è realizzato con una serie numerosa di elementi tubolari sagomati e talvolta curvati, che formano la classica figura “a banana” propria di molti sistemi monoshock (per capire come funziona questo tipo di sospensione, basti pensare al movimento di un normale freno di bicicletta). La caratteristica principale di questo carro posteriore è la notevole altezza del fodero destro sopra la linea di catena che rimane, pertanto, libera di oscillare in seguito alle asperità del terreno, senza entrare in contatto dannoso con il carro. La mtb è ottima sui fondi sconnessi ed esalta in discesa, grazie anche all’attacco e alla piega manubrio molto alti (più adatti ad una bicicletta da downhill però). La posizione in sella non è da vera puro sangue, ma si comporta comunque bene in ogni situazione. Con una piccola spesa (intorno alle 200 mila) è possibile sostituire l’attacco e la piega manubrio, rendendo la G-Zero pronta per le competizioni. Non ho niente in contrario sui pezzi montati dalla casa, ma effettuando questa piccola modifica si potrebbe avere un assetto più equilibrato e adatto alle salite più impegnative. Il comportamento di questa Scott mi ha ricordato molto quello della Santa Cruz Heckler. Le due mtb hanno in comune il fatto di poter essere utilizzate a tutto tondo, esaltando la bontà dei telai e delle scelte effettuate in sede di progettazione. Tutto questo conferma la mia tesi che non esistono solo mtb create per un uso specifico, ma ci sono anche delle piacevoli eccezioni che vanno contro ogni moda e tendenza. Brava Scott, ottimo lavoro.
 

Braccobaldo

Biker novus
20/2/06
31
0
0
milano
Visita sito
Black Biker ha scritto:
La Scott di Braccobaldo è una Scott G Zero, una full da XC prodotta nel 1998 e credo poi sostituita dalla Genius (2003).
Ho fatto una ricerca ed ho trovato il seguente commento su sta bici:



Il progetto G-Zero fa parte della nutrita schiera di mountain bike dual suspension prodotte dalla Scott. Si tratta di una bicicletta espressamente dedicata all’uso cross country, anche agonistico: lo testimonia il fatto del suo utilizzo da parte del Team Internazionale Scott (anche se quest’anno probabilmente useranno il modello in carbonio). Il telaio è realizzato in tubazioni di alluminio in lega 7005, a doppio spessore, con trattamenti termici T4 e T6, unite da saldature a TIG. Il triangolo principale ha forma tradizionale, fatta eccezione per il seat tube, variato per far posto all’ancoraggio dell’ammortizzatore. Il tubo superiore e l’obliquo hanno sezione tonda; il top tube ha andamento sloping ed è, pertanto, inclinato nella parte posteriore in prossimità della connessione con il seat tube. Nella zona sterzo sono presenti numerosi gussett, che hanno il compito di irrobustire questa zona. Il seat tube, invece, ha una sezione a goccia, con la punta rivolta verso la parte posteriore. Si tratta in pratica di due pezzi di tubo saldati ad angolo pronunciato verso il centro del triangolo principale. Della G-Zero sono disponibili quattro misure, che vanno dalla S alla XL. Il prezzo si aggira sui 4,8 milioni e il solo telaio è disponibile per poco più di 2. Anche il carro posteriore è in alluminio ed è realizzato con una serie numerosa di elementi tubolari sagomati e talvolta curvati, che formano la classica figura “a banana” propria di molti sistemi monoshock (per capire come funziona questo tipo di sospensione, basti pensare al movimento di un normale freno di bicicletta). La caratteristica principale di questo carro posteriore è la notevole altezza del fodero destro sopra la linea di catena che rimane, pertanto, libera di oscillare in seguito alle asperità del terreno, senza entrare in contatto dannoso con il carro. La mtb è ottima sui fondi sconnessi ed esalta in discesa, grazie anche all’attacco e alla piega manubrio molto alti (più adatti ad una bicicletta da downhill però). La posizione in sella non è da vera puro sangue, ma si comporta comunque bene in ogni situazione. Con una piccola spesa (intorno alle 200 mila) è possibile sostituire l’attacco e la piega manubrio, rendendo la G-Zero pronta per le competizioni. Non ho niente in contrario sui pezzi montati dalla casa, ma effettuando questa piccola modifica si potrebbe avere un assetto più equilibrato e adatto alle salite più impegnative. Il comportamento di questa Scott mi ha ricordato molto quello della Santa Cruz Heckler. Le due mtb hanno in comune il fatto di poter essere utilizzate a tutto tondo, esaltando la bontà dei telai e delle scelte effettuate in sede di progettazione. Tutto questo conferma la mia tesi che non esistono solo mtb create per un uso specifico, ma ci sono anche delle piacevoli eccezioni che vanno contro ogni moda e tendenza. Brava Scott, ottimo lavoro.

Articolo interessante grazie Black Biker :-) ,
anche se l’ho venduta a marzo 2006, ( passando a Cannondale Prophet 1000 per provare altro… ) leggere la recensione mi ha fatto rivivere momenti nostalgici ,questa bike mi ha accompagnato per 5 anni e,per quello che posso esprimere,non essendo un esperto in materia,a parte l’unica volta in cui ho rotto la catena (ereditata da altra bici),devo dire che in tutte la uscite si è comportata benissimo e mi ha fatto divertire parecchio,ritengo il telaio robustissimo e non esagero…tanto che l’avrei tenuta se avessi potuto,solo che per ammortizzare le spese per il nuovo acquisto ho dovuto darla dentro poi,visti i raggiunti limiti di età ( della bike ;-) ) risultava difficile da rivendere.
ciao o-o
 
vorrei aggiungere che l'evoluzione della G-Zero di Bracco è stata la mitica Strike, il telaio full più leggero in commercio anche attualmente, con il peso piuma di 1980 gr completa di ammo....escursione 80-100, telaio in carbonio e carro in alluminio Easton Ultralite....l'ho avuta, era molto leggera (10 kg scarsi) e andava benone, ma la Genius presa successivamente era un altra cosa, pur essendo leggermente più pesa!!!!!
 

Black Biker

Biker assatanatus
6/9/05
3.032
2
0
42
Cascina (PI)
Visita sito
mpfreerider ha scritto:
siete nel bar!!!

33.gif
Quindi?​
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo