Tour monte bianco - tmb 2014

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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Biker paradisiacus
10/11/06
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Grosseto
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Beh, l’hanno fatto tutti il resoconto…e noi no?
Almeno ci si prova!
Il nostro T.M.B. è senz’altro, tra tutti quelli di cui ho letto, il più “modesto” , o meglio, diciamo il meno duro perché, pur non perdendoci nulla rispetto ai tour da 4 o 5 gg. ma con tanti km. e grandi dislivelli giornalieri, abbiamo cercato la soluzione più soft vista la partecipazione di un paio di elementi (uno ero io e l’altro il Conte) non particolarmente brillanti in bici.

L’idea di fare il Tour è nata in seguito alla tre gg. sopra Courmayeur dell’anno scorso organizzata dall’appassionato ed esperto Solitario che mi ha fatto conoscere e innamorare di quei magnifici posti. Vedere tanti escursionisti che si godevano, anzi, meglio, che si conquistavano con fatica, splendidi panorami mi ha fatto venire la voglia di organizzare un giro lassù!

Ho cercato di documentarmi e, senza problemi, ho trovato tanti resoconti di altri Bikers fatti in modo magistrale, cito e ringrazio all3rz , Milzo BdB, Stefano 1 e altri . Tra tutti ho estrapolato tante info importanti su come fare il giro nel miglior modo possibile, in particolare i percorsi più belli e fattibili e i punti tappa migliori.

Mi sono reso conto che, per uno poco allenato come me, fare 4 tappe da 2000 mt di media con un pesante zaino sulle spalle sarebbe stata dura, forse fattibile se mi fossi allenato a dovere, ma avrebbe pregiudicato il piacere di viaggiare e godere di un percorso che ha una rilevanza seconda , per quanto ne so, solo al Cammino di Santiago anche se prevalentemente utilizzato da chi fa trekking.
Ho quindi, come dicevo, alleggerito le tappe aumentandone semplicemente il numero, ovvero da 5 a 7 ; ovvero, mentre altri hanno usato 2 giorni per il viaggio in auto (andata e ritorno) più 5 di pedalata per il tour, io ho “sfruttato” per pedalare anche il pomeriggio del primo e la mattina dell’ultimo.
Una cosa semplice ma queste due tappe in più, una da 1000 e l’altra da 700 mt. , ci hanno permesso di calare sensibilmente i dislivelli giornalieri a circa 1200/1300 di media negli altri gg. e non sono andate a gravare né sul tempo totale nè sulla spesa in quanto i pernotti e i pasti sono rimasti invariati.

Bene, il meno era fatto, ora era fondamentale trovare dei compagni di viaggio pippe…. volevo dire alla mia altezza! Subito il Conte, lagunare d’adozione, ha accettato con entusiasmo di partecipare, anche se con tutte le preoccupazioni di rito (“Ce la farò? Con che bici vengo? Viaggio leggero, non mi porto nulla!”) assolutamente inutili! A ruota sono venuti il mio mentore Solitario e il forte Caprax, poi la frizzante Paolina con la roccia Valter e, come ultima adesione, ma solo in senso cronologico, l’atletico Tolle.
Decisamente un’ottima compagnia a fronte delle spiacevoli disdette come quella di Fiacca, Ueppaa e della coppia Ciomba .
A differenza di altri gruppi abbiamo preferito prenotare tutti i pernotti infatti solo al pensiero di arrivare ad un rifugio e trovarlo al completo ed essere costretti, magari stanchi, affamati e sotto la pioggia (eventualità molto probabile viste le previsioni!) a fare altri km. per cercare un letto mi vengono i brividi!

Tutto ciò dentro uno zaino...me te sei pazzo!!!!
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Telefonate e mail sempre + fitte finchè lunedì mattina, 4 agosto 2014, ci siamo ritrovati tutti in un autogrill della Versilia e si è formato finalmente il gruppo! Manca solo il Solitario che ci aspetta a Courmayeur .

PRIMO GIORNO 4-8-14 Courmayeur - Rif. Elisabetta
Ci arriviamo anche noi, posteggiamo a La Saxe, controlliamo che il prossimo giovedì non sia di mercato altrimenti c’è la rimozione delle auto, scarichiamo le bici e


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partiamo subito alla volta del Rifugio Elisabetta (2195) imboccando la bella Val Veny verso le 15,15 con la paura di arrivare tardi per la cena; per sicurezza mi sono documentato, l’ultimo turno è alle 20.15 (!) e ci hanno detto che ci vogliono 3 ore di pedalata…. ma mica ci conoscono!
E invece arriviamo con largo anticipo nonostante la scelta di costeggiare il torrente impetuoso

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che comporta un certo aggravio di tempo e fatica perché spesso non pedalabile, ma molto carino.

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La pioggia ci becca negli ultimi tre quarti d’ora costringendoci a claunesche macchiette per estrarre ed indossare giacche e pantaloni con cerniere bloccate e vento che ne rende difficile l’utilizzo!
Ciononostante siamo felici così, questa è stata l’unica acqua che abbiamo preso in tutto il tour in un’estate terribile, oltretutto in montagna, incredibile!

Dopo un paio di sgrondate di zaino zuppo su un malcapitato e strambo individuo proprietario, a suo dire, del portico del rifugio (?!) ci facciamo anche una modesta doccia e divoriamo la buona cena scherzando e ridendo con i simpatici camerieri Marta e Mario !

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La notte si ride molto meno nei loculi del dormitorio! Cuccette davvero strette, sacco lenzuolo che ti costringe come un insaccato e qualche buon russatore non mi fanno chiudere occhio!

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Km. 15- Disl. Mt. 990 Ore ped. 1.57 Ore tot. 3.10

VALUTAZIONE RIF. ELISABETTA:
Camerata : troppi posti letti, stretti e scomodi.
Docce e bagni : scomodi, pochi e mal funzionanti.
Cena : buona e abbondante
Colazione: soddisfacente
Bici: sistemate nel porticato + o – coperte.
Gestori : simpatici e disponibili.







SECONDO GIORNO 5-8-14 Rif. Elisabetta- Rif.Plan de Mya

Foto con i gestori del rifugio.
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Dopo una buona colazione si parte con il sole e la stanchezza svanisce distratti dai magnifici ed imponenti panorami.
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Si continua a salire anche faticosamente fino ad arrivare a Col de la Seigne (2516)

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e siamo in Francia e poi giù nella lunga discesa in single.


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Ci fermiamo davanti all'interessante Rifugio Le Mottetes dove ho letto che altri hanno pernottato, noi ne approfittiamo per bere birre e mangiare dolci (ottimi) , faccio anche una figuraccia facendo volare un bicchiere di birra sulle scale ! Fortunatamente i più sono distratti e sbalorditi dalle performances di un asinello...direi maschio.

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Arrivati a un gruppo di case alcuni di noi sono attratti da un certo movimento e dal tanto fumo che esce da un camino. Si tratta di un caseificio (Vente de Beaufort – Tomme de Savoie) che produce formaggio alla vecchia maniera, infatti , all’interno di una stanza incredibilmente annerita, c’è un’enorme calderone nero posto sopra un fuoco che viene continuamente alimentato con grossi pezzi di legno.

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Ovviamente assaggiamo i formaggi e decidiamo di acquistarne un bel pezzo visto che è davvero buono.
Nel centro di Chapieux compriamo anche il pane e del salame che carichiamo negli zaini tanto per aumentarne il peso in vista della bella salita asfaltata che ci attende per salire al Cormet de Roseland dove abbiamo visto scendere tantissime cicliste anche da sole, non certo come dalle ns. parti.
Poco dopo lo scolletto, vicino ad un bel torrente, ci fermiamo e divoriamo l'ottimo formaggio e i salamini.

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Un po’ prima di arrivare al lago Roselend decidiamo di fermarci per una birra , questa diventerà una piacevole abitudine di tutti i pomeriggi (e non solo...), e, per curiosità, domandiamo al gestore se sa dove si trova il ns. prossimo rifugio, così apprendiamo che è a poche decine di metri prendendo la sterrata in salita che si trova di fronte al ns. tavolo! Fantastico, siamo arrivati con un bel margine di tempo per poterci dedicare ai ns. bisogni! Ormai in vista del Rifugio Plan de Mya mi accorgo di non avere lo zaino sulle spalle…ecco perché salivo così bene! Riscendo velocemente e lo trovo al ns. tavolino….ufff…mi è andata bene , dentro ho tutto, documenti, soldi ecc.!
Non so se è una questione di sub inconscio (rifiuto della soma!) o semplice distrazione, ma già il giorno prima la stessa cosa era accaduta a Valter, ma a lui è andata meglio, perché lo avevo avvertito dopo pochi metri!

Ci troviamo di fronte ad una casetta di campagna con i cani e le galline che scorrazzano intorno, c’è anche un vitellino di tre gg. dentro un piccolo box, e un po’ più in la, i maiali che grufolano tranquilli, insomma davvero un piacevole quadretto bucolico!

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Panorama dal Rifugio:

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Dopo averci fatto attendere che, giustamente, finissero di mangiare i gestori ci fanno accomodare e l’interno è caldo e accogliente , tutto in legno antico, con grosse travi a vista e una cucina tipica di una volta.

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Ora ci dividiamo in base alle ns. esigenze, il Conte ed io facciamo doccia e bucato e un po’ di relax, gli altri, chi in bici chi a piedi, girellano li intorno….qualcuno becca anche un breve scroscio di pioggia .

Una bella cena con antipasto di escargot tipiche locali servita dalla bella e gentile Maryangel ci fa stare proprio bene tanto che decidiamo di fare una passeggiata notturna fino al maestoso punto panoramico da cui si domina il lago di Roselend sottostante di almeno 300 mt. quasi verticali!

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E ora a nanna nei lettoni a castello nella graziosa casetta in legno (tanto da sentirsi quasi uno dei sette nani !) sognando le tre atletiche ragazze francesi che dormono qualche letto più in la!

Km. 26- Disl. Mt. 860 Ore ped. 2.21 Ore tot. 6.10
VALUTAZIONE:
Camerata : posti letti comodi, con spazio, struttura caratteristica in legno molto carina
Docce e bagni : semplici ma funzionali
Cena : buona, abbondante e tipica.
Colazione: ottima con prodotti fatti in casa
Bici: sistemate benissimo nella cantina
Gestori : simpatici e disponibili.







TERZO GIORNO 6-8-14 Rif.Plan de Mya – Bionnassay

Proprio una bella dormita! E anche la colazione, grazie al latte della stalla vicina, le prelibate marmellate e l'ottimo frittatone (ritenuto però dal ns. Tolle inadatto alla dieta del buon sportivo) richiesto alla gentile signora la sera prima, ci soddisfa in pieno!

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Così, con Maryangel che ci guarda dall’uscio di casa finchè non scompariamo dietro una curva, lasciamo un po’ dispiaciuti Plan de Mya .
Scendiamo ancora per fare una capatina alla maestosa diga del lago Roselend

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e poi si attacca con la grande salita che ci attende per il Col de la Gitte 2300 mt.

Qualche piccolo dubbio sulla strada giusta (che poi erano giuste entrambe), qualche grosso dubbio dopo aver visto la faccia incredula di una tosta germanica a piedi quando le abbiamo detto la ns. meta e, per finire, enormi dubbi ad uno scolletto (Col de Sur?) osservando sull'altro versante sopra il bel lago de la Gittaz la terribile serie di tornanti che abbiamo di fronte!

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Prima uno stradone imbrecciato pedalabile ricco di lamponi e fragoline

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, poi un bel tratto fangoso e ben concimato grazie alle tante vacche presenti dove ci ha raggiunto una coppia che andava come un treno (ma lei correva per porre fine al calvario…infatti era parecchio incacchiata col compagno che l’aveva costretta a quell’andatura per chiudere il giro in poco tempo) .

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Poco prima dello scollinamento decidiamo di mangiare qualcosa sia perché è tardi sia per ritemprarci un po’. Abbiamo Valter un po’ in affanno per l’altitudine, infatti non “tira” forte come sempre inoltre ci dilunghiamo ad osservare e fotografare le tante marmotte. Il Tolle è già sulla cima perché, probabilmente, si era stancato…… della nostra andatura!

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Grande spettacolo! Ce lo godiamo e scattiamo una serie interminabile di foto con mucche e vette innevate, con noi ma senza mucche, senza vette ma con mucche ecc. ecc.

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E continuiamo a godere nella lunga e , a volte, tecnica discesa!
Ho solo un problema : il salsicciotto impermeabile attaccato al manubrio se ne va dove vuole! E’ adatto per il cicloturismo, ma non certo per il ciclo escursionismo impegnativo come questo!

Interrompiamo la discesa per salire al Col de Joly per poi trovare un single che costeggia la strada, sembra carino e alcuni di noi ci si gettano.

Purtroppo alla fine troviamo Caprax che armeggia intorno alla bici del Conte perché ha dei problemi con i freni, riesce a migliorare la situazione ma, nel successivo single track il Conte che ha gran cuore (ma poca testa!) mi ruzzola davanti infrascandosi in una provvidenziale fitta vegetazione che gli impedisce di rotolare lungo il ripido pendio!
Subito cerca di uscire dalle frasche, gli chiedo se è tutto a posto e, rassicurato, scatto una bella foto ricordo!

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Decidiamo di porre rimedio al grave problema e, sempre il provetto meccanico Caprax, si accorge che la pinza posteriore è stata montata troppo in alto per cui le pasticche stringono il disco solo a metà! Roba da matti, tra l’altro tedeschi!
Dopo vari tentativi e prove nei quali (quasi...) tutti dicevano la loro mi viene la fortunata intuizione di spostare i bulloni (più corti) dalla pinza ant. a quella post. e così possiamo ripartire.

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Un po’ affamati decidiamo di sostare in una bella area ristoro (Alpinus Lodge) con prato e tavolini di legno e un gestore baffuto e un po’ strambo che, oltre a farci aspettare parecchio ci medica perbenino con un bel conto salato! Però i panini e le creps sono buoni.

Pedaliamo lungo Bon Nant , fotografiamo la graziosa chiesa di Notre Dame de la Gorge,

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i curati camping e aree sportive dove tanti giovani passano le vacanze, le ordinate Les Contamines, La Villet e Le Champel.
Proseguiamo su asfalto fin quando dobbiamo lasciarlo per svoltare a destra, qui sbagliamo strada anche a causa di una errata indicazione da parte di due vecchiette sul balcone.

Delle rampe micidiali in cui do il meglio di me (a bischero!) ci fanno conquistare l’ambito Auberge Bionnassay dove, senza nemmeno farci la doccia vista la fame, divoriamo una buona e ricca cena all'aperto!

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Km. 48,7 Disl. Mt. 1544 Ore ped. 4.30 Ore tot. 10.40

VALUTAZIONE AUBERGE BIONNASSAY:
Camerata : posti letti comodi, con poco spazio per zaini ecc., struttura caratteristica in legno
Docce e bagni : semplici ma funzionali
Cena : buona e abbondante .
Colazione: normale
Bici: sistemate benissimo nel capannone adiacente
Gestori : disponibili.



QUARTO GIORNO 7-8-2014 Bionnassay - Trient

Appena usciti dall’albergo

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ci troviamo davanti una salita bestiale! E così, a freddo, son dolori! Ci rinfranchiamo grazie ai maestosi scorci dei monti innevati fermandoci a fare qualche foto.

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Arriviamo a Col de Voza dove ci aspetta un vecchio vagone bloccato che scatena la nostra fantasia inventando decine di foto sotto lo sguardo divertito dei turisti che aspettano il trenino nella locale stazioncina.

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E si comincia la discesa dove troviamo, al lato dello stradone, la pista D.H. ; chiediamo ad un locale con le protezioni ragguagli: nella seconda parte c’è molto fango ed è un po’ malridotta. Ok, si prova. Aveva ragione, ma, nel complesso, ci siamo divertiti ugualmente.

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A Chamonix, dove i ghiacciai sembrano arrivare fin dentro la cittadina,

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acquistiamo delle pasticche di riserva per la bici del Conte mentre Caprax e Paolina fanno un po’ di spesa per il pranzo in un supermercato.

Salita asfaltata che lasciamo per uno sterrato piacevole dove, inspiegabilmente, sbagliamo strada ;

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rimediamo scendendo di nuovo sull’asfalto a destra fino ad arrivare a Le Tour .
La bella (e soprattutto allettante) seggiovia è davanti a noi, ora possiamo mangiare con tutta tranquillità e Caprax e Paolina fanno uscire dal cilindro, o meglio, dagli zaini, ogni ben di Dio! Polli grigliati, affettati, pomodori, banane e, con gran rullo di tamburi…tre porcini! Li facciamo a fettine sottilissime e ce li gustiamo come antipasto!

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Il tutto viene innaffiato da un bel boccale di birra, che volere di più? ….una seggiovia ! Eccola li, bella, comoda ed invitante, ci saliamo e arriviamo su in cima dove decidiamo di farci il bel single track che abbiamo visto salendo.

Un bel bacione di ringraziamento alla cortese Paolina che rimane a custodire gli zaini e giù !

Sì, proprio divertente.

Risaliamo comodamente e gratis (il primo biglietto è giornaliero) e facciamo anche la seconda seggiovia che ci sbarca a Col de la Balme (2200 mt) da dove prendiamo una bella discesa a volte un po’ impegnativa.

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Appena finita ci troviamo sull’asfalto dove riconosco la struttura del nostro “dormitory” con la cui descrizione ho terrorizzato tutti, ma particolarmente il sensibile Tolle, infatti, ogniqualvolta che ci si trovava in difficoltà per il dormire, usavo ripetere con aria greve :”E questo è nulla, vedrete al dormitorio Dortoir Peuty di Trient…!”
In effetti rimangono un po’ perplessi, ma subito tutti, escluso Tolle, si rianimano, d'altronde, cosa ci si poteva aspettare spendendo solo 20 € e in Svizzera?!

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Ci accoglie un secco allampanato e un po’ strambo che staziona davanti all’ingresso seduto su una sedia e con una birra in mano (quella è la prima di una serie interminabile che tiene sotto chiave in una cassa), gentilmente ci dà qualche confusa spiegazione su come funziona il dormitorio.

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Ci sistemiamo, docciamo ecc. e riceviamo la visita di una signora armata di un taccuino dove registra alcuni nostri dati e reclama i soldi del pernotto…ma allora chi è il secco? Scopriamo poi che è l’accompagnatore del nutrito gruppo di ragazzini (ma i genitori lo conoscono?) che dormiranno con noi e che stanno facendo il T.M.B. , o parte di esso, a piedi.

Scartiamo l'idea di fare la brace nel campeggio libero adiacente e ci avviamo verso l'unico ristorante, l'Auberge du Mont Blanc, che non è a 10 minuti, anzi!
Arriviamo con una fame da lupi, potete quindi immaginare come ci restiamo quando ci dicono che non possono farci cenare!
“Bisogna andare a prendere le bici... senza luci e poi dove sarà un altro ristorante?” Forse impietositi ci fanno accomodare nel reparto disgraziati dove divoriamo la cena e facciamo anche il bis della particolare fonduta al pomodoro perché è davvero buona!

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Come pivelli non avevamo pensato a portarci qualcosa per la pioggia che cade vivace all’uscita del ristorante, ci ripariamo con delle buste che gentilmente ci danno, a metà strada smette di piovere.... se avessimo aspettato 10 minuti non ci saremmo bagnati affatto! Bastava dare retta al ns. climatologo Tolle che, dopo(!), ci ha detto che aveva previsto solo un breve rovescio.

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Troviamo i ragazzi che già dormono della grossa (ma nei rifugi vanno tutti a letto al tramonto?) quindi diventa problematico cambiarsi, scendere di sotto con la scala esterna per andare al bagno e per fortuna che non piove più!
Dopo una lunga e minuziosa perlustrazione del letto e dintorni da parte del Tolle con la luce del telefono preoccupato per l’eventuale presenza di qualche animaletto ci abbandoniamo ad un sonno profondo….

VALUTAZIONE DORTOIR PEUTY:
Camerata : Molto spartana, struttura caratteristica in legno. Di sopra (ex fienile) la camerata. Sotto cucina disponibile e bagni che si raggiungono tramite una scala in ferro esterna!
Docce e bagni : semplici ma funzionali
Cena : all’ Auberge du mont Blanc in fondo al paese, tipica (ottima fonduta) buona e abbondante .
Colazione:presso l 'alimentari adiacente all’albergo . Consigliabile.
Bici: sistemate per la notte dentro la stanza dei bagni.
Gestori : non conosciuti in quanto autogestito. Passata una signora la sera per il pagamento.




QUINTO GIORNO 8-8-2014 Trient - Orsieres

... e ci alziamo belli pimpanti con l’idea di comprare qualcosa per fare colazione visto che non ci sono bar, ma, giunti presso il mini market adiacente all’albergo alcuni amici fanno un po’ di confusione sulla scelta delle paste e la signora svizzera comincia a diventare nervosa. Allora devo intervenire con tutto il mio fascino latino e savoir faire per ristabilire la tranquillità tanto che la proprietaria, con grandi sorrisi e premure, ci ospita nel negozio offrendoci anche il caffè ! Davvero carina.

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Due brutte persone, di cui non faccio i nomi ma solo vaghe indicazioni (una ragazza e un nobile), acquistano e mangiano di nascosto due bomboloni tra l’altro usando anche con la cassa comune, vergogna!

A questo punto il caro Solitario ci lascia perchè ha un importante appuntamento e, in circa 24 ore(!), riuscirà a raggiungere Courmayeur … che abbia tagliato passando dalla vetta del M.Bianco?

Anche noi partiamo ma, fatti pochi km., mi accorgo di aver lasciato gli occhiali, torno indietro e controllo il dormitorio, ritorno al negozio di alimentari (non sto a dirvi delle occhiate piene di speranza della signora nel rivedermi!) ma niente nemmeno qui , pace.
Raggiungo Caprax che mi ha aspettato e lui, molto gentilmente e senza commenti (gliene sarò grato per sempre !), tira il cordino che ho intorno al collo al quale sono legati gli occhiali finiti sulle spalle nascosti dallo zaino…

Ci attende una bella salita asfaltata anche perché non abbiamo preso il primo tratto sterrato. Ci sono delle scorciatoie per i pedoni, provo a farne un paio, ma sono davvero ripide e a volte con alti gradini forse fatti apposta per scoraggiare i ciclisti . In ogni caso noto che, rispetto al Conte che resta sull’asfalto, i tempi sono gli stessi ma, forse, si fatica di più!

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Scolliniamo a Col de la Forclaz (1526 mt) dove ci ricompattiamo e iniziamo la lunga discesa asfaltata e anche trafficata nel regno delle albicocche.

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Lasciamo l’asfalto per una stradina che via via attraversa addirittura i giardini di alcune villette .
Passiamo da Martygny che è il punto più a nord del Tour e, prima di imboccare l'importante e noiosa E 27 ci fermiamo per cercare di riparare il cambio di Paolina. Nonostante l'impegno del bravo Caprax che migliora cmq. la situazione, la ns. forte collega è costretta a pedalare con rapporti duri... ma lei ce la può fare!

E' colpa ns. se, proprio dove ci siamo fermati, c'è una pianta stracolma di ribes che nessuno coglie? A turno distraiamo l'integerrimo Tolle mentre gli altri colgono!

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Asfalto noioso ma per pochi km. , un paio, perchè, alla Valletts prendiamo a Dx ; ora la strada è meno frequentata e sale con pendenza costante ma non eccessiva.

Arriviamo a Champex (1484 mt.) con un certo appetito e, dopo qualche info ottenuta da dei motociclisti locali, decidiamo di mangiare al rinomato ristorante Vieux Champex. Ottima scelta, oltre ad una piacevole sistemazione sotto una bella veranda abbiamo gustato le prelibate trote del lago locale cucinate in modo originale e molto gustoso.

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Vediamo alla vicina fermata dei pullman i ragazzi del dormitorio … oh come hanno fatto ad essere già qui a piedi come noi in bici?!
Costeggiamo il bel lago

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e pedaliamo per un paio di km. per poi girare a Sx su sterrato per circa 4 km.

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fino a intercettare l'asfalto; bene, ma Orsieres è a destra (in salita) o a sinistra (in discesa)?
Paolina e il Conte si incaricano di andare a chiedere ad una falegnameria a 200 mt....tornano poco dopo dicendoci che non c'è nessuno, ma che, cmq., non si ricordavano più il nome della cittadina! Senza parole....
Si va a sinistra e, fatti 3 km., siamo all'Hotel de l'Union nel centro di Orsieres.
Non male, dopo tanti rifugi, avere le comodità di in vero albergo: stanza per tre (io, Conte e Tolle) , un comodo bagno solo per noi, asciugamani, ecc.

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Dopo una buona cena ci mettiamo a giocare , con molto impegno, a freccette e a biliardino ; in quest'ultimo ha vinto il Sud Toscana (Conte ed io per bravura), mentre a freccette vince (per culo) il fortunato Tolle…....!!!


VALUTAZIONE HOTEL DE L'UNION:
Camere : 3 letti comodi, pulito, stile anni ’70- Ovviamente qui non serve il sacco lenzuolo!
Bagni : semplici ma funzionali
Cena : molto soddisfacente
Colazione: ottima e abbondante
Bici: sistemate benissimo in un fondo dell’albergo.
Gestori : disponibili.



SESTO GIORNO 9-8-2014 Orsieres – Rif. Elena

Facciamo un'ottima colazione e scambiamo quattro chiacchiere con i ragazzi di Zurigo che fanno una parte del Tour , ma non capiamo bene il loro percorso... forse non vogliono incontrarci più...? Andiamo tutti insieme a prendere le bici nel magazzino dall'albergo e li lasciamo andare per dargli un po' di vantaggio....

Rifacciamo i 3,5 Km. di asfalto del giorno prima, ma stavolta in salita al 5% e si continua per altri 4 fino ad Issert dove prendiamo una deviazione a Sx che corre parallela alla principale e attraversa piacevoli prati con casette disseminate qua e la.

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Poi, sempre in salita, rientriamo sul bitume ma per poco perchè prendiamo uno sterro a Sx dove costeggiamo un grosso torrente quasi in secca.

Si continua a salire, ininterrottamente!
Ma i posti sono da cartolina!

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Facciamo un ristoro con quel poco che, previdentemente, abbiamo dietro , più che altro avanzi della ricca colazione suddiviso e offerto tra tutti.
Attiriamo la simpatia dei camminatori che ci salutano ed incoraggiano sopratutto grazie ai vari e colorati copri-casco floreali che Luca indossa con grande eleganza!

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Sbuchiamo all'improvviso in una grande area attrezzata per pic-nic, giochi ecc. dove approfittiamo per fare qualche giostra e tirare due calci al pallone insieme a dei bimbi che battiamo alla grande....infatti se ne vanno via col pallone.

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Riprendiamo l'asfalto sempre sotto maestosi ghiacciai che ci sovrastano finchè non imbocchiamo l'ultima grande ascesa in sterrato che ci porterà sul tetto del nostro percorso: Tet de le Ferret a 2537 mt !
E qui so dolori! ...ma anche tantissima gioia e appagamento.

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Il rifugio La Peule Alpine ci appare come un miraggio, un paradiso! Solo ora, dalle foto, mi rendo conto che non era un granchè.... ma abbiamo potuto mangiare e bere alla grande e fare conoscenza con una coppia davvero interessante. Lei molto bella e di modi raffinati anche se non più giovanissima, mentre lui un bell'imbusto un po' strano, quasi ruspante ma simpatico e artistoide che viaggiavano con due magnifici e dolcissimi Husky .

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Ma le cose belle durano sempre troppo poco e così salutiamo con rammarico i due viaggiatori e riprendiamo a salire (e a spingere) per altri 400 mt abbondanti!
Anche qui ci sono tante bellissime foto ma non si possono mettere tutte, purtroppo. Ci contentiamo di quelle sulla cima che abbiamo conquistato e festeggiato insieme alle più belle ragazze presenti!

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Ed ora, finalmente, discesaaaaa ! Quasi 500 mt giù fino al Rifugio Elena !
Siamo rientrati in Italia.... e ci attende una doccia fredda, nel senso letterale del termine! E' ghiacciata, dagli urli sembra che ci stiano squartando.

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Poi, davanti ad una birra, le cose si rimettono in sesto ma rabbrividiamo vedendo che un ragazzo che cerca alloggio viene respinto perchè il rifugio è al completo... per fortuna ho prenotato ovunque! Ma ci pensate cosa significa restare all'aperto di notte a 2000 mt ?!
Cena quasi da mensa (il rifugio è molto grande con tanti ospiti perciò si perde quell'atmosfera classica ed intima della montagna) con orari ben definiti e portate altrettanto definite...ma insomma accettabile.
Chiudiamo la serata e l'impegnativa e ricca tappa davanti ad una bella grolla dell'amicizia che ci riscalda in tutti i sensi!

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VALUTAZIONE RIF. ELENA:
Camerata : posti letti comodi, spazio per zaini ecc., ristrutturate
Docce e bagni : doccia senza acqua calda! Bagni alla turca
Cena : decente ma non abbondante .
Colazione: normale
Bici: sistemate all’aperto sotto una tettoia, non il massimo.
Gestori : nella norma


SETTIMO GIORNO 10-8-2014 Rif. Elena - Courmayeur

Dopo una buona dormita siamo pronti per affrontare l'ultima breve tappa , la meno faticosa ma pur sempre divertentissima visto che si tratta di un interminabile single che si mantiene quasi sempre in quota sopra la Val Ferret lato sinistro scendendo.

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Imbocchiamo il sentiero che parte alle spalle del Rifugio, evitando, ovviamente, lo stradone principale, e subito cominciamo a salire e scendere stando attenti a non investire i tanti turisti Orientali che ci guardano con ammirazione e con i quali scambiamo sorrisi e gesti di cortesia.

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Peccato solo per il tempo nuvoloso e, di rado, anche un po' nebbioso, ma non possiamo certo lamentarci, abbiamo avuto una fortuna sfacciata in questo Tour! Vuol dire che, ogni volta che il tempo si apre, possiamo ammirare, a sorpresa, bellissimi scorci su questa valle stupenda che dominiamo dall'alto!

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Arriviamo allo Chalet della Val Ferret (1780 mt) dove l'anno prima con il Solitario mangiammo una pantugruelica polentata ai 4 condimenti... stavolta, per fortuna, solo barrette ben consci che ci attendono circa 1,5 km. a spinta con un dislivello di 270 mt!

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Gran fatica, ma così risaliamo a 2000 mt e oltre e possiamo continuare a goderci il single!
Unico neo il passaggio nei pressi di una stalla ricca di liquami che rompe un po' il clima idilliaco, ma anche questo fa parte della montagna....

Il Tolle ed io scendiamo al Rif. Bonatti e, mentre aspettiamo gli altri, un allegro signore bolognese, guardando la mia bici, mi fa : “Caspita che bella bici! Ah, se potessi andarci invece di stare sempre rinchiuso nello studio dentistico. Costerà tanto, che ne dice di scambiarla con mia moglie?”
Guardo la bella signora che sorride divertita insieme all'amica e, in uno slancio di onestà rispondo: “Non sarebbe corretto, troppo a mio vantaggio, però, insieme alla bici le offro il Tolle, non è granchè, ma anche lui è dentista e potrebbe farlo lavorare al suo posto mentre lei va in bici!”
Ridiamo tutti eccetto il Tolle...

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Ci raggiungono gli altri ragazzi e consumiamo birre, cioccolate e dolci nel rifugio e di nuovo giù godendo fino al posteggio de La Saxe passando dal Bertone .

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Il Monte Bianco ci regala, a fine giro, anche il sole!

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E' finito il Tour del Monte Bianco.

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Sono le 15 e qualcosa, carichiamo le auto e andiamo a mangiare in un buon ristorante prima di abbracciarci e riprometterci di reinventare qualcosa del genere anche il prossimo anno.



CONCLUSIONE

Perchè fare questo viaggio? Ci sono varie risposte più o meno personali e quindi più o meno condivisibili.

Di sicuro si attraversano dei posti molto suggestivi, panorami stupendi che cambiano anche considerevolmente ma sempre sotto il possente “dominio” del gigante Bianco al quale giriamo intorno avvicinandoci e allontanadoci di continuo!

Non voglio certo dire che è il posto più bello delle Alpi, ce ne sono tanti altri magnifici e spettacolari, ma qui c'è anche una componente storica e classica alla quale, anche se non ci coinvolge direttamente in quanto Bikers, non si può restare insensibili: il Tour è un mito ! Una sfida tra le classiche mondiali che tutti dovrebbero affrontare almeno una volta!

E' una (piccola, confrontata con tante altre odierne gare o manifestazioni a volte massacranti) avventura che puoi gestire come meglio preferisci: farla in 7 tappe godendoti tutto come noi o in 2 gg. lottando contro il tempo e la fatica...

E poi c'è la montagna, quella vera, quella imprevedibile, quella che ti fa sudare o ti fa patire il freddo, ti bagna o ti brucia la pelle e te, sotto il tuo zaino stracolmo e con i tuoi compagni di viaggio gioisci o soffri sperando che quella emozione duri per sempre o finisca al più presto!
E così, ora dopo ora, discesa dopo salita, rifugio dopo rifugio, chiudi il cerchio e ti rimane dentro, per sempre, l'intima soddisfazione di averlo fatto.


Avere dei compagni d'avventura giusti è fondamentale. Quel che più conta è l'affiatamento e la disponibilità alla condivisione e all'aiuto reciproco; poi le differenze di “prestazioni” diventano secondarie... questo lo dico io forse perchè ero sempre in fondo...

Io ho avuto la fortuna di pedalare con :


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Paolina, Pisana, ottima e tenace ciclista che ha sopportato stoicamente dei problemi al cambio e conseguenti difficoltà. Ha gestito la cassa del gruppo magistralmente regalandoci spesso piacevoli sorprese!


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Valter, Pisano, pur avendo qualche problemino per l'altitudine, ha sempre conservato il suo carattere gioviale e disponibile, una certezza!


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Caprax (Luca) , Pisano, certamente il punto di riferimento nel gruppo! Sempre pronto a dare una mano a tutti in ogni frangente, sulle riparazioni, sulla “ricompattazione” delle fila ecc.


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Tolle (Salvatore), Fiorentino, un po' la ns. mascotte visto che era il più giovane e anche il meno avvezzo a viaggi un po' ruspanti! Comunque, pur avendo delle prestazioni nettamente superiori alle brenne presenti si è comportato in modo ineccepibile.


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Solitario (Marco), di Massa M., purtroppo non abbiamo potuto godercelo per tutto il tour, a metà è scappato per chissà dove... è un meraviglioso compagno di viaggio che diffonde serenità ed ottimismo solo con la sua presenza!


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Conte Mascetti (Sergio), Orbetello, con la sua simpatia innata e la sua innegabile eleganza ha vivacizzato e rallegrato tutta la compagnia... da portare sempre con sé !


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Sterro (Vincenzo) , Grosseto, meritevole solo di aver ideato e proposto il Tour. Per il resto un gran cialtrone, sempre ultimo, mai di aiuto nell'individuare il percorso, sempre pronto a sottrarre un boccone dal piatto del vicino...


Se possono far comodo aggiungo un riepilogo dei dati, le tracce delle tappe e una cartina disegnata per avere un quadro generale.

Riepilogo dati del T.M.B.
4-8-14 lun. mattino viaggio in auto a Courmayeur, nel pomeriggio – Rif. Elisabetta …......…km. 15 x 990 , ore 1.57
5-8-14 Rif.E- Lago de la Gitte………………………………..…………………………………………….…................. km. 26 x 860, ore 2.20
6-8-14 Lago de la G..- Champel…………………………...…..…………………………………………….......................km. 48.7 x 1544, ore 4.30
7-8-14 Champel. – Trient …… usata la seggiovia 3 volte (360+360+330)…….............. km. 44,4 x 940 (1980) ore 3.51
8-8-14 Trient - Arlaches. ……...………….…….. ……………………………………………………….……................. km. 37 x 1165, ore 3.28
9-8-14 Arlaches – Rif. Elena…………………………………………………………………………………...................…km. 26.6 x 1676, ore 3.42
10-8-14 Rif. Elena - La Saxe Courmayeur…Pedalato solo la mattina……………………........ . km. 21.7 x 685 , ore 2.10 Rientro in auto nel pomeriggio
TOTALI : Km. 219 x 7860 (8900) mt., ore di ped. 22 , ore tot. 52.30

TRACCE:
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http://ridewithgps.com/trips/3288440?privacy_code=BxYnJbNVdOvkIO1Y
http://ridewithgps.com/trips/3288456?privacy_code=u8qL0Z8w6DLOBMeu
http://ridewithgps.com/trips/3288464?privacy_code=ENNfsyVqfxVbSpFu
http://ridewithgps.com/trips/3288474?privacy_code=qNmFiUBPULDMMcrc
http://ridewithgps.com/trips/3288479?privacy_code=bfgxO2fADBByVAqc
http://ridewithgps.com/trips/3288487?privacy_code=zqQIxrgTi63CYvFg

Cartina
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gaddo

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Verciano -Lu-
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Grande Vincenzo !!!

Sei sempre il meglio:

come simpatia

come organizzatore

come "compagno di merende" a tavola (qui batti tutti,sei da record mondiale)

ed ora anche come scrittore di guide pratiche per l'uso (meglio di Tripadvisor)
 

zoorlen

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Graziella
Grandiiii! o-o

Ora Sembola puoi anche bannare Sterro che ha violato la regola del forum che impedisce di postare foto se non ci sono caschi integrali, bici da enduro o fatbike :))):
 

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