Tiliment marathon bike 2010

Alex85

Biker novus
23/2/10
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Spilimbergo
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Il 18 Aprile 2010 si correrà la seconda edizione della Tiliment Marathon Bike.

L'evento, organizzato dalla A.S.D. Polisportiva Trivium Spilimbergo è composto da tre gare :

Un percorso lungo
da 100Km con 2200mt di dislivello : questo percorso solca i greti del Tagliamento, del Cosa e del Meduna, si insinua tra le colline di Sequals, Castelnovo del Friuli, Travesio, Clauzetto e Vito d'Asio, si inerpica sulle pendici dei monti Ciaurlec e Pala.
E' valido per le classifiche dei circuiti "Alpen International MTB Tour" , "Alpe Adria Cup" e "Friuli Mountain Bike Challenge".
Il percorso è tecnico e con un buon dislivello, è abbastanza faticoso con i suoi quasi 17km di greto fluviale, diversi km di single track, salite "interminabili" e circa 3Km di discese ripide e tecniche.. che includono un paio di gradinate.
Questo percorso è consigliato agli agonisti, ai professionisti della mountain bike e ai bikers con una buona preparazione fisica e tecnica che vogliono mettersi alla prova in una gran fondo di tutto rispetto.

Un percorso medio da 50Km con 590mt di dislivello : questo percorso prevede salite sui colli di Sequals e non risparmia la fatica di pedalare sugli sterrati golenali del fiume Tagliamento e dei Torrenti Cosa e Meduna.
E' valido per le classifiche dei circuiti "Alpen International MTB Tour", "Alpe Adria Cup" e "Friuli Mountain Bike Challenge". E' un percorso relativamente veloce adatto ad escursionisti esperti, ai giovani agonisti della categoria juniores ed a tutti gli amatori della MTB che vogliono divertirsi e mettersi alla prova su un percorso davvero molto bello dal punto di vista naturalistico.

Un percorso breve da 25Km con 310 mt di dislivello : questo percorso non è agonistico e la partecipazione è aperta a tutti, anche ai non tesserati ed è valido per la classifica del trofeo "Friul Bike". Si correrà sulla sponda Spilimberghese del Tagliamento; i concorrenti affronteranno gli sterrati del fiume Tagliamento, numerosi e brevi strappi in salita e altrettante divertenti discese; non mancherà qualche divertente single track che metterà alla prova le capacità tecniche degli atleti.
E' da tenere presente che questo percorso è adatto anche a semplici escursionisti ed appassionati della natura in quanto si trova in una location ricca di attrazioni naturilstiche e idrogeologiche


Quote di iscrizione : 35 Euro per la 100 Km e 25 Euro per la 50 Km
Ente : F.C.I.
Nr. fax per l'iscrizione : 0427928081
Modalità di iscrizione : Le iscrizioni individuali o collettive dovranno pervenire via fax al numero soprariportato accompagnate dalla ricevuta di effettuato pagamento entro e non oltre le ore 19.00 della giornata di Mercoledì 12/04/2010. Successivamente sarà possibile iscriversi on-line alla corsa, fino al giorno 15/04/2010, o direttamente Sabato 17/04/2010 o Domenica 18/04/2010 negli orari che verranno prestabiliti con una maggiorazione di 5 Euro.
E' obbligatorio utilizzare il modulo di iscrizione disponibile nel nostro sito internet che deve essere compilato in ogni sua parte.
Le iscrizioni eseguite in maniera incompleta o non accompagnate dalla ricevuta di pagamento saranno ritenute non valide.
Il pagamento della quota di iscrizione dovrà essere effettuato a mezzo di bonifico bancario (le coordinate del conto verranno comunicate sul sito internet).

Punto di ritrovo
: Spilimbergo Zona Partenza, Piazza Garibaldi
Orario di partenza : Ore 9.00 per la 100Km , a seguire le partenze degli altri percorsi
Verifica tessere : Sabato 17 Aprile dalle 15.00 alle 19.00 e domenica 18 Aprile dalle 7.00 alle 8e15 presso le Scuole medie di Spilimbergo
Sistema di cronometraggio : Winningtime
Nr. di telefono organizzazione : 04272933
e-mail : [email protected]
Sito web organizzazione : http://www.tilimentmarathonbike.it
Pacco gara : Maglia dedicata all'evento, prodotti gastronomici del territorio, Integratori, Pasta party e lotteria
Servizi : Assistenza sanitaria, docce e lavaggio bici


Per ulteriori informazioni vi rimando al sito http://www.tilimentmarathonbike.it che farà testo anche per tutte le informazioni soprariportate nel caso vengano aggiornate.

Vi aspettiamo numerosi all'evento......

P.s. La festa a Spilimbergo comincia il sabato 17/04......:i-want-t:

Ciao a tutti.
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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ISCRITTO!!!:-?

Sui 100km, ovvio...:celopiùg: per farne 50 non mi degno neanche di muovere la macchina!!!:smile::smile:

Altri che saranno presenti?

Al momento ho in programma di andar su alla domenica mattina, anche se mi tocca svegliarmi come minimo alle 5.30... :cry: Andrei su anche al sabato ma son da solo...
 

Alex85

Biker novus
23/2/10
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ISCRITTO!!!:-?

Sui 100km, ovvio...:celopiùg: per farne 50 non mi degno neanche di muovere la macchina!!!:smile::smile:

Altri che saranno presenti?

Al momento ho in programma di andar su alla domenica mattina, anche se mi tocca svegliarmi come minimo alle 5.30... :cry: Andrei su anche al sabato ma son da solo...

Grande...:-?...Comunque se trovi compagnia ti consiglio di venir su il sabato che dovrebbe venir fuori una bella festa alla sera, senza contare che il sabato pomeriggio c'è la junior bike ed è uno spettacolo imperdibile....pensa che l'anno scorso ha corso perfino un bimbo con il triciclo...troppo forte...!!!
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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Corsa da leggenda oggi a Spilimbergo! Tiliment Marathon...100km e 2000m. dislivello tra pioggia vento e fango. Una giornata da veri duri. E quando il gioco si fa duro... the.mtb.biker c'è!!!! ;-)

Quindi.. standing ovation per la TILIMENT MARATHON!!!
:}}}:
:}}}:
:}}}:

Non mi riferisco all'organizzazione in generale (qualche critica da fare c'è...:spetteguless:) ma al percorso...

Un percorso... ma un percorso... DA URLO!!!! c'era di tutto e di più che un biker dovesse avere nel suo bagaglio tecnico: rettilinei sconnessi controvento da rapportone, tratti a piedi, fango "Montello-style":smile:, salitoni "da capotarse", sntieri tecnici, ciottolati in salita e discesa, single track senza fine.. soprattutto quello interminabile dal 80° km, divertentissimo e tutto da guidare... se solo non arrivasse quando le energie erano ormai al lumicino.

Tutto questo condito anche, soprattutto nella parte centrale, da alcuni e lunghi trasferimenti su asfalto.. e meno male sennò facevano notte!!! :cucù: Senza contare gli stupendi paesaggi sulla pianura friulana... e le NUMEROSE ragazze veramente carine ai ristori e lugo il percorso (Alex, ma le friulane sono tutte così? me ne presenti qualcuna? :sbavon:)

Quindi... complimenti al tracciatore, voto 0 per la fatica che mi ha fatto fare (tanta:smile:) ma 10 e lode per il divertimento, le emozioni e la soddisfazione di concludere una prova così impegnativa. Anzi no, gli diamo un nove perchè dall'altimetria non si capiva na mazza...:prost:

Forse seguiranno ulteriori dettagli... vediamo se ho un po' di tempo da perdere...:nunsacci:

PS: una goduria essere in 4 gatti... ognuno fa corsa a sè e ci si gode con la max tranquillità gara, percorso e scorci
 

dibe77

Biker popularis
31/10/09
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codroipo
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Corsa da leggenda oggi a Spilimbergo! Tiliment Marathon...100km e 2000m. dislivello tra pioggia vento e fango. Una giornata da veri duri. E quando il gioco si fa duro... the.mtb.biker c'è!!!! ;-)

Quindi.. standing ovation per la TILIMENT MARATHON!!!
:}}}:
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:}}}:

Non mi riferisco all'organizzazione in generale (qualche critica da fare c'è...:spetteguless:) ma al percorso...

Un percorso... ma un percorso... DA URLO!!!! c'era di tutto e di più che un biker dovesse avere nel suo bagaglio tecnico: rettilinei sconnessi controvento da rapportone, tratti a piedi, fango "Montello-style":smile:, salitoni "da capotarse", sntieri tecnici, ciottolati in salita e discesa, single track senza fine.. soprattutto quello interminabile dal 80° km, divertentissimo e tutto da guidare... se solo non arrivasse quando le energie erano ormai al lumicino.

Tutto questo condito anche, soprattutto nella parte centrale, da alcuni e lunghi trasferimenti su asfalto.. e meno male sennò facevano notte!!! :cucù: Senza contare gli stupendi paesaggi sulla pianura friulana... e le NUMEROSE ragazze veramente carine ai ristori e lugo il percorso (Alex, ma le friulane sono tutte così? me ne presenti qualcuna? :sbavon:)

Quindi... complimenti al tracciatore, voto 0 per la fatica che mi ha fatto fare (tanta:smile:) ma 10 e lode per il divertimento, le emozioni e la soddisfazione di concludere una prova così impegnativa. Anzi no, gli diamo un nove perchè dall'altimetria non si capiva na mazza...:prost:

Forse seguiranno ulteriori dettagli... vediamo se ho un po' di tempo da perdere...:nunsacci:

PS: una goduria essere in 4 gatti... ognuno fa corsa a sè e ci si gode con la max tranquillità gara, percorso e scorci


Ciao,
oggi anche io ho fatto i 100km.
Confermo quanto detto da te su percorso e n. di partecimanti.
Ti posso confermare che è una consuetudine delle gare in fvg.
Ti aspetto per la marathon x haiti e la mitica venzonassa, gare imperdibili.
Molto carine le ragazze sul percorno... una novità gradita...:sbavon:
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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Ho scoperto adesso di aver fatto quarto di categoria...:smile:

dopo che l'omino winningtime mi aveva detto che ero SESTO, sono tornato a casa senza pensarci, ma adesso... sai che rabbia se premiavano i primi 5?!?!!??:cry:
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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ecco il mio report sulla gara... :-)



Cercando bene nell’affollato calendario granfondistico nazionale ci si può ancora imbattere in alcune gare dal sapore antico, di quelle che si differenziano dalla massa, di quelle che sanno ancora regalare emozioni uniche e irripetibili attraverso un’esperienza epica e indimenticabile. La Tiliment Marathon è una di queste.

A Spilimbergo, cittadina pordenonese famosa per l’arte del mosaico, domenica scorsa è andata in scena la seconda edizione della manifestazione che coinvolgeva tre eventi: la Marathon di 100km., la Granfondo di 50km. e la Pedalata Ecologica valida per il Trofeo Friulbike di 25km.. A coordinare il tutto un’organizzazione di discreto livello impegnata a gestire i circa 700 iscritti complessivi tra cui un nutrito numero di stranieri, austriaci su tutti. Il “discreto” è dettato da alcuni aspetti sicuramente migliorabili, anche se nel complesso il comitato organizzatore ha svolto bene il suo lavoro, soprattutto con il personale di sicurezza presente in abbondanza nei tratti più pericolosi del percorso.

L’obiettivo adesso non è però parlare della gara, delle classifiche, dell’organizzazione e di tutti quegli aspetti “convenzionali”, bensì di porre l’attenzione su alcuni elementi che troppo spesso viene trascurati: il piacere di partecipare a un evento per il solo gusto di divertirsi, per la sola soddisfazione di dire “io c’ero”, per vivere un’esperienza che difficilmente potrà essere ritrovata in qualche altra granfondo. La Tiliment Marathon, con il suo percorso vario, tecnico e complicato ha sicuramente le carte in regola per renderci felici.

La partenza dal centro di Spilimbergo, poco dopo le nove, avviene sotto un cielo grigio di quelli che non capisci se stia per aprirsi o rovesciarti in testa litri d’acqua: dopo i primi dieci chilometri sul greto sassoso e sconnesso del Tagliamento, il fiume che si comporta come un torrente di montagna ridisegnando a ogni piena il suo corso, inizia a piovere. Se il terreno ghiaioso bene aveva drenato la pioggia caduta nottetempo, l’acqua adesso inizia a ristagnare con estrema rapidità sulle pietraie e le piste improvvisate che tagliano il Magredi, un ambiente semiarido che si rivela ostile ma di una spettacolarità unica.

Al ventesimo chilometro, ora sul letto del fiume Meduna, il mix di pioggia e vento che flagella i vari gruppetti di bikers rende la corsa una specie di Parigi-Roubaix delle ruote grasse: l’acqua arriva sia dal cielo che dalle ruote di chi ci precede, il vento fa sbandare in continuazione e il supplizio delle migliaia di pietre levigate dall’acqua fa dolere braccia e schiena, alla faccia delle forcelle ammortizzate.

Quando finalmente la tortura del vento e dei sassi finisce, inizia quella del fango: le colline attorno a Sequals rappresentano le prime due “ridicole” salite di giornata, poche centinaia di metri per un dislivello irrisorio. Tuttavia, a dispetto della morfologia ghiaiosa e drenante che ci circonda, queste colline fanno eccezione: sono come un’isola di argilla in mezzo a un mare di pietre; è facile intuire il seguito: tutti fermi a togliere i blocchi di fango accumulatisi sui passaruote. Non solo, ma la prima di queste salite “ridicole” si rivela essere una micidiale rampa dalle pendenze proibitive dove la scalata (circa dieci minuti a piedi) si trasforma in una scivolosa sessione di arrampicata libera tra gli alberi alla ricerca di qualche appiglio per non cadere, visto che anche le tacchette degli scarpini, su queste pendenze, nulla possono contro il fango. In discesa non si contano poi le cadute sugli stretti e ripidi sentieri trasformati in pericolose saponette.

Il 35° chilometro, in corrispondenza del bivio con il percorso medio, è il punto chiave della corsa: in tanti alzano bandiera bianca avendone già abbastanza dopo un’ora e mezza di pioggia e fango. I più temerari, invece, proseguono optando per la scelta più ardita ma azzeccata: pochi minuti dopo la pioggia cesserà e il terreno tornerà rapidamente in buone condizioni. A fare paura, ora, c’è però dell’altro.

Alcuni tratti veloci conducono rapidamente ai piedi del panoramico Col della Siera: un’ascesa semplice seguita da una difficile discesa in single track tra fango e rocce bagnate; a metà discesa un gruppo di escursionisti raccolti attorno a un falò improvvisato accoglie calorosamente il passaggio dei bikers infangati e infreddoliti offrendo pane, salame, acqua… e pure un po’ di vino. Per il vino non c’è tempo, ma per il resto ci si ferma ben volentieri prima di tornare ancora all’insù per la scalata principale della gara attraverso un inerpicarsi continuo per oltre dieci chilometri su pendenze, terreni e ambientazioni sempre diversi: il clou si ha quasi subito quando un umido ciottolato nega il grip alle gomme obbligando tutti a procedere a piedi. Stessa scena quando il terreno si fa più compatto ma incredibilmente ripido addentrandosi nella vegetazione.
Tra le case di Vito d’Asio la pendenza cala drasticamente concedendo un po’ di respiro ai bikers: è il momento giusto per fare la conta dei danni, di mangiare qualcosa e - finalmente - di distogliere lo sguardo da terra. In questo frangente interlocutorio un ragazzo del posto rappresenta la salvezza di molti: armato di canna dell’acqua ripulisce uomini e mezzi dalla melma della pianura aiutandoli nel migliore dei modi affinché possano raggiungere l’obiettivo di giornata: tagliare il traguardo.

I quindici chilometri seguenti, nonostante la presenza di qualche tratto sterrato più impegnativo, si dimostrano filanti e scorrevoli attraversando luoghi fuori dal mondo ma dall’incredibile fascino: ambienti idilliaci fatti di boschi incontaminati, borghi isolati e strade rovinate dal tempo ci accompagnano fino alle pendici dei monti Ciaurlec e Pala dove la straordinaria veduta sulla pianura fa per un attimo dimenticare la fatica e la stanchezza. Subito però si torna con i piedi per terra nella picchiata che segue: ripida, difficile, pericolosa, faticosa, tecnica. Un vecchio percorso pedonale creato oltre un secolo fa, tutto ciottoli e pietre, scende a pendenze vertiginose da quota ottocento metri fin quasi alla pianura in meno di cinque chilometri. Una discesa tremenda anche per le full, durissima al punto che in fondo alla picchiata le facce dei bikers sono segnate da una smorfia di sofferenza. Smorfia ancora più accentuata dalla successiva scalata, teoricamente l’ultima, non impossibile ma decisamente logorante dopo 75 chilometri di corsa in queste condizioni. Raggiunta la vetta del Monte Santo, però, la certezza che “da qui è tutta discesa” viene però smentita.

Dopo la pioggia e il vento, il fango e le pietraie, i ciottolati e le ripide salite, all’ottantesimo chilometro arriva la ciliegina sulla torta: sotto le ruote iniziano a sfilare un’infinità di single track, uno meglio dell’altro, ognuno diverso dal precedente. Veloci e lenti, da guidare e da pedalare, in salita e in discesa, tecnici e più facili: un lungo dedalo di sentieri nella boscaglia che ci fa perdere l’orientamento in preda come siamo a un mix di stanchezza, euforia ed entusiasmo. Ogni tanto compare pure qualche muro asfaltato al 20%, ma non ci facciamo troppo caso visto che – come ci dicono ogni volta – “questo è l’ultimo!”. Poi ancora discesa, ancora single track, ancora adrenalina fino al ponte della ferrovia, al guado e alla larga sterrata degli ultimi dieci chilometri.

Siamo di nuovo sull’alveo del Tagliamento, il fiume che cambia faccia a ogni piena, sulla stessa terra che ancora ci sporca il volto trasformato ora in una maschera di fango secco. Il cerchio si chiude e torniamo a pedalare ad alta velocità tra rocce e sabbia, ghiaia e pietraie, vibrazioni e sollecitazioni: giunti fin qui non ci facciamo più caso, in fondo dopo tutto quello che abbiamo passato oggi, questo è il male minore. Non facciamo caso nemmeno ai crampi che ci arrivano puntuali al novantanovesimo chilometro, l’ultimo, proprio mentre entriamo nel pavè di Spilimbergo varcando la porta est.

Dopo due ore dall’arrivo del vincitore non ci aspettiamo una grande accoglienza e invece, inaspettatamente, lo speaker ci annuncia e più d’uno spettatore ci incita e ci applaude: sembrerà strano, ma l’applauso di quei pochi rappresenta comunque il meritato premio e soddisfazione per l’impresa portata a termine.

Un’impresa che solo in pochi hanno osato intraprendere, e che in meno di cento hanno saputo portare a termine. Un’impresa resa ancor più epica dalle condizioni meteo della prima parte di gara, dagli ambienti ostili attraversati e dall’elevata tecnicità di ampie porzioni di percorso. Un percorso che ha condotto i biker alla scoperta di un territorio poco noto e ancora incontaminato, dal fascino misterioso e primordiale: la pianura semidesertica del Magredi e i terreni carsici del Ciaurlec, la natura selvaggia delle Prealpi Carniche e lo scorrere impetuoso dei torrenti di montagna, le antiche borgate isolate e le valli nascoste.

Un territorio tutto da scoprire, e soprattutto… da pedalare!
 

Alex85

Biker novus
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ecco il mio report sulla gara... :-)



Cercando bene nell’affollato calendario granfondistico nazionale ci si può ancora imbattere in alcune gare dal sapore antico, di quelle che si differenziano dalla massa, di quelle che sanno ancora regalare emozioni uniche e irripetibili attraverso un’esperienza epica e indimenticabile. La Tiliment Marathon è una di queste.

A Spilimbergo, cittadina pordenonese famosa per l’arte del mosaico, domenica scorsa è andata in scena la seconda edizione della manifestazione che coinvolgeva tre eventi: la Marathon di 100km., la Granfondo di 50km. e la Pedalata Ecologica valida per il Trofeo Friulbike di 25km.. A coordinare il tutto un’organizzazione di discreto livello impegnata a gestire i circa 700 iscritti complessivi tra cui un nutrito numero di stranieri, austriaci su tutti. Il “discreto” è dettato da alcuni aspetti sicuramente migliorabili, anche se nel complesso il comitato organizzatore ha svolto bene il suo lavoro, soprattutto con il personale di sicurezza presente in abbondanza nei tratti più pericolosi del percorso.

L’obiettivo adesso non è però parlare della gara, delle classifiche, dell’organizzazione e di tutti quegli aspetti “convenzionali”, bensì di porre l’attenzione su alcuni elementi che troppo spesso viene trascurati: il piacere di partecipare a un evento per il solo gusto di divertirsi, per la sola soddisfazione di dire “io c’ero”, per vivere un’esperienza che difficilmente potrà essere ritrovata in qualche altra granfondo. La Tiliment Marathon, con il suo percorso vario, tecnico e complicato ha sicuramente le carte in regola per renderci felici.

La partenza dal centro di Spilimbergo, poco dopo le nove, avviene sotto un cielo grigio di quelli che non capisci se stia per aprirsi o rovesciarti in testa litri d’acqua: dopo i primi dieci chilometri sul greto sassoso e sconnesso del Tagliamento, il fiume che si comporta come un torrente di montagna ridisegnando a ogni piena il suo corso, inizia a piovere. Se il terreno ghiaioso bene aveva drenato la pioggia caduta nottetempo, l’acqua adesso inizia a ristagnare con estrema rapidità sulle pietraie e le piste improvvisate che tagliano il Magredi, un ambiente semiarido che si rivela ostile ma di una spettacolarità unica.

Al ventesimo chilometro, ora sul letto del fiume Meduna, il mix di pioggia e vento che flagella i vari gruppetti di bikers rende la corsa una specie di Parigi-Roubaix delle ruote grasse: l’acqua arriva sia dal cielo che dalle ruote di chi ci precede, il vento fa sbandare in continuazione e il supplizio delle migliaia di pietre levigate dall’acqua fa dolere braccia e schiena, alla faccia delle forcelle ammortizzate.

Quando finalmente la tortura del vento e dei sassi finisce, inizia quella del fango: le colline attorno a Sequals rappresentano le prime due “ridicole” salite di giornata, poche centinaia di metri per un dislivello irrisorio. Tuttavia, a dispetto della morfologia ghiaiosa e drenante che ci circonda, queste colline fanno eccezione: sono come un’isola di argilla in mezzo a un mare di pietre; è facile intuire il seguito: tutti fermi a togliere i blocchi di fango accumulatisi sui passaruote. Non solo, ma la prima di queste salite “ridicole” si rivela essere una micidiale rampa dalle pendenze proibitive dove la scalata (circa dieci minuti a piedi) si trasforma in una scivolosa sessione di arrampicata libera tra gli alberi alla ricerca di qualche appiglio per non cadere, visto che anche le tacchette degli scarpini, su queste pendenze, nulla possono contro il fango. In discesa non si contano poi le cadute sugli stretti e ripidi sentieri trasformati in pericolose saponette.

Il 35° chilometro, in corrispondenza del bivio con il percorso medio, è il punto chiave della corsa: in tanti alzano bandiera bianca avendone già abbastanza dopo un’ora e mezza di pioggia e fango. I più temerari, invece, proseguono optando per la scelta più ardita ma azzeccata: pochi minuti dopo la pioggia cesserà e il terreno tornerà rapidamente in buone condizioni. A fare paura, ora, c’è però dell’altro.

Alcuni tratti veloci conducono rapidamente ai piedi del panoramico Col della Siera: un’ascesa semplice seguita da una difficile discesa in single track tra fango e rocce bagnate; a metà discesa un gruppo di escursionisti raccolti attorno a un falò improvvisato accoglie calorosamente il passaggio dei bikers infangati e infreddoliti offrendo pane, salame, acqua… e pure un po’ di vino. Per il vino non c’è tempo, ma per il resto ci si ferma ben volentieri prima di tornare ancora all’insù per la scalata principale della gara attraverso un inerpicarsi continuo per oltre dieci chilometri su pendenze, terreni e ambientazioni sempre diversi: il clou si ha quasi subito quando un umido ciottolato nega il grip alle gomme obbligando tutti a procedere a piedi. Stessa scena quando il terreno si fa più compatto ma incredibilmente ripido addentrandosi nella vegetazione.
Tra le case di Vito d’Asio la pendenza cala drasticamente concedendo un po’ di respiro ai bikers: è il momento giusto per fare la conta dei danni, di mangiare qualcosa e - finalmente - di distogliere lo sguardo da terra. In questo frangente interlocutorio un ragazzo del posto rappresenta la salvezza di molti: armato di canna dell’acqua ripulisce uomini e mezzi dalla melma della pianura aiutandoli nel migliore dei modi affinché possano raggiungere l’obiettivo di giornata: tagliare il traguardo.

I quindici chilometri seguenti, nonostante la presenza di qualche tratto sterrato più impegnativo, si dimostrano filanti e scorrevoli attraversando luoghi fuori dal mondo ma dall’incredibile fascino: ambienti idilliaci fatti di boschi incontaminati, borghi isolati e strade rovinate dal tempo ci accompagnano fino alle pendici dei monti Ciaurlec e Pala dove la straordinaria veduta sulla pianura fa per un attimo dimenticare la fatica e la stanchezza. Subito però si torna con i piedi per terra nella picchiata che segue: ripida, difficile, pericolosa, faticosa, tecnica. Un vecchio percorso pedonale creato oltre un secolo fa, tutto ciottoli e pietre, scende a pendenze vertiginose da quota ottocento metri fin quasi alla pianura in meno di cinque chilometri. Una discesa tremenda anche per le full, durissima al punto che in fondo alla picchiata le facce dei bikers sono segnate da una smorfia di sofferenza. Smorfia ancora più accentuata dalla successiva scalata, teoricamente l’ultima, non impossibile ma decisamente logorante dopo 75 chilometri di corsa in queste condizioni. Raggiunta la vetta del Monte Santo, però, la certezza che “da qui è tutta discesa” viene però smentita.

Dopo la pioggia e il vento, il fango e le pietraie, i ciottolati e le ripide salite, all’ottantesimo chilometro arriva la ciliegina sulla torta: sotto le ruote iniziano a sfilare un’infinità di single track, uno meglio dell’altro, ognuno diverso dal precedente. Veloci e lenti, da guidare e da pedalare, in salita e in discesa, tecnici e più facili: un lungo dedalo di sentieri nella boscaglia che ci fa perdere l’orientamento in preda come siamo a un mix di stanchezza, euforia ed entusiasmo. Ogni tanto compare pure qualche muro asfaltato al 20%, ma non ci facciamo troppo caso visto che – come ci dicono ogni volta – “questo è l’ultimo!”. Poi ancora discesa, ancora single track, ancora adrenalina fino al ponte della ferrovia, al guado e alla larga sterrata degli ultimi dieci chilometri.

Siamo di nuovo sull’alveo del Tagliamento, il fiume che cambia faccia a ogni piena, sulla stessa terra che ancora ci sporca il volto trasformato ora in una maschera di fango secco. Il cerchio si chiude e torniamo a pedalare ad alta velocità tra rocce e sabbia, ghiaia e pietraie, vibrazioni e sollecitazioni: giunti fin qui non ci facciamo più caso, in fondo dopo tutto quello che abbiamo passato oggi, questo è il male minore. Non facciamo caso nemmeno ai crampi che ci arrivano puntuali al novantanovesimo chilometro, l’ultimo, proprio mentre entriamo nel pavè di Spilimbergo varcando la porta est.

Dopo due ore dall’arrivo del vincitore non ci aspettiamo una grande accoglienza e invece, inaspettatamente, lo speaker ci annuncia e più d’uno spettatore ci incita e ci applaude: sembrerà strano, ma l’applauso di quei pochi rappresenta comunque il meritato premio e soddisfazione per l’impresa portata a termine.

Un’impresa che solo in pochi hanno osato intraprendere, e che in meno di cento hanno saputo portare a termine. Un’impresa resa ancor più epica dalle condizioni meteo della prima parte di gara, dagli ambienti ostili attraversati e dall’elevata tecnicità di ampie porzioni di percorso. Un percorso che ha condotto i biker alla scoperta di un territorio poco noto e ancora incontaminato, dal fascino misterioso e primordiale: la pianura semidesertica del Magredi e i terreni carsici del Ciaurlec, la natura selvaggia delle Prealpi Carniche e lo scorrere impetuoso dei torrenti di montagna, le antiche borgate isolate e le valli nascoste.

Un territorio tutto da scoprire, e soprattutto… da pedalare!


ma hai mai pensato di metterti a scrivere qualche libro??...davvero un bellissimo racconto.....tant'è che è stato letto ed ha colpito molto anche il presidente della nostra società.....ti farebbe piacere se pubblicassimo il tuo articolo in un giornalino che intendiamo creare per l'evento e per il gruppo Trivium e poi ...perchè no ...anche su una rivista del settore??....

...comunque complimentoni anche per aver portato a termine la 100....è davvero un percorso da "sfida contro se stessi" ...!!! Spero di riuscire a partecipare pure io alla prossima edizione...;-)

p.s. a completare il bellissimo racconto di the.mtb.biker vi giro un link con due video molto carini della gara http://www.alcamedia.it/video 50.html ...buona visione
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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ma hai mai pensato di metterti a scrivere qualche libro??...davvero un bellissimo racconto.....tant'è che è stato letto ed ha colpito molto anche il presidente della nostra società.....ti farebbe piacere se pubblicassimo il tuo articolo in un giornalino che intendiamo creare per l'evento e per il gruppo Trivium e poi ...perchè no ...anche su una rivista del settore??....

parliamone... ;-)

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