temporali, terza puntata.
Non siamo riusciti a fuggire in tempo e siamo nel bel mezzo del temporale. Anzitutto difendiamoci dai fulmini.
Fulminazione diretta: caso molto raro, possibile solo sulle cime e sulle creste o in campo aperto (dove noi stessi siamo una punta che concentra le cariche elettriche). Allontaniamoci allora da cime e creste, da alberi isolati, se siamo in gruppo ci sparpagliamo, allontaniamo le masse metalliche (la bici), restiamo fermi accovacciati a terra (non sdraiati).
La maggior parte degli incidenti da fulmine è dovuto alle correnti vaganti nel terreno. La corrente indotta da un fulmine che cade a terra si disperde all'intorno (come i cerchi nel'acqua provocati da un sasso lanciato nello stagno). Il potenziale varia in funzione del quadrato della distanza. Questo determina la cosiddetta CORRENTE DI PASSO: se io tocco il terreno in due punti distanti tra loro, la corrente preferisce passare attraverso il mio corpo, ottimo conduttore rispetto al terreno. E lo farò tanto più quanto maggiore è la distanza dei punti di contatto con il terreno (maggiore la distanza, magigore il potenziale).
In pratica, se sono fermo, accovacciato con i piedi uniti (tocco un solo punto del terreno), la corrente non mi attraversa e non mi succede nulla (al più friggono i capelli...). Ma se sono in piedi con un amano appoggiata a una parete rocciosa, la distanza di contatto è superiore al metro: la corrente ha buon gioco a entrare dalla mano e uscire dal piede più lontano!
Quindi non teniamoci per mano: la corrente entrerebbe dal primo, attraversa tutta la fila per uscire dall'ultimo. Una strage.
Nel bel mezzo di un temporale occorre pazienza e non farsi prendere dal panico: il temporale passa veloce, 10-15 minuti, mezz'ora al massimo e si sarà già allontanato.