Trasmissione ed evoluzione (era: Le 29" spariranno!!)

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sembola

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la cosa bizzarra è che vicino a questa evoluzione rimangono alcuni componenti immutati da quasi un secolo, come ad esempio (per dirne uno) quella specie di tagliaravioli/raccogli sporco/esposto agli urti che usiamo per far salire o scendere i pignoni. Hanno aumentato il numero di rapporti, lo hanno montato con un motore ma sempre un tagliaravioli rimane.
Il che propone l'ipotesi, evidentemente meno bizzarra di quanto possa sembrare, che il "tagliaravioli" continui ad essere la soluzione complessivamente più economica, funzionale, leggera e facilmente manutenibile, in una parola "migliore" :spetteguless:
 

sembola

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Io credo che una forte spinta alle modifiche del cambio arrivera' dalle ebike.... l'integrazione col motore elettrico apre nuovi scenari...
Nelle ebike forse, ma in quelle muscolari dubito. A meno di "gradini" tecnologici imprevedibli (ma improbabili) ovviamente.
 

Ispettore Zenigata

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Il che propone l'ipotesi, evidentemente meno bizzarra di quanto possa sembrare, che il "tagliaravioli" continui ad essere la soluzione complessivamente più economica, funzionale, leggera e facilmente manutenibile, in una parola "migliore" :spetteguless:


beh così male il tagliaravioli non va;-) e poi mi ricorda la pasta della nonna.
sul resto....
non sono nè la funzionalità, nè la leggerezza nè la possibilità di fare manutenzione i motori dell'innovazione. Le case fanno innovazione quando vedono la possibilità di massimizzare gli utili :spetteguless:.
 

barbasma

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Che nel settore sportivo spesso coincidono con le necessita' di migliorare le prestazioni degli atleti e se gli atleti vincono anche gli umani vorranno quell'evoluzione di materiale...

Quindi non sarei cosi' drastico... le aziende vogliono vendere tanto prima di tutto... senno' che senso ha investire su un nuovo progetto quando basterebbe far costare meno quello che gia' esiste...
 

sembola

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beh così male il tagliaravioli non va;-) e poi mi ricorda la pasta della nonna.
sul resto....
non sono nè la funzionalità, nè la leggerezza nè la possibilità di fare manutenzione i motori dell'innovazione. Le case fanno innovazione quando vedono la possibilità di massimizzare gli utili :spetteguless:.
L'una cosa non esclude l'altra. Un oggetto innovativo ma molto costoso (sia a livello di R&D che di prezzo) o poco pratico corre il rischio di non vendere/vendere poco e quindi di non massimizzare gli utili o di non produrne affatto.
Insomma, l'innovazione non può essere fine a sè stessa.
 

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L'una cosa non esclude l'altra. Un oggetto innovativo ma molto costoso (sia a livello di R&D che di prezzo) o poco pratico corre il rischio di non vendere/vendere poco e quindi di non massimizzare gli utili o di non produrne affatto.
Insomma, l'innovazione non può essere fine a sè stessa.


L'innovazione non è MAI fine a sè stessa (almeno in campo industriale) ma è sempre in relazione alla propria capacità di incrementare gli utili dell'impresa.
 

albertocave

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L'una cosa non esclude l'altra. Un oggetto innovativo ma molto costoso (sia a livello di R&D che di prezzo) o poco pratico corre il rischio di non vendere/vendere poco e quindi di non massimizzare gli utili o di non produrne affatto.
Insomma, l'innovazione non può essere fine a sè stessa.

E qui sram ci insegna come le innovazioni se ben supportate da pubblicità e se l'azienda sa "creare la necessità" possono costare un botto e vendere benissimo lo stesso!
 

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L'innovazione non è MAI fine a sè stessa (almeno in campo industriale) ma è sempre in relazione alla propria capacità di incrementare gli utili dell'impresa.

Appunto per questo ciò che non è capace di incrementare (o in un mercato competitivo, mantenere) gli utili dell' impresa non è "innovazione" ma solo spreco di risorse. Il che risponde al perchè siamo ancora al "tagliaravioli": le alternative sono peggiori tecnicamente e commercialmente e quindi non in grado di essere vendute e quindi di produrre utili. L'Hammerschmidt ed il Rohlhoff non hanno sfondato, l' 11V mono sì. Forse è il caso di ammettere che dei limiti (principalmente tecnologici, ma anche commerciali) ci sono e che salvo "gradini" tecnologici imprevedibili ci saranno ancora per molto, piuttosto che manifestare un malcelato fastidio per ciò che è "vecchio" ma funzionale. Del resto dopo novant'anni nessuno è stato in grado di inventare qualcosa di meglio di quello che aveva inventato Tullio Campagnolo ;-)


E qui sram ci insegna come le innovazioni se ben supportate da pubblicità e se l'azienda sa "creare la necessità" possono costare un botto e vendere benissimo lo stesso!
Appunto l'XX1 ha sfondato ed il Rohlhoff no. E non credo che sia solo una questione di pubblicità o di prezzo...
 

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Appunto per questo ciò che non è capace di incrementare (o in un mercato competitivo, mantenere) gli utili dell' impresa non è "innovazione" ma solo spreco di risorse. Il che risponde al perchè siamo ancora al "tagliaravioli": le alternative sono peggiori tecnicamente e commercialmente e quindi non in grado di essere vendute e quindi di produrre utili. L'Hammerschmidt ed il Rohlhoff non hanno sfondato, l' 11V mono sì. Forse è il caso di ammettere che dei limiti (principalmente tecnologici, ma anche commerciali) ci sono e che salvo "gradini" tecnologici imprevedibili ci saranno ancora per molto, piuttosto che manifestare un malcelato fastidio per ciò che è "vecchio" ma funzionale. Del resto dopo novant'anni nessuno è stato in grado di inventare qualcosa di meglio di quello che aveva inventato Tullio Campagnolo ;-)

Non risponde a nulla anzi dimostra che per le aziende diventa più redditizio fare un'evoluzione continua, di alcuni componenti (magari riuscendo a vendere nel giro di 5 anni 3 tipi di trasmissione diverse annunciandoli ogni volta come finalmente la soluzione definitiva) piuttosto che fare uno step evolutivo reale.

E il tutto con buona pace di ingegneri di carta che suffragano le nuove teorie salvo rimangiarsi tutto alla presentazione successiva.

ps Novant'anni fa Campagnolo inventò il cambio a bacchetta, diverso dal cambio a parallelogramma dal quale sono derivate le trasmissioni mtb attuali. Quest'ultimo, risale agli anni 50, e da allora l'unico step di un certo rilievo è stata l'introduzione a metà degli anni 80 del cambio indicizzato da parte di Shimano.;-)
 

Simone.01

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la cosa bizzarra è che vicino a questa evoluzione rimangono alcuni componenti immutati da quasi un secolo, come ad esempio (per dirne uno) quella specie di tagliaravioli/raccogli sporco/esposto agli urti che usiamo per far salire o scendere i pignoni. Hanno aumentato il numero di rapporti, lo hanno montato con un motore ma sempre un tagliaravioli rimane.



Esiste da un pezzo il cambio senza tagliaravioli...

http://www.rohloff.de/en/products/speedhub/
 

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Non risponde a nulla anzi dimostra che per le aziende diventa più redditizio fare un'evoluzione continua, di alcuni componenti (magari riuscendo a vendere nel giro di 5 anni 3 tipi di trasmissione diverse annunciandoli ogni volta come finalmente la soluzione definitiva) piuttosto che fare uno step evolutivo reale.
Senza offesa, ma è una posizione ideologica che non tiene conto della realtà.

Da una parte lo "step evolutivo reale" devi essere in grado di poterlo fare: il calcolatore elettronico esisteva anche prima del chip ma è solo dopo l'invenzione di quello che si è potuto mettere un computer in una scatola e non in una stanza. Ugualmente con le trasmissioni, qualsiasi soluzione diversa dall' attuale ha limiti tecnici non superabili con la tecnologia attuale.

Secondariamente, lo step evolutivo reale dev'essere tale per anche per chi usa gli oggetti, e non solo per chi li vende. Dover buttare via quello che si usa con soddisfazione perchè "c'è il modello nuovo" non più compatibile in nulla ha senso se il vantaggio è davvero grande. Sull'esistenza di questo grande vantaggio per il biker da una trasmissione diversa permettimi di avere dei grossi dubbi.

E il tutto con buona pace di ingegneri di carta che suffragano le nuove teorie salvo rimangiarsi tutto alla presentazione successiva.
Gli ingegneri progettano quello che è funzionale alle esigenze delle aziende. fermo restando che se una soluzione è valida qualcuno che la produce, supportando la "creatività" tecnica, prima o poi lo si trova. Infatti il Rohlhoff continua ad esistere e ad essere usato , magari da coloro che non curano il peso della bici come i cicloturisti avanzati, per i quali non sono certo 500 grammi di peso nel mozzo in più o un telaio dedicato ad essere un problema.


ps Novant'anni fa Campagnolo inventò il cambio a bacchetta...
Il riferimento era allo sgancio rapido.

Esiste da un pezzo il cambio senza tagliaravioli...

http://www.rohloff.de/en/products/speedhub/

Appunto, esiste ma, guarda che caso, lo usano in pochissimi. Evidentemente solo pochi percepiscono questa inadeguatezza della decrepita trasmissione a catena.
 

Ispettore Zenigata

Biker forumensus
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Certo che spariranno, come spariremo noi! (il più tardi possibile)
tutto sta a capire se spariranno in 2 anni o in 10 o in 20....

Se ad un biker di 10 anni fa aveste detto che il futuro sarebbero state le 1X11 velocità vi avrebbe portato al manicomio
Negli ultimi 7-8 anni è cambiato praticamente tutto:
diametro ruote
freni a disco
trasmissione
perni passanti
tubi sterzo conici
reggisella telescopici
ecc ecc ecc
la cosa bizzarra è che vicino a questa evoluzione rimangono alcuni componenti immutati da quasi un secolo, come ad esempio (per dirne uno) quella specie di tagliaravioli/raccogli sporco/esposto agli urti che usiamo per far salire o scendere i pignoni. Hanno aumentato il numero di rapporti, lo hanno montato con un motore ma sempre un tagliaravioli rimane.

Personalmente credo che nessuno (neppure i guru delle aziende Market Leader) possa sapere come saranno le bici del 2022, perciò meglio godersi quello che abbiamo adesso
 

barbasma

Biker dantescus
io credo che ridurre l'avvento del 1x11 di SRAM come una mossa di bieco marketing che ne ha indotto il bisogno non solo sia riduttivo ma peggio.

dopo anni di aumenti di marce duplicate e sovrapponibili siamo arrivati a 3x10 quando una persona mediamente allenata usa 10/12 marce in tutto, i pro anche meno.

il meccanismo mentale del non dover più pensare agli incroci catena è a mio parere EPOCALE perchè spinge da un lato a pensare a come configurarsi la trasmissione prima di montarla e dall'altro a pedalare senza pensare.

io vi invito a provare il singlespeed una volta per capire a cosa si può arrivare senza marce e quindi quando si torna sul cambio a vedere che se ne utilizzeranno molte di meno, perchè non cambiare è una liberazione mentale incredibile, ti concentri sui rilanci, sull'inerzia, sulla trazione che devi dare alla ruota per salire.

per un assoluto neofita il fatto di avere 30 marce a disposizione fa pensare di poter salire ovunque ma poi questo non è realtà...

SHIMANO ha approcciato la cosa dal lato opposto... ti do tante marce lo stesso ma non vuoi pensare? bene... il cambio elettronico pensa per te... cambia per te.

questi sono i due approcci che imho si affronteranno costantemente nei prossimi anni.
 

valerio_vanni

Biker grossissimus
5/12/14
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io vi invito a provare il singlespeed una volta per capire a cosa si può arrivare senza marce

Io faccio una previsione: a spingere la bici a mano in alcuni punti, e a non raggiungere una velocità decente in altri.
Le marce servono a far lavorare il motore (nel nostro caso le gambe) ai regimi più efficienti.

per un assoluto neofita il fatto di avere 30 marce a disposizione fa pensare di poter salire ovunque ma poi questo non è realtà...

A maggior ragione, quindi, non è realtà con una marcia sola.

Il punto cruciale non è tanto il numero di marce e quante possano essere le sorvapposizioni ma la gamma. Un cambio con 8 rapporti ma una gamma bella larga può andare anche bene.
 

barbasma

Biker dantescus
io intendevo di provarlo per capire che troppe marce non servono o per individuare le proprie, giustamente le marce servono ma ognuno ha il proprio regime, non siamo macchine tutte uguali.

l'errore classico del neofita (ci sono passato anche io e continuo a passarci) è vedere la salita e subito scalare le marce a fuoco col risultato di avere sempre quella sbagliata...o di incrociare la catena col cambio che gratta da spavento... più marce comportano più esperienza...imho.

semplice è meglio... non si scappa... e ci aggiungo che quello che non c'è... non si rompe.

ps: se lo scopo non è gareggiare o fare il tempone ma solo pedalare... il singlespeed da delle soddisfazioni enormi, basta sapere scegliere i rapporti prima di partire.... e col fango poi ti scordi di avere problemi.
 

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